Excel e costruzione di monitor: Ultimo, ask, bid, midrange, MPI

Gapak

www.venganza.org
Registrato
25/9/11
Messaggi
8.434
Punti reazioni
1.459
Excel e costruzione di monitor: prezzo riferimento. Ultimo, ask, bid, midrange, MPI

Quale preferire e per che uso?

Nel mio piccolo uso molto spesso Icebond, dove si prende l'ultimo prezzo.
Poi, quando voglio studiarmi (al meglio delle mie possibilità, ovvero senza strumenti professionali) altri aspetti, ad esempio le curve di una emittente o certi spread, uso il midrange.

Mi rendo intuitivamente conto che entrambi gli approcci hanno dei limiti e forse sarebbe preferibile sviluppare tutti i conteggi su ogni prezzo, ma a discapito dell'immediatezza di lettura dei risultati (troppi risultati -> nessun risultato).

Voi come vi regolate?
 
Ultima modifica:
ottimo nuovo 3D OK!

La prima distinzione da fare secondo me e' relativa al mercato che si sta analizzando o operando.

Il book che ci viene mostrato sul MOT e' molto piu' "onesto" del book che si trova di solito sull'Eurotlx. Book di differenti mercati richiedono trattamenti algoritmici differenti. L'idea fondamentale di base e' pero' valida per tutti i mercati.

Se il book dalla parte della domanda e' molto piu' pesante del book dal lato della offerta, su un breve orizzonte temporale e' piu' probabile che il prezzo si muovera' all'insu', per la presenza di una forte componente di pressione sul lato del buy.

Per costruire un segnale di trading, ecco che allora noi abbiamo bisogno di un indicatore cosiddetto di "sbilanciamento", che troviamo spesso nelle nostre piattaforme come "imbalance".

Quante piattaforme possiedono l'imbalance ? :mmmm:
La vostra piattaforma possiede l'imbalance ? :confused:

Per il momento vi rimando alla trasmissione di Massimo Bernardini su Raistoria, il TEMPO E LA STORIA, OGNI SERA ALLE ORE 20:45 di cui non mi perdo una puntata.

Alla fine di ogni puntata Massimo Bernardini chiede all'intervistato, cioe' ad ognuno dei 13 professori di storia che tengono il filo della trasmissione :

Rai.tv - RaiTre - Il Tempo e la storia

A) UN LIBRO
B) UN FILM
C) UN LUOGO

Analogamente, proporro' sull'imbalance
A) un'idea
B) un paper
C) una formula
 
Per il momento vi rimando alla trasmissione di Massimo Bernardini su Raistoria, il TEMPO E LA STORIA, OGNI SERA ALLE ORE 20:45 di cui non mi perdo una puntata.

Alla fine di ogni puntata Massimo Bernardini chiede all'intervistato, cioe' ad ognuno dei 13 professori di storia che tengono il filo della trasmissione :

Rai.tv - RaiTre - Il Tempo e la storia


Analogamente, proporro' sull'imbalance
A) un'idea
B) un paper
C) una formula


Facciamo cosi': i paper sul microprice ve li cercate da soli, qui non siamo nella sezione econometria, dove ogni affermazione deve essere documentata da dimostrazioni, formule e risultati. Quindi modifico i 3 topos del bravissimo giornalista Massimo Bernardini, autore anche della bellissima rivista televisiva Talk, che alla fine di ogni puntata di il TEMPO E LA STORIA invita i telespettatori ad approfondire l'argomento con 3 suggerimenti.

Nel caso dell'argomento prezzo medio del book su cui misurare i rendimenti, saranno:

a) idea
Se il book dalla parte della domanda e' molto piu' pesante del book dal lato della offerta, su un breve orizzonte temporale e' piu' probabile che il prezzo si muovera' all'insu', per la presenza di una forte componente di pressione sul lato del buy.

b) grafico (sotto)

C) formula del microprice, ripresa da uno dei tanti paper trovati in rete

Microprice = Pb*(Qa/Qa+Qb)+Pa*(Qb/Qa+Qb) (1)

dove
i prezzi Pa e Pb sono pesati in proporzione delle quantita' sul lato opposto del book, Qa e Qb e viceversa

Il micropriece diventa quindi il prezzo con il pallino a meta' del book per un book di un mercato order driven cosi' come lo sono i nostri mercati rionali e provinciali, il Mot e l'TLX

Questo indicatore non vale certo il NASDAQ o altri mercati americani che sono mercati market driven.
 

Allegati

  • Cattura.jpg
    Cattura.jpg
    56,5 KB · Visite: 143
Ultima modifica:
Ultimo intervento.

Quante piattaforme possiedono l'imbalance ? :mmmm:
La vostra piattaforma possiede l'imbalance ? :confused:

Probabilmente diverse piattaforme possiedono l'imbalance del book, ma nessuno ci ha fatto mai caso. Altri l'avranno notato, ma non hanno mai compreso a piano le potenzialita'.

Infine par di ricordare che in alcune piattaforme l'imbalance del book inizialmente presente e' stato tolto nel seguito, non so bene per quali motivi.
 
Questo e' il pdf da cui provengono molte delle idee da implementare per la costruzione di un prezzo baricentrico dei book.

http://www.orie.cornell.edu/enginee...iles/shorttermsignaldevusage-sotiropoulos.pdf


Assai istruttivo e' il seguente grafico estratto dal paper, che spiega ipoteticamente cosa accade quando invece di acquistare 2000 pezzi di un bond illiquido ne acquistiamo la meta' subito e meta' successivamente.

Per la nota legge della domanda e dell'offerta avremo generato un impatto permanente sui prezzi ed un impatto temporaneo, entrambi dovuti alla nostra azione sul book.
 

Allegati

  • Cattura.jpg
    Cattura.jpg
    76,3 KB · Visite: 170
Un veloce riassunto finale dell'interessantissimo paper che vi ho segnalato e che in estrema sintesi (e senza le pesanti formule matematiche che verrebbero richieste nella sezione Econometria del FOL) racconta praticamente tutto per quanto riguardo le tecniche in ambito professionale di rilevazione dei prezzi "centrali" dei book su cui misurare i rendimenti.

Punto 1
Il microprice e' il prezzo che e' IMHO il miglior candidato a rimpiazzare il midrange (bid+ask)/2), come giustamente lo ha chiamato Gapak, nella costruzione del monitor Excel

Punto 2
il microprice e' un indicatore che tiene conto dello sbilanciamento tra le quantita' di denaro e di lettera presenti nel book

Punto 3
Il microprice vale per i mercati italiani, che nel paper vengono chiamati LOB. Lob sta per Book con Ordini aventi Limite di prezzo. Le spiegazioni dei termini della formula Pmicro sono:
Qa = quantita' dell'ask
Qb = quantita' del bid
Pa = Prezzo dell'ask
Pb = Prezzo del bid

I valori sono pesati in relazione alla distanza dei livelli dai best ask e best bid del book, interpretabili con un maggior peso attribuibile ai prezzi e alle quantita' presenti ai primi livelli del book (es. in un book a 10 livelli 5 best bid o livello 1, 4 al livello 2, etc).

Per l'utilizzo del microprice in un algoritmo di trading vero e proprio esisterebbe anche un parametro "k" basato su studi empirici condotti da Bank of America Merril Linch in passato, evidentemente condotti in situazioni cosiddette "ecologiche", cioe' su quanto bene abbia performato il loro algoritmo Microprice a mercato in condizioni operative di trading. Non verranno certo a svelare il parametro K da loro utilizzato a noi poveri Folisti, ma al momento non interessa il trading system di BAML quanto ottenere la rilevazione puntuale del pallino rosso che sale e scende all'interno del best ask e del best bid.

Sara' il pallino rosso che rispondera' alla domanda di Gapak su quale punto di rilevazione utilizzare per costruire una misura di rendimento intersoggettiva ed universale.
 

Allegati

  • Cattura.JPG
    Cattura.JPG
    76,9 KB · Visite: 664
Se volete, nelle prossime "puntate" approfondiremo un paio di modelli alternativi al Microprice esposti nel paper di Bank of America

http://www.orie.cornell.edu/enginee...iles/shorttermsignaldevusage-sotiropoulos.pdf

Potrebbero essere il modello askness & bidness, del 2006, piuttosto semplice, oppure il modello MPI, che pero' credo non possa essere implementato facilmente in Excel se non attraverso il VBE, che sappiamo essere lento e non adeguato a compiere dei veloci screening di massa in tempi rapidi sull'universalita' dei titoli quotati.

E veniamo infine alle critiche, che non vanno mai celate per cercare di dare sempre una corretta rappresentazione del lavoro che si svolge e dei suoi limiti.

Per ottenere una "funzione" che dia un'indicazione accettabile di prezzo reale di un determinato strumento, si dovrebbe analizzare non solo i book, ma anche i dati trades/bid/ask/volume, che, ad esempio, sono invece richiesti dal modello "askness & bidness" di pagina 19 del paper.

L'informazione fornita' dal cosiddetto book non riesce e non riuscira' mai a tenere conto

A) degli ordini nascosti, degli ordini iceberg, etc.
B) degli "osservatori", anche automatizzati come i CBBT, che ti pappano la tua proposta all'interno dello spread esposto all'istante, se gli pare conveniente (a volte aspettano qualche minuto, prima di vedere il tuo gioco
wink.gif
).

Un saluto
 
Beh PAT innanzitutto grazie delle risposte al tempo stesso complete, chiare e probabilmente implementabili anche in un foglio "amatoriale".

Tra l'altro trovo la spiegazione intuitivamente razionale e coerente, raffigurando in termini formali quella che e' poi la valutazione ad oculum del book e la conseguente operativita' di breve periodo.

la formula mi sembra facilmente implementale su excel. Nei prossimi giorni faro' delle prove,, tempo permettendo.

un dubbio e' per quei book dove il mm si posiziona con size medio-piccole, ma molto mobile, scavalcando in un senso o nell'altro. Mm e altri ordini basati su strategie automatizzate creano movimenti anche molto rapidi e quindi rischiano di rendere il microprice ottenuto via scarico dati (diverso il caso di flusso costante di dati ddl) rapidamente obsoleto. Infine a volte poi sul Mot ci sono molti ordini iceberg e, imho, questo tipo di ordini altera l'esito della formula. D'altra quella e' proprio una delle funzioni degli icerberg.
ultimo dubbio nella formula riguarda l'aspetto meramento quantitativo da somma delle varie offerte nel book. Non mi sembra che vi sarebbe alcuna differenza tra, per esempio, un ordine 1000k primo in bid e quinto in bid, oppure, altro esempio, tra un ordine da 100k da singola offerta o risultsnte dalla somma di piu' offerte piccole.
quindi qualche inceppamento nel microprice puo' accadere imho.

Ovviamente la profondita' del book condiziona leggermente il microprice.
personalmente, nella costruzione del proprio cruscotto di analisi bond, preferisco l'approccio usato da Icecube, ovvero l'attingere da risorse free pubbliche in modo da non essere mai legati ad una specifica piattaforma (se ogni che cambio dovessi ripartire con tutto 'sto lavoro....). Se non l'ha gia' visto, faro' notare il 3d a icebond

Non mi risulta che vi sia online un servizio free che offra piu' dei 5 livelli.
Se a qualcuno risultasse, gli sarei grato di farcelo sapere.

Ps @pat. Mi piacerebbe sottoporti una questione molto specifica pane per i tuoi denti e che potrebbe intressarti (non vendo pentole o enciclopedie). Hai i pm disabilitati. Suppongo tu possa pero inviarne. Al limite ti mando una email

Buona notte a tutti
 
Ultima modifica:
Noto che abbiamo scritto due post contemporNeamente, sottolineando, piu' o meno, i medesimi punti critici del modello. Che comunque imho e' un passo avanti rispetto all'ultimo preźzo o al semplice midrange.
 
Ok, ma nell'immagine sotto la serie storica blu... che cos'è?

Di fatto non sono i prezzi legati agli scambi, visto che lo scambio è proprio la cosa più rara che accade in book e sono il denaro e la lettera a cambiare.
 

Allegati

  • img.png
    img.png
    70,1 KB · Visite: 594
Ok, ma nell'immagine sotto la serie storica blu... che cos'è?

Di fatto non sono i prezzi legati agli scambi, visto che lo scambio è proprio la cosa più rara che accade in book e sono il denaro e la lettera a cambiare.

Onestamente non ho capito la domanda, anche perché un uccellino di bosco :) mi ha confidato che su argomenti affini a questi qualcuno ci ha costruito sopra la propria tesi di dottorato :bow: e per la mia abitudinaria diffidenza sono portato a ritenere che sotto la sua apparente scorza invitante la domanda sia in realta' molto piu' difficile di quanto abbia inteso alla prima lettura.
:D


Se la domanda me l'avesse fatta Icebook, gli avrei risposto cosi':

Nell'immagine sotto la serie storica blu i pallini sono costruiti sulla formula

Microprice = Pb*(Qa/Qa+Qb)+Pa*(Qb/Qa+Qb)

dove i prezzi Pa e Pb sono pesati in proporzione delle quantita' sul lato opposto del book, Qa e Qb, e viceversa.

Ovviamente i pallini non sono scambi.
 
...Se non l'ha gia' visto, faro' notare il 3d a ice
Leggo, leggo...

PAT è una miniera di spunti, ma non faccio in tempo a leggere qualcosa sul MPI:
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j...34H4DA&usg=AFQjCNE4FLRQINc0PrXAankSdatgrEAugg

...che già si parla di altro, MicroPrice, ecc... !

...Potrebbero essere il modello askness & bidness, del 2006, piuttosto semplice, oppure il modello MPI, che pero' credo non possa essere implementato facilmente in Excel se non attraverso il VBE, che sappiamo essere lento e non adeguato a compiere dei veloci screening di massa in tempi rapidi sull'universalita' dei titoli quotati.
In realtà la velocità del VBA è più che sufficiente per l'MPI (inteso come calcolo spot in real-time del midprice MPI, non parliamo di MPI-average durante l'intera seduta, VERO ? ;-), il problema è lo scarico dal web dei book, che richiede un tempo notevolmente più elevato (diciamo mezzo secondo per titolo, tanto per farsi un'idea...), a meno di avere un collegamento DDE (ma anche così, lo vorrei proprio vedere alle prese con migliaia di titoli !).

...ultimo dubbio nella formula riguarda l'aspetto meramento quantitativo da somma delle varie offerte nel book. Non mi sembra che vi sarebbe alcuna differenza tra, per esempio, un ordine 1000k primo in bid e quinto in bid, oppure, altro esempio, tra un ordine da 100k da singola offerta o risultsnte dalla somma di piu' offerte piccole.
quindi qualche inceppamento nel microprice puo' accadere imho.
Ovviamente la profondita' del book condiziona leggermente il microprice.
...vediamo di fare qualche prova...
 
In realtà la velocità del VBA è più che sufficiente per l'MPI (inteso come calcolo spot in real-time del midprice MPI, non parliamo di MPI-average durante l'intera seduta, VERO ? ;-)...

Il MPI-average sul continuo serve solo per l'uso nei trading system di terza generazione.

Recentemente si e' svolta in una importante citta' italiana una fiera nazionale del trading automatico, nella quale sono convenuti i piu' accreditati oratori e conferenzieri di tutta Italia, TUTTI espertissimi sul trading automatico.

I contenuti sono stati certamente stimolanti, di alto livello, e le prospettive illustrate apparivano come sbalorditive: chi di noi non vorrebbe approcciarsi al trading con questi strumenti informatici, stando in poltrona a guardare il calcio alla TV o andando a giocare a tennis mentre l'algoritmo lavora per noi, ad esempio calcolando il MPI average sul continuo, immettendo ordini, controllando gli eseguiti parziali, posizionandosi sull'altro lato del book in un intervallo definito e dopo aver chiuso il trade ricominciare daccapo?

In realta' cio' che manca a queste manifestazioni e' l'inquadramento iniziale, per far capire a tutti, compresi i neofiti di informatica, cos'e' un algoritmo di trading e per quali scopi va utilizzato.

L'inquadramento iniziale non avviene perché le esigenze di coloro che frequentano le kermesse del trading come Expo, Rimini (manifestazione a cui non ho mai partecipato e mai partecipero' nemmeno sotto tortura) e che ambirebbero avvicinarsi a tecniche di trading automatico come l'MPI, il Microprice, etc,. lo fanno per ricevere piu' che altro un servizio di consulenza di qualita' per la generazione di segnali di trading system, piu' che per capire come un determinato algoritmo possa essere utilizzabile per inviare a mercato le loro strategie, possibilmente originali, e gia' ben backtestate.

Quindi in Italia siamo ancora all'anno Zero (0) dell'algoritmica. KO!

Manca soprattutto in Italia una epistemologia di corredo all'informatica del trading, che possa permettere a tutti di capire, ad esempio, cos'e'_

- un algoritmo di trading di prima generazione
- un algorimto di trading di seconda generazione
- un algorimto di trading di terza generazione
- un algorimto di trading di quarta generazione (che sono gli HFT)

E veniamo dopo questo cappello a cio' che tu chiedi.
Se io dico che una cosa non si puo' fare, e tu dici che e' possibile, occorrerebbe intendersi l'ambito di applicazione.

Per un algoritmo di trading di prima generazione un modulo che prevede l'MPI si puo' fare in VBA, ma per un algoritmo di terza generazione e' impossibile, perché gli altri algoritmi non possono attendere che il modulo MPI finisca il suo ciclo addirittura in mezzo secondo, tempo troppo lungo.

In conclusione: chi organizza convegni di algoritmi per il trading dovrebbe ingaggiare - prima ancora che dei relatori - un semplice professore di scuola come moderatore del convegno, il quale dovrebbe precisare inizialmente cosa si intende esattamente per la classificazione in generazioni degli algoritmi e produrre degli esempi, comprensibili a tutti.

Cosi' tutti capirebbero.... ma probabilmente poi i relatori delle varie software house che interfacciano i segnali si accorgerebbero che la loro produzione intellettuale verrebbe implacamabilmente classificata ed inquadrata, con possibile grave detrimento per l'appeal commerciale delle loro proposte.

La situazione e' cosi' complicata, confusa, inestricabile che senza un inquadramento degli algoritmi nella loro generazione storica di effettiva appartenenza nessuno piu' capisce cosa valga davvero un trading system automatico tra gli innumerevoli che sono stati proposti durante la manifestazione.

Ciao
 
Ultima modifica:
Solo una precisazione, dopo una rilettura.

Quindi in Italia siamo ancora all'anno Zero (0) dell'algoritmica. KO!

Manca soprattutto in Italia una epistemologia di corredo all'informatica del trading, che possa permettere a tutti di capire, ad esempio, cos'e'_

- un algoritmo di trading di prima generazione
- un algorimto di trading di seconda generazione
- un algorimto di trading di terza generazione
- un algorimto di trading di quarta generazione (che sono gli HFT)

Confesso di non avere assolutamente la minima idea su come vengono progettati realmente gli algoritmi di terza e quarta generazione: della quarta generazione ne conosco, come voi, solo l'aneddottica, che circola nelle discussioni del web, ovvero i numerosi 3d scritti sul FOL sul trading ad alta frequenza ed il libro di successo "Flash trading".

Sulla terza generazione si sa qualcosa (o molto..) di piu'.

Probabilmente, ma e' un'impressione personale che forse non fa testo, si riesce a distinguere un algoritmo in azione direttamente sul book e dal suo comportamento classificarlo in seconda o terza generazione.

Sicuramente qualche Folista usa gia' algoritmi di terza generazione, poi vi racconto come un amico se ne e' accorto un giorno e di come mi ha riferito il fatto.
 
Se il book dalla parte della domanda e' molto piu' pesante del book dal lato della offerta, su un breve orizzonte temporale e' piu' probabile che il prezzo si muovera' all'insu', per la presenza di una forte componente di pressione sul lato del buy.

La vostra piattaforma possiede l'imbalance ? :confused:

Considerando la facilità e la velocità con cui si immettono ordini e li si revoca, direi che osservare quanto e da che parte è carico il book, finisce col farti fare l'ordine che fa comodo agli altri...

alla fine, forse, solo proprio il primo ordine del primo livello del book conta qualcosa...
 
Ovviamente la profondita' del book condiziona leggermente il microprice.
personalmente, nella costruzione del proprio cruscotto di analisi bond, preferisco l'approccio usato da Icecube, ovvero l'attingere da risorse free pubbliche in modo da non essere mai legati ad una specifica piattaforma (se ogni che cambio dovessi ripartire con tutto 'sto lavoro....). Se non l'ha gia' visto, faro' notare il 3d a icebond
Non mi risulta che vi sia online un servizio free che offra piu' dei 5 livelli.
Se a qualcuno risultasse, gli sarei grato di farcelo sapere.

Risorse free -> 15/20 minuti di ritardo.
Se si vogliono utilizzare i dati per delle analisi può anche andare bene ma se vuoi costruire un monitor che ti aiuti nel trading il delay è assolutamente inaccettabile.
 
Onestamente non ho capito la domanda, anche perché un uccellino di bosco :) mi ha confidato che su argomenti affini a questi qualcuno ci ha costruito sopra la propria tesi di dottorato :bow: e per la mia abitudinaria diffidenza sono portato a ritenere che sotto la sua apparente scorza invitante la domanda sia in realta' molto piu' difficile di quanto abbia inteso alla prima lettura. [...] Ovviamente i pallini non sono scambi.
Ma il problema è che la serie storica blu rischia di non esistere, ovvero rischia di non essere fatta di scambi e di avere quel bel profilo continuo mostrato nel paper: su molte obbligazioni appetibili ci sono relativamente pochi scambi nell'arco della giornata, e il fatto che un titolo salga o scenda non è misurato sull'ultimo prezzo battuto ma sull'abbondanza del denaro e della lettera attorno ad un dato livello di prezzo in un dato momento (io ad esempio - ma non credo di essere il solo - misuro la performance a mark to market del mio portafoglio prendendo in considerazione il denaro in caso di dover uscire rapidamente, mentre la maggior parte delle schermate di rendicontazione delle varie piattaforme si ostina ad usare l'ultimo prezzo battuto).

Ovvero se volessi applicare quell'algoritmo ad un book qualsiasi di un titolo non proprio liquido mi ritroverei a poter rappresentare molto facilmente i "pallini"... ma al posto di una bella continua blu come quella raffigurata avrei una tragica spezzata fatta a scalini assolutamente inadatta a essere presa a riferimento come effetto dello sbilancio tra domanda & offerta.

Questa era la domanda :)
 
Risorse free -> 15/20 minuti di ritardo.
Se si vogliono utilizzare i dati per delle analisi può anche andare bene ma se vuoi costruire un monitor che ti aiuti nel trading il delay è assolutamente inaccettabile.

E già...
Temo che l'unica implementazione ragionevole sarebbe via DDE.

Lo scarico titolo per titolo da TLX o Borsaitaliana sommerebbe il ritardo del sito di origine, più il tempo di scaricamento e elaborazione (non brevissimo nel caso di monitor di qualche centinaio di titoli).

C'è da dire però che, anche nell'ottica non di trading stretto, imho, è comunque sempre meglio un prezzo midrange o questo microprice che l'ultimo eseguito, prezzo che magari, una volta scaricati i dati, è già fuori book.

L'unico caso nel quale preferirei avere l'ultimo eseguito è nel caso ci sia il "grosso" di turno con la milionata che assorbe tutto per tutto il giorno (e in questo caso il microprice dovrebbe essere però meglio del midrange).

Ovvero se volessi applicare quell'algoritmo ad un book qualsiasi di un titolo non proprio liquido mi ritroverei a poter rappresentare molto facilmente i "pallini"... ma al posto di una bella continua blu come quella raffigurata avrei una tragica spezzata fatta a scalini assolutamente inadatta a essere presa a riferimento come effetto dello sbilancio tra domanda & offerta.

Sella fa i grafici proprio così. Sono orrendi!!!
 
...C'è da dire però che, anche nell'ottica non di trading stretto, imho, è comunque sempre meglio un prezzo midrange o questo microprice che l'ultimo eseguito, prezzo che magari, una volta scaricati i dati, è già fuori book.

Non penso la discussione abbia avuto origine al fine di costruire trading system automatici o algoritmi particolarmente evoluti, io ho inteso la cosa in termini più semplici (ma magari sbaglio), provo con la tecnica "ripeti e condividi" per vedere se dico delle càcchiate...

"Visto che, quale che sia il metodo di valutazione di un titolo (rendimento effettivo, ASW, I/Z-Spread, CDS Basis...), questo è sempre una funzione del prezzo, quale è il prezzo più corretto da considerare ai fini della valutazione ?"

Abbiamo visto che il prezzo dell'ultimo scambio, pur avendo il pregio di essere un prezzo reale, effettivo, non è già più rappresentativo del mercato nel momento stesso in cui viene battuto. Inoltre potrebbe essere furviante in caso di eseguiti di quantità modeste (magari anche solo 1k).

La prima alternativa è il MidRange, ovvero la media aritmetica semplice del miglior denaro e migliore lettera. Questo è un prezzo "teorico" che può soffrire delle stesse distorsioni quando in cima al book ci sono ordini per quantità modeste.

Vengono proposti MicroPrice e MPI.

Quest'ultimo è per la verità una misura dello scarto tra denaro/lettera, usato per valutare l'efficienza di diversi mercati (Market Performance Index).

Quindi quello che ci interessa (sempre se ho capito bene...) dovrebbe essere la quantità a denominatore, che possiamo chiamare MPI-MidPrice (in sostanza la media aritmetica tra i prezzi ponderati denaro/lettera che ci consentono di acquistare/vendere una size prestabilita del titolo).
http://www.google.it/url?url=http://www.eurotlx.com/sites/default/files/Measuring_Liquidity_in_the_TLX_Market.pdf&rct=j&q=&esrc=s&sa=U&ei=YxYrVI6uAaKaygP-soDwCw&ved=0CB4QFjAC&usg=AFQjCNFEjylZq92iuA8rfnQgScs6Pmm5TQ

Pro: elimina i problemi delle piccole quantità, e dei "vuoti" nel book.
Contro: ...e quando non può essere calcolato ? (quantità nel book scarse)
Quale può essere una size adeguata ? ...e NON ditemi "dipende" !


Ancora domando a Voi: pro e contro del MicroPrice ?


Magari si potrebbe fare un foglio con un book "di prova", e vedere sul campo se i vari prezzi sono una buona rappresentazione dei dati (mi rivolgo soprattutto a Gapak). OK!
 
Ultima modifica:
Non penso la discussione abbia avuto origine al fine di costruire trading system automatici o algoritmi particolarmente evoluti, io ho inteso la cosa in termini più semplici (ma magari sbaglio), provo con la tecnica "ripeti e condividi" per vedere se dico delle càcchiate...

"Visto che, quale che sia il metodo di valutazione di un titolo (rendimento effettivo, ASW, I/Z-Spread, CDS Basis...), questo è sempre una funzione del prezzo, quale è il prezzo più corretto da considerare ai fini della valutazione ?"

Abbiamo visto che il prezzo dell'ultimo scambio, pur avendo il pregio di essere un prezzo reale, effettivo, non è già più rappresentativo del mercato nel momento stesso in cui viene battuto. Inoltre potrebbe essere furviante in caso di eseguiti di quantità modeste (magari anche solo 1k).

La prima alternativa è il MidRange, ovvero la media aritmetica semplice del miglior denaro e migliore lettera. Questo è un prezzo "teorico" che può soffrire delle stesse distorsioni quando in cima al book ci sono ordini per quantità modeste.

Vengono proposti MicroPrice e MPI.

Quest'ultimo è per la verità una misura dello scarto tra denaro/lettera, usato per valutare l'efficienza di diversi mercati (Market Performance Index).

Quindi quello che ci interessa (sempre se ho capito bene...) dovrebbe essere la quantità a denominatore, che possiamo chiamare MPI-MidPrice (in sostanza la media aritmetica tra i prezzi ponderati denaro/lettera che ci consentono di acquistare/vendere una size prestabilita del titolo).
http://www.google.it/url?url=http://www.eurotlx.com/sites/default/files/Measuring_Liquidity_in_the_TLX_Market.pdf&rct=j&q=&esrc=s&sa=U&ei=YxYrVI6uAaKaygP-soDwCw&ved=0CB4QFjAC&usg=AFQjCNFEjylZq92iuA8rfnQgScs6Pmm5TQ

Pro: elimina i problemi delle piccole quantità, e dei "vuoti" nel book.
Contro: ...e quando non può essere calcolato ? (quantità nel book scarse)
Quale può essere una size adeguata ? ...e NON ditemi "dipende" !


Ancora domando a Voi: pro e contro del MicroPrice ?


Magari si potrebbe fare un foglio con un book "di prova", e vedere sul campo se i vari prezzi sono una buona rappresentazione dei dati (mi rivolgo soprattutto a Gapak). OK!

sono anni che cerco un modo per avere IL prezzo delle 17:30 ma questo problema non lo risolverò mai. A me serve per valorizzare il NAV del mio portafoglio, ma per quanto possa affinare i ragionamenti su book e proposte, purtroppo il Prezzo con la P maiuscola è funzione della quantità che ne ho in portafoglio!
 
Indietro