Buongiorno e grazie a Condor per aver aperto la nuova casa.
Finita l'auforia, riprendono a picchiare con i dazi anche se al momento le nuvole non sono così scure
Buongiorno Arturo
Buongiorno a tutti
stamattina sono partiti gasati
sia Ucg e bancari e un po tutto. anche la nostra Telecom ancora bene oggi.
ecco una news che ho letto ora...
Titolo:
Tim: prove di nozze con Open Fiber (Rep)
Ora: 05/07/2018 09:22
Testo:
ROMA (MF-DJ)--Sara' Flash Fiber la societa' in cui dovra' realizzarsi la
fusione tra la rete di accesso di Tim e quella di Open Fiber, al 50% di
Enel e al 50% di Cdp.
Lo scrive Repubblica spiegando che sarebbe questa l'ipotesi su cui si
starebbe concentrando l'a.d. di Tim Amos Genish, convinto della necessita'
di dare segnali piu' concreti della volonta' dell'ex monopolista
telefonico di realizzare in Italia un'unica societa' per il cablaggio in
fibra ottica.
Flash Fiber e' una joint venture tra la stessa Telecom Italia e Fastweb,
80% di controllo della prima e il restante 20% della seconda. nata
giusto due anni fa, a fine luglio 2016 ed e' di fatto una replica precisa
proprio di Open Fiber: il suo compito e' infatti posare cavi di fibra
ottica dagli "armadi" di Tim ai palazzi e poi con i verticali fin dentro
le case degli utenti utilizzando le risorse stanziate da Tim e Fastweb per
poi affittare ai due operatori la cosiddetta "fibra spenta".
Il piano industriale parla di un budget di un miliardo per collegare
entro il 2020 circa 2,9 milioni di abitazioni. Il bilancio 2017 riporta
che sono stati attivati 155 milioni di investimenti per parte Tim e una
quarantina per conto di Fastweb e che le unita' cablate sono sotto il
milione.
La scelta di Genish sarebbe caduta su Flash Fiber perche' dovrebbe,
nelle intenzioni, consentire una migliore gestione della complessa partita
del conferimento della rete Telecom, permettendo d procedere per gradi
successivi.
La questione e' infatti spinosa perche' presenta due passaggi non facili
da cogliere. Il primo riguarda il perimetro della rete da conferire: le
opzioni possono andare dall'intera infrastruttura alla sola rete di
accesso, in pratica il solo ultimo miglio. Se fosse quest'ultima la
scelta, e' chiaro che una parte di infrastruttura resterebbe in Telecom,
che non potrebbe essere quindi definita come una societa' di soli servizi.
Il secondo nodo riguarda invece la valutazione: che non dipende solo dalla
quantita' di rete da conferire ma anche dal valore attribuito ai cespiti.
Qui le valutazioni divergono in modo sostanziale. Per parte Telecom il
valore della sola rete di accesso sarebbe sui 15 miliardi, con il resto
del "backbone" si arriverebbe attorno ai 20. Valutazioni che circolano tra
gli addetti ai lavori parlano di valori piu' bassi di un 30%: tra gli 8-10
miliardi la rete di accesso, trai 3 e i 4 miliardi il "backbone".
La mossa di Genish, prosegue il giornale, potrebbe essere il segnale di
una svolta definitiva in questa annosa partita dello scorporo della rete
Telecom e della costituzione di un'unica societa' della rete in fibra. In
questafase, se l'ipotesi prendesse realmente piede in tempi brevi, si
sarebbe quindi creata la congiunzione favorevole per la convergenza degli
interessi di praticamente tutti i protagonisti in gioco.
Per Telecom l'obiettivo primo e' quello di dare un segnale forte al
mercato e muovere un titolo che le complicate vicende societarie degli
ultimi mesi hanno risospinto verso il basso. Non riesce a superare quota 1
euro da circa due anni e mezzo. Ma la societa' unica della rete,
ottimizzando gli investimenti e accelerando il ritorno sul capitale,
dovrebbe essere anche un fattore di velocizzazione nei nuovi cablaggi:
secondo i dati Infratel oggi le connessioni superveloci a un giga hanno
una copertura di appena il 5% della popolazione. Troppo poco per sdoganare
una serie di nuovi servizi avanzati per l'industria 4.0 e anche per i
consumi delle famiglie. Anche in vista dell'arrivo delle nuove reti mobili
5G, le cui aste per l'assegnazione delle frequenzesi terranno entro fine
anno.
Il tema della velocizzazione dovrebbe trovare orecchie attente anche in
casa Enel e Cassa Depositi e Prestiti, alle prese con un complesso
progetto di finanziamento tramite fondi Bei per coprire un piano
complessivo da quasi 4 miliardi di investimenti da qui al 2022. Infine
c'e' il versante politico. M5S e Lega sembrano avere nella societa' unica
della rete uno dei loro punti di convergenza. E in una fase di
fibrillazione come l'attuale, riuscire a mettere in cantiere un risultato
presentabile come un piano strategico di interesse nazionale non sarebbe
un obiettivo di poco conto.
vs
(fine)
MF-DJ NEWS
0509:20 lug 2018