Notizie Notizie Italia Bond mkt nervosi: Atene solleva il rischio default, occhi puntati a Lisbona e Roma

Bond mkt nervosi: Atene solleva il rischio default, occhi puntati a Lisbona e Roma

17 Novembre 2010 12:15

Torna alto il nervosismo sui mercati obbligazionari. Sono i dubbi austriaci sull’opportunità di sbloccare la seconda tranche del salvataggio per la Grecia a far lievitare il rischio di default dei paesi ad alto rendimento dell’area euro, a partire proprio dalla Grecia. Questa mattina i credit-default swap sulla Grecia segnano un rialzo di 88 punti base a quota 946, ai massimi da fine giugno. In forte rialzo anche i cds di Irlanda (+22 a 515), Portogallo (+13 punti a 426), Spagna (+8 punti a 259) e Italia (+7 punti a 188).


Il ministro delle finanze e vice cancelliere austriaco Josef Proell l’ha spuntata all’Ecofin: la sua proposta di rinviare da dicembre a gennaio il pagamento della terza tranche di aiuti alla Grecia, che, per quanto riguarda l’Austria, ammonta a 190 milioni di euro è passata. Ieri Proell aveva detto che non esiste un automatismo e che Vienna avrebbe potuto non versare a dicembre la tranche di sua competenza per inadempienze della Grecia degli accordi con l’Ue sul fronte delle imposte.


Gli aiuti concessi alla Grecia nel pieno della crisi economica erano vincolati a una serie di condizioni, in parte adempiute. Quelle legate alle imposte, sottolineava Proell, non sono state rispettate. E così ha portato a casa il risultato. La Grecia ha ricevuto finora una tranche aiuti di 20 miliardi euro a maggio e un un’altra di nove miliardi a settembre. La terza di altri nove sarà versata appunto a gennaio. L’Austria ha contribuito finora con 600 milioni alla Grecia (450 nella prima tranche del pacchetto complessivo di 20 miliardi e 150 nel secondo di nove). La terza slitterà a 190 milioni, a gennaio.


Le vicissitudini all’ombra del Partenone tengono con il fiato sospeso anche gli altri Paesi della periferia. Basta dare un’occhiata a Lisbona per capire come tira il vento. Secondo gli addetti ai lavori è Portogallo il Paese più fragile della periferia del Vecchio Continente. L’ennesima prova questa mattina. Lisbona ha collocato sul mercato titoli a un anno per 750 milioni di euro, riconoscendo un tasso di interesse in forte rialzo rispetto alle ultime aste. A conferma del fatto che il mercato il rischio-paese è sensibilmente aumentato nelle ultime settimane.


Nel dettaglio, l’importo è in linea con quanto preventivato dalle autorità, mentre il rendimento riconosciuto per piazzare i titoli a un anno è stato del 4,813% contro il 3,26% pagato per piazzare 531 milioni appena il 3 novembre scorso. L’operazione di finanziamento è stata comunque un successo: la domanda ha, infatti, superato di 1,8 volte l’importo programmato, anche se in ribasso rispetto alla precedente asta (2,2 volte).


In Italia la situazione è in divenire, dopo le ultime dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi. Il 14 dicembre “è il giorno in cui si deciderà se l’Italia può avere quella stabilità importante per resistere alla crisi”, ha annunciato il presidente del Consiglio, in mattinata al Quirinale al termine della consegna delle onorificenze ai Cavalieri del Lavoro. “Non credo che si possa fare un Berlusconi bis, serve la fiducia, serve un Governo solido, non possiamo contare su chi non garantisce la stabilità – ha aggiunto – . Senza la fiducia andremo al voto”. 

 


I banchieri italiani si dicono convinti che la crisi di governo non avrà alcun impatto sui titoli di Stato. “I titoli di Stato italiani sono assolutamente forti – afferma il consigliere delegato di Ubi Banca, Victor Massiah, a margine dell’esecutivo dell’Abi – sono figli di un paese che ha dei dati abbastanza a posto per quanto riguarda i fondamentali. La cosa – ha aggiunto – non ci dovrebbe riguardare”. Anche l’amministratore delegato della Bper, Fabrizio Viola, non è preoccupato ma sottolinea che è “abbastanza chiaro che l’obiettivo e’ quello di salvaguardare l’approvazione della legge finanziaria”.


 


Pure il presidente di Bpm, Massimo Ponzellini, esclude ripercussioni sui titoli di Stato dal