In merito all'incontro di ieri con il nuovo ceo di Telecom Italia , Amos Genish, Calenda ha spiegato che "intanto abbiamo costruito un rapporto per discutere di queste cose. Con Genish è andata molto bene". Secondo quanto trapelato, Genish si sarebbe mostrato disponibile non solo a ripristinare le bollette mensili al posto di quelle a 28 giorni, purché trasversale a tutto il settore (evitando quindi l'asimmetria tra contratti mobili, fissi e convergenti), ma anche a considerare l'ipotesi di separazione societaria della rete (la separazione della rete in una legal entity sotto il controllo di TI, sul modello di OpenReach in Gran Bretagna).
I vertici di TI incontreranno nuovamente il ministro non appena sarà pronto il nuovo piano industriale, che sarà poi presentato al mercato a inizio febbraio 2018. Detto questo, "Tim è una grande azienda. Benissimo gli investitori internazionali, ma che ci trattino come una colonia se lo possono scordare", ha messo bene in chiaro il ministro Calenda. Dichiarazioni che hanno fatto scattare in borsa il titolo Telecom Italia : ora avanza dell'1,77% a quota 0,775 euro, testando il massimo intraday a 0,778 euro.
Le aperture di Genish a Calenda sono positive non solo perché sembrano riportare un clima più sereno con le autorità italiane, dopo mesi di conflitto, ma anche perché l'eventuale separazione societaria della rete potrebbe preludere a una combinazione con la rete di Open Fiber, uno scenario interessante. "Dopo la disputa sulla gara Infratel, sui piani d'investimento, sul controllo, la governance, il golden power, l'avvio di una relazione costruttiva tra TI e il governo è il giusto approccio, a nostro avviso. È però ancora presto per dire quali siano le implicazioni, in particolare in termini di rete e concorrenza con Open Fiber", affermano gli esperti di Banca Imi (rating buy e target price a 1,08 euro).
In questo senso, un ricorso di Vivendi contro il golden power potrebbe rappresentare un nuovo passo indietro, ma al momento non ci sono riscontri. "In effetti, questo scenario sembra contrastare con quello precedente in cui Vivendi voleva placare a livello politico gli scontri tra il governo e l'ex ceo di TI, Flavio Cattaneo, sugli investimenti nella rete", sottolineano gli analisti di Banca Akros (rating accumulate e target price a 1,15 euro).
Insomma, aggiungono a Banca Imi, "sarebbe in contrasto con un approccio produttivo e costruttivo e ridurrebbe ulteriormente la visibilità sulla governance e sulla direzione strategica dell'azienda". Comunque, se TI non si adeguerà alle prescrizioni del governo entro 90 giorni, "Vivendi rischia di subire limitazioni sul diritto di voto, fino all'obbligo di cessione della partecipazione", aggiungono gli analisti di Equita (rating buy e target price a 1,26 euro su TI). "Questo scenario ci sembra irrealistico, ma vedremmo comunque il rischio di un lungo contenzioso amministrativo che manterrà alta la tensione con il governo. Vivendi non ha commentato sulla decisione di presentare ricorso".
Mentre è ancora in corso la riunione straordinaria del consiglio d'amministrazione di Telecom Italia con all'ordine del giorno la joint venture con Canal Plus, società del gruppo Vivendi , volta all'acquisto di diritti televisivi e alla produzione e coproduzione di contenuti. La nuova società dovrebbe rappresentare un primo passo verso la strategia di convergenza nei piani di Vivendi . Telecom Italia dovrebbe avere il 60% e Canal Plus il 40% della joint venture. Mediaset (+0,92% a 3,072 euro al momento in borsa), una volta trovato un accordo con Vivendi sul mancato acquisto di Premium, potrebbe ottenere il 20% della jv da Canal Plus (TI al 60%, Canal Plus al 20% e Mediaset