Banche Venete: Azione Legale obbligazioni subordinate - ISP caccia la grana - n.3

<<Veneto Banca, ecco perche
si rischia la prescrizione>>


TREVISO - Giovedì sarà un giorno decisivo per il futuro dell'inchiesta sul crac di Veneto Banca. Al terzo piano del Tribunale di Treviso è in programma un'udienza cruciale: la materia è civilistica, ma la prospettiva è penalistica, trattandosi della richiesta della Procura di dichiarare lo stato di insolvenza a carico dell'ex Popolare, condizione necessaria all'apertura di un procedimento per bancarotta. «O arriviamo a contestare questa, o rischiamo che la maggior parte degli altri reati si prescriva», afferma il sostituto procuratore Massimo De Bortoli, titolare delle indagini dopo l'astensione del capo Michele Dalla Costa.

LE TESI
Secondo la tesi di De Bortoli, l'istituto di Montebelluna si sarebbe dimostrato insolvente nell'incapacità di rimborsare il 21 giugno 2017 il bond da 150 milioni di euro emesso nel 2007, tanto che la restituzione venne sospesa e quattro giorni dopo Veneto Banca finì in liquidazione...
 
<<Veneto Banca, ecco perche
si rischia la prescrizione>>


TREVISO - Giovedì sarà un giorno decisivo per il futuro dell'inchiesta sul crac di Veneto Banca. Al terzo piano del Tribunale di Treviso è in programma un'udienza cruciale: la materia è civilistica, ma la prospettiva è penalistica, trattandosi della richiesta della Procura di dichiarare lo stato di insolvenza a carico dell'ex Popolare, condizione necessaria all'apertura di un procedimento per bancarotta. «O arriviamo a contestare questa, o rischiamo che la maggior parte degli altri reati si prescriva», afferma il sostituto procuratore Massimo De Bortoli, titolare delle indagini dopo l'astensione del capo Michele Dalla Costa.

LE TESI
Secondo la tesi di De Bortoli, l'istituto di Montebelluna si sarebbe dimostrato insolvente nell'incapacità di rimborsare il 21 giugno 2017 il bond da 150 milioni di euro emesso nel 2007, tanto che la restituzione venne sospesa e quattro giorni dopo Veneto Banca finì in liquidazione...

Il problema di questa azione che se pur allunga i tempi della prescrizione ,rischia di non portare concreti benefici a noi
 
Tutto rinviato per quanto riguarda il processo

Processo Veneto Banca, risparmiatori protestano: sputi e insulti a Lanza | Oggi Treviso | News | Il quotidiano con le notizie di Treviso e Provincia: Oggitreviso

TREVISO/MONTEBELLUNA - Potrebbe essere una consulenza tecnica chiesta oggi al giudice di Treviso Antonello Fabbro dal pubblico ministero Massimo De Bortoli a stabilire se la ex Veneto Banca, al momento della messa in liquidazione e del passaggio al gruppo Intesa SanPaolo, il 25 giugno dello scorso anno, sia stata o meno insolvente.

L'istanza è stata presentata oggi nel corso di un'udienza alla quale ha presenziato l'allora presidente, Massimo Lanza. In particolare il magistrato dovrà chiarire se la banca sarebbe stata in grado di onorare l'emissione obbligazionaria emessa 10 anni prima nella data fissata per la sua scadenza, cioè il 21 giugno 2017. Così non fosse i vertici dell'istituto potrebbero essere perseguiti anche per il fallimento della banca.

In questo caso, i termini per la prescrizione dei reati - e dunque per la possibilità dei risparmiatori "azzerati" dal crollo dei titoli in loro possesso di rivalersi sui responsabili - si sposterebbero molto in avanti, concedendo ai danneggiati maggiori speranze di ottenere una riparazione. Sull'istanza Fabbro si è riservato di decidere.
 
Tutto rinviato per quanto riguarda il processo

Processo Veneto Banca, risparmiatori protestano: sputi e insulti a Lanza | Oggi Treviso | News | Il quotidiano con le notizie di Treviso e Provincia: Oggitreviso

TREVISO/MONTEBELLUNA - Potrebbe essere una consulenza tecnica chiesta oggi al giudice di Treviso Antonello Fabbro dal pubblico ministero Massimo De Bortoli a stabilire se la ex Veneto Banca, al momento della messa in liquidazione e del passaggio al gruppo Intesa SanPaolo, il 25 giugno dello scorso anno, sia stata o meno insolvente.

L'istanza è stata presentata oggi nel corso di un'udienza alla quale ha presenziato l'allora presidente, Massimo Lanza. In particolare il magistrato dovrà chiarire se la banca sarebbe stata in grado di onorare l'emissione obbligazionaria emessa 10 anni prima nella data fissata per la sua scadenza, cioè il 21 giugno 2017. Così non fosse i vertici dell'istituto potrebbero essere perseguiti anche per il fallimento della banca.

In questo caso, i termini per la prescrizione dei reati - e dunque per la possibilità dei risparmiatori "azzerati" dal crollo dei titoli in loro possesso di rivalersi sui responsabili - si sposterebbero molto in avanti, concedendo ai danneggiati maggiori speranze di ottenere una riparazione. Sull'istanza Fabbro si è riservato di decidere.

Ma se questa è la tesi...non arriveranno ad una pronuncia di insolvenza,il pagamento non è stato fatto a causa del decreto!! Loro hanno dichiarato che avrebbero pagato ma il decreto lo vietava!!
 
ma sembra che il decreto su venetina sia stato concepito perché i consiglieri non la volevano pagare per paura di conseguenze legali e abbiano minacciato dimissioni in blocco pur di non pagarla.......in quanto poco dopo sarebbero stati insolventi.....
 
Stato di insolvenza la Procura chiede la nomina del perito - Regione - Il Mattino di Padova

Il pm De Bortoli: si dichiari il fallimento o si faccia la consulenza E gli avvocati dell’ex cda avvertono: a rischio i soldi dell’Opt

Una consulenza tecnica d’ufficio che stabilisca se Veneto Banca presentava i presupposti del fallimento quando è stata messa in liquidazione. L’ha chiesta il pm Massimo De Bortoli nell’udienza sullo stato di insolvenza tenutasi ieri mattina davanti alla sezione fallimentare del tribunale di Treviso presieduta dal giudice Antonello Fabbro. L’intervento di un perito, parte terza fra Procura che sollecita la dichiarazione dell’insolvenza ed ex cda e liquidatori che invece la escludono, aiuterebbe probabilmente a far luce su una materia di grande complessità tecnica. Il giudice si è riservato e le decisioni possibili sono ora almeno tre: Fabbro potrebbe accogliere l’istanza della Procura e dichiarare il fallimento di Veneto Banca aprendo le strada all’inchiesta per bancarotta; potrebbe respingerla e sulle indagini calerebbe il rischio, fortissimo, di prescrizione; potrebbe infine affidare la perizia a un Ctu per acquisire ulteriori elementi di valutazione.

Nell’udienza di ieri le parti hanno ribadito quanto già sostenuto nella precedente seduta. L’ex cda a guida Massimo Lanza, rappresentato dal professor Lorenzo Stanghellini, ha sottolineato come il 25 giugno 2017 ci fosse lo stato di dissesto, ma non di insolvenza in quanto l’istituto poteva contare su un patrimonio di 1, 6 miliardi di euro portato dal Fondo Atlante a partire dall’agosto del 2016; e questo al netto dei crediti deteriorati. «Non è un problema se la banca poteva o meno esercitare l’attività imprenditoriale», ha affermato il legale, «Il presupposto perché ci sia o meno lo stato di insolvenza è invece che il patrimonio sia sotto o sopra lo zero. I conti che abbiamo presentato dimostrano in modo inequivocabile che tale condizione non c’era; numeri confermati all’ultimo euro anche dai commissari che non hanno alcun interesse a proteggere le cattive gestioni precedenti». Già nella precedente udienza i liquidatori, pur rimettendosi alla decisione del tribunale, avevano espresso la loro convinzione: «Al 25 giugno 2017 non risulta insolvente», aveva ricordato Giuliana Scognamiglio. Ieri, con l’avvocato Giuliano Pavan, lo hanno detto ancora più chiaramente illustrando i dati di bilancio. Le argomentazioni di liquidatori e cda sono state respinte dal pm Massimo De Bortoli che ha insistito per la declaratoria dell’insolvenza sostenendo che Veneto Banca era in crisi irreversibile per mancanza dei requisiti patrimoniali e di liquidità e con in portafoglio 8 miliardi di crediti deteriorati. «Non era in grado di proseguire con l’attività bancaria», la conclusione del magistrato con riferimento all’articolo 5 della legge fallimentare. Ed è stato il pm a chiedere, in subordine alla declaratoria dell’insolvenza, la perizia del Ctu. In attesa della decisione della sezione fallimentare, i legali del Cda mettono in guardia i risparmiatori sulle conseguenze dell’eventuale fallimento: «Potrebbe rimettere in discussione quello che la banca ha fatto negli ultimi mesi, e non è detto che sia una cosa positiva per i creditori», ha sostenuto il professor Stanghellini, «L’offerta pubblica di transazione è stata fatta sul presupposto che il patrimonio era positivo». Se risultasse che la banca era invece in stato di insolvenza l’Opt potrebbe saltare e i risparmiatori che hanno ricevuto i soldi essere chiamati a restituire i fondi. «Non è una questione di bianco e nero come è stata dipinta», ha detto Stanghellini, «Il cda non intende certo coprire le responsabilità di nessuno, tanto che il primo atto fatto dal nuovo consiglio è stato l’azione di responsabilità contro
i vecchi amministratori. Poi le azioni civili vanno avanti e fanno male anche quelle. È una situazione complessa e sullo sfondo c’è il disastro provocato ai risparmiatori. Che però non può essere rimediato dalla dichiarazione dello stato di insolvenza».
 
Processo BpVi, maxi-udienza e misure straordinarie | Vvox

A partire dalle 9:15 di oggi si terrà una nuova udienza, al tribunale di Vicenza, per quanto riguarda il processo relativo al crac di Banca popolare di Vicenza. Come scrive Matteo Bernardini su Il Giornale di Vicenza a pagina 20, dopo la richiesta di aggiungere le accuse di ostacolo alla vigilanza della Consob al procedimento, le 5 mila parti civili del troncone principale potrebbero raddoppiare. L’affluenza si prevede pertanto molto cospicua, si potrebbe andare avanti fino al pomeriggio e gli addetti si preparano a un lavoro fuori dall’ordinario.

Dovrà essere valutata la posizione dell’ex dg Samuele Sorato, la cui posizione era stata stralciata per motivi di salute. Saranno in aula anche l’ex presidente Giovanni Zonin, l’ex consigliere di amministrazione Giuseppe Zigliotto e gli ex vice direttori Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta e Paolo Marin, oltre al dipendente Massimiliano Pellegrini. Per tutti l’accusa è aggiotaggio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza. I difensori degli imputati potrebbero chiedere lo spostamento del processo, ipotesi concessa «quando gravi situazioni locali, tali da turbare lo svolgimento del processo e non altrimenti eliminabili, pregiudicano la libera determinazione delle persone che partecipano al processo ovvero la sicurezza o l’incolumità pubblica, o determinano motivi di legittimo sospetto».
 
Giudici a Vicenza per studiare gli spazi - Regione - Il Mattino di Padova

Il tribunale di Treviso si organizza in vista della maxi udienza. De Bortoli sarà affiancato da un altro pm

Treviso chiama Vicenza per organizzare le maxi udienze dell’inchiesta sul dissesto di Veneto Banca. A occuparsi del crac dell’istituto di Montebelluna, oltre alla Procura, c’è infatti anche il tribunale di Treviso che si sta organizzando per ospitare l’udienza preliminare della maxi inchiesta che da Roma è tornata a Treviso. «Questo sarà un maxi processo», aveva spiegato Bruno Casciarri, coordinatore dell’ufficio dei Gip, «e per garantire tempi rapidi dobbiamo esser e pronti». Da giorni ormai si sta lavorando in squadra con il presidente del tribunale Aurelio Gatto e gli uffici. L’obiettivo è di predisporre le aule, gli accrediti per le migliaia di parti civili e i servizi di sicurezza. E da Treviso è quindi partita la chiamata a Vicenza dove il processo è già in corso e dove i giudici trevigiani andranno in sopralluogo, forse già nel corso della prossima udienza il prossimo 21 aprile: «Prima ipotesi, tenere il processo in tribunale», conclude Casciarri, «ma dovremo allestire più aule in videoconferenza, come a Vicenza. Andremo a vedere come si sono organiz- zati loro».

Cinquanta faldoni, quasi 60 mila pagine di atti di cui 800 compongono la relazione sull’indagine svolta dalla Guardia di Finanza e 450 sono quelle che contengono le perizie. Sono le carte arrivate in Procura dopo che il gup del Tribunale di Roma ha dichiarato la competenza di Treviso sul procedimento a carico degli ex vertici di Veneto Banca per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. Una montagna di documenti presa in carico dal sostituto procuratore Massimo De Bortoli dopo l’assegnazione avvenuta da parte del Procuratore generale di Venezia Antonello Mura.

De Bortoli dovrà formulare i capi di imputazione e riscrivere le richieste di rinvio a giudizio, così come le parti civili dovranno presentare la domanda di ricostituzione. Per la Procura è un lavoro enorme, tanto che si sta pensando alla costituzione di un vero e proprio pool. Certamente in una prima fase De Bortoli verrà subi- to affiancato da un altro magi- strato esperto dell’area relativa ai reati finanziari. Il nome che circola nei corridoi del palazzo di Giustizia è quello del sostituto procuratore Gabriella Cama.

E oggi si conoscerà anche la decisione del tribunale in relazione alla richiesta della Procura di confermare le misure cautelari - patrimoniali e personali - tutt’ora attive per l’ex amministratore delegato di Veneto Banca.
De Bortoli ha infatti spedito nei giorni scorsi al tribunale la richiesta per la conferma del sequestro dei beni (la villa di Vicenza, che da sola vale 2 milioni di euro, tutti i dipinti e gli oggetti preziosi che contiene, oltre ai conti correnti suoi e della moglie).
 
Intesa rientra dalla finestra

Processo BPVi, CorVeneto: altri 3.500 soci chiedono i danni >> VicenzaPiu

Tutto prosegue quindi, e nell'udienza del 12 maggio si discuteranno le richieste di costituzione di parte civile relative al secondo troncone e depositate ieri (unica udienza dedicata). E non è escluso che per quella data il giudice possa già decidere quali ammettere nel processo e quali escludere. Così come dovrà esprimersi sulla chiamata in causa dei responsabili civili, tra i quali potrebbe essere stata menzionata ancora Banca Intesa Sanpaolo, già esclusa per il primo troncone. Quanto alle cifre, sarebbero almeno 3.500 i risparmiatori che ieri hanno chiesto di entrare nel processo per le contestazioni bis: meno degli oltre cinquemila di cui sono state raccolte le istanze a dicembre, scaglionate n tre giorni.
 
Buongiorno a tutti e scusate la domanda:

se non erro, entro oggi si può inviare la Richiesta di ammissione alla massa passiva.
Basta via Pec o è obbligatorio inviare anche la raccomandata?


Purtroppo sono assente da tempo e non riesco a seguire tutte le vicissitudini in real time.
Grazie a chi mi vorrà rispondere ed aggiornare sullo stati dei fatti.

Saluti
 
sì, muoviti sei ancora in tempo

Io con la pec non sarei così sicuro. Da questa gentaglia ci si può aspettare di tutto.
Stranamente il sistema era down.
1000 volte meglio la classica raccomandata.

Veneto Banca, ultimo giorno per insinuazione passivo: email intasata | Vvox

La casella di posta elettronica certificata di Veneto Banca si è intasata proprio alla scadenza dei termini per presentare la cosiddetta insinuazione al passivo. Come scrive Fabio Poloni su La Tribuna a pagina 15, a causa dell’ingorgo di richieste pervenute, il sistema rimanda le mail al mittente creando non poche preoccupazioni agli ex soci e ai legali che li rappresentano. Il problema tecnico è emerso venerdì ed è stato risolto solamente nella mattinata di lunedì, ultimo giorno utile per inviare la documentazione. «Il problema si stava facendo serio, molti erano nel panico. Io stesso avevo riversato tutte le richieste dei miei clienti in una chiavetta usb ed ero pronto a portarla fisicamente ai liquidatori», racconta l’avvocato veneziano Alessandro Filippi.

L’insinuazione al passivo è cruciale per gli azionisti in quanto rappresenta l’unico procedimento che, se portato a termine con successo, consentirà loro di recuperare qualche soldo perso con il crac dell’istituto. C’è tuttavia la possibilità che il termine del 23 aprile fissato dai liquidatori non sia del tutto perentorio: la data potrebbe confliggere con il Testo unico bancario, secondo il quale la scadenza si fissa a 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale dei decreti ministeriali dedicati (il 185 e il 186 del 25 giugno 2017, ndr), però non ancora finiti in Gazzetta.
 
ispanico ispanico ispanico
 
DOCUMENTI UE
Così Roma trattò
con Bruxelles
sulla garanzia
per i bond delle
banche venete
(Ninfole a pagina 7) MF oggi in edicola
 
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