Nottataccia a Wall Street: il +124% del VIX fa paura a tutti, ecco i livelli da monitorare sull’S&P500
WALL STREET. Brusco risveglio per i mercati finanziari dopo la nottataccia di Wall Street. Il riaccendersi improvviso della volatilità (indice VIX su massimi da agosto 2015) ha determinato il crollo delle quotazioni dei tre principali indici Usa che hanno registrato la peggior chiusura dal 18 agosto 2011, quando l’S&P500 crollò del -5,26%.
“Il movimento rientra in un contesto in cui la percezione di un recupero dell’inflazione, che aveva portato a vendite sui bond nelle scorse settimane, si è tradotto in timori per un atteggiamento più aggressivo da parte delle Banche centrali”, ha commentato l’Ufficio studi di MPS Capital Service.
Come è lecito aspettarsi oggi l’attenzione sarà puntata sull’apertura statunitense per vedere se rientrerà l’eccesso incontrollato di volatilità registrato ieri. L’indice VIX ieri è salito di oltre 100 punti percentuali, (non era mai successo!), e questa mattina ha superato quota 40 punti, livello raggiunto solamente nel 1998, nel 2008, nel 2011 e 2015. Tuttavia, neanche nel 2011 e nel 2008, in piena crisi subprime, si sono visti simili performance giornaliere.
“Se consideriamo – ha scritto MPS Capital Service – altri due aspetti, ovvero il forte incremento dell’esposizione sull’azionario avvenuto a gennaio ed il corto di volatilità presente sul mercato, ecco crearsi le condizioni per una tempesta perfetta”.
Analisi tecnica. Lo scenario tecnico dell’S&P500 si fa critico. Ieri i prezzi hanno incrociato la trendline di lunghissimo periodo che unisce i minimi di febbraio e novembre 2016. Questo elemento è stato corroborato da volumi in crescita al di sopra della media. Ora diventa necessaria una reazione almeno in area 2.665 e 2.695 punti perché in caso contrario anche qui verrebbe meno il supporto dinamico offerto dalla retta.
Nella peggiore delle ipotesi, invece, una prosecuzione del movimento ribassista potrebbe portare al test dei supporti psicologici a 2.500 punti in un primo momento, dove peraltro passa la media mobile a 200 periodi, e poi successivamente a 2.466 punti, in corrispondenza del 38,2% del ritracciamento di Fibonacci ottenuto dai minimi del novembre 2016 ai massimi del 26 gennaio 2018.