OBBLIGAZIONI VENEZUELA E PDVSA (Volume 98) - I MONELLI

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vianter

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1921: IL MONELLO


Una donna sedotta e abbandonata viene dimessa dall'istituto di carità in cui ha dato alla luce suo figlio. Non potendo mantenerlo, decide di lasciare il piccino all'interno di una macchina di lusso con la speranza che sia la ricca famiglia proprietaria del mezzo a crescere il bambino. Il pentimento l'assale di lì a poco, ma il destino ha fatto della macchina l'obiettivo di due malviventi che, impossessatisi del mezzo, dopo la scoperta del fagotto col bimbo non si faranno scrupolo di gettarlo tra le macerie di un quartiere degradato, dove casualmente è di passaggio il vagabondo Charlot che, imbattutosi nell'inusuale rinvenimento, prima prova a sbarazzarsi del bimbo, poi, una volta rinvenuto tra le fasce che l'avvolgono un biglietto invocante perdono per il gesto di abbandono e implorante assistenza per il bimbo, si decide a trattenere con sé il neonato.

Portandolo con sé nel fatiscente e angusto sottotetto dove egli dimora, lo accudisce con fantasioso amore, rimediando l'occorrente, allestendo un'amaca-culla, adibendo una vecchia caffettiera a biberon, una sedia sfondata a vasino per i bisogni, calandosi con amore nel ruolo di padre, Charlot crescerà il bimbo. Cinque anni dopo, il bambino è complice del "padre" nella gestione dell'attività di quest'ultimo di vetraio ambulante: il monello lo precede tirando sassate alle finestre delle abitazioni delle vie per le quali, casualmente, transiterà Charlot munito di vetri di ricambio. Una sassata alla finestra dell'abitazione del poliziotto, però, si rivelerà fatale all'attività. Nel frattempo il destino sembra aver ripagato l'ex ragazza madre, ora attrice affermata e osannata. La felicità è dimezzata dal senso di colpa per il gesto compiuto tempo prima, che riaffiora ad ogni opera di carità volta principalmente all'assistenza delle madri e dei bambini dei quartieri poveri cui ella dedica tempo e cuore. Nel corso di questa attività la donna si troverà al cospetto del monello accudito da Charlot, senza sapere che è il bambino da lei abbandonato, e al quale donerà un peluche.

Il peluche e la sua indebita appropriazione da parte di un bambino del quartiere saranno la causa del litigio tra il monello e il piccolo ladro e quando, inaspettatamente, il monello sembra avere la meglio sul rivale ben più grande, ecco intervenire il fratello di questi, un bullo prepotente che trasferisce su Charlot la rivalsa per la sconfitta del fratellino. La benefattrice dei bimbi del quartiere fermerà il prepotente, che sarà convinto a riconciliarsi col vagabondo, e raccoglierà poi il monello febbricitante restituendolo a Charlot che crede suo padre.



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Il dottore interpellato per la salute del piccolo verrà ingenuamente reso partecipe della storia del ritrovamento. Egli, impossessatosi del biglietto che accompagnava il bambino all'atto dell'abbandono, ancora custodito dal vagabondo, fa intervenire l'autorità per l'infanzia abbandonata che, nei panni di uno zelante e scostante funzionario, sottrae il bambino, relegandolo come un animale sul cassone di un furgone, tra la sua disperazione e quella di Charlot. Questi, indomito, si divincola dalla presa del poliziotto intervenuto nell'operazione, fugge sui tetti, rincorre il furgone e riesce a saltarvi sopra e a ricongiungersi con il suo monello.

L'incombere dell'oscurità porta i due al dormitorio pubblico. Qui il guardiano riconosce nel monello il bambino menzionato in un avviso di ricompensa fatto pubblicare sul giornale dalla madre, che nel frattempo è stata informata del suo ritrovamento e della sua successiva scomparsa. Approfittando del sonno il guardiano raccoglie il bambino e lo porta alla stazione di polizia dove la madre verrà a recuperarlo. Accortosi che il monello non c'è più e non riuscendo a trovarlo, il vagabondo, sconsolato, fa ritorno alla sua abitazione e si abbandona al sonno, che lo coglie sui gradini della sua casa, sui quali si accoccola. Un sogno straordinario lo sorprende, un sogno che trasforma splendidamente il quartiere, addobbato a festa e ricoperto di fiori, percorso dagli abitanti in tuniche bianche e con un bel paio d'ali: è il paradiso, dove il suo monello lo accoglie a braccia aperte e gli procura la tunica e le ali d'ordinanza per sperimentare insieme la bellezza del volo.

Ma il diavolo tentatore s'intrufola nel quartiere e, approfittando della distrazione dell'angelo custode (di nome e di fatto), insinua la malizia nelle moine di un provocante angioletto alla quale il vagabondo non resta insensibile. L'angioletto adolescente, però, è la fidanzata di un altro angelo, che ha le sembianze del bullo del quartiere di prima, il quale, aizzato dal diavolo e mosso dalla gelosia, inizia a picchiare Charlot. Subito accorrono altre persone e il poliziotto di quartiere che, quando tenta di scappare in volo, esplode alcuni colpi di revolver contro Charlot che, scosso dai fremiti della morte e con un gran sbattere d'ali, si accascerà sui gradini della sua casa. Un fremito lo sveglia dal torpore riportandolo alla realtà: è lo strattone del poliziotto che lo invita a seguirlo sulla macchina che lo trasporta davanti all'ingresso di una sontuosa abitazione, dalla cui porta d'ingresso si catapulterà fuori, saltandogli al collo, il suo monello e l'ex ragazza madre, ora ricongiunta al figlio, che invita Charlot ad entrare in casa.




2017: I MONELLI



Da più parti arrivano sempre i soliti consigli:

- Uscire subito dal Venezuela a gambe levate

- Antunello oramai alle porte !

- Fallirà prima la Nazione o la PDVSA ?

- Golpe, sollevazioni popolari e crisi economica la fanno da padrone.

- Informazioni giornalistiche tutte rigorosamente a senso unico...

- Prezzo del petrolio con saliscendi continui !?!?




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Ma noi MONELLI teniamo DURO perchè confidiamo in MADURO !

Ad ogni ribasso come le mosche i monelli si tuffano sul miele rappresentato dai rendimenti esplosivi ed inebrianti.

Ad ogni rialzo i monelli sudano freddo: cosa fare ? tenere o vendere ?

Ma le cedole sono sacre e non si toccano......





Non è ancora chiaro se noi siamo solo dei semplici monelli o dei veri pazzi meritevoli di un elettrochoc ?

I posteri giudicheranno.....

Fino ad ora chi ha avuto ragione siamo solo e soltanto noi !





A questo punto come colonna sonora di questa copertina, ELETTROCHOC dei Matia Bazar (1983) ci sta proprio come il cacio sui maccheroni !






Buona lettura a tutti !

OK!OK!OK!
 
Ultima modifica:
Vianter impeccabileOK!
 
Come sempre complimenti Macaco!
 
Bravo Vianter e grazie. Pazzi sono i campioni di ipocrisia che hanno creduto e credono di governare il mondo, riuscendo in realtà a trasformarlo in un inferno.
 
Roma, 8 ago. (askanews) - Le esportazioni cinesi a luglio hanno mostrato un sensibile rallentamento, mostrando una crescita del 7,2% su base annua a 193,65 miliardi di dollari, rispetto a una previsione di aumento dell'11%. Le importazioni hanno mostrato un rialzo dell'11%, a 146,9 miliardi di dollari, rispetto a una previsione di un aumento del 18%. (fonte Afp)
 
Ma il macaco non si era raccomandato di finire l'altro thread prima di proseguire con questo? Stiamo abusando della sua pazienza e lo sappiamo tutti che, come diceva Totò, ogni limite c'ha una pazienza!
 
Bravo Vianter! Che spettacolo leggerti...!
 
Vianter Stilosooooo... Complimemti
 
Buongiorno Maduri.
 
Ma il macaco non si era raccomandato di finire l'altro thread prima di proseguire con questo? Stiamo abusando della sua pazienza e lo sappiamo tutti che, come diceva Totò, ogni limite c'ha una pazienza!

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Saudi Aramco prevede di tagliare Crude Oil accantonamenti a tutte le destinazioni in settembre di almeno il 520.000 BPD - Industria Fonte
23:54 - 7 fa 2017

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5/7 giorni lavorativi per la crdolazio
 
07:40Gli hacker hanno fatto irruzione i siti del governo venezuelano lenzuola
Un gruppo di hacker che si fa chiamare Il binario Guardiani, ha rivendicato la responsabilità per l'hacking siti del governo in Venezuela, riferisce la BBC. Ha pubblicato i rapporti di hacking siti web del Consiglio dei Ministri, il Consiglio Nazionale Elettorale e la flotta navale del paese.
Così, le parole "Operazione David» (Operazione David), che i media locali chiamano il codice una chiamata a cogliere la base militare dei ribelli a Valencia è stata pubblicata sul sito del governo. Accanto a questa iscrizione conteneva una precisazione: "I giorni della dittatura sono contati".
Durante i disordini più di 100 persone sono morte in Venezuela.

Хакеры взломали правительственные сайты Венесуэлы – ВЕДОМОСТИ
 
IL MONDO OGGI
Il Venezuela paria

(L to R) Members of the Constituent Assembly Cilia Flores, Delcy Rodriguez, Diosdado Cabello and Aristobulo Isturiz pose with a picture of late Venezuelan President Hugo Chavez during the Assembly's installation at the National Congress in Caracas on August 4, 2017.
Venezuelan President Nicolas Maduro installed a powerful new assembly packed with his allies, dismissing an international outcry and opposition protests saying he is burying democracy in his crisis-hit country. / AFP PHOTO / JUAN BARRETO (Photo credit should read JUAN BARRETO/AFP/Getty Images)
Si insedia in Venezuela l’Assemblea nazionale costituente. Foto di JUAN BARRETO/AFP/Getty Images

4/08/2017
Riassunto geopolitico della settimana che si sta chiudendo.
a cura di Niccolò Locatelli
IL VENEZUELA PARIA
Le elezioni farsa dell’Assemblea nazionale costituente sanciscono, se mai ve ne fosse stato ancora bisogno, il definitivo scivolamento del Venezuela nel campo dei regimi non democratici. Il presidente Maduro vince la prova di forza più importante e dimostra che al momento non ha avversari da temere.
I vertici delle Forze armate, che a partire dal quindicennio del predecessore Hugo Chávez hanno accumulato un potere politico e un benessere economico senza precedenti, sono troppo immersi nel sistema per staccare la spina a un governo pur fallimentare sotto tutti i punti di vista. Tentativi insurrezionali come quello di domenica attraggono un numero limitato di soldati (e di rango basso); troppo poco per rovesciare il presidente. L’opposizione è divisa e assolutamente priva dei mezzi necessari a incidere sulla direzione politica del paese.
Il resto del mondo finora è stato capace solo di condanne simboliche o dall’efficacia molto limitata: la sospensione dal Mercosur (che sabato è stata resa “a tempo indeterminato“), le sanzioni contro Maduro imposte da Trump, l’appello della Santa Sede a evitare iniziative come la Costituente (che comunque rappresenta un importante innalzamento della pressione vaticana su Caracas). La causa dell’inerzia mondiale è la presenza di pressanti problemi interni in tutti i paesi che potrebbero fare qualcosa: Brasile, Argentina, Colombia.
Gli Stati Uniti avrebbero i mezzi per dare il colpo di grazia al regime chavista, ad esempio interrompendo l’import di greggio dal Venezuela e l’esportazione di petrolio raffinato verso lo Stato latinoamericano. Ma non hanno interesse a passare per i responsabili di quella che diverrebbe una catastrofe umanitaria in un paese che ha da tempo dovuto abbandonare il contrasto all’egemonia regionale a stelle e strisce.
Se però i lavori della Costituente andassero avanti di pari passo con la repressione delle opposizioni, il quadro potrebbe cambiare.
Un Venezuela paria, sempre più isolato diplomaticamente nell’emisfero, con un margine di manovra ridotto anche dal basso prezzo degli idrocarburi, sarebbe costretto a dipendere per la propria sopravvivenza da tre attori: la Russia, la Cina e il narcotraffico. Mosca e Pechino sono interessate a tenere in vita un regime alleato nella zona d’influenza degli Usa, mentre il narcotraffico garantisce parte dei proventi con cui sinora Caracas è riuscita a ripagare gli investitori internazionali.
A quel punto la temuta (da Washington) “cubanizzazione del Venezuela” si realizzerebbe non solo sul piano interno, quanto su quello internazionale: proprio come l’arcipelago caraibico durante la Guerra Fredda, il paese sudamericano diverrebbe una pedina dello scontro tra la superpotenza a stelle e strisce e i suoi avversari. Rischiando di essere sacrificato in qualsiasi momento da Russia e Cina sull’altare di un accordo con gli Usa – oppure di essere oggetto di un’offensiva di questi ultimi, naturalmente sotto le bandiere della “democrazia” e della “guerra alla droga”.
Esiti non esattamente in linea con il pensiero sovranista di Simón Bolívar, cui Maduro formalmente si ispira.
L’involuzione della Rivoluzione.

Il Venezuela paria - Limes
 
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