Borse europee all’insegna della prudenza, riflettori puntati su Italia ed Austria
Chiusura di settimana sotto la parità per le borse europee in vista degli importanti appuntamenti elettorali di domenica in Italia e Austria. Nel nostro Paese il voto sulla riforma elettorale è stato trasformato in un referendum sul premier Renzi e una bocciatura della riforma metterà a dura prova la tenuta dell'esecutivo. Nella vicina Austria l'appuntamento è con le elezioni presidenziali che vedono contrapposti il centrista Alexander Van der Bellen e il rappresentante dell'estrema destra Norbert Hofer.
A Francoforte il Dax ha terminato a 10.513,35 punti, lo 0,2% in meno rispetto al dato precedente, mentre il londinese Ftse100 si è fermato a 6.730,72, -0,33%. Il listino francese ha segnato un calo dello 0,7% a 4.528,82 mentre l'Ibex ha perso lo 0,72% a 8.607,10.
Per quanto riguarda l'agenda macro, nella seconda parte sono arrivati i dati relativi l'andamento del mercato del lavoro. Il mese scorso il tasso di disoccupazione della prima economia è passato dal 4,9 al 4,6 per cento, il livello minore degli ultimi nove anni, mentre il saldo delle buste paga nei settori non agricoli (non-farm payrolls) è risultato positivo per 178 mila unità. Si tratta di indicazioni che non cambiano, e anzi rafforzano, lo scenario in chiave-Fed: a metà mese la Banca centrale con sede a Washington varerà il secondo incremento del costo del denaro dal lontano 2006.
A Francoforte il Dax ha terminato a 10.513,35 punti, lo 0,2% in meno rispetto al dato precedente, mentre il londinese Ftse100 si è fermato a 6.730,72, -0,33%. Il listino francese ha segnato un calo dello 0,7% a 4.528,82 mentre l'Ibex ha perso lo 0,72% a 8.607,10.
Per quanto riguarda l'agenda macro, nella seconda parte sono arrivati i dati relativi l'andamento del mercato del lavoro. Il mese scorso il tasso di disoccupazione della prima economia è passato dal 4,9 al 4,6 per cento, il livello minore degli ultimi nove anni, mentre il saldo delle buste paga nei settori non agricoli (non-farm payrolls) è risultato positivo per 178 mila unità. Si tratta di indicazioni che non cambiano, e anzi rafforzano, lo scenario in chiave-Fed: a metà mese la Banca centrale con sede a Washington varerà il secondo incremento del costo del denaro dal lontano 2006.