Investimenti esteri, mi aiutate a capire?

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Vorrei affrontare con voi alcune questioni che mi stanno assillando da quando seguo il forum e mi sto interessando di economia (da qualche anno in verità ma in modo poco sistematico).
Premetto che la mia formazione è in un ambito completamente diverso ed ho delle lacune enormi in questo campo, perciò vi chiedo in anticipo di perdonare le mie castronerie.

La prima questione è legata all'investimento estero; l'investimento estero è sempre positivo per il Paese?

La mia opinione è che solo in alcuni casi lo sia; se uno straniero acquistasse casa in Italia, ipotizziamo un appartamento di villeggiatura, nel sistema Italia entrerebbero più soldi di quanti ne uscirebbero, tra l'acquisto dell'abitazione e le probabili spese sostenute durante le vacanze (capitali da fuori entrerebbero nel sistema, senza alcuna uscita; il saldo sarebbe positivo).
Questo è quindi un esempio di investimento estero positivo per il paese.

Lo stesso se l'investitore straniero portasse reparti produttivi/ingegneria in Italia ma vendesse i suoi prodotti all'estero.

Ora però vi chiedo: una multinazionale che investe in Italia porta sempre beneficio al paese?
Se un'Azienda estera investe in Italia e produce qui il suo Utile, al netto dei capitali investiti (compresi quindi quelli dei salari, dei fornitori...) vorrà portare fuori dal sistema una cifra maggiore (il saldo sarebbe negativo per il Paese).

Questo mi dice la logica, ma sicuramente qualcosa mi sfugge; infatti sento solo euforia di fronte ad investimenti in Italia di multinazionali straniere..

Mi aiutate a capire?
 
Vorrei affrontare con voi alcune questioni che mi stanno assillando da quando seguo il forum e mi sto interessando di economia (da qualche anno in verità ma in modo poco sistematico).
Premetto che la mia formazione è in un ambito completamente diverso ed ho delle lacune enormi in questo campo, perciò vi chiedo in anticipo di perdonare le mie castronerie.

La prima questione è legata all'investimento estero; l'investimento estero è sempre positivo per il Paese?

La mia opinione è che solo in alcuni casi lo sia; se uno straniero acquistasse casa in Italia, ipotizziamo un appartamento di villeggiatura, nel sistema Italia entrerebbero più soldi di quanti ne uscirebbero, tra l'acquisto dell'abitazione e le probabili spese sostenute durante le vacanze (capitali da fuori entrerebbero nel sistema, senza alcuna uscita; il saldo sarebbe positivo).
Questo è quindi un esempio di investimento estero positivo per il paese.

Lo stesso se l'investitore straniero portasse reparti produttivi/ingegneria in Italia ma vendesse i suoi prodotti all'estero.

Ora però vi chiedo: una multinazionale che investe in Italia porta sempre beneficio al paese?
Se un'Azienda estera investe in Italia e produce qui il suo Utile, al netto dei capitali investiti (compresi quindi quelli dei salari, dei fornitori...) vorrà portare fuori dal sistema una cifra maggiore (il saldo sarebbe negativo per il Paese).

Questo mi dice la logica, ma sicuramente qualcosa mi sfugge; infatti sento solo euforia di fronte ad investimenti in Italia di multinazionali straniere..

Mi aiutate a capire?
Hai già capito.
Ora devi decidere se quelli che sono anni che lo dicono sono in malafede o ignari.
Ossia se sono venduti o acquistati per portare avanti quella soluzione o lo dicono solo perché lo hanno detto altri senza nemmeno chiedersi e approfondire nulla di nulla.
 
Vorrei affrontare con voi alcune questioni che mi stanno assillando da quando seguo il forum e mi sto interessando di economia (da qualche anno in verità ma in modo poco sistematico).
Premetto che la mia formazione è in un ambito completamente diverso ed ho delle lacune enormi in questo campo, perciò vi chiedo in anticipo di perdonare le mie castronerie.

La prima questione è legata all'investimento estero; l'investimento estero è sempre positivo per il Paese?

La mia opinione è che solo in alcuni casi lo sia; se uno straniero acquistasse casa in Italia, ipotizziamo un appartamento di villeggiatura, nel sistema Italia entrerebbero più soldi di quanti ne uscirebbero, tra l'acquisto dell'abitazione e le probabili spese sostenute durante le vacanze (capitali da fuori entrerebbero nel sistema, senza alcuna uscita; il saldo sarebbe positivo).
Questo è quindi un esempio di investimento estero positivo per il paese.

Lo stesso se l'investitore straniero portasse reparti produttivi/ingegneria in Italia ma vendesse i suoi prodotti all'estero.

Ora però vi chiedo: una multinazionale che investe in Italia porta sempre beneficio al paese?
Se un'Azienda estera investe in Italia e produce qui il suo Utile, al netto dei capitali investiti (compresi quindi quelli dei salari, dei fornitori...) vorrà portare fuori dal sistema una cifra maggiore (il saldo sarebbe negativo per il Paese).

Questo mi dice la logica, ma sicuramente qualcosa mi sfugge; infatti sento solo euforia di fronte ad investimenti in Italia di multinazionali straniere..

Mi aiutate a capire?

tu dici
una multinazionale che investe in Italia porta sempre beneficio al paese?


una multinazionale che investe in Italia per es acquisendo azioni di una ns azienda porta beneficio al ns paese solo se:
1) rafforza la stabilità finanziaria di una ns azienda che così avrà più possibilità di fare investimenti in quanto trova maggior fiducia nelle banche
2) amplia la ns azienda sui mercati di sbocco ampliandone la sfera
3) la ns azienda si rafforza la rispetto alla concorrenza realizzando una concentrazione
4) la ns azienda si rafforza come produttività consentendole ulteriori economie di scala
Ovviamente da subito queste operazioni portano il massimo del benefit a livello di conti con l'estero dopodichè arrivano i dolori con il pagamento dei dividendi
che essendo remunerazioni di capitali di rischio dovrebbero essere molto più elevate degli investimenti in titoli,ma ovviamente i benefit di cui sopra varrebbero il sacrifico.

una multinazionale che investe in Italia per es acquisendo azioni di una ns azienda non porta beneficio al ns paese solo se:
1) riduce la ns azienda sui mercati di sbocco essendo acquisita da una diretta concorrente che vuole ampliare il suo monopolio
2) riduce la stabilità finanziaria di una ns azienda poichè su essa l'azienda estera acquirente scarica costi e fatture per far figurare al suo interno che è in attivo e avere le protezioni pubbliche in patria
3) la ns azienda vede calare produttività quando è acquisita per svolgere operazioni automatiche e molto ripetitive che se svolte all'interno dell'azienda estera acquirente costerebbero troppo.E' questo un caso molto diffuso forse il maggiore che determina pochi vantaggi nei conti con l'estero del paese ricevente che acquisisce attività in genere a basso valore aggiunto,per cui importa manufatti già preconfezionati sui quali applica,poi,pochi interventi molto semplici e a basso costo e poi il prodotto finito torna al mittente.
Ovviamente da subito queste operazioni portano un benefit a livello di conti con l'estero,dopodichè arrivano i dolori con il pagamento dei dividendi,che essendo remunerazione di capitali di rischio dovrebbero essere molto più elevati degli investimenti in titoli ma con nessun benefit,anzi danni sociali ed economici incalcolabili per tali investimenti che oltretutto in genere sono mordi e fuggi,per cui ben presto se ne rivanno in posti dove il costo del lavoro è diventato nel frattempo più conveniente e per questo motivo e per gli altri indicati non valgono assolutamente il sacrificio. Sono comunque i più frequenti e sono proprio quelli che ci vuole imporre bruxelles per favorire la aziende tedesche e francesi del nord europa più ricco e sviluppato e che richiedono le ben note riforme sul lavoro liberiste che rendono da noi esangue la ns domanda interna. La Spagna per es. ha ben svolto questo compito vedremo che fine farà,ma bisogna aspettare però per vedere i primi risultati negativi.
 
Ultima modifica:
Grazie per le risposte; non avevo considerato l'espansione sui mercati esteri, che dovrebbe portare ad un aumento di fatturato e quindi, verosimilmente, ad un aumento delle imposte versate allo stato.
Consideriamo ora un caso pratico: IKEA.
Non mi sembra semplicissimo stimare un rapporto benefici / costi.
Sicuramente, producendo in parte in Italia (con tutto quello che ne deriva anche in termini di occupazione e fornitori interni), ed esportando parzialmente all'estero vi sarà un effetto benefico sulla nostra economia.
Però vende anche in Italia, e questo comporta un flusso di denaro oltre confine, non essendo l'utile interamente speso o reinvestito nel Paese.
Inoltre molti competitor interni hanno probabilmente chiuso i battenti non stando dietro ai bassi costi e buoni servizi della multinazionale svedese..
Tutto ciò considerato: IKEA fa bene all economia italiana?
 
Grazie per le risposte; non avevo considerato l'espansione sui mercati esteri, che dovrebbe portare ad un aumento di fatturato e quindi, verosimilmente, ad un aumento delle imposte versate allo stato.
Consideriamo ora un caso pratico: IKEA.
Non mi sembra semplicissimo stimare un rapporto benefici / costi.
Sicuramente, producendo in parte in Italia (con tutto quello che ne deriva anche in termini di occupazione e fornitori interni), ed esportando parzialmente all'estero vi sarà un effetto benefico sulla nostra economia.
Però vende anche in Italia, e questo comporta un flusso di denaro oltre confine, non essendo l'utile interamente speso o reinvestito nel Paese.
Inoltre molti competitor interni hanno probabilmente chiuso i battenti non stando dietro ai bassi costi e buoni servizi della multinazionale svedese..
Tutto ciò considerato: IKEA fa bene all economia italiana?

ma hai posseduto dei mobili ikea ?pessimi sotto tutti i punti di vista però con bassissimi prezzi e per di più in un paese in cui la disoccupazione si stenta a risolverla e la crescita va avanti con il contagocce.

Questo è da noi(ma nn è l'unica causa ovvio) il vero esito della c.d. globalizzazione cioè di quella rincorsa al ribasso sul costo del lavoro che ha prodotto 2 effetti visibili:
è peggiorata la qualità delle produzioni perchè vengono sempre più prodotte dove lo sfruttamento di persone e ambiente regna sovrano in barba alla vera concorrenza e al mercato,senza che vengano premiati veramente le migliori aziende produttive e difatto ciò crea disoccupazione dove albergano queste migliori aziende produttive e da dove poi viene prodotta in larga parte la domanda per il consumo di quelle produzioni stesse.Questo che vuol dire ? che riferito al mercato globale la globalizzazione ha prodotto recessione e basso livello di sviluppo della produttività,nonchè recessione e disoccupazione.


L'Ikea è uno dei tanti esempi di globalizzazione e se fosse possibile quantificare il danno sulla concorrenza sconfitta ingiustamente e da cui difatto emergeva un offerta assai migliore e prodotta con livelli di efficenza produttiva maggiore ma con un costo del lavoro ben superiore il conto verrebbe sicuramente a suo sfavore e lo stesso vale per quanto attiene a occupazione e crescita nel ns paese. Finchè ci sono questi colossi qui in italia scomparirà man mano da noi l'industria e l'occupazione recalciterà sempre di più e come benefit avremo di sicuro dei prodotti a basso prezzo ma di pessima qualità e che forse a seguito dell'inoccupazione non potremo acquistare nemmeno quelli.
 
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