Notizie Indici e quotazioni Azionario vs bond: occhio ai rating di Goldman Sachs mentre Wall Street sbanda di colpo (GRAFICO)

Azionario vs bond: occhio ai rating di Goldman Sachs mentre Wall Street sbanda di colpo (GRAFICO)

23 Gennaio 2018 15:26

Goldman Sachs lancia un nuovo alert sull’azionario, per la seconda volta dall’inizio dell’anno. Già a gennaio,  il Managing Director della strategia di portafoglio e dell’allocazione degli asset, Christian Mueller-Glissman, aveva parlato di “valutazioni a livelli molto elevati”, sottolineando come tale fattore fosse “fonte di preoccupazione”, nel guardare al futuro del settore.

Tra l’altro lo stesso indice che misura l’appetito per il rischio su base aggregata e che viene stilato da Goldman Sachs aveva testato record assoluti a dicembre, attorno agli stessi valori a cui si trovava nel 1999/2000 e nel 2007, poco prima che i mercati facessero crash.

Oggi è un altro analista della banca, Ian Wright, ad aggiornare la situazione, sottolineando che “l’appetito per il rischio viaggia al massimo di sempre, elemento che induce a chiedersi quali saranno, in futuro, i ritorni”.

Detto questo, arriva anche la rassicurazione.

“Sebbene l’elevato appetito per il rischio aumenti il pericolo di incorrere in una delusione, storicamente sappiamo che i segnali che arrivano dai dati macroeconomici tendono ad avere la meglio su quelli relativi all’appetito per il rischio”.

E “crediamo che ciò sia vero anche per la situazione attuale”.

Di conseguenza, Goldman Sachs insiste a rimanere “overweight” sull’azionario e “underweight” sui bond sia nei prossimi tre mesi che per i prossimi 12 mesi: questo, “grazie alla crescita positiva, al contesto macroeconomico solido, e alle nostre attese su una politica monetaria più restrittiva”.

Nella sessione odierna prevale la cautela sull’azionario Usa ed europeo, dopo i record che sono testati alla vigilia da Wall Street e che sono stati scatenati dalla fine dello shutdown Usa.

Mentre tutti si chiedono se e fino a quale punto le valutazioni dei corsi azionari siano gonfiate, i futures sull’indice S&P 500 sono stati momentaneamente scossi da un improvviso sell off durante il premercato, cedendo di colpo 10 punti rispetto ai massimi  della seduta, come indica chiaramente il grafico.

La brusca variazione ha seguito un’altra, che ha visto protagonista il dollaro-yen. Il cambio è sceso fin sotto JPY 110,40 dopo aver oscillato al di sopra della soglia JPY 111: l’apprezzamento dello yen può essere ricondotto comunque all’annuncio della Bank of Japan che, al termine della riunione, ha lasciato inalterate le proprie decisioni di politica monetaria.

Secondo gli analisti, i futures sullo S&P 500 hanno scontato probabilmente i timori rinnovati su una politica commerciale Usa improntata al protezionismo, dopo la notizia dell’imposizione, da parte dell’amministrazione Trump, di dazi del 30% sulle importazioni di pannelli solari e di altri dazi anche sulle lavatrici importate.

Immediate le reazioni della Corea del Sud (casa dei produttori tra i più famosi al mondo di lavatrici, come Samsung e LG Electronics) , che ha minacciato la reintroduzione di dazi sui prodotti provenienti dagli Usa, alimentando le paure di una guerra commerciale.

La notizia dei dazi era in realtà già nota da qualche ora: tuttavia gli analisti fanno notare che, dopo la fine dello shutdown, l’attenzione degli investitori si focalizzerà comunque sulle prossime mosse che Trump adotterà nel commercio e ritengono che l’imposizione delle tariffe appena comunicata sia solo l’inizio.

Tornando alla nota di Goldman, viene fatto notare come l’azionario globale misurato in dollari dall’indice MSCI AC World abbia guadagnato il 5,1% da inizio 2018, riportando la sua migliore performance in questa fase dell’anno dal 1987. (il grafico mette in evidenza i ritorni dell’MSCI All-Country World riportati da inizio anno fino al 19 gennaio, nei vari anni).

 

Va male invece ai bond governativi che, stando a quanto riporta la stessa Goldman Sachs, si confermano gli asset con la performance peggiore da inizio anno, sia in termini di ritorni assoluti che in quelli risk-adjusted.

In particolare, i Treasuries a 10 anni hanno sofferto il peggiore ritorno risk-adjusted dell’inizio dell’anno di tutta la loro storia.


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