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Airbus taglia 10mila posti di lavoro

28 Febbraio 2007 16:31

La bufera, annunciata da tempo, si sta per abbattere sui dipendenti di Airbus. Il colosso aerospaziale europeo si appresta a tagliare, come aveva già anticipato nelle scorse settimane, 10mila posti di lavoro ed è pronta a cedere in modo totale o parziale anche sei siti di produzione. L’annuncio ufficiale non è ancora arrivato ma ormai non sembrano esserci più dubbi. La notizia è trapelata in mattinata dalla direzione ai rappresentanti sindacali, secondo quanto hanno fatto sapere fonti delle organizzazioni del lavoro al termine dell’incontro con il numero uno del gruppo franco-tedesco, Louis Gallois.


Una riduzione del numero dei dipendenti che sarà ripartita in parti uguali tra quelli di Airbus e quelli delle ditte subappaltatrici. La Francia sarà il Paese maggiormente colpito, con circa 4.300 posti di lavoro in meno. I transalpini saranno seguiti dalla Germania che vede sfumare 3.700 posti, la Gran Bretagna con 1.600 e la Spagna con 400. Tra i siti, quello di Meualte in Francia, quello tedesco di Nirdenham e Filton in Gran Bretagna passeranno nella mani dei partner, mentre altri tre saranno ceduti.


Per quanto riguarda il carico di lavoro, un punto attorno al qual si erano concentrate le maggiori divergenze, è stato deciso che il futuro A350 sarà assemblato a Tolosa mentre nella città di Amburgo avverrà l’assemblaggio dell’ A320.

 

Una situazione che ha fatto scendere in campo i sindacati francesi che hanno protestato e gridato a gran voce contro questi tagli. “È grave, e’ ingiusto. La Francia non sa proteggere le sue industrie” ha dichiaratto Julien Talavan di Force Ouvrière (FO), il sindacato maggioritario in Airbus.

Ma l’annuncio era nell’aria da giorni. Già lunedì sera il consiglio di amministrazione di Eads, la casa madre che controlla il 100% di Airbus, ha approvato all’unanimità il piano di riduzione dei costi Power 8, che prevede risparmi per 2,1 miliardi di euro l’anno e prevede anche i tanto contestati tagli. Un progetto inevitabile in seguito ai ripetuti rinvii della compagnia nella consegna del superjumbo A380. Un ritardo pari a circa 5 miliardi di euro per il big aerospaziale destinati quasi esclusivamente nel pagamento delle penali per il mancato rispetto dei tempi.