Finmeccanica, una chance dietro il problema
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10 novembre 2012
Milano Finanza
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Contrarian
A prima vista è comprensibile, anche se non giustificabile, che il governo prenda tempo e non scenda in campo con maggiore forza sulla confusa situazione di Finmeccanica. Se non lo fa, non è tanto perché si tratta di una società quotata di cui è solo un azionista; ma piuttosto perché, oltre al rispetto delle procedure, le decisioni da prendere sono politicamente scomode. Eppure, proprio da ministri tecnici e esperti nel campo, come Corrado Passera, Giampaolo Di Paola e Vittorio Grilli, che per trascorsi professionali e rapporti personali conoscono molto bene situazione e interlocutori, ci si attende altro. Sostenere oggi la strategia della marcia forzata con la vendita di Ansaldo Energia, Ansaldo Sts (segnalazione) e Ansaldo Breda (trasporti), va nella direzione del presidente e amministratore delegato, Giuseppe Orsi. E se nei primi due casi il rischio è di essere accusati di fare perdere l'influenza strategica dell'Italia su aziende sane, nel terzo si tratterebbe di avallare inevitabili tagli di personale, particolarmente critici di questi tempi e che tornerebbero sui tavoli ministeriali.Ma un governo e un azionista di controllo non deve solo ratificare le modalità di operazioni importanti come quelle proposte dai vertici di Finmeccanica. Può intervenire proprio sulle finalità strategiche degli accordi, richiedendo forme di compensazione alla luce del sole, che impegnino compratori e governi di Stati diversi. In Italia c'è stato il precedente, assolutamente positivo, della Nuovo Pignone: attiva nel campo delle turbine per l'energia con Ansaldo e controllata ai tempi dall'Eni, fu venduta agli americani di General Electric. Negli anni successivi il polo fiorentino, seppure controllato da una multinazionale straniera, si è notevolmente sviluppato e qualificato. Perché non potrebbe essere richiesto un impegno simile alla tedesca Siemens su Ansaldo Energia? E perché non impegnare i giapponesi di Hitachi, se interessati al polo ferroviario, di sviluppare e fare investimenti sull'azienda italiana? Certo, potrebbe esservi allegata una richiesta di sconto sul prezzo finanziario; ma quella parte di valore strategico dell'operazione legato agli accordi, guarda caso proprio con grandi industrie di nazioni ricche di surplus di capitali da esportare, potrebbero fare molto comodo al sistema industriale e alla credibilità italiana. (riproduzione riservata)
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