RESIDENZA ALL'ESTERO: per pagare meno tasse sulle rendite finanziarie? VOLUME III

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Proveniamo da qui:

RESIDENZA ALL'ESTERO: per pagare meno tasse sulle rendite finanziarie? VOLUME II

Chiedo ai più esperti e frequentatori storici di questo volume, se possibile mettere in prima pagina tutti i link utili che sono stati postati nei precedenti volumi, per averli a rapida disposizione.

https://en.wikipedia.org/wiki/International_taxation

Qualche info su Panama

Trasferirsi a Panama - Panama per Caso

http://www.paradisifiscali.org/

Corsi di lingua Thai per ottenere il visto

http://www.easy-abc-th.com/ed-visa-fee/
 
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Forse, più dei links, sono utili le esperienze di chi risiede gia' da tempo in altre giurisdizioni,
con soddisfazione.
 
L'altro ieri leggevo che la signora Orlandi ammoniva che d'ora in poi le persone che non collaborano conosceranno il "lato oscuro" del fisco italiano.
A parte il lato grottesco dei gabellieri statali, è evidente comunque che questa è un'intimidazione rivolta non si sa bene a chi: a chi non collabora? Il Ministero per la Sicurezza di Stato ha detto la sua, direi.
Quindi io avrei un suggerimento per i vari aspiranti in fuga. Lasciate perdere le stupidaggini dei thread pubblici come questo.
Semplicemente mettete in pratica i vostri propositi, documentandovi seriamente attraverso altre vie.
Indicare soluzioni fiscali in un thread pubblico apertamente consultabile a tutti non solo è stupido, è anche deleterio.
 
Ecco un articolo che ti dice perchè è meglio andarsene

Contribuenti al servizio del fisco
Di Marino Longoni
Contribuenti al servizio del fisco

La quantità di dati che banche, imprese, professionisti, enti pubblici devono inviare all’anagrafe tributaria sta crescendo in modo esponenziale. Negli ultimi 12 mesi sono almeno una dozzina i provvedimenti dell’Agenzia delle entrate che hanno imposto nuove corvèe fiscali: dagli enti di previdenza alle università, dai professionisti alle imprese, dalle assicurazioni alle banche, tutti hanno dovuto aggiornare procedure, software, competenze, per adempiere ai nuovi obblighi di volta in volta imposti dalla normativa tributaria. I conti bancari, i risparmi, perfino le cassette di sicurezza sono scandagliati in modo sistematico dal grande fratello fiscale.
La gran parte delle riforme fiscali degli ultimi anni si è tradotta in nuovi adempimenti a carico delle categorie produttive che, oltre a combattere con clienti e fornitori, hanno dovuto sobbarcarsi oneri e attività che la pubblica amministrazione non è in grado o non vuole svolgere. Un esempio recente è l’operazione 730 online, per la quale sono state arruolate, gratis et amore dei, schiere di professionisti, imprese, lavoratori autonomi, che si sono dovuti organizzare, quasi sempre in tempi stretti, per la trasmissione delle informazioni richieste dall’anagrafe tributaria. Spesso sotto la minaccia di sanzioni pesantissime.
L’aumento delle informazioni in possesso del grande fratello fiscale ha messo nelle mani dell’Agenzia delle entrate un’arma micidiale. Definitiva. L’evasione fiscale, con tutti gli squilibri e le ingiustizie causati da una ripartizione iniqua del carico tributario, sembra avere i giorni contati. Ma cosa succederà quando tutto sarà sotto il controllo vigile del fisco? Quando strumenti elettronici sempre più sofisticati renderanno l’evasione un’ipotesi residuale? Succederà quello che è già successo in Russia, a Cuba, nell’Europa dell’Est. Nessuno più avrà voglia di avviare un’impresa, un’attività artigianale o professionale. Perché assumersi dei rischi, impegnarsi allo spasimo, lavorare duramente se poi, con una pressione tributaria che supera il 43% del pil, a guadagnarci è sempre e solo il fisco? È come giocare con una roulette, dove vince sempre il banco. L’Italia si avvia a inaugurare il socialismo reale hi-tech.
Il rapporto tra l’apparato burocratico statale, che si nutre di imposte, e l’apparato produttivo, che le imposte le paga, è necessariamente un rapporto dialettico, che si mantiene su delicati equilibri. Non può essere scardinato a favore dell’una o dell’altra parte senza conseguenze rovinose. La storia del Novecento è ricca di esempi che lo dimostrano.
Invece, a fronte di un aumento impressionante e continuo della quantità di dati contenuti nell’anagrafe tributaria, le garanzie offerte ai contribuenti non crescono affatto. Possono infatti accedere all’anagrafe tributaria la gran parte dei 36 mila dipendenti dell’Agenzia delle entrate, oltre 400 enti esterni (Poste, Inps, Inail, Equitalia e altri,) le regioni e 5.700 comuni. E in passato sono emersi casi di accessi non esattamente per ragioni di servizio. Il garante della privacy, pochi giorni fa, ha evidenziato la presenza massiccia di dati errati: basta imputare male un numero o un nome e questo può generare accertamenti sbagliati, segnalazioni prive di fondamento, anomalie più o meno gravi che rischiano di trascinarsi per anni (o di non essere corrette mai). Lo stesso garante non ha però previsto la possibilità per il contribuente di accedere ai dati a lui riferiti (per facilitare l’emersione di eventuali errori). E nemmeno ha ritenuto necessario consentire ai contribuenti la conoscenza di quale funzionario ha effettuato l’accessi sui suoi dati: lo ha confermato di recente la struttura di Antonello Soro, rispondendo a un quesito in tal senso posto da ItaliaOggi. Cresce così lo squilibrio tra una parte, quella pubblica, che viene dotata di poteri sempre più penetranti e un’altra, quella privata, che si trova ad agire in ambiti sempre più ristretti. Da stato di polizia (tributaria).
 
Contribuenti al servizio del fisco
Di Marino Longoni
Contribuenti al servizio del fisco

La quantità di dati che banche, imprese, professionisti, enti pubblici devono inviare all’anagrafe tributaria sta crescendo in modo esponenziale. Negli ultimi 12 mesi sono almeno una dozzina i provvedimenti dell’Agenzia delle entrate che hanno imposto nuove corvèe fiscali: dagli enti di previdenza alle università, dai professionisti alle imprese, dalle assicurazioni alle banche, tutti hanno dovuto aggiornare procedure, software, competenze, per adempiere ai nuovi obblighi di volta in volta imposti dalla normativa tributaria. I conti bancari, i risparmi, perfino le cassette di sicurezza sono scandagliati in modo sistematico dal grande fratello fiscale.
La gran parte delle riforme fiscali degli ultimi anni si è tradotta in nuovi adempimenti a carico delle categorie produttive che, oltre a combattere con clienti e fornitori, hanno dovuto sobbarcarsi oneri e attività che la pubblica amministrazione non è in grado o non vuole svolgere. Un esempio recente è l’operazione 730 online, per la quale sono state arruolate, gratis et amore dei, schiere di professionisti, imprese, lavoratori autonomi, che si sono dovuti organizzare, quasi sempre in tempi stretti, per la trasmissione delle informazioni richieste dall’anagrafe tributaria. Spesso sotto la minaccia di sanzioni pesantissime.
L’aumento delle informazioni in possesso del grande fratello fiscale ha messo nelle mani dell’Agenzia delle entrate un’arma micidiale. Definitiva. L’evasione fiscale, con tutti gli squilibri e le ingiustizie causati da una ripartizione iniqua del carico tributario, sembra avere i giorni contati. Ma cosa succederà quando tutto sarà sotto il controllo vigile del fisco? Quando strumenti elettronici sempre più sofisticati renderanno l’evasione un’ipotesi residuale? Succederà quello che è già successo in Russia, a Cuba, nell’Europa dell’Est. Nessuno più avrà voglia di avviare un’impresa, un’attività artigianale o professionale. Perché assumersi dei rischi, impegnarsi allo spasimo, lavorare duramente se poi, con una pressione tributaria che supera il 43% del pil, a guadagnarci è sempre e solo il fisco? È come giocare con una roulette, dove vince sempre il banco. L’Italia si avvia a inaugurare il socialismo reale hi-tech.
Il rapporto tra l’apparato burocratico statale, che si nutre di imposte, e l’apparato produttivo, che le imposte le paga, è necessariamente un rapporto dialettico, che si mantiene su delicati equilibri. Non può essere scardinato a favore dell’una o dell’altra parte senza conseguenze rovinose. La storia del Novecento è ricca di esempi che lo dimostrano.
Invece, a fronte di un aumento impressionante e continuo della quantità di dati contenuti nell’anagrafe tributaria, le garanzie offerte ai contribuenti non crescono affatto. Possono infatti accedere all’anagrafe tributaria la gran parte dei 36 mila dipendenti dell’Agenzia delle entrate, oltre 400 enti esterni (Poste, Inps, Inail, Equitalia e altri,) le regioni e 5.700 comuni. E in passato sono emersi casi di accessi non esattamente per ragioni di servizio. Il garante della privacy, pochi giorni fa, ha evidenziato la presenza massiccia di dati errati: basta imputare male un numero o un nome e questo può generare accertamenti sbagliati, segnalazioni prive di fondamento, anomalie più o meno gravi che rischiano di trascinarsi per anni (o di non essere corrette mai). Lo stesso garante non ha però previsto la possibilità per il contribuente di accedere ai dati a lui riferiti (per facilitare l’emersione di eventuali errori). E nemmeno ha ritenuto necessario consentire ai contribuenti la conoscenza di quale funzionario ha effettuato l’accessi sui suoi dati: lo ha confermato di recente la struttura di Antonello Soro, rispondendo a un quesito in tal senso posto da ItaliaOggi. Cresce così lo squilibrio tra una parte, quella pubblica, che viene dotata di poteri sempre più penetranti e un’altra, quella privata, che si trova ad agire in ambiti sempre più ristretti. Da stato di polizia (tributaria).

Benvenuti agli Hunger Games che la fortuna sia dalla vostra parte
 
Forse, più dei links, sono utili le esperienze di chi risiede gia' da tempo in altre giurisdizioni,
con soddisfazione.

L'idea è di riunire nel primo post della discussione, e di quelle future, tutto ciò che possa tornare utile per prendere una decisione su quale possa essere la meta più adatta.

Quindi tabelle che riportino aliquote varie, esperienze personali (anche sotto forma di racconto)...dati certi e di prima mano, non di sicuro l'articoletto di IO sui 400 pensionati italiani che hanno deciso di andare a vivere in Bulgaria nel 2015.
 
L'altro ieri leggevo che la signora Orlandi ammoniva che d'ora in poi le persone che non collaborano conosceranno il "lato oscuro" del fisco italiano.
A parte il lato grottesco dei gabellieri statali, è evidente comunque che questa è un'intimidazione rivolta non si sa bene a chi: a chi non collabora? Il Ministero per la Sicurezza di Stato ha detto la sua, direi.
Quindi io avrei un suggerimento per i vari aspiranti in fuga. Lasciate perdere le stupidaggini dei thread pubblici come questo.
Semplicemente mettete in pratica i vostri propositi, documentandovi seriamente attraverso altre vie.
Indicare soluzioni fiscali in un thread pubblico apertamente consultabile a tutti non solo è stupido, è anche deleterio.

ma quali sarebbero le altre vie di documentazione? mi pare che molte fonti di documentazione siano state indicate in questo thread anche se in maniera dispersiva ma armandosi di pazienza ci sono dei buoni riferimenti. Se poi anche l'ADE si viene a documentare qua non vedo il problema si stà parlando di cose legittime fiscalmente e penso che loro le conoscano benissimo.
 
è una ottima idea la riunione dei vari regimi fiscali ed esperienze

io ad esempio cercavo come sono tassati i capital gain, le cedole e i dividendi in slovenia e croazia ed anche in Montenegro

non so se è stato discusso, io non sono riuscita a trovare notizie

attendo vostre risposte se siete al corrente
 
L'idea è di riunire nel primo post della discussione, e di quelle future, tutto ciò che possa tornare utile per prendere una decisione su quale possa essere la meta più adatta.

Quindi tabelle che riportino aliquote varie, esperienze personali (anche sotto forma di racconto)...dati certi e di prima mano, non di sicuro l'articoletto di IO sui 400 pensionati italiani che hanno deciso di andare a vivere in Bulgaria nel 2015.

Condivido anch'io. Se non sbaglio, il sig. "cpandrea" vive da vari anni nella Rep. Dominicana e penso che senz'altro avrà maturato una notevole esperienza personale su molte cose in loco. Per es. a me interesserebbe la sua opinione per Puerto Plata. L'unica persona che mi ha parlato del Santo Domingo, non ha usato delle parole molto incoraggianti e cioè: "Clima caldo umido che ti fa mancare il respiro, insopportabile camminare con i vestiti appiccicati addosso dal sudore, prostitute che ti toccano sotto la cinta anche se cammini accompagnato con un'altra donna. Delinquenza dilagante. Nel miglior ristorante devi far finta di niente se viene a sedersi vicino un ricercato pericoloso che si toglie la pistola e la mette vistosamente sul tavolo"!.. Tirando le somme, da quanto mi ha raccontato questo signore che ha girato più di mezzo mondo, l'unico posto che unisce uno stile di vita europeo con i vantaggi del terzo mondo è il Sudafrica. Lui ha comprato una villetta a Cape Town ed è felice di offrire ogni info richiesta, come anche il servizio B&b a casa sua.... Purtroppo, a me non piace l'Africa e meno ancora le africane nere catrame con la bocca grande da antropofaga! :(
 
è una ottima idea la riunione dei vari regimi fiscali ed esperienze

io ad esempio cercavo come sono tassati i capital gain, le cedole e i dividendi in slovenia e croazia ed anche in Montenegro

non so se è stato discusso, io non sono riuscita a trovare notizie

attendo vostre risposte se siete al corrente

Ciao wynter. Croazia a me piace molto, sono stato per 12 estati di fila. Tassazione attuale mi pare del 25%!
Montenegro applica una Flat-Tax del 9%!

Esamina con calma il sito: Dal mondo FiscoOggi.it
Clicca sulla cartina a destra sul continente desiderato e scegli il paese.

PS. A Maldive sembra che le rendite finanziarie estere, sono esentasse fino a 29.000 euro. Oltre tale cifra, la rendita finanziaria è tassata al 5%...sembra. Qualcuno lo può confermare?
 
Ultima modifica:
non vivo ai caraibi
ma in EU

fra qualche anno potrei trasferirmi altrove, ma propenderei di più per SEA (sud est asia)
e comunque intendo solo affrontare problematiche di carattere fiscale
il resto lasciamolo ad altri siti
 
ma quali sarebbero le altre vie di documentazione? mi pare che molte fonti di documentazione siano state indicate in questo thread anche se in maniera dispersiva ma armandosi di pazienza ci sono dei buoni riferimenti. Se poi anche l'ADE si viene a documentare qua non vedo il problema si stà parlando di cose legittime fiscalmente e penso che loro le conoscano benissimo.

Io farei così. Mi documenterei su internet o tramite amici e conoscenze. In internet trovi molto materiale, schede paese e quant'altro. Basta cercare un po'. In questo modo uno si fa un'idea approssimativa.
Poi una volta che si è trovato un possibile (ma non definitivo) paese destinazione, valido per una serie di motivi, come tassazione, qualità della vita, et cetera, allora è il momento di fare una visita sul posto, non mancando di visitare qualche società di assistenza contabile, magari limitandosi a quelle grosse società di auditing che sono presenti un po' ovunque, in modo da essere sicuri di parlare con interlocutori professionali.
Inoltre se vi piace un paese che apparentemente ha un'alta tassazione, io non lo escluderei su due piedi. Potrebbe comunque offrire delle soluzioni legali che vi permettono forti sconti fiscali. E' per questo che alla fine è sempre meglio parlare con un professionista sul posto.
Uno dei paesi invece che oggi sicuramente non offre alcuna flessibilità è l'italia. Gli italiani in questo momento devono sopportare una sorta di repressione fiscale. Ma non tutti i paesi sono alla canna del gas per una spesa pubblica parassitaria ed insostenibile.
 
Io farei così. Mi documenterei su internet o tramite amici e conoscenze. In internet trovi molto materiale, schede paese e quant'altro. Basta cercare un po'. In questo modo uno si fa un'idea approssimativa.
Poi una volta che si è trovato un possibile (ma non definitivo) paese destinazione, valido per una serie di motivi, come tassazione, qualità della vita, et cetera, allora è il momento di fare una visita sul posto, non mancando di visitare qualche società di assistenza contabile, magari limitandosi a quelle grosse società di auditing che sono presenti un po' ovunque, in modo da essere sicuri di parlare con interlocutori professionali.
Inoltre se vi piace un paese che apparentemente ha un'alta tassazione, io non lo escluderei su due piedi. Potrebbe comunque offrire delle soluzioni legali che vi permettono forti sconti fiscali. E' per questo che alla fine è sempre meglio parlare con un professionista sul posto.
Uno dei paesi invece che oggi sicuramente non offre alcuna flessibilità è l'italia. Gli italiani in questo momento devono sopportare una sorta di repressione fiscale. Ma non tutti i paesi sono alla canna del gas per una spesa pubblica parassitaria ed insostenibile.

consiglio ragionevole, in linea di principio.
ma trovo assai poco ragionevole l'idea di scegliere un paese ove trasferirsi.. documentandosi su internet.

direi che prima occorre andarci a dare un'occhiata, se non lo si conosce gia' bene.
poi.. passateci tre mesi nella stagione meno attraente.
solo allora potrete ragionevolmente decidere se il luogo fa per voi.

se l'idea di emigrare ha quasi esclusivamente motivazioni fiscali... allora e' meglio, almeno all'inizio... scegliere un paradiso fiscale vero (e lasciare l'Italia davvero)
 
consiglio ragionevole, in linea di principio.
ma trovo assai poco ragionevole l'idea di scegliere un paese ove trasferirsi.. documentandosi su internet.

direi che prima occorre andarci a dare un'occhiata, se non lo si conosce gia' bene.
poi.. passateci tre mesi nella stagione meno attraente.
solo allora potrete ragionevolmente decidere se il luogo fa per voi.

se l'idea di emigrare ha quasi esclusivamente motivazioni fiscali... allora e' meglio, almeno all'inizio... scegliere un paradiso fiscale vero (e lasciare l'Italia davvero)

Ma infatti ho scritto che uno può farsi un'idea di prima approssimazione documentandosi con internet o tramite amici e conoscenze.
Poi inevitabilmente arriva il momento di approfondire seriamente la cosa. Arrivando magari a scartare l'idea iniziale.
 
non vivo ai caraibi
ma in EU

fra qualche anno potrei trasferirmi altrove, ma propenderei di più per SEA (sud est asia)
e comunque intendo solo affrontare problematiche di carattere fiscale
il resto lasciamolo ad altri siti

Vedo che alla fine anche tu hai cambiato destinazione e il tuo sguardo si rivolge verso SEA...eppure me l'avevi decantata tanto la RD e le piccole alture dove si poteva trovare il clima migliore!
E' ovvio che qui si parla, prevalentemente, di problematiche fiscali. Chiaro che se la condizione fiscale non viene soddisfatta, è inutile considerare il resto.:bye:
 
Vedo che alla fine anche tu hai cambiato destinazione e il tuo sguardo si rivolge verso SEA...eppure me l'avevi decantata tanto la RD e le piccole alture dove si poteva trovare il clima migliore!
E' ovvio che qui si parla, prevalentemente, di problematiche fiscali. Chiaro che se la condizione fiscale non viene soddisfatta, è inutile considerare il resto.:bye:

direi che la premessa necessaria e' capire il problema da risolvere.

il caso di un pensionato-rentier, che essenzialmente ha bisogno di buon clima, buoni servizi sanitari, buon livello di sicurezza.. e non-tassazione dei redditi di capitale di fonte estera... e' assai diverso da quello di una persona che resta attivamente impegnata in attività "produttive", anche se svolte tramite apposite strutture societarie. Nel secondo caso, entrano in gioco, più del clima, l'efficienza e reputazione della giurisdizione, e la facilita' di fare "frequent commuting" verso i paesi in cui si hanno interessi economici attivi.
 
Vedo che alla fine anche tu hai cambiato destinazione e il tuo sguardo si rivolge verso SEA...eppure me l'avevi decantata tanto la RD e le piccole alture dove si poteva trovare il clima migliore!
E' ovvio che qui si parla, prevalentemente, di problematiche fiscali. Chiaro che se la condizione fiscale non viene soddisfatta, è inutile considerare il resto.:bye:

ti confondi con qualcun altro
 
problemi espatrio

C'è chi ha paura di lasciare i vecchi da soli o non può lasciarli da soli perchè non sono autosufficienti

c'è chi ha la moglie che non è d'accordo a espatriare

c'è chi ha i figli piccoli ho adolescenti e ha paura che sia peggio istruzione ho la sicurezza ho la sanità

c'è chi ha paura anche della lingua che bisogna imparare

c'è chi ha paura della solitudine perchè non ti conosce nessuno e dovrai farti nuovi amici --amiche---

c'è chi espatria senza soldi perchè spera di farli facile nel paese scelto

c'è chi i soldi li ha già fatti e non vuole che lo stato glieli porti via un poco per volta

c'è chi ha soldi in abbondanza e se ne frega di tutti i problemi sopracitati , perchè ad ogni problema c'è una soluzione facile se hai i soldi .

Io non sono invidioso di chi ha tanti soldi , anzi devo appendere come ha fatto e insegnarlo a mio figlio per mè è troppo tardi .

In Italia non si può fare impresa è un suicidio fiscale e anche fisico se guardiamo ai morti impiccati per questioni di fisco .

Volete che i vostri figli vivano in Italia ? fategli fare la carriera politica se hanno pelo sullo stomaco e sanno parlare in pubblico hanno grosse opportunità .

Per tutti gli altri sceglietevi un paese a bassa o nulla tassazione , perchè non ho mai visto un paese dove le tasse scendano, si parte dal basso e si arriva dove siamo noi ora , poi c'è il tracollo la fame e miseria e "forse" dopo una ripresa ma guardate il venezuela dove è arrivato e ancora non c'è ripresa .
 
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