ovviamente mi scuso coi nick dimenticati (come l'amico eusebio) e molti altri investiti sul titolo da tempo probabilmente con pmc più alti, considerando questo come un buon titolo da cassetto.
Non per gufare, ma a me sembra diretto a un doppio minimo (sperando che tenga), ma per questo lascio la "penna" ad A-ke:
è il topo che è bello carico di cass...
io sempre fatto operazioni mordi e fuggi e ora sono con un lotticino a 6,8
intanto più passan i giorni e più la vedo grigia per lo zio e la sua vecchia baracca.....
ma dico come azzzooooooo fanno a non perseguire dei signori con tutti i soliti enti di mezzo ( consob, bankit, collegi sindacali, amministratori, società di revisione, professionisti incaricati di periziare l'azione ) che han fatto adc a 64 salvo ora dire che l'azione vale 10.......
PRATO. La situazione al Teatro Politeama, dove i vertici della Popolare di Vicenza sono venuti a chiedere fiducia ai soci risparmiatori pratesi, è precipitata alle 19,08 quando è salito sul palco il signor Alessandro Faggi. Il pubblico aveva cominciato a rumoreggiare, costringendo il direttore generale Francesco Iorio a interrompere l’esposizione del piano industriale della banca e ha preso la parola Faggi, raccontando di essere stato cliente (prima di CariPrato e poi di BpVi) dal 1978.
Prato, il dg della Popolare di Vicenza: "La pancia lascerà spazio alla razionalità"
Il commento del direttore generale della BpVi al termine dell'infuocata assemblea coi soci risparmiatori che hanno visto svanire parte dei loro soldi. Leggi l'articolo
Nel 2014, ha detto, ho dato mandato alla banca di vendere le mie azioni e non è stato fatto. “Poi - ha aggiunto - il capoarea Ulivi e una funzionaria hanno tentato di convincermi a fare l’affare più bello della mia vita: acquistare 500.000 euro di obbligazioni. Alla fine mio cognato mi ha detto di chiedere il prospetto informativo, e quando l’ha letto mi ha suggerito di mandarvi tutti af*******”. Gli applausi scroscianti hanno fatto capire qual è l’umore dei soci risparmiatori pratesi di fronte ai vicentini che vengono a chiedere altri soldi dopo averne prelevati un bel po’ dalle tasche di chi vive in riva al Bisenzio.
Prato, posti esauriti al Politema per l'incontro con i vertici Bpvi
Navigazione per la galleria fotografica1 di 7
Immagine Precedente
Immagine Successiva
Slideshow
{}
“Quello che è accaduto quest’anno non deve più accadere” aveva esordito Iorio davanti all’assemblea tentando di convincere gli oltre 5.000 soci della provincia ad approvare, nella prossima assemblea del 5 marzo, la trasformazione in società per azioni e la partecipazione alla ricapitalizzazione da 1,5 miliardi.
Missione quasi impossibile sulla carta, di fronte a una platea di soci che l’anno scorso è insorta quando gli è stato detto che le azioni sarebbero state deprezzate da 62,5 a 48 euro. E che sanno che attualmente non valgono più di 10 euro. Dunque - è statao il messagio del dg - "vi abbiamo preso un po’ di soldi, ma dovete continuare ad avere fiducia in noi, altrimenti potrebbe andare anche peggio". Questo il ragionamento che non si sa quanto abbia fatto breccia tra i soci risparmiatori.
“La banca è vostra e avete il diritto di sceglierne il destino” ha detto Iorio prima di ripercorrere le vicissitudini di BpVi, l’ispezione della Bce di febbraio che accertò che una parte del capitale era stato acquistato dagli stessi socima finanziati dalla banca. Operazione proibita. Mezzo miliardo, all’inizio, poi lo stesso Iorio accertò che si trattava di un miliardo e 100 milioni. Quella somma è stata tolta dal patrimonio di vigilanza e spiega perché ora sia necessaria una ricapitalizzazione da un miliardo e mezzo.
Perché trasformarsi in spa e quotarsi in borsa, dunque? Perché le alternative, ha detto Iorio, sono ridurre gli attivi sotto gli 8 miliardi (“tecnicamente impossibile”) o liquidare la banca (“non prenderemmo quasi niente…”). Insomma, c’è un conto salato da pagare e la ricapitalizzazione è possibile solo se si va in Borsa, anche dai fondi comuni d’investimento, che secondo Iorio non devono essere visti come spauracchi.
"PER GLI ERRORI DELLA BANCA NON DEVONO PAGARE I PICCOLI AZIONISTI"
“Sono presenti in quasi tutte le banche e non entrano nella gestione". Il direttore generale si è anche augurato che l’ombrello di Unicredit (l’impegno ad coprire la ricapitalizzazione se il mercato non fosse sufficiente) non debba aprirsi: “Significherebbe che la banca non interessa”.
"Cari signori - ha scandito il direttore generale - “al valore di 48 euro per azione non ci torniamo, nemmeno tra 30 anni”. E qui, per la prima volta, il pubblico rumoreggia. Lui prova a spiegare che non è possibile favorire i vecchi soci rispetto a quelli nuovi, “perché poi il mercato se ne accorge”. Qualcuno dalla platea gli fa notare che il presidente Stefano Dolcetta è distratto e Iorio se la cava spiegando che è la quinta volta che Dolcetta sente la stessa relazione: "Capitelo”.