GEFRAN....un'occasione da non perdere!

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

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E’ possibile moltiplicare 10 volte un investimento azionario ?

L’ispirazione m’è venuta leggendo un recente articolo da cui liberamente cito:

Oggi parliamo dell’argomento più ricercato, sognato, desiderato, bramato e vagheggiato dagli investitori e dai money manager di tutto il mondo, uno degli investitori di maggior successo Peter Lynch lo chiama “Tenbagger”: è quell’investimento in azioni che ti permette di guadagnare “10 volte” il tuo investimento iniziale ma anche molto di più.
Investo 10.000 euro e riesco a guadagnare 10 volte tanto, trasformando il mio investimento in 100.000 200.000 300.000 euro.
Mito, leggenda, ma è veramente possibile ?
I più scettici mi risponderanno che questi “magheggi” riescono solo agli squali della finanza come Soros e compagnia, ma è veramente possibile anche per l’investitore amatoriale conquistare il “Santo Graal degli investimenti?
Peter Lynch, per chi non lo conoscesse è uno dei più famosi investitori del mondo, ha gestito il fondo comune d’investimento più grande di tutti gli Stati Uniti il Magellan Fund di Fidelity (9 miliardi di dollari di dimensioni) dal 1977 al 1990 con una performance media annua del 29,2%, la più alta di sempre per un gestore di fondi azionari, nel suo famosissimo libro “One Up Wall Street” riporta vari casi di investimenti con rendimenti da 10x, da Subaru negli anni 80′ ad altri nomi più blasonati come Wal-Mart, Hewlett-Packard e General Electric.
Ma come scovare un 10x in Borsa?
Altri esempi recenti di titoli che hanno aumentato il loro valore in modo esponenziale sono stati aziende come Netflix che nel 2002 si quotava in Borsa ad un prezzo per azione di 5$, ora invece il prezzo è 97,9$ (19,5x).
Recentemente un altro 10x è stato Tesla Motors, l’azienda di Elon Musk che produce auto elettriche si era collocata nel 2010 (non un secolo fa’) in Borsa ad un prezzo di 17$ per azione, oggi quelle azioni valgono 216$ (12,7x).


Bene, il nostro amico si ferma qui e da qui ripartiamo noi che operiamo sulla borsa italiana.
La scommessa è scovare titoli che possano decuplicare o più diciamo nel giro di due tre anni.
Io dopo minuziose ricerche sul nostro mercato ne ho trovato uno e vi spiego perché.

Il titolo in questione è un gioiellino del settore tecnologico italiano, pochissimo conosciuto dal retail e infatti sul forum i post che lo riguardano sono molto rari. Ottimo segno ! sono proprio questi che poi la massa scopre quando hanno già fatto il 400 o 500 %.

Dunque, parliamo di Gefran.
Il titolo galleggiava dimenticato da tutti sui suoi minimi come tutte le nostre mid cap, buone o cattive non importa, quando il mercato è orso le piccole capitalizzazioni non le caga nessuno.
Pur con una discreta trimestrale e un debito assolutamente sostenibile il titolo viagiava sull’euro e mezzo, nell’indifferenza totale con una capitalizzazione ridicola, sui 25 mln di euro.
Poi un paio di settimane fa una notizia, Gefran cede il settore fotovoltaico, che lo zavorrava distraendolo sal suo storico core business, quanto di più proiettato al futuro possa esserci viste le recenti interazioni con internet : il campo dei sensori a distanza.
In una settimana il titolo va a 2 euro ossia il 30% in più e poi si ferma.
Qui tutti i piccoli che avevano messo due spicci sul titolo piano piano escono vedendo il titolo arrivato e spostandosi su altri del listino che in questi giorni stanno partendo. Ingenui !
Dimenticano che il titolo due anni fa in una situazione peggiore ( e col fardello del fotovoltaico ) quotava 4 euro.
Ma questo è niente. 4 euro sarà solo il recupero del giusto prezzo, dopo verrà il bello. Leggete l’intervista all’ad sul sole 24 ore.

La bresciana Gefran è da decenni un gioiello della meccatronica italiana. Produce sensori, sistemi di automazione, apparecchi per il motion control. Ha un giro d'affari di circa 120 milioni di euro. Negli ultimi anni era entrata in crisi a causa di investimenti nel settore dei pannelli solari e della contrazione dei mercati emergenti. L'attuale amministratore delegato, Maria Chiara Franceschetti, figlia del fondatore Ennio, ha impostato un piano di rilancio molto ambizioso. In questa puntata ne parliamo con lei.
«Il digitale in fabbrica? Sta rivoluzionando il modo di pensare i macchinari e il lavoro su di essi. Due saranno i grandi vantaggi, dal nostro punto di vista: la manutenzione preventiva e l’efficientamento energetico». Maria Chiara Franceschetti dal 2014 è alla guida del gruppo Gefran di Provaglio d’Iseo, in provincia di Brescia, realtà manifatturiera da 115 milioni di fatturato quotata alla Borsa di Milano e specializzata nella produzione di sistemi d’automazione e sensoristica per l’industria.
Ingegnere, cosa glielo fa dire?
«Il mercato. Noi produciamo oggetti che vanno a completare una serie di macchinari per la produzione e la lavorazione dei materiali. I nostri clienti, quindi, sono coloro che costruiscono le macchine. E sono loro a chiederci maggior fruibilità wireless e maggiore connettività. Tutti i nostri sensori sono il frutto dell’unione fra meccanica ed elettronica, il che permette il trasferimento del segnale. Ora, grazie all’Internet delle cose, questi dati possono essere fruibili a distanza».
Avete in azienda dedicato un progetto specifico a Industria 4.0?
«Parlerei più che altro di una serie di progetti specifici mirati al mercato. Non crediamo alla ricerca fine a se stessa. Abbiamo individuato alcuni gruppi di lavoro declinandoli per argomento. L’obiettivo è sempre duplice. Da un lato l’efficientamento energetico, dall’altro la manutenzione preventiva».
Quali sono i vantaggi in fabbrica?
«Ad esempio, sapere leggere tutti i segnali che un tornio fornisce in termini di vibrazioni o di sfrido e poi collegare queste informazioni attraverso algoritmi rende possibile prevedere quando comincerà ad avere problemi. In questo modo il tecnico può intervenire e riparare in tempo prima che la macchina si danneggi interrompendo la produzione all’improvviso. Credo sia un valore aggiunto in azienda».
E poi c’è una questione di consumi...
«Misurare e ottimizzare le modalità con cui una fabbrica utilizza e consuma energia penso sia un obiettivo significativo. Oggi stiamo studiando e producendo una linea di inverter intelligenti in grado di fornire agli utenti una serie di informazioni legate alla rete e al suo utilizzo. Il nostro obiettivo, dopotutto, è produrre dispositivi che siano utili ai nostri clienti. Che è poi l’obiettivo stesso di Industria 4.0».
Dispositivi, immagino, capaci di restituire informazioni semplici.
«Quello dei big data è un tema molto delicato. Soprattutto se messo in relazione con il cloud, che è ormai la modalità con la quale tutti gestiscono e archiviano una mole crescente di dati. La sfida, oggi, è collegare un elemento sensibile di una macchina al cloud. lo si può fare solo se si individua un tipo di elettronica coerente, capace cioè di trasformare la mole di dati prodotti in informazioni facilmente intellegibili».
Tutte tecnologie già esistenti?
«Sì, anche se vanno ottimizzate in funzione delle applicazioni. Conta molto il fattore ambientale. Diverso è parlare di sensori che comunicano in cucina, rispetto a una fabbrica dove le interferenze sono di diversa natura: dalla morchia al rumore fino alle vibrazioni o ai disturbi elettromagnetici. L’obiettivo è, attraverso il software, eliminare i rumori di fondo e trasferire il segnale pulito».
Quando vi siete accorti che Industria 4.0 era per voi la strada da intraprendere?
«Quando un nuovo cliente ci ha chiesto di sviluppare una sistema di sensori che avrebbe dovuto essere installato su una serie di oggetti molto piccoli da monitorare a distanza. Aveva bisogno di sensori wireless, alimentati a batteria. Una commessa curiosa, che ha dato però il la alla nostra trasformazione».
Quali altri settori state sviluppando?
«Noi siamo nati come azienda di automazione per i macchinari di lavorazione della plastica. Ma abbiamo allargato le nostre competenze nel tempo. Ad esempio, ci interessa molto il mondo del mobile idraulic, cioè delle macchine movimento terra e di sollevamento. Un mondo simile all’automotive, ma con volumi differenti. Forniamo sensori per i trattori e per le ruspe, per intenderci. Il riscontro è interessante».
Industria 4.0 è un progetto europeo che è nato in Germania. Tuttavia il tessuto imprenditoriale tedesco è molto diverso da quello italiano. Nel nostro Paese, innanzitutto, non esiste una grande industria in grado di anticipare le direttrici innovative della filiera. Sarà un elemento di ritardo?
«In Italia non esistono capi-cordata. Non esiste cioè una grande industria dietro cui c’è la piccola che cresce. Tuttavia le nostre aziende, indipendentemente dalle dimensioni, sanno cogliere il momento: hanno intuizione e fantasia, sanno capire l’opportunità. E l’Industria 4.0 è un’opportunità. Lo è per la grande azienda per ottimizzare i suoi processi e il suo sistema informativo. Ma è una grandissima opportunità anche per i piccoli che nascono, per i giovani che hanno molte più competenze su questi temi rispetto a chi in azienda c’è già da vent’anni. Si tratta di talenti da impiegare subito nella digital transformation».
Alla luce di quanto detto sopra non è difficle immaginare un fatturato che dagli attuali 120 mln raddoppi appena riprende un minimo il ciclo cinese e quello degli emergenti in cui Gefran è leader.
Ma quanto capitalizza oggi, anche dopo la sparata su cessione fotovoltaico ? 29 mln !!! Vi rendete conto ? La Nice quotata allo star che offre sistemi integrati per l’automazione cancelli e sistemi d’allarme capitalizza 307 mln !!!
 
Ultima modifica:
L'altra discussione è generica,questa è di gefran....manca il titolo di riferimento ma ho chiesto che lo mettano..
 
Sembra ci siano notizie ...girando per i forum... Novità?
 
semplicemente capitalizza na cippa :D
 
alla grande oggi!avanti cosi!
 
questo titolo se esci rimani fuori

chi non le ha deve chiudere gli occhi e comprare al prezzo che trova perchè indietro non torna più, se non di qualche tick e con lettera inesistente

d'altra parte chi ha il titolo perchè dovrebbe venderle con le prospettive aperte dalla cessione del fotovoltaico ?

e andare scoperti al ribasso su un titolo simile solo un pazzo potrebbe farlo

quindi grosse discese sono impossibili
 
Sembra ci siano notizie ...girando per i forum... Novità?

Dovrebbe arrivare tra non molto il nuovo piano industriale aggiornato con numeri molto interessanti :D per me è da comprare di sicuro, un ottimo affare a questi prezzi.
 
questo titolo se esci rimani fuori

chi non le ha deve chiudere gli occhi e comprare al prezzo che trova perchè indietro non torna più, se non di qualche tick e con lettera inesistente

d'altra parte chi ha il titolo perchè dovrebbe venderle con le prospettive aperte dalla cessione del fotovoltaico ?

E andare scoperti al ribasso su un titolo simile solo un pazzo potrebbe farlo

quindi grosse discese sono impossibili

ok!ok!ok!
 
questo titolo se esci rimani fuori

chi non le ha deve chiudere gli occhi e comprare al prezzo che trova perchè indietro non torna più, se non di qualche tick e con lettera inesistente

d'altra parte chi ha il titolo perchè dovrebbe venderle con le prospettive aperte dalla cessione del fotovoltaico ?

e andare scoperti al ribasso su un titolo simile solo un pazzo potrebbe farlo

quindi grosse discese sono impossibili

Condivido in pieno quello che hai scritto e grazie ancora per aver segnalato il titolo!entrato venerdì.....
 
se volete ringraziarmi potete farlo inviandomi un bollino verde dal momento che una settimana dopo essermi iscritto un utente meschino e saputello di cui non voglio fare il nome ha pensato bene di bollinarmi di rosso, pensa te...a una settimana dalla mia iscrizione, ma al mondo esistono anche soggetti simili
 
Ottima chiusura ;)
 
se volete ringraziarmi potete farlo inviandomi un bollino verde dal momento che una settimana dopo essermi iscritto un utente meschino e saputello di cui non voglio fare il nome ha pensato bene di bollinarmi di rosso, pensa te...a una settimana dalla mia iscrizione, ma al mondo esistono anche soggetti simili

in questo momento non ce la possibilita' di darti un bollino verde, se me la dai il bollino te lo do' volentieri;)
 
Condivido in pieno quello che hai scritto e grazie ancora per aver segnalato il titolo!entrato venerdì.....

Tra l'altro sembra che da Cernobbio sia stato inserito il turbo a questo titolo...(speriamo di poter entrare domani)...leggete :

Il ministro dello Sviluppo economico a Cernobbio ha presentato il piano sull’industria di nuova generazione: incentivi per i macchinari avanzati, riforma del fondo di garanzia e coinvolgimento attivo di non più di 4 o 5 atenei.

http://www.linkiesta.it/it/article/2016/09/05/la-sfida-di-calenda-per-far-crescere-lindustria-40-servono-solo-le-uni/31674/
 
Niente... Non ne vuole sapere di scendere.... Anzi ...
 
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