vianter
My name is Junk Bond
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1968: STRAZIAMI MA DI BACI SAZIAMI
Il destino fa incontrare ad una manifestazione folkloristica a Roma il barbiere ciociaro Marino Balestrini e la bella operaia marchigiana Marisa Di Giovanni. Si è trattato di un breve incontro, ma sufficiente per far scoppiare un colpo di fulmine tra i due giovani. Per questo il motivo, Marino lascia il suo paese per andare a Sacrofante Marche per incontrare di nuovo Marisa. Qui i due si innamorano, vivendo la loro passione citando e cantando i versi delle canzonette che ispirano il loro amore.
Ma il padre di lei, marmista e scultore di monumenti funebri, ritiene il barbiere non adatto alla figlia perché socialmente inferiore e si oppone al matrimonio. I due allora, seguendo gli insegnamenti delle canzonette e dei fotoromanzi e rivivendo il dramma del film "Il dottor Živago", decidono di por fine al loro disperato amore facendosi travolgere da un treno che invece riesce a fermarsi in tempo. La prematura morte del padre scultore libera però i due giovani, che si preparano ormai a sposarsi.
Adelaide, la vedova padrona della pensione in cui alloggia Marino, tenta l'uomo con le sue grazie, che il barbiere però respinge: offesa dal rifiuto, la donna allora si vendica instillando in Marino il dubbio che Marisa, durante una gita parrocchiale, si sia comportata da malafemmina con un certo Scortichini Guido. Marino vorrebbe che Marisa confessasse il suo turpe passato ma la ragazza, offesa dall'ingiusto sospetto, abbandona il paese per Roma. Conosciuta alla fine la verità, Marino, pentito, lascia tutto per inseguire Marisa e farsi perdonare da lei ma nel frattempo è scomparsa nella grande città.
Dopo varie vicissitudini, il povero ex barbiere, senza più un soldo e ridottosi come un barbone, disperato poiché non riesce a rintracciare Marisa, decide di suicidarsi, questa volta da solo, gettandosi nel Tevere, ma viene salvato. L'accaduto viene pubblicato nei giornali e così Marisa, che nel frattempo ha sposato il sarto sordomuto Umberto, va a visitare Marino in ospedale, e l'informa che ormai è diventata la signora Ciceri. Dietro suggerimento di un vicino di letto, Marino, pur disperato, gioca al lotto i numeri della sua travagliata storia d'amore e vince una forte somma. Risolti così i suoi problemi economici, Marino dapprima vorrebbe cinicamente vendicarsi dell'abbandono, poi l'antica passione per Marisa prende il sopravvento e tra loro torna l'amore.
Ma c'è di mezzo il sordomuto, per cui i due decidono di eliminarlo facendo esplodere la stufa a kerosene non appena il sarto accenderà un ferro da stiro. L'esplosione, presa per un incidente casuale, invece di uccidere il sarto gli fa riacquistare la parola e l'udito; per assolvere a un voto fatto anni prima, il sarto, per la grazia ricevuta, si farà frate con l'obbligo del silenzio e sarà proprio lui a cantare, con voce angelica, alle nozze di Marino e Marisa.
2017: STRAZIAMI MA DI CEDOLE SAZIAMI
Cosa aggiungere di nuovo ?
Sappiamo così tanto del Venezuela che ci sembra di viverci.
Il paese galleggia su un mare di petrolio e di materie prima da far paura. Un vero e proprio forziere energetico.
Eppure siamo sempre in tensione, sempre preoccupati per una sana incertezza più che motivata.
Cedola si, cedola no. Chi vivrà vedrà e così via........
Uno strazio.
Ma come rinunciarci ? Impossibile !
Non ci resta che invocare la buona fortuna e conservare la convinzione che un paese così benedetto da madre natura, possa resistere.
Caro Venezuela: straziaci ma di cedole saziaci !
Noi tifiamo per te !
Come colonna sonora di questa copertina, la canzone CARAVAN PETROL del grande Renato Carosone (1958)
Buona lettura a tutti !
Il destino fa incontrare ad una manifestazione folkloristica a Roma il barbiere ciociaro Marino Balestrini e la bella operaia marchigiana Marisa Di Giovanni. Si è trattato di un breve incontro, ma sufficiente per far scoppiare un colpo di fulmine tra i due giovani. Per questo il motivo, Marino lascia il suo paese per andare a Sacrofante Marche per incontrare di nuovo Marisa. Qui i due si innamorano, vivendo la loro passione citando e cantando i versi delle canzonette che ispirano il loro amore.
Ma il padre di lei, marmista e scultore di monumenti funebri, ritiene il barbiere non adatto alla figlia perché socialmente inferiore e si oppone al matrimonio. I due allora, seguendo gli insegnamenti delle canzonette e dei fotoromanzi e rivivendo il dramma del film "Il dottor Živago", decidono di por fine al loro disperato amore facendosi travolgere da un treno che invece riesce a fermarsi in tempo. La prematura morte del padre scultore libera però i due giovani, che si preparano ormai a sposarsi.
Adelaide, la vedova padrona della pensione in cui alloggia Marino, tenta l'uomo con le sue grazie, che il barbiere però respinge: offesa dal rifiuto, la donna allora si vendica instillando in Marino il dubbio che Marisa, durante una gita parrocchiale, si sia comportata da malafemmina con un certo Scortichini Guido. Marino vorrebbe che Marisa confessasse il suo turpe passato ma la ragazza, offesa dall'ingiusto sospetto, abbandona il paese per Roma. Conosciuta alla fine la verità, Marino, pentito, lascia tutto per inseguire Marisa e farsi perdonare da lei ma nel frattempo è scomparsa nella grande città.
Dopo varie vicissitudini, il povero ex barbiere, senza più un soldo e ridottosi come un barbone, disperato poiché non riesce a rintracciare Marisa, decide di suicidarsi, questa volta da solo, gettandosi nel Tevere, ma viene salvato. L'accaduto viene pubblicato nei giornali e così Marisa, che nel frattempo ha sposato il sarto sordomuto Umberto, va a visitare Marino in ospedale, e l'informa che ormai è diventata la signora Ciceri. Dietro suggerimento di un vicino di letto, Marino, pur disperato, gioca al lotto i numeri della sua travagliata storia d'amore e vince una forte somma. Risolti così i suoi problemi economici, Marino dapprima vorrebbe cinicamente vendicarsi dell'abbandono, poi l'antica passione per Marisa prende il sopravvento e tra loro torna l'amore.
Ma c'è di mezzo il sordomuto, per cui i due decidono di eliminarlo facendo esplodere la stufa a kerosene non appena il sarto accenderà un ferro da stiro. L'esplosione, presa per un incidente casuale, invece di uccidere il sarto gli fa riacquistare la parola e l'udito; per assolvere a un voto fatto anni prima, il sarto, per la grazia ricevuta, si farà frate con l'obbligo del silenzio e sarà proprio lui a cantare, con voce angelica, alle nozze di Marino e Marisa.
2017: STRAZIAMI MA DI CEDOLE SAZIAMI
Cosa aggiungere di nuovo ?
Sappiamo così tanto del Venezuela che ci sembra di viverci.
Il paese galleggia su un mare di petrolio e di materie prima da far paura. Un vero e proprio forziere energetico.
Eppure siamo sempre in tensione, sempre preoccupati per una sana incertezza più che motivata.
Cedola si, cedola no. Chi vivrà vedrà e così via........
Uno strazio.
Ma come rinunciarci ? Impossibile !
Non ci resta che invocare la buona fortuna e conservare la convinzione che un paese così benedetto da madre natura, possa resistere.
Caro Venezuela: straziaci ma di cedole saziaci !
Noi tifiamo per te !
Come colonna sonora di questa copertina, la canzone CARAVAN PETROL del grande Renato Carosone (1958)
Buona lettura a tutti !