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14/11/2015
Folgiero (Maire Tecnimont): siamo a un buon punto col turnaround
Il nostro turnaround è a un ottimo
punto. Anzi, a dispetto dell’accoglienza
riservata al titolo (giovedì
12, quando sono stati comunicati i risultati
al 30 settembre, ha incassato un calo
del 7,6%, e il giorno dopo ha perso un altro
4,8%, ndr) posso dire che quest’anno i progressi
verso quella che riteniamo la giusta
direzione sono stati, almeno sin qui, davvero
incoraggianti». Mostra sicurezza l’ad
di Maire Tecnimont, Pierroberto Folgiero,
mentre illustra la situazione del gruppo
di ingegneria che, dal 2013, sta guidando
verso nuovi lidi, seguendo un percorso
«technology driven», come dice lui, fatto di
maggiore componente tecnologica e meno
lavori e opere tradizionali. «Se questi sono
gli obiettivi che vogliamo perseguire, non
c’è da stupirsi se il dato dei ricavi risulta
in calo: è la logica conseguenza delle scelte
effettuate. Mentre al contrario possiamo
essere soddisfatti per la crescita, già evidente
della redditività».
Domanda. In realtà l’accoglienza ricevuta
dal titolo in borsa fa intendere
che i numeri sono stati interpretati
diversamente.
Risposta. Fin qui Maire Tecnimont ha
dimostrato di sapere aumentare la marginalità
e di ridurre l’indebitamento, aspetti
che sono il filo conduttore di un turnaround
societario come il nostro. In più il
portafoglio ordini ha toccato il suo punto
più alto di sempre.
D. In concreto in che cosa consiste la
trasformazione avviata da Maire?
R. Il nuovo piano varato nel 2013, quando
è si è cercato di cambiare rotta rispetto
alla situazione critica in cui la società si
era venuta a trovare, prevede una maggiore
concentrazione dell’attività di Maire
sulla componente tecnologica e ingegneristica.
Questo significa vendita della
proprietà intellettuale, concept dell’impianto
fino ai servizi di ingegneria. Tutti
ambiti nei quali la marginalità è più alta,
direi a due cifre, rispetto alla pura attività
di costruzione.
D. Una scelta strategica che va a discapito
dei volumi, anche se il calo dei
ricavi nei nove mesi è stato del 4%.
R. A chi vuole valutarci, comunque, suggerisco
di non prendere i ricavi come
riferimento. Per quanto un backlog di 6,5
miliardi, livello record come dicevo, appare
rassicurante per il futuro anche sotto il
profilo dei volumi.
D. La marginalità si è attestata
all’8,1% rispetto al 6,4% dell’anno
scorso. Prevedete miglioramenti?
R. Se non si considera la divisione infrastrutture
(ferrovie e metropolitane, ndr) e
che è fuori dal core business del piano, al
30 settembre il dato sale al 9%.
D. Avete scelto di orientarvi verso il
business oil&gas. Il calo del prezzo del
petrolio rappresenta un problema?
R. Al contrario. Non lavorando sull’estrazione
ma sulla trasformazione di gas e
petrolio beneficiamo del minor costo della
materia prima.
D. Altro punto delicato è il delevereging.
Da inizio anno la pfn (posizione
finanziaria netta) è passata da 365 a
144,3 milioni. Qual è l’obiettivo?
R. Miriamo ad azzerare il debito entro la
fine del piano triennale, quindi nel 2016, e
di tornare ad avere una pfn positiva.
Folgiero (Maire Tecnimont): siamo a un buon punto col turnaround
Il nostro turnaround è a un ottimo
punto. Anzi, a dispetto dell’accoglienza
riservata al titolo (giovedì
12, quando sono stati comunicati i risultati
al 30 settembre, ha incassato un calo
del 7,6%, e il giorno dopo ha perso un altro
4,8%, ndr) posso dire che quest’anno i progressi
verso quella che riteniamo la giusta
direzione sono stati, almeno sin qui, davvero
incoraggianti». Mostra sicurezza l’ad
di Maire Tecnimont, Pierroberto Folgiero,
mentre illustra la situazione del gruppo
di ingegneria che, dal 2013, sta guidando
verso nuovi lidi, seguendo un percorso
«technology driven», come dice lui, fatto di
maggiore componente tecnologica e meno
lavori e opere tradizionali. «Se questi sono
gli obiettivi che vogliamo perseguire, non
c’è da stupirsi se il dato dei ricavi risulta
in calo: è la logica conseguenza delle scelte
effettuate. Mentre al contrario possiamo
essere soddisfatti per la crescita, già evidente
della redditività».
Domanda. In realtà l’accoglienza ricevuta
dal titolo in borsa fa intendere
che i numeri sono stati interpretati
diversamente.
Risposta. Fin qui Maire Tecnimont ha
dimostrato di sapere aumentare la marginalità
e di ridurre l’indebitamento, aspetti
che sono il filo conduttore di un turnaround
societario come il nostro. In più il
portafoglio ordini ha toccato il suo punto
più alto di sempre.
D. In concreto in che cosa consiste la
trasformazione avviata da Maire?
R. Il nuovo piano varato nel 2013, quando
è si è cercato di cambiare rotta rispetto
alla situazione critica in cui la società si
era venuta a trovare, prevede una maggiore
concentrazione dell’attività di Maire
sulla componente tecnologica e ingegneristica.
Questo significa vendita della
proprietà intellettuale, concept dell’impianto
fino ai servizi di ingegneria. Tutti
ambiti nei quali la marginalità è più alta,
direi a due cifre, rispetto alla pura attività
di costruzione.
D. Una scelta strategica che va a discapito
dei volumi, anche se il calo dei
ricavi nei nove mesi è stato del 4%.
R. A chi vuole valutarci, comunque, suggerisco
di non prendere i ricavi come
riferimento. Per quanto un backlog di 6,5
miliardi, livello record come dicevo, appare
rassicurante per il futuro anche sotto il
profilo dei volumi.
D. La marginalità si è attestata
all’8,1% rispetto al 6,4% dell’anno
scorso. Prevedete miglioramenti?
R. Se non si considera la divisione infrastrutture
(ferrovie e metropolitane, ndr) e
che è fuori dal core business del piano, al
30 settembre il dato sale al 9%.
D. Avete scelto di orientarvi verso il
business oil&gas. Il calo del prezzo del
petrolio rappresenta un problema?
R. Al contrario. Non lavorando sull’estrazione
ma sulla trasformazione di gas e
petrolio beneficiamo del minor costo della
materia prima.
D. Altro punto delicato è il delevereging.
Da inizio anno la pfn (posizione
finanziaria netta) è passata da 365 a
144,3 milioni. Qual è l’obiettivo?
R. Miriamo ad azzerare il debito entro la
fine del piano triennale, quindi nel 2016, e
di tornare ad avere una pfn positiva.