CONSOB: MANCATO DIVIETO SHORT SELLING,DELIBERATO IN RITARDO A MISURA DI BANCHIERI,PRODURRA’ A VEGAS UNA CLASS ACTION PER OMESSA VIGILANZA
COMUNICATO STAMPA
CONSOB: MANCATO DIVIETO SHORT SELLING, DELIBERATO IN RITARDO A MISURA DI BANCHIERI,PRODURRA’ PROBABILE AZIONE RISARCITORIA,UNA CLASS ACTION PER OMESSA VIGILANZA CONTRO COMMISSIONE BORSA SUCCURSALE DELL’ABI.
La Consob di Vegas,vera e propria succursale dell’Abi, non finisce mai di stupire ! Di fronte alle richieste ufficiali inoltrate da Adusbef e Federcosumatori l’11 luglio 2011 di vietare tutte le vendite allo scoperto per calmierare la speculazione sui mercati, che hanno generato cadute rovinose di titoli di Stato ed azioni, il presidente Vegas ha assecondato i desiderata di banche e società finanziarie le quali,dopo aver ottenuto dall'Europa un forte annacquamento delle regole contabili del loro attivo, e dal Governo italiano un'esenzione dalla contabilizzazione delle perdite sui titoli di Stato, hanno avuto dalle autorità dei principali Paesi europei la proibizione delle vendite allo scoperto, quasi esclusivamente sui titoli bancari.
Di fronte alla crisi del modello americano, di leve finanziarie che poggiano sulle sabbie mobili, istigazione al debito e derivati OTC (Over The Counter) scambiati fuori dai mercati regolamentati, ben 700.000 miliardi di dollari a fronte di un PIL mondiale di 55.000 miliardi, banchieri e finanzieri italiani hanno già richiesto il divieto della diffusione dei rating sui prodotti finanziari, avendo già ottenuto l’oscuramento e la censura preventiva su tutte le notizie negative riguardanti le stesse banche, seguendo un modello cinese di censura e repressione.
Adusbef e Federconsumatori,che avevano ufficialmente chiesto alla Consob un provvedimento urgente per vietare le vendite allo scoperto, suffragate anche dalla reazione dei mercati che in data 12 agosto hanno subito un considerevole recupero dopo il divieto dello short selling, con effetto immediato coordinato tra Roma, Parigi, Bruxelles e Madrid, hanno chiesto ai propri uffici legali di valutare le responsabilità della commissione per omessa vigilanza.
In data 11 luglio Adusbef e Federconsumatori, a fronte dell’attacco speculativo all’Italia, che sarebbe continuato perché le decisioni prese il giorno precedente dalla Consob di comunicare vendite allo scoperto pari allo 0,2 %,erano assolutamente insufficienti, in merito ad una decisione che non bloccava la speculazione perchè non comprende i derivati ed i sottostanti, ma soprattutto non include i broker esteri, quando è noto che la speculazione deriva soprattutto da fondi inglesi ed americani. In realtà lo sapeva bene anche la Consob, che interfacciandosi con Borsa Italiana (che ha i tabulati di tutte le contrattazioni) vede in tempo reale chi sono gli speculatori.
Una Consob che non sia la succursale dell’Abi e degli interessi delle banche e dei banchieri, avrebbe il dovere di porre in essere questi comportamenti, per frenare la speculazione:
1) Blocco dello short selling intraday e overnight (proveniente sia dall’italia che dall’estero) su tutti i mercati regolamentati, comprendendo nel blocco sia i titoli azionari che obbligazionari e i relativi sottostanti e derivati, come anche Il future sull’indice e relativi derivati.
2) Blocco delle vendite allo scoperto cosi’ dette naked, ovvero in marginazione, siano esse provenienti dall’italia che (soprattutto) dall’estero su tutti gli strumenti sopra citati, interfacciando controlli incrociati coi tabulati forniti da borsa italiana, al fine di verificare se
qualche broker estero non rispetti il divieto.
3) Obbligo della immediata ricopertura su tali strumenti per tutti i brokers (italiani ed esteri) che, per conto proprio o per conto terzi, abbiano effettuato un naked short selling su qualunque strumento finanziario quotato a piazza affari, ivi compresi derivati e sottostanti.
4) Costante monitoraggio, attraverso i dati forniti da Borsa Italiana, sugli ordini di vendita passanti sui finanziari quotati e relativi sottostanti e derivati , quantomeno quelli quotati nell’indice principale.
5) Costante monitoraggio e incrocio di controlli con Borsa Italiana relativa ai titoli di stato quotati, per verificare che ria rispettato il divieto di short selling.
6) Ammenda fino a 5 milioni di euro per chiunque non rispetti tale divieto.
La Consob preposta alla tutela di interessi generali e del risparmio,non sta tutelando nulla e nessuno, alimentando con i suoi provvedimenti ‘spot’ da veri e propri “pannicelli caldi”, una speculazione che oramai passa alla cassa ogni giorno a danno dei piccoli investitori e delle casse pubbliche visto l’aumento costante ed allarmante dello spread rendimento BTP – Bund tedesco, che ci costringe ad andare sui mercati a rifinanziarci a costi sempre maggiori, proprio a causa della speculazione, con conseguenze sui conti pubblici e sulle tasse dei cittadini !
Consob,che sa bene da dove arrivano gli ordini short e che dietro Moody’s, c’è un fondo che
lavora anche in Italia partecipato dalla stessa Moody’s col 3.29%: è il fondo BlackRock, lo stesso che nei giorni scorsi aveva parlato di rischio Italia !
Ma che cosa significa esattamente vendere allo scoperto? In sostanza è quello che avviene quando un operatore vende titoli, o altri strumenti finanziari, senza detenerli effettivamente. La scommessa che fa l’operatore è che, dopo averlo venduto, il titolo scenda ulteriormente, in modo da poterlo comprare a un prezzo ribassato rispetto a quello pattuito e poi consegnarlo all’acquirente ricavandone un guadagno. Insomma, chi vende allo scoperto punta sul ribasso di un titolo o dell’intero mercato.
E nel caso di grandi hedge funds o altri operatori che intervengono con vendite massicce proprio le loro mosse possono favorire quel ribasso grazie al quale guadagneranno. Le vendite allo scoperto possono essere di due tipi: «vestite», quando il venditore ha fisicamente in mano i titoli, ottenuti quasi sempre in prestito da un intermediario finanziario in cambio di una commissione, o «nude», quando i titoli non sono proprio presenti.
Adusbef e Federconsumatori che hanno monitorato i movimenti di borsa e sui BTP avvenuti dall’11 luglio 2001, qualora dovessero avere un parere positivo dai loro uffici legali, non esiteranno a citare in giudizio in sede civile la Consob per omessa vigilanza con una formidabile class action, la cui inerzia ha prodotto danni enormi ai piccoli risparmiatori ed azionisti,il cosiddetto “parco buoi” e vantaggi enormi agli speculatori.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)
Roma,15.8.2011