RISCHIO SPREAD a 400 entro fine anno. L'allarme di Bank of America

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Lou Cypher

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L'ATTUALE LIVELLO NON E' SOSTENIBILE, O VOLA O SCENDE A QUOTA 170

L'attuale livello di spread tra btp e bund decennali è "transitorio" ed "entro dicembre" il differenziale "o si restringerà verso quota 170 punti base" oppure "schizzerà verso 400". È quanto ha scritto in una nota ai clienti Bank of America - Merrill Lynch, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg. Oggi lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 278,8 punti.

A decidere la direzione dello spread, spiega Bofa, sarà la legge di bilancio: in caso di moderato ampliamento del deficit lo spread calerà mentre se il parlamento dovesse approvare una manovra sgradita ai mercati decollerà, con gli investitori che si posizioneranno in vista di un probabile downgrade dell'Italia da parte delle agenzie di rating.

Per Bofa Merrill Lynch è improbabile che il nostro Paese perda l'investment grade, per il quale servirebbe un declassamento multiplo e che avrebbe conseguenze gravissime per l'Italia, il cui debito sarebbe scaricato da tutti i fondi che hanno restrizioni a possedere titoli 'spazzatura'. "Ma ci aspettiamo tuttavia un serio 'repricing' da parte del mercato già al primo downgrade in quanto gli investitori riterranno questo scenario sempre più probabile", ha scritto l'analista Erjon Satko.

Intanto, in un'intervista al Corriere della sera, il vicepremier Luigi Di Maio ha detto: "Non vedo il rischio concreto che questo governo sia attaccato. È più una speranza delle opposizioni", ma "se qualcuno vuole usare i mercati contro il governo, sappia che non siamo ricattabili". Di Maio ha poi assicurato "rispetto degli equilibri di bilancio. Però l'Ue ci lasci fare le riforme".

Nella giornata di domenica, in un'intervista a Libero, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti si era detto più pessimista: "L'attacco io me lo aspetto, i mercati sono popolati da affamati fondi speculativi che scelgono le loro prede e agiscono. Abbiamo visto cos'è accaduto a fine agosto nel '92 e sette anni fa con Berlusconi. L'Italia è un grande Paese e ha le risorse per reggere, anche grazie al suo grande risparmio privato. Quello che mi preoccupa è che, nel silenzio generale, gran parte del risparmio italiano è stato portato all'estero e quindi la gestione dei nostri titoli non è domestica".

Dopo le parole del leghista Giancarlo Giorgetti, anche un esponente di spicco del Movimento 5 Stelle è intervenuto sul tema, ovvero Stefano Buffagni: "Le speculazioni? Siamo sempre soggetti a questo rischio - ha affermato -, ma siamo pronti a fronteggiare qualsiasi problema ponendo l'interesse del Paese al primo posto".

"Lo spread potrebbe schizzare a 400". L'allarme di Bank of America
 
spread 289.10
 
spread 289.10

Io a 300/310 ci vedo un bel doppio massimo, ma pericoloso per la vicinanza del 7 settembre. Secondo me che sul breve si vada ad un nuovo colpo di spread stile berlusca è molto molto probabile.
 
Il consigliere che amava la lira turca e il bolivar venezuelano

CLAUDIO BORGHI: "LA MIA SPERANZA E' CHE L'EURO SALTI PER ARIA"

Il consigliere finanziario di Salvini e presidente della Commissione Bilancio della Camera critica il ministro Tria: "Con la distensione non si risolve nulla"

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Convintamente anti-euro, orgogliosamente anti-euro. Claudio Borghi è il consigliere finanziario di Matteo Salvini, ma anche il presidente della Commissione Bilancio della Camera, quella in cui passerà la manovra finanziaria che tutti i mercati aspettano con ansia.

Borghi non teme l'effetto delle sue parole, quando afferma in un'intervista al Foglio che la sua "speranza" è che l'euro "salti per aria", perché si starebbe "meglio senza euro".
"La mia speranza è che l'euro salti per aria, e si volti finalmente pagina. Nel contratto di governo non è contemplata l'uscita dall'euro, soluzione che io continuo a ritenere preferibile. Dato che non posso fare funzionare le cose come voglio io, cerco almeno di indicare una via che ci permetta di restare nella moneta unica in una maniera decente".

Secondo Borghi, il Quantitative easing della Bce "non può interrompersi" altrimenti è l'intero sistema a saltare.
"È evidente che questi tassi di spread non sono giustificabili in alcun modo: scommettere sulla divergenza è demenziale. Se l'Eurozona avesse un senso, i differenziali sarebbero nulli. Si ponga pure un limite a 150 punti base, che è già intollerabile a mio avviso. Se nell'Eurozona vogliono mantenere e sostenere l'attuale struttura dei debiti sovrani, devono fare come dico io. Mario Draghi ha fatto benissimo, a varare la stagione del whatever it take, e lo ha fatto anche perché salvare la baracca è significato anche salvare il suo posto. Ora non ci si può fermare. Altrimenti tanto vale fare come la Polonia, che nel mercato unico non c'è ancora entrata, forse capendo che i vantaggi, al momento, non si capisce bene quali siano".

Borghi è convinto che "alla Germania conviene che si continui con questo stato delle cose, così da poter tenere sotto ricatto gli altri paesi, usando il bastone".
"Tria sbaglia a pensare che il sistema si stabilizzi con dichiarazioni distensive. Capisco che ciò è conforme col suo incarico di ministro dell'Economia, ma dev'essere chiaro a tutti che il comitato distensivo magari fa scendere lo spread per qualche giorno, ma non è che serve a risolvere nulla di strutturale. La svolta arriverà alle elezioni europee di primavera. Lì, finalmente, potrebbero cambiare dei paradigmi a livello continentale".


Claudio Borghi senza veli sul Foglio: "La mia speranza e che l'euro salti per aria"

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Se il presidende del consiglio ha affermato (e l'ha fatto più volte assieme a Di Maio) che l'obiettivo è la riduzione del debito contenimento del deficit e crescita,è evidente che questi tassi di interesse sono occasioni di acquisto.Unico rischio sarebbe quello che il governo salti sotto la pressione della Lega,ma penso che questo sia un obiettivo improbabile.
 
CLAUDIO BORGHI: "LA MIA SPERANZA E' CHE L'EURO SALTI PER ARIA"

Il consigliere finanziario di Salvini e presidente della Commissione Bilancio della Camera critica il ministro Tria: "Con la distensione non si risolve nulla"

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Convintamente anti-euro, orgogliosamente anti-euro. Claudio Borghi è il consigliere finanziario di Matteo Salvini, ma anche il presidente della Commissione Bilancio della Camera, quella in cui passerà la manovra finanziaria che tutti i mercati aspettano con ansia.

Borghi non teme l'effetto delle sue parole, quando afferma in un'intervista al Foglio che la sua "speranza" è che l'euro "salti per aria", perché si starebbe "meglio senza euro".
"La mia speranza è che l'euro salti per aria, e si volti finalmente pagina. Nel contratto di governo non è contemplata l'uscita dall'euro, soluzione che io continuo a ritenere preferibile. Dato che non posso fare funzionare le cose come voglio io, cerco almeno di indicare una via che ci permetta di restare nella moneta unica in una maniera decente".

Secondo Borghi, il Quantitative easing della Bce "non può interrompersi" altrimenti è l'intero sistema a saltare.
"È evidente che questi tassi di spread non sono giustificabili in alcun modo: scommettere sulla divergenza è demenziale. Se l'Eurozona avesse un senso, i differenziali sarebbero nulli. Si ponga pure un limite a 150 punti base, che è già intollerabile a mio avviso. Se nell'Eurozona vogliono mantenere e sostenere l'attuale struttura dei debiti sovrani, devono fare come dico io. Mario Draghi ha fatto benissimo, a varare la stagione del whatever it take, e lo ha fatto anche perché salvare la baracca è significato anche salvare il suo posto. Ora non ci si può fermare. Altrimenti tanto vale fare come la Polonia, che nel mercato unico non c'è ancora entrata, forse capendo che i vantaggi, al momento, non si capisce bene quali siano".

Borghi è convinto che "alla Germania conviene che si continui con questo stato delle cose, così da poter tenere sotto ricatto gli altri paesi, usando il bastone".
"Tria sbaglia a pensare che il sistema si stabilizzi con dichiarazioni distensive. Capisco che ciò è conforme col suo incarico di ministro dell'Economia, ma dev'essere chiaro a tutti che il comitato distensivo magari fa scendere lo spread per qualche giorno, ma non è che serve a risolvere nulla di strutturale. La svolta arriverà alle elezioni europee di primavera. Lì, finalmente, potrebbero cambiare dei paradigmi a livello continentale".


Claudio Borghi senza veli sul Foglio: "La mia speranza e che l'euro salti per aria"

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Ciò che non capisco è come fa,un economista a sperare che l'€ salti per aria. Se l'Italia tornasse alla valuta nazionale le materie prime dovremo continuarle a pagare in valuta forte e stampare a manetta. Un capitale in € riconvertito in lire quindi perderebbe valore un giorno dopo l'altro e l'unica alternativa per un privato sarebbe davvero quella di riconvertire tutto in € o comprarsi una casa o un bund. Inflazione a manetta come l'Argentina e relativo crollo del potere d'acquisto. Cosa si potrebbe mettere in campo per evitarlo?
 
Ciò che non capisco è come fa,un economista a sperare che l'€ salti per aria. Se l'Italia tornasse alla valuta nazionale le materie prime dovremo continuarle a pagare in valuta forte e stampare a manetta. Un capitale in € riconvertito in lire quindi perderebbe valore un giorno dopo l'altro e l'unica alternativa per un privato sarebbe davvero quella di riconvertire tutto in € o comprarsi una casa o un bund. Inflazione a manetta come l'Argentina e relativo crollo del potere d'acquisto. Cosa si potrebbe mettere in campo per evitarlo?

Da quanto ho capito lui afferma che nel breve ci sarebbero ripercussioni come perdita del potere d'acquisto,inflazione etc.ma che nel medio-lungo il ritorno alla valuta nazionale renderebbe molto più convenienti i nostri prodotti e le stesse fabbriche tornerebbero a produrre in Italia con ritorno dell'occupazione e della forte crescita.

Quello che continuo a non capire però è come mai dicono che in Germania le cose vanno così bene e che è la locomotiva d'Europa quando la crescita è poco superiore alla nostra (2% scarso),a fronte di un tasso di disoccupazione che è 1/4 del nostro.
 
Ciò che non capisco è come fa, un economista a sperare che l'€ salti per aria. Se l'Italia tornasse alla valuta nazionale le materie prime dovremo continuarle a pagare in valuta forte e stampare a manetta. Un capitale in € riconvertito in lire quindi perderebbe valore un giorno dopo l'altro e l'unica alternativa per un privato sarebbe davvero quella di riconvertire tutto in € o comprarsi una casa o un bund. Inflazione a manetta come l'Argentina e relativo crollo del potere d'acquisto. Cosa si potrebbe mettere in campo per evitarlo?

Il consigliere leghista Borghi non solo spera che l'Euro naufraghi, ma ne è assolutamente convinto tanto da investire il suo gruzzolo all'estero. Personalmente non mi trovo affatto nelle sue posizioni; il totale degli investimenti in titoli di Stato Italy (oltre 1.900 mld di cui un terzo in mani estere), rappresenta un rischio sistemico per l’intera zona euro prima ancora che per il nostro paese. Qualora i valori dovessero collassare una volta raggiunta la quota del 6-7% di rendimento a 10 anni, i bilanci di ogni banca del paese, dei fondi pensione, delle compagnie di assicurazione, delle gestioni risparmio, della stessa CDP e delle Poste che controlla, ne rimarrebbero devastati. Per noi sarebbe un massacro e sopratutto gli esteri non potrebbero non mettere in atto una qualche ritorsione. La Bce dovrà mettere in atto una qualche strategia, così come l’esecutivo di turno non potrà continuare a spendere e a spandere allegramente come da cinquant’anni accade per accondiscendere ai desideri dei votanti.

___________________________

Stiamo parlando del deputato leghista e consigliere economico di Salvini, Claudio Borghi. Lui, nemico numero uno della moneta unica, che un giorno sì e l’altro pure esterna parole sovraniste e antieuropeiste – alimentando le tensioni finanziare di questi giorni – preferisce investire oltreconfine. Ultimamente ha acquistato, oltre a 7.160 euro in fondi d’investimento, 350 mila euro in obbligazioni estere e 50 mila euro in titoli di Stato esteri.

Duro il commento nei confronti di Borghi da parte del finanziere Davide Serra: “Se tutti facessero come lei non ci sarebbero soldi in nessuna banca italiana per mutui, prestiti a aziende, debito pubblico che finanzia pensioni e lo Stato fallirebbe”.

Intanto l'economista della Lega compra titoli esteri...
 
ci aspetta un autunno bollente

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CON FINE QE A RISCHIO DOOM LOOP. GOLDMAN:
TENSIONE SPREAD PORTERÀ BANCHE ITALIANE A FUGGIRE DAI BTP?


17/08/2018- Fine dell’abbraccio mortale tra i BTP e le banche italiane? Ben presto i bond italiani potrebbero perdere, oltre allo scudo del Quantitative easing, anche quello delle banche.

Fonte

Non penso che l'attuale governo in carica abbia interesse a far salire lo spread a 400/500 o oltre;lo stesso Di Maio e il ministro dell'economia hanno affermato che
l'obiettivo è ridurre il debito e preservare la stabilità finanziaria.Tutto ruota attorno al tipo di manovra faranno in autunno.Il resto sono solo congetture e ipotesi che lasciano
il tempo che trovano.
 
Dimentichi che il leghista Salvini - da sempre favorevole al ritorno di una lira svalutata - al MEF aveva chiamato l’economista Savona anch’egli da anni un convinto detrattore dell’Euro. Il presidente Mattarella si era fermamente opposto ricordando gli impegni assunti con l’UE; di rimando Luigi Di Maio gridava al golpe e all’impeachment per il Presidente. Elementi sufficienti per comprendere quali siano i malcelati obiettivi dei due politici. Che i rendimenti dei nostri tds decollino con lo spread a 400-500 punti, per loro è del tutto secondario, il loro elettorato non è formato da risparmiatori-investitori. Puntano alla fuoriuscita dall’Euro e quindi ad un’inflazione galoppante seguita da una drastica svalutazione del debito e sopratutto di quello dei loro votanti.

La massa non ha la più pallida idea di ciò che accadrebbe quando una sola asta di BTp andasse deserta come nel 1992. Ben pochi sanno che il Tesoro ha uno sbilancio giornaliero di 1,2 mld che deve chiedere al mercato pagando interessi sempre più alti e questo accadrebbe anche sostituendo l’attuale valuta. Purtroppo i fatti sono che lo spread si è consolidato a 150 punti più in alto rispetto a mesi fa, i rendimenti sono raddoppiati causando una perdita media del valore dei BTp di circa il 2,5% ovvero di 47 miliardi essendo a 1.900 l’emissione totale. E come dall’articolo sopra linkato, anche coloro che sorreggono il debito ossia banche, assicurazioni, fondi, gestioni del risparmio, cominciano ad essere preoccupati.
 
Dimentichi che il leghista Salvini - da sempre favorevole al ritorno di una lira svalutata - al MEF aveva chiamato l’economista Savona anch’egli da anni un convinto detrattore dell’Euro. Il presidente Mattarella si era fermamente opposto ricordando gli impegni assunti con l’UE; di rimando Luigi Di Maio gridava al golpe e all’impeachment per il Presidente. Elementi sufficienti per comprendere quali siano i malcelati obiettivi dei due politici. Che i rendimenti dei nostri tds decollino con lo spread a 400-500 punti, per loro è del tutto secondario, il loro elettorato non è formato da risparmiatori-investitori. Puntano alla fuoriuscita dall’Euro e quindi ad un’inflazione galoppante seguita da una drastica svalutazione del debito e sopratutto di quello dei loro votanti.

La massa non ha la più pallida idea di ciò che accadrebbe quando una sola asta di BTp andasse deserta come nel 1992. Ben pochi sanno che il Tesoro ha uno sbilancio giornaliero di 1,2 mld che deve chiedere al mercato pagando interessi sempre più alti e questo accadrebbe anche sostituendo l’attuale valuta. Purtroppo i fatti sono che lo spread si è consolidato a 150 punti più in alto rispetto a mesi fa, i rendimenti sono raddoppiati causando una perdita media del valore dei BTp di circa il 2,5% ovvero di essendo a 1.900 l’emissione totale. E come dall’articolo sopra linkato, anche coloro che sorreggono il debito ossia banche, assicurazioni, fondi, gestioni del risparmio, cominciano ad essere preoccupati.

Su questo non sono d'accordo;
agli elettori di Lega che M5S è sempre stato detto in campagna elettorale che adesione a euro e UE erano temi che non sarebbero entrati in discussione ed è infatti uno dei motivi per cui Mattarella ha posto veto su Savona affermando che se era nell'intenzione far uscire l'Italia dall'Euro,quest'eventualità andava detta chiaramente e discussa in campagna elettorale.Anche sul fatto che per il loro elettorato è secondario che lo spread decolli perchè la maggior parte non sono risparmiatori-investitori è una mezza verità: primo perchè ormai anche chi ha scarsa cultura finanziaria è al corrente che lo spread è un fattore negativo ricordando quello che Monti fece ai tempi della nostra crisi del debito,secondo perchè gran parte degli italiani odiano si l'euro ma non vogliono assolutamente il ritorno alla lira e questo Lega e M5S lo sanno.
 
agli elettori di Lega che M5S è sempre stato detto in campagna elettorale che adesione a euro e UE erano temi che non sarebbero entrati in discussione

I fatti però confermano che gli investitori non si fidano di ciò che il governo ha annunciato tanto è vero che lo spread e i rendimenti sono raddoppiati nonostante il Qe sia ancora attivo. Basta dare un’occhiata ai differenziali dei paesi in area euro, siamo nelle ultime posizioni a un passo dal livello junk davanti a Grecia e Romania, altro chiaro segnale che i sostenitori del nostro debito non hanno la minima fiducia nella politica di questo esecutivo e preferiscono vendere. A parte l'evidente propensione di uscire dall’euro più volte espressa dal responsabile economico della Lega Borghi e da altri esponenti sulle stesse posizioni, c’è la determinata volontà politica di contrarre nuovo debito per altre decine di miliardi senza peraltro indicarne una copertura certa. Il risultato - solo per gli annunci ampiamente ostentati - è stato il crollo del valore dei titoli già collocati per quasi 50 miliardi, in più l’aggiunta di altri 4 per gli aumentati interessi sulle nuove emissioni. Di questo passo, temo che quanto sosteneva il prof. Savona tornerà di attualità...

 
RISCHIO ITALIA, SONDAGGIO BLOOMBERG:
SPREAD A 470 PUNTI BASE CON DEFICIT-PIL OLTRE 3%

20/08/2018 - Se il governo M5S-Lega decidesse di sforare il tetto limite del 3% per il rapporto deficit-Pil, lo spread BTP-Bund potrebbe volare fino a 470 punti base, al record dalla crisi dei debiti sovrani in Eurozona. E’ quanto emerge da un sondaggio di Bloomberg, a cui hanno partecipato le divisioni di ricerca di colossi bancari del calibro di Morgan Stanley, JP Morgan, Commerzbank, Mizuho, DWS, LBBW, Danske, NordLB, DZ Bank, ING, BayernLB. Nella sessione odierna, lo spread BTP-Bund scende dell’1,87% a 277,4 punti base.

I tassi sui BTP decennali scendono al 3,07% dal 3,12% testato venerdì scorso. I tassi sui Bund avanzano dello 0,33%, allo 0,3050%.

Rischio Italia, sondaggio Bloomberg: spread a 470 punti base con deficit-Pil oltre 3% - FinanzaOnline
 
ORA PER I TITOLI DI ATENE POTENZIALITÀ SUPERIORI AI BTP

19 agosto 2018 - Adesso i bond greci possono fare meglio dei BTp. Parola degli analisti di SocGen, che nei giorni scorsi hanno pubblicato un report in cui, analizzando il contesto di mercato dei bond governativi dei Paesi periferici dell’Eurozona, hanno espresso maggiore fiducia sulle potenzialità dei titoli greci rispetto a quelli italiani. Nonostante tra i due Paesi ci sia una chiara differenza in termini di forza dell’economia (il Pil italiano è dieci volte quello greco), indebitamento (in Grecia il rapporto debito Pil è al 180% contro il 132% italiano) e rating (l’Italia ha ancora una classificazione “investment grade” mentre la Grecia resta a livello “spazzatura”).

Perché? La differenza la fanno le prospettive future. L’orizzonte per la Grecia si sta rischiarando: il Paese nel 2019 tornerà a rifinanziarsi sui mercati (finora sono stati fatti solo collocamenti di sindacato riservati a investitori specializzati). Per l’Italia invece le nubi sono all’orizzonte. Il Paese si prepara a varare una legge di bilancio su cui forse si andrà allo scontro con l’Europa e nei prossimi giorni dovrà fare i conti con il giudizio delle agenzie di rating. Sia Fitch che Moody’s, che si pronunceranno rispettivamente il 31 agosto e il 7 settembre, hanno espresso giudizi negativi sulle ricette di politica economica del nuovo esecutivo e quest’ultima potrebbe declassare il nostro merito di credito visto che ha tagliato l’outlook.

L’Italia ha perso il favore dei mercati e gli investitori esteri, ha certificato nei giorni scorsi Bankitalia, tra maggio e giugno hanno scaricato Btp per 58 miliardi di euro. In questo contesto, il contagio verso gli altri Paesi periferici dell’area euro è stato contenuto. Lo dimostra in primo luogo l’impennata del differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e gli analoghi Bonos spagnoli che nei giorni scorsi ha toccato quota 172 punti base come non accadeva dalla fine del 2011. Ma anche altri indicatori. Uno di questi, per tornare al tema iniziale, è proprio lo spread tra i titoli italiani e quelli greci. Secondo gli analisti di SocGen il differenziale tra i titoli dei due Paesi è destinato a restringersi nei prossimi mesi.

Questo processo, in realtà, è iniziato da tempo. Lo spread tra i BTp e i decennali greci, che ai picchi della crisi era a quota 4000, all’inizio di quest’anno viaggiava intorno ai 350 punti base, nei giorni scorsi è sceso fino a 125 punti. Non si vedevano numeri del genere dalla fine del 2009. Anche il mercato dei credit default swap testimonia il diverso approccio degli investitori ai due Paesi. Il prezzo dei derivati che che gli investitori utilizzano come polizza di assicurazione sul rischio default dell’Italia nell’ultimo anno è cresciuto dell’88% tornando sui massimi dal 2014. Quello dei cds greci è sceso del 26% arrivando, a gennaio di quest’anno, a scendere sotto i 300 punti come non accadeva dal 2010.

Sebbene il premio di rischio rispetto all’Italia sia sceso molto, la Grecia continua a essere considerata meno affidabile dell’Italia. Il discorso non vale invece per un altro Paese che, come la Grecia, è stato commissariato dalla Troika a seguito del salvataggio del 2010: il Portogallo. Nonostante il Paese abbia un rating più basso dell’Italia i rendimenti dei titoli di Stato lusitani sono più bassi rispetto a quelli dei BTp:il costo di rifinanziamento del debito portoghese è nullo o negativo fino alla scadenza dei tre anni.

Ora per i titoli di Atene potenzialità superiori ai BTp - Il Sole 24 ORE
 
Esagerazioni e sopratutto mi fa sorridere che qualcuno sentenzia che non si possan avere certi valori (di spread) stabili nel tempo. Mi ricordano analisti e soprattutto utenti anche di questo FOL che su (bond) Astaldi scrivevano "sotto 70 si va in default sicuro. Non può stare in area 70 per molte settimane. ecc." ed eccolo là che è andato sotto 70, non ha fatto default, ha recuperato e ha spesso oscillato in area 70-80 per moltissimo tempo...

Tornando a spread/tassi: ma poi in US che tassi hanno? Ecco che un bel loro quinquennale sta molto sopra un BtP italiano e ancora a 10 anni siamo lì. E pure il debito US mica è poco (quasi ogni anno viene concesso nuovo sforamento in termini di importo).
L'unica differenza, non di poco conto certo, è che hanno tassi di crescita del PIL superiori.
 
Da quanto ho capito lui afferma che nel breve ci sarebbero ripercussioni come perdita del potere d'acquisto,inflazione etc.ma che nel medio-lungo il ritorno alla valuta nazionale renderebbe molto più convenienti i nostri prodotti e le stesse fabbriche tornerebbero a prodsurre in Italia con ritorno dell'occupazione e della forte crescita.

Quello che continuo a non capire però è come mai dicono che in Germania le cose vanno così bene e che è la locomotiva d'Europa quando la crescita è poco superiore alla nostra (2% scarso),a fronte di un tasso di disoccupazione che è 1/4 del nostro.

La Germania mi pare che scricchiola da un po'. Per il resto parlare di "effetto di breve" in caso di uscita dell'italia dall'€ e ritorno alla lira (fantafinanza) è un'idiozia. E lo dice uno come me che non è per nulla affezionato alla valuta. Finiremmo come il Venezuela, ma senza petrolio. Cosa potremmo vendere, cosa trasformarci in uno stato forte prima che inizino i suicidi non lo so. E poi faremmo un default sul debito in stile meteor crater.
 
Il consigliere leghista Borghi non solo spera che l'Euro naufraghi, ma ne è assolutamente convinto tanto da investire il suo gruzzolo all'estero. Personalmente non mi trovo affatto nelle sue posizioni; il totale degli investimenti in titoli di Stato Italy (oltre 1.900 mld di cui un terzo in mani estere), rappresenta un rischio sistemico per l’intera zona euro prima ancora che per il nostro paese. Qualora i valori dovessero collassare una volta raggiunta la quota del 6-7% di rendimento a 10 anni, i bilanci di ogni banca del paese, dei fondi pensione, delle compagnie di assicurazione, delle gestioni risparmio, della stessa CDP e delle Poste che controlla, ne rimarrebbero devastati. Per noi sarebbe un massacro e sopratutto gli esteri non potrebbero non mettere in atto una qualche ritorsione. La Bce dovrà mettere in atto una qualche strategia, così come l’esecutivo di turno non potrà continuare a spendere e a spandere allegramente come da cinquant’anni accade per accondiscendere ai desideri dei votanti.

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Stiamo parlando del deputato leghista e consigliere economico di Salvini, Claudio Borghi. Lui, nemico numero uno della moneta unica, che un giorno sì e l’altro pure esterna parole sovraniste e antieuropeiste – alimentando le tensioni finanziare di questi giorni – preferisce investire oltreconfine. Ultimamente ha acquistato, oltre a 7.160 euro in fondi d’investimento, 350 mila euro in obbligazioni estere e 50 mila euro in titoli di Stato esteri.

Duro il commento nei confronti di Borghi da parte del finanziere Davide Serra: “Se tutti facessero come lei non ci sarebbero soldi in nessuna banca italiana per mutui, prestiti a aziende, debito pubblico che finanzia pensioni e lo Stato fallirebbe”.

Intanto l'economista della Lega compra titoli esteri...

Siamo in ottime mani.
 
La Germania mi pare che scricchiola da un po'. Per il resto parlare di "effetto di breve" in caso di uscita dell'italia dall'€ e ritorno alla lira (fantafinanza) è un'idiozia. E lo dice uno come me che non è per nulla affezionato alla valuta. Finiremmo come il Venezuela, ma senza petrolio. Cosa potremmo vendere, cosa trasformarci in uno stato forte prima che inizino i suicidi non lo so. E poi faremmo un default sul debito in stile meteor crater.

La Germania a differenza dell'Italia,pur non avendo un'economia che cresce molto più di noi ,è avanti 1000 anni luce per quanto riguarda stato sociale,formazione,infrastrutture,servizi e cura dei propri cittadini.Qui ognuno è lasciato a se stesso senza diritti ne doveri...

In merito al ritorno alla lira,la fine del Venezuela la escluderei proprio anche in caso di ritorno alla lira;la nostra nazione ha un'economia ben sviluppata,ha un tessuto produttivo/industriale ancora intatto sebbene indebolito e lo Stato è in forte attivo di bilancio trascurando interessi sul debito.E'ovvio che il caos si genererebbe con un'uscita disordinata dall'euro che porterebbe lo Stato alla bancarotta,alta inflazione,fuga di capitali e forte crisi economica.Un'uscita ordinata quindi introducendo una doppia circolazione di valuta e magari iniziando a convertire il debito residente (che è quello maggioritario) in valuta nazionale non porterebbe agli scenari catastrofici di cui parli.
 
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