Rialzo dei tassi? Evviva!
Encadenado ha scritto:
Ho notato che molti obbligazionisti esultano positivamente ad ogni aumento di tassi... vi sembra normale?
Facendo un ragionamento per estremi, è ovvio che l'obbligazionista non vuole un tasso uguale a zero.
D'altra parte è anche vero che i rendimenti al netto delle tasse e dell'inflazione sono storicamente più alti quando l'economia va bene e i tassi non sono troppo elevati.
Secondo voi in che fascia dovrebbero stare i tassi per dare le maggiori soddisfazioni agli obbligazionisti?
Sotto il profilo economico, il potere d'acquisto si salvaguarda quando l'inflazione è sotto controllo e dunque i tassi di interesse sono "modesti".
Parrebbe quindi una contraddizione gioire per rendimenti obbligazionari elevati.
Fatto sta che, paradossalmente, si potrebbe dire che andava meglio quando andava peggio, cioè alta inflazione e alti rendimenti.
Facciamo l'esempio di un soggetto che dispone di 50.000 euro, stipendio mensile 1500 euro, ed ha casa in affitto al canone mensile di 600 euro poichè, con quei 50.000 euro non può certo permettersi l'acquisto di un immobile.
Ebbene, con tasso al 2% netto egli percepisce € 1000 annui, cioè € 83,33 mensili. Con tasso all' 8% percepisce € 4000 annui, cioè € 333 mensili, con i quali può pagare più di metà del canone di affitto.
Quando l'inflazione era al 17, 18%, i prezzi degli immobili, e affitti, non aumentavano certo proporzionalmente all'inflazione stessa. Anzi, per vari motivi, era più vantaggioso il loro acquisto.
Ad esempio se il valore di un immobile è di € 400.000 e i tassi di interesse sono al 15%, significa che quel capitale (€ 400.000) se in vestito in titoli che rendono il 15%, ed è accaduto ad esempio negli anni ' 80, rende € 60.000 annui (e non si venga a dire che quell'immobile del valore di € 400.000, in tempi di inflazione al 15% si rivaluta annualmente di € 60.000...)
Dunque chi possiede liquidità è avvantaggiato in tale periodo ossia, ricapitalizzando gli interessi può in breve tempo disporre di cifre elevate e investirle in settori che la domanda, in quel momento, penalizza.
Tuttavia l'euro e la bassa inflazione hanno favorito, e favoriscono, la stabilità economica/politica a livello europeo neutralizzando, in parte, gli effetti negativi per i Paesi ad alto debito pubblico (come, ad esempio, l' Italia).
Come è vero che quanto ho affarmato è una contraddizione in termini economici poichè i vantaggi del singolo sono illusori visto che egli è pur sempre direttamente o indirettamente coinvolto negli interessi generali del Paese del quale fa parte.
Ma capita che in molti debbano intaccare i propri, modesti risparmi con tassi al 2%, mentre possano permettersi di risparmiare, ed anche qualche sfizio, in tempi di maggiri rendimenti obbligazionari.
Insomma, economisti a parte, io spero in un rialzo dei tassi.