Notizie Notizie Italia Alert Italia, fuga da bond. E S&P torna su abbraccio mortale tra BTP e banche italiane

Alert Italia, fuga da bond. E S&P torna su abbraccio mortale tra BTP e banche italiane

Pubblicato 26 Maggio 2017 Aggiornato 31 Maggio 2017 08:17

Elezioni politiche in vista; dossier banche venete; dossier MPS, anche se una sua ricapitalizzazione preventiva, secondo alcune fonti, dovrebbe essere vicina.

Fino a che punto, in un contesto in cui le tensioni sono destinate a subire un’escalation anche a causa di un tapering del QE che prima o poi la Bce lancerà, la crisi delle banche italiane rischia di ripercuotersi sui BTP, e in generale sui titoli di stato italiani?

Si preannunciano momenti piuttosto duri per la squadra del Mef, capitanata dal ministro Pier Carlo Padoan.

D’altronde, un chiaro allarme è stato lanciato qualche giorno fa da Moritz Kraemer, responsabile della divisione dei debiti sovrani di S&P. Allarme a cui probabilmente, considerata l’ondata di notizie sulle banche venete e i timori sul loro futuro, non è stata però prestata la giusta attenzione.

Kraemer ha rispolverato quell’espressione tanto usata durante il picco della crisi dei debiti sovrani.

“Abbraccio mortale”, o anche “doom loop” tra i titoli del debito pubblico italiani e le banche italiane: espressione popolare soprattutto nel periodo del picco della crisi italiana, nella drammatica estate del 2011.

L’esperto ha segnalato che, “visto che gli istituti di credito sono tra i principali finanziatori dello stato italiano (con l’acquisto dei titoli di debito pubblico), per una quota superiore al 20%, un “potenziale bailout di alcune banche potrebbe avere un impatto indiretto sul debito sovrano dell’Italia, nel caso in cui ci fosse un sell-off sui titoli governativi” del paese.

L’esperto non si è sbilanciato più di tanto, affermando in un’intervista rilasciata a Reuters dello scorso 23 maggio, che al momento non esiste un impatto immediato sul rating dell’Italia.

Ma, ha chiesto e si è chiesto:

“Poniamo il caso che si verifichi un sell off sui titoli governativi italiani, o che arrivi l’annuncio di un tapering (da parte della Bce). A quel punto il sistema bancario italiano sarà estremamente esposto, considerata la presenza, nei bilanci delle banche, dei bond sovrani”. E, “se questo problema dovesse peggiorare, scatenando anche salvataggi di stato del settore bancario, si assisterebbe a un circolo vizioso, che aggiungerebbe un altro elemento di complessità”. Una “cosa del genere è già accaduta (dice, riferendosi al circolo vizioso BTP-banche) e diciamolo: i problemi del settore finanziario italiano non attengono a una o due banche: si tratta di un problema diffuso”.

Ora, “la regolamentazione che costringe le banche al bail-in è stata salutata come una grande scoperta”. Ma per l’esperto, si dovrà vedere  fino a che punto l’eventuale adozione del bail-in sarà capace di spezzare l’abbraccio mortale tra banche e BTP.

Sicuramente, a suo avviso, i 20 miliardi di euro che sono stati messi a disposizione dal governo con il decreto Salvabanche “avrebbero un impatto limitato sul debito complessivo dell’Italia, che è di 2 trilioni di euro circa”.

Sulla base della questione posta da Kraemer, e in attesa dell’ingresso dello Stato nel capitale di Mps, alla fine la domanda è: il bailout sarà inevitabile se altre banche, quelle in particolare con i bilanci più ingolfati di BTP, dovessero iniziare ad annaspare di nuovo? La Ue dovrà ammettere la necessità di tornare a ricorrere ai soldi dei contribuenti?

Tra l’altro, dai dati relativi alla settimana che si è chiusa lo scorso 24 maggio di EPFR Global, risulta che i flussi in uscita dai fondi obbligazionari italiani sono continuati per la 14esima settimana, nelle ultime 15 settimane.

Nel report si legge che:

“Tra i fondi obbligazionari europei, quelli dedicati all’Italia hanno continuato a mettersi in evidenza” in senso negativo, con gli investitori che hanno ritirato $133 milioni da questo gruppo”. D’altronde, gli “investitori temono ancora che le regole europee e dell’Eurozona, che limitano la capacità del paese di salvare con un bail-out il suo sistema bancario (dando la priorità all’istituto del bail-in) e di stimolare la sua economia, possano gettare le basi per un rafforzamento del populismo“.