ecco il problema numero 1 in Italia

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perché l'Italia ha così pochi investimenti esteri diretti? Io un'idea ce l'ho… :wall:
 
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il problema numero 1 in italia...sono gli italiani :o
 
il problema numero 1 in italia...sono gli italiani :o

ecco si sta avvicinando la teoria delle società dei magnaccioni.... qui troverai pane per i tuoi denti(v. i libberisti denoantri)
Ci scommetto che quando andrai a votare farai come quell'elettore che mise un pezzo di mortadella nella scheda con la scritta "ve siete magnato tutto ora magnateve pure questa".
Figurati poi la puzza nell'urna elettorale.
E' così che si combatte il keynesismo e si sostiene la causa del liberismo che ne dici ?? tu mi sembri sulla buona strada.
 
ecco si sta avvicinando la teoria delle società dei magnaccioni.... qui troverai pane per i tuoi denti(v. i libberisti denoantri)
Ci scommetto che quando andrai a votare farai come quell'elettore che mise un pezzo di mortadella nella scheda con la scritta "ve siete magnato tutto ora magnateve pure questa".
Figurati poi la puzza nell'urna elettorale.
E' così che si combatte il keynesismo e si sostiene la causa del liberismo che ne dici ?? tu mi sembri sulla buona strada.

Se non si tratta di questione dei magnaccioni… mi puoi spiegare perché gli investitori esteri preferiscono 9 volte la Spagna rispetto all'Italia?
 
inoltre c'è da considerare che quei soldi sono investiti praticamente solo nell'area di Milano. Il resto d'Italia è un deserto.

ah altra cosa, i dati non sono aggiornati, suppongo che il divario sia aumentato ancora… mamma mia come siamo ridotti, il nostro sistema mafio-clientelare fa scappare tutti.
 
Forse per la stessa ragione per cui anche le imprese italiane investono poco......
 
Se non si tratta di questione dei magnaccioni… mi puoi spiegare perché gli investitori esteri preferiscono 9 volte la Spagna rispetto all'Italia?

Della spagna poi ne riparliamo,ma soprattutto un discorso a parte bisogna fare sui c.d investitori esteri che tu vorresti incensare con lo spirito santo.
Gli investitori esteri,amico mio, partoriti dalla globalizzazione,sono come le cavallette, arrivano spesso in grande qtà e se ne vanno solo dopo aver spolpato tutto e ti lasciano solo un deserto
incoltivabile. Gli investitori esteri non sono un segnale di benessere per le società che li attirano e in genere vanno sempre dove esiste materiale informe da sfruttare che non hanno alcuna volontà di valorizzare e appena sentono rumori molesti sintomi del risveglio nel materiale informe che stanno sbranando abbandonano la preda alla ricerca di una nuova.
Gli investitori esteri non si lasciano intimorire dai segnali di degrado di un paese anzi cercano proprio questo e lo accentuano,difatti per loro la povertà è il viatico per lo sfruttamento intensivo e l'unico ostacolo che li può frenare sono solo quelle leggi e quei divieti che in alcuni casi perseverano in certi stati ancora civili che si stanno però affacciando alla ribalta del terzo mondo.Quelle leggi e quei divieti che guarda caso bruxelles guarda con disprezzo e che vorrebbe oggetto di quelle che lei chiama riforme.
 
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Forse per la stessa ragione per cui anche le imprese italiane investono poco......

le imprese italiane investono poco perchè latita la domanda interna indebolita dalla cronica assenza in UE di politiche espansive come richiesto dalla lungo veggente bruxelles.
Si salvano in italia solo quelle imprese che lavorano sulla domanda estera che ahimè in virtù dell'euro anch'essa ha subito un indebolimento strutturale.

o forse tu sei uno che crede ingenuamente che l'offerta fa la domanda, che secondo me non lo credono manco gli imprenditori,solo che in genere con i ridicoli provvedimenti pro offerta si abbuscano sempre notevoli benefit che vanno sempre ad arricchire i loro profitti e senza alcun rischio, non generando,ovvio,nemmeno un minimo di crescita.
 
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inoltre c'è da considerare che quei soldi sono investiti praticamente solo nell'area di Milano. Il resto d'Italia è un deserto.

ah altra cosa, i dati non sono aggiornati, suppongo che il divario sia aumentato ancora… mamma mia come siamo ridotti, il nostro sistema mafio-clientelare fa scappare tutti.

Ma cosa vuoi che gliene freghi di mafia e camorra a un imprenditore di quelli che investono nel pianeta dove c'è miseria,per sfruttarla meglio.
Quello che più sta a cuore a quei signori sono le legislazioni, loro devono esser coscienti che entrano e sanno che quando vogliono uscire possono farlo senza alcuna conseguenza o strascico.
Perchè mai uno dei primi obiettivi di Monti fu l'eliminazione dell'art.18 ????
Ovviamente in italia investono più al nord che al sud per degli ovvi motivi geografici e perchè poi da noi la rete infrastrutturale del sud fa veramente schifo.
 
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A volte la domanda crea l'offerta e a volte avviene il viceversa.

Comunque è da metà degli anni 60 che l'impresa italiana investe poco. Ma voi ci parlate mai con le imprese?

Investimenti esteri è una definizione troppo generica. Bisogna vedere cosa produci, per quale mercato, etc etc
 
A volte la domanda crea l'offerta e a volte avviene il viceversa.

Comunque è da metà degli anni 60 che l'impresa italiana investe poco. Ma voi ci parlate mai con le imprese?

Investimenti esteri è una definizione troppo generica. Bisogna vedere cosa produci, per quale mercato, etc etc

tu dici
A volte la domanda crea l'offerta e a volte avviene il viceversa

quando avviene il viceversa ????
potresti spiegarmelo meglio ???
io non ci sono mai riuscito

nb
evita di enucleare i casi in cui le azioni migliorative a lato dell'offerta(concessioni alle aziende di vario tipo o sgravi fiscali etc...) "migliorano" il trand di una crescita che è già avviata.
Tu devi solo dimostrare come azioni migliorative a lato dell'offerta possono "creare ex novo" maggiori stimoli alla crescita.
Occhio che sono decenni che si danno regalie poliforme all'imprenditoria per creare occupazione e non ci si riesce.
 
Proviamo a ragionare senza ideologie,

le politiche di domanda aumentano il reddito e quindi la gente spende di più. Ok, ma alcune cosa possono andare storte:
- il maggior reddito va a ricostiture uno stock di risparmio
- il maggior reddito, fatto con politiche in deficit, non viene interamente speso per timore di tasse future
- il maggior reddito va in parte in produzioni estere e quindi si scarica sulla bilancia dei pagamenti
- il maggiore reddito si traduce in maggiore domanda interna ma le regioni povere restano povere
e ce ne sono altre....

le politiche di offerta favoriscono la produzione ma anche lì non tutto è rose e fiori:
- potrei semplicemente decidere di lavorare meno a parità di guadagno
- potrei prendermi gli incentivi e poi chiudere
- potremmo riempire le nostre città di rotonde che non servono a niente e creano solo esternalità negative
etc, etc, etc

C'è un caso in cui l'offerta guida la domanda, ed è l'innovazione, ma l'innovazione non si crea per decreto, anche se la politica può creare le condizioni per favorirla.

Più semplicemente, domanda e offerta, pur stando spesso sullo stesso grafico sono due processi profondamente diversi e la prova banale è che mentre tutti passiamo molto tempo a decidere cosa consumare, raramente ci soffermiamo a pensare cosa potremmo produrre .

Quindi, dico io, pragmaticamente ci possono stare politiche dalla parte della domanda, da quella dell'offerta, e perché no, anche da entrambe, ma non è garantito al limone che diano tutti i risultati sperati, bisogna vedere situazione per situazione.
 
Proviamo a ragionare senza ideologie,

le politiche di domanda aumentano il reddito e quindi la gente spende di più. Ok, ma alcune cosa possono andare storte:
- il maggior reddito va a ricostiture uno stock di risparmio
- il maggior reddito, fatto con politiche in deficit, non viene interamente speso per timore di tasse future
- il maggior reddito va in parte in produzioni estere e quindi si scarica sulla bilancia dei pagamenti
- il maggiore reddito si traduce in maggiore domanda interna ma le regioni povere restano povere
e ce ne sono altre....

le politiche di offerta favoriscono la produzione ma anche lì non tutto è rose e fiori:
- potrei semplicemente decidere di lavorare meno a parità di guadagno
- potrei prendermi gli incentivi e poi chiudere
- potremmo riempire le nostre città di rotonde che non servono a niente e creano solo esternalità negative
etc, etc, etc

C'è un caso in cui l'offerta guida la domanda, ed è l'innovazione, ma l'innovazione non si crea per decreto, anche se la politica può creare le condizioni per favorirla.

Più semplicemente, domanda e offerta, pur stando spesso sullo stesso grafico sono due processi profondamente diversi e la prova banale è che mentre tutti passiamo molto tempo a decidere cosa consumare, raramente ci soffermiamo a pensare cosa potremmo produrre .

Quindi, dico io, pragmaticamente ci possono stare politiche dalla parte della domanda, da quella dell'offerta, e perché no, anche da entrambe, ma non è garantito al limone che diano tutti i risultati sperati, bisogna vedere situazione per situazione.

francamente non mi risulti convincente mi sembra tanto quello tuo un discorso cerchiobottista e fondamentalmente sbagliato.

tu dici
le politiche di domanda aumentano il reddito e quindi la gente spende di più. Ok, ma alcune cosa possono andare storte

ma certamente !
ma nessuno dice che in ogni momento aumentare la domanda significa creare sviluppo ma questo non c'entra una beata fava,
tu devi dimostrare com'è possibile pensare a degli aumenti di investimento senza prevedere un corrispondente aumento di domanda
che è un altro paio di maniche e perchè se migliori l'offerta e basta sia possibile generare ex novo aumenti di investimento.

Vedi quando io dico che tu e i tuoi compagni di merende siete liberisti da 4 soldi,meglio noti come libberisti de noantri non lo dico per caso ma
perchè voi non siete assolutamente in grado di sostenere il liberismo stesso di cui vi fate portavoce.
Vedi Paolo i liberisti stessi non hanno mai negato l'evidenza che è possibile pensare a degli aumenti di investimento solo se si prevede un corrispondente aumento di domanda.
Ma ti voglio aiutare!
prova a pensare alla formazione dei prezzi e poi vedrai che farai passai avanti verso il liberismo nel concepire il significato delle legge di Say per cui è l'offerta che crea la domanda.
 
Il paese Italia è poco attrattivo per gli investimenti esteri per i motivi che tutti sappiamo: infrastrutture, burocrazia, tassazione, giustizia, costo del lavoro etc. Detto questo come sono andati gli investimenti esteri in passato? Ebbene ricordarlo che in molti settori-chiave del paese nel passato si sono stesi i tappeti dorati per gli investitori esteri. Mi viene in mente la GDO dove si sono fatti entrare i francesi che poi sono gradualmente scappati in ritirata. Per il resto attualmente non riesco a capire un investitore estero in cosa dovrebbe investire e perchè scegliere l'Italia piuttosto che l'Irlanda, il Portogallo etc. Pensa che all'estero vedendo la ns. politica interna stanno ridendo in attesa che il cadavere arrivi lungo il fiume. Infatti le uniche cose che stanno facendo strenuamente è confermare le promesse elettorali i due grandi cavalli di battaglia: reddito di cittadinanza (reddito di povertà) e immigrazione, in modo da assicurarsi (secondo i progetti dell'attuale maggioranza) uno zoccolo duro di elettori contenti che li voteranno nelle prossime elezioni, poi non tanto lontane. Non si sente parlare di investimenti infrastrutture, se non della TAV che ha rotto anche un pò, e di come aiutare le imprese stremate da 10 anni di crisi, di lotta al lavoro nero o sottopagato.
 
Il paese Italia è poco attrattivo per gli investimenti esteri per i motivi che tutti sappiamo: infrastrutture, burocrazia, tassazione, giustizia, costo del lavoro etc. Detto questo come sono andati gli investimenti esteri in passato? Ebbene ricordarlo che in molti settori-chiave del paese nel passato si sono stesi i tappeti dorati per gli investitori esteri. Mi viene in mente la GDO dove si sono fatti entrare i francesi che poi sono gradualmente scappati in ritirata. Per il resto attualmente non riesco a capire un investitore estero in cosa dovrebbe investire e perchè scegliere l'Italia piuttosto che l'Irlanda, il Portogallo etc. Pensa che all'estero vedendo la ns. politica interna stanno ridendo in attesa che il cadavere arrivi lungo il fiume. Infatti le uniche cose che stanno facendo strenuamente è confermare le promesse elettorali i due grandi cavalli di battaglia: reddito di cittadinanza (reddito di povertà) e immigrazione, in modo da assicurarsi (secondo i progetti dell'attuale maggioranza) uno zoccolo duro di elettori contenti che li voteranno nelle prossime elezioni, poi non tanto lontane. Non si sente parlare di investimenti infrastrutture, se non della TAV che ha rotto anche un pò, e di come aiutare le imprese stremate da 10 anni di crisi, di lotta al lavoro nero o sottopagato.

memar
tu dici
Il paese Italia è poco attrattivo per gli investimenti esteri per i motivi che tutti sappiamo

beh questa è una tua visione ovviamente sbagliata.
Innanzitutto devi chiederti se infrastrutture, burocrazia, tassazione, giustizia, costo del lavoro etc.,come dici tu,andassero veramente bene perchè non dovrebbero arrivare i capitali italiani e tu invece reclami quelli stranieri????
Io in questi casi io dopo che ho migliorato burocrazia, tassazione, giustizia, costo del lavoro etc. mi porrei il problema serio di come resuscitare i capitali nazionali,che peraltro a vedere dai risparmi privati italiani sono altissimi e non certo a chiamare i capitali stranieri.

Poi tu devi porre una distinzione nell'ingresso dei capitali esteri.
Ci sono alcuni ingressi,da incentivare e sostenere sempre,che sono utili alle società nazionali che li ricevono perchè ampliano le proprie proprie sfere di mercato posizionandole meglio sui mercati globali e le permettono investimenti che altrimenti non potrebbero grazie a una maggiore copertura finanziaria.
Ci sono alcuni ingressi invece che vengono da noi perchè pensano qui da noi di svolgere attività a basso valore aggiunto che invece in patria costerebbero troppo,finantochè qualche paese più povero e incasinato di noi non offre di meno ancora.
Questi ultimi ingressi,che sono ahimè qui da noi la maggior parte(apri gli occhi memar),sono oggi sono da evitare come la peste.
Vanno evitati perchè ripropongono in maniera più seria nel medio/lungo periodo il problema sociale della disoccupazione e perchè nel medio lungo l'ingresso del capitale estero si trasforma in un debito assai più oneroso per il ns paese, debito che va pagato con il rendimento dei capitali di rischio che notoriamente sono assai più elevati dei tassi di interessi da corrispondere sui titoli sovrani
.
 
...domanda e offerta, pur stando spesso sullo stesso grafico sono due processi profondamente diversi e la prova banale è che mentre tutti passiamo molto tempo a decidere cosa consumare, raramente ci soffermiamo a pensare cosa potremmo produrre ...

L'offerta è guidata da imprenditori che rischiando di proprio e concorrendo tra loro cercano di creare e soddisfare la domanda. Per di più creando reddito per il consumo.
La domanda è guidata dalla capacità di spesa dei consumatori.

Cosa vada stimolato e perché lasciamolo all'intelligenza ed alla cultura, anche storica, di ciascuno.

E magari, per coerenza, trasferiamoci in un paese che condivide la nostra opinione, godendone o pagandone direttamente le conseguenze.
 
L'offerta è guidata da imprenditori che rischiando di proprio e concorrendo tra loro cercano di creare e soddisfare la domanda. Per di più creando reddito per il consumo.
La domanda è guidata dalla capacità di spesa dei consumatori.

Cosa vada stimolato e perché lasciamolo all'intelligenza ed alla cultura, anche storica, di ciascuno.

E magari, per coerenza, trasferiamoci in un paese che condivide la nostra opinione, godendone o pagandone direttamente le conseguenze.

tu dici
L'offerta è guidata da imprenditori che rischiando di proprio e concorrendo tra loro cercano di creare e soddisfare la domanda. Per di più creando reddito per il consumo.
La domanda è guidata dalla capacità di spesa dei consumatori.


quindi è la domanda che pilota e non l'offerta, mi sembra evidente dalla tua sofferta affermazione. Finalmente hai ammesso che investimenti senza un domanda iniziale,cioè senza un ipotesi di vendita del prodotto non hanno alcun senso e di conseguenza ogni manovra che parte dall'offerta e si disinteressa della domanda non serve a nulla.
Ma ancora non ci siamo perchè nessun liberista ha alla fine mai negato questa evidenza !
 
Se posso inserirmi nella discussione, vorrei approfondire il concetto di domanda/offerta con le dinamiche del 3°millennio.

La domanda nasce per definizione da un necessità, perciò dobbiamo più che altro capire il significato di necessità.

Secondo me, anche se la domanda è soddisfatta dall'offerta tramite l'innovazione, negli ultimi decenni stiamo saturando le necessità in favore del superfluo quindi dell'offerta senza domanda.

Entrando ad esempio nella categoria business to customer mi vengono mente molti casi in cui è stata l'offerta a creare una domanda che poi si è ingrandita per effetti sociali, culturali etc...
 
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