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Fusione BPM-Banco Popolare: nuovo piano industriale, ecco tutti i dettagli
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16 Maggio 2016 - 15:56 icon person
Livio Spadaro
Fusione BPM-Banco Popolare: nuovo piano industriale, ecco tutti i dettagli
I vertici di BPM e Banco Popolare hanno presentato il piano industriale del futuro terzo polo bancario italiano. Ecco tutti i dettagli sulle previsioni del management per il 2019.
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Oggi si aggiunge un altro importante tassello per il proseguimento del progetto di fusione tra BPM e Banco Popolare. I due istituti hanno presentato al mercato il piano industriale del futuro terzo polo bancario italiano.
Il piano industriale ha centrato le attese sugli esuberi dato che ci si attendeva un taglio di 1.800 esuberi che saranno gestiti con uscite volontarie e così è stato. Le filiali che verranno chiuse sono 335, leggermente di più del 10% delle 2.500 filiali del nuovo gruppo.
Il piano industriale del futuro terzo polo bancario italiano è risultato più ambizioso delle attese visto che il target di utile del 2019 è salito a €1,1 miliardi. Lo stock di non-performing loans vede un target di €23,9 miliardi entro il 2019 mentre le filiali che verranno chiuse sono più del 10% previsto dato che è stato annunciato un taglio di 335 di esse.
Oggi, invece, i vertici di BPM e Banco Popolare si incontrano con i sindacati alle ore 9:00 per la presentazione del piano. In quella sede, il focus sarà proiettato sul piano esuberi piuttosto che sul progetto finanziario. Attenzione quindi all’andamento dei titoli azionari dei due istituti, già pesantemente zavorrati dalla cura da cavallo imposta dalla BCE (soprattutto a Banco Popolare).
Fusione BPM-Banco Popolare: il piano industriale nel dettaglio
Il piano industriale dell’entità combinata tra Banco Popolare e BPM è risultato più ambizioso del previsto. Il management dei due istituti coinvolti ha comunicato i target 2019 del futuro terzo polo bancario italiano. L’utile netto è stato previsto in aumento a €1,1 miliardi, battendo così le attese che si aspettavano una revisione a rialzo di circa €1 miliardo.
Il piano punta a un target di pre-provision income di €2,2 miliardi nel 2019, un cost income ratio al 57,8% ed un Rote al 9%. Il focus del nuovo gruppo sarà incentrato sulla clientela corporate in modo da poter conseguire un Cagr del 3,8% di impieghi lordi entro il 2019, preservando comunque i livelli di profittabilità.
Per l’asset under management è stimato un cagr del 7%, per i volumi di erogato di credito al consumo del 5%, per Bancassurance Aum del 6% e per le commissioni di investment banking del 17%.
Il piano industriale prevede poi uno stock di non-performing loans in discesa a €23,9 miliardi entro il 2019 rispetto ai €31,5 miliardi registrati a fine 2015. Il costo del rischio dovrebbe scendere, secondo le previsioni dei manager, a 63 punti base dai precedenti 102, con un indice di copertura delle sofferenze al 59%.
Il nuovo gruppo beneficerà di €460 milioni di singergie a regime entro il 2019 che deriveranno per €320 milioni da sinergie di costo, per €40 milioni da riduzione del personale, per €110 milioni da risparmi su costi operativi, per €45 milioni dalla sinergia IT e infine €25 milioni da riduzione di costi diretti collegati alla chiusura di alcune filiali.
Inoltre, sono previste sinergie da ricavo per €148 milioni derivanti per €105 da quelle su ricavo corporate mentre per €48 milioni da retail. Infine, si prevede per il 2019 un CET1 ratio al 12,9% per il 2019.
Sul piano di filiali ed esuberi, il piano industriale 2019 dell’entità Banco Popolare-BPM prevede l’uscita volontaria di 1.800 dipendenti e la chiusura di 335 filiali sul territorio nazionale.
Fusione BPM-Banco Popolare: le indiscrezioni sul piano industriale
Prosegue così la corsa verso l’aumento di capitale di Banco Popolare con conseguente fusione con Popolare di Milano. Oggi si è aggiunto un altro tassello alla marcia verso la nascita del terzo polo bancario italiano che avrà l’8% di quota di mercato nazionale e 4 milioni di clienti.
Il mercato si sta focalizzando sui dettagli del piano sul quale circolavano rumors e indiscrezioni. Stando a ipotesi di stampa, il piano industriale di BPM e Banco Popolare avrebbe dovuto prevedere la chiusura del 10% delle filiali (su un totale di 2.500) e l’annuncio di 1.800 esuberi.
Inoltre, si prevedeva per la nuova banca l’obiettivo di arrivare a €1 miliardo di profitti entro il 2019. Non era invece previsto alcun ritocco alle partnership su risparmio gestito ed assicurazioni, le quali rimarranno in piedi fino a scadenza.
Sul fronte governance, sarà importante la presentazione della lista per comporre il primo cda della nuova banca che inizialmente sarà formato da 19 membri (9 a nomina Banco Popolare, 7 a BPM e il restante indipendente).
Fusione BPM-Banco Popolare: sindacati guardano agli esuberi
Domani, si terrà la presentazione del piano industriale con i sindacati alle ore 9:00. La riunione di domani con le sigle sindacali sarà incentrata sul piano esuberi e non sulla parte finanziaria. Sugli esuberi, ci sarà sicuramente battaglia.
Le uscite dovrebbero essere gestite come volontarie, visto che il segretario della Fabi, Lando Sireoni, ha già avvertito che accetterà solo tale ipotesi.
Oltre al segretario della Fabi ha rilasciato dichiarazioni anche quello di Uilca Massimo Masi. Masi ha commentato come “gestibili” le uscite volontarie, ma ha fatto sapere che verranno richieste tra le 400 e le 500 nuove assunzioni per fare fronte al taglio dei 1.800 esuberi di personale.