News Notizie Italia Bpu e Aem si salvano dal rosso, giu’ Saipem

Bpu e Aem si salvano dal rosso, giu’ Saipem

Pubblicato 15 Maggio 2006 Aggiornato 19 Luglio 2022 13:03
Nella city meneghina si è conclusa una nuova giornata caratterizzata dalla pubblicazione delle trimestrali societarie. In mattinata è giunta quella di Banche Popolari Unite, che ha archiviato i primi tre mesi del 2006 con un utile netto pari a 229,8 milioni di euro, in crescita del 17,7% rispetto ai 195,2 riportati nell'analogo periodo del 2005. Il titolo della superpopolare bergamasca è stato tra i migliori dell'S&P, chiudendo in controtendenza con il pessimismo generale e facendo segnare un progresso dello 0,90%. Anche Aem (+0,47%) ha festeggiato i conti finanziari riferiti al primo trimestre del 2006, che hanno evidenziatoun utile netto consolidato a 108 milioni, in salita rispetto agli 87 milioni registrati nello stesso periodo del 2005, mentre i ricavi sono migliorati del 237%, a 2 miliardi di euro. Sui risultati della multiutility meneghina ha impattato positivamente l'allargamento del perimetro, con il consolidamento del 50% di Edison. Banca Popolare di Milano, invece, non è riuscita a trarre spunto dall'uscita della trimestrale e ha terminato con un calo di quasi un punto percentuale. L'utile netto di pertinenza della capogruppo ha raggiunto, nel primo quarto del 2006, quota 96,4 milioni di euro (+25,7%), grazie al buon andamento sia dei volumi intermediati sia dei ricavi. L'arretramento delle quotazioni del greggio ha schiacciato verso il basso il prezzi dei titoli "oil" quotati a Piazza Affari e soprattutto di Saipem (-5,43%) e Erg (-5% circa). Calo di un punto percentuale circa per Eni. Sul listino delle 40 blue chip milanesi, rosso intenso anche per Luxottica Group, Capitalia, Unicredit e Autogrill. In secca flessione Fiat (-3,70%), penalizzata sia dalle prese di profitto che fanno seguito ai recenti rialzi, sia dagli scandali che pare stiano travolgenedo un'altra delle società che fanno capo alla famiglia Agnelli, la Juventus. Lo scudetto vinto ieri infatti - su cui resta peraltro un bel punto interrogativo - non è bastato a placare la forza delle vendite innescate dallo scandalo delle presunte partite truccate e delle correlate intercettazioni telefoniche, che inchioderebbero colui che fino ad oggi è stato il direttore generale del club bianconero, Luciano Moggi