Che differenza c'è fra economia classica e neoliberismo?

CryptoMAV

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Stavo ascoltando una trasmissione dove alcuni economisti si confrontavano ma mi sono perso la differenza fra le due.
 
Vado di fretta che tengo sonno:D

La teoria classica prescrive che i ricchi già ricchi rimangano ricchi e i poveri sono poveri perché ingroppano troppo.
Il neoliberismo prescrive che tutte le scelte economiche convergono nel prendere ai poveri e dare ai ricchi.
Il povero manco ingroppa più.
Fine.
 
Vado di fretta che tengo sonno:D

La teoria classica prescrive che i ricchi già ricchi rimangano ricchi e i poveri sono poveri perché ingroppano troppo.
Il neoliberismo prescrive che tutte le scelte economiche convergono nel prendere ai poveri e dare ai ricchi.
Il povero manco ingroppa più.
Fine.

Non è che vai di fretta è che sei proprio *****... :D
 
Stavo ascoltando una trasmissione dove alcuni economisti si confrontavano ma mi sono perso la differenza fra le due.

Economia classica analizza a livello macroeconomico cause e stimoli alla creazione di ricchezza per la nazione. Si sviluppa tra XVIII e XIX secolo.
Neo-liberismo è una specifica scuola di pensiero economico sviluppatasi all'interno della vasta famiglia della economia neoclassica: successiva e differente rispetto ad economia classica. Economia neoclassica si sviluppa a seguito della micro-fondazione della scienza economica (analisi condotta individuale) ed alla sua successiva formalizzazione matematica.
 
Economia classica analizza a livello macroeconomico cause e stimoli alla creazione di ricchezza per la nazione. Si sviluppa tra XVIII e XIX secolo.
Neo-liberismo è una specifica scuola di pensiero economico sviluppatasi all'interno della vasta famiglia della economia neoclassica: successiva e differente rispetto ad economia classica. Economia neoclassica si sviluppa a seguito della micro-fondazione della scienza economica (analisi condotta individuale) ed alla sua successiva formalizzazione matematica.
ti ringrazio per l'impegno uedro :)
le basi bene o male le conosco la domanda era più sullo specifico in termine di elementi di interesse tipici (chessò intervento dello stato o tassazione)
ad esempio il neoliberismo se ho capito bene prende quanto specificato dalla scuola classica e lo porta un passo più avanti?
 
Economia classica analizza a livello macroeconomico cause e stimoli alla creazione di ricchezza per la nazione. Si sviluppa tra XVIII e XIX secolo.
Neo-liberismo è una specifica scuola di pensiero economico sviluppatasi all'interno della vasta famiglia della economia neoclassica: successiva e differente rispetto ad economia classica. Economia neoclassica si sviluppa a seguito della micro-fondazione della scienza economica (analisi condotta individuale) ed alla sua successiva formalizzazione matematica.

Stringendo e sintetizzando, quello che ho scritto io;)
 
Qualcuno può rispondere a quanto chiesto per favore
possibilmente astenersi comici e clown OK!
 
Stavo ascoltando una trasmissione dove alcuni economisti si confrontavano ma mi sono perso la differenza fra le due.

premessa
beh basta stare su google mettere in cerca "economia classica e neoliberismo" e voilà ecco tutte le risposte del caso.
E io sono ben conscio che tu questo lo sai e allora perchè questo quesito e posto qui ?
E' evidente che al di là delle curiosità storiografiche tu vorresti ascoltare le spiegazioni su questa differenza espresse da rappresentanti attuali di diverse correnti di pensiero sull'economia.Ti premetto che qui è abitato da dilettanti allo scoperto che cercano di chiarirsi le idee nel dibattito reciproco,quando ci si riesce cancellando le inevitabili quanto futili incrostazioni del proprio narcisismo,per cui non so se soddisferai appieno le tue richieste.

contenuto
L'economia neoclassica è quelle iniziata da Adamo Smith fine 800 e partiva dall'idea di un'economia naturale senza intervento umano lasciata alla completa autonomia dei privati nel soddisfare il proprio utile personale, beh secondo loro ciò alla fine,indirettamente realizzava il miglior bene comune.Ne conseguiva come principio guida delle politiche economiche degli stati la non ingerenza economica degli stessi o laissez faire.
Il neoliberismo è invece una corrente di pensiero recente (anni 70) che si richiama in tutto all'economia classica e ai suoi principi facendose una bandiera sia nel campo accademico che
nel campo delle realizzazioni politiche con i sistematici tentativi di Reagen e la tatcher nelle rispettive nazioni e prima ancora di Pinochet in Cile dopo l'esperienza Allende.
In verità tutti gli esperimenti in tal senso comunque tradirono l'imprimatur ideologico innescando interventi a sostegno della domanda,sia tramite lo stato che mediante gli eccessi delle finanziarizzazione.
 
premessa
beh basta stare su google mettere in cerca "economia classica e neoliberismo" e voilà ecco tutte le risposte del caso.
E io sono ben conscio che tu questo lo sai e allora perchè questo quesito e posto qui ?
E' evidente che al di là delle curiosità storiografiche tu vorresti ascoltare le spiegazioni su questa differenza espresse da rappresentanti attuali di diverse correnti di pensiero sull'economia.Ti premetto che qui è abitato da dilettanti allo scoperto che cercano di chiarirsi le idee nel dibattito reciproco,quando ci si riesce cancellando le inevitabili quanto futili incrostazioni del proprio narcisismo,per cui non so se soddisferai appieno le tue richieste.

contenuto
L'economia neoclassica è quelle iniziata da Adamo Smith fine 800 e partiva dall'idea di un'economia naturale senza intervento umano lasciata alla completa autonomia dei privati nel soddisfare il proprio utile personale, beh secondo loro ciò alla fine,indirettamente realizzava il miglior bene comune.Ne conseguiva come principio guida delle politiche economiche degli stati la non ingerenza economica degli stessi o laissez faire.
Il neoliberismo è invece una corrente di pensiero recente (anni 70) che si richiama in tutto all'economia classica e ai suoi principi facendose una bandiera sia nel campo accademico che
nel campo delle realizzazioni politiche con i sistematici tentativi di Reagen e la tatcher nelle rispettive nazioni e prima ancora di Pinochet in Cile dopo l'esperienza Allende.
In verità tutti gli esperimenti in tal senso comunque tradirono l'imprimatur ideologico innescando interventi a sostegno della domanda,sia tramite lo stato che mediante gli eccessi delle finanziarizzazione.
grazie ottimo commento
ti chiedo a riguardo come si comportano entrambi in materia di privatizzazioni ad esempio e quale ruolo invece reputano spetti allo stato?
forse difesa e ordine pubblico soltanto o c'è dell'altro?
quale differenza esiste fra le due due scuole oppure una è solo il proseguimento dell'altra?
 
grazie ottimo commento
ti chiedo a riguardo come si comportano entrambi in materia di privatizzazioni ad esempio e quale ruolo invece reputano spetti allo stato?
forse difesa e ordine pubblico soltanto o c'è dell'altro?
quale differenza esiste fra le due due scuole oppure una è solo il proseguimento dell'altra?

CryptoMAV tra le due scuole(classica e neoliberismo) non ci sono differenze sostanziali sui temi dell'economia che mi risulti una è solo il proseguimento dell'altra.
Per ogni liberista che si rispetti lo stato deve esser ridotto alle funzioni essenziali di giustizia, difesa e polizia.
 
CryptoMAV tra le due scuole(classica e neoliberismo) non ci sono differenze sostanziali sui temi dell'economia che mi risulti una è solo il proseguimento dell'altra.
Per ogni liberista che si rispetti lo stato deve esser ridotto alle funzioni essenziali di giustizia, difesa e polizia.
su neoliberismo e classici anche io ho questa impressione però in trasmissione ho sentito questi che argomentavano e non la facevano cosi semplice
uno ad essempio non ricordo chi diceva che sugli asset nazionali non deve esserci nessuna liberalizzazione ma devono stare sotto controllo statale
e l'altro che era di parere opposto eppure erano uno classico e l'altro neoliberista
 
su neoliberismo e classici anche io ho questa impressione però in trasmissione ho sentito questi che argomentavano e non la facevano cosi semplice
uno ad essempio non ricordo chi diceva che sugli asset nazionali non deve esserci nessuna liberalizzazione ma devono stare sotto controllo statale
e l'altro che era di parere opposto eppure erano uno classico e l'altro neoliberista

ma sai i confini logici in economia non sono mai così definiti come in fisica.
Per es friedman,che fu fondatore di questa vulgata culturale neoliberista e che influenzò non poco le politiche degli anni 80,ha sempre sostenuto il ruolo trainante delle politiche monetarie delle BC sui prezzi e sulla loro stabilità, manipolando l'offerta monetaria in maniera opportuna per garantirci dai guasti che l'inflazione apporta al mercato. E in ciò si sente la derivazione keynesiana dello stesso con il ruolo riconosciuto allo stato tramite il controllo sulle BC.
Per non parlare della messa in pista del neoliberismo che alla fine ha ceduto su vari fronti all'intervento pubblico salvifico o a espedienti esterni al mercato per rigenerare la domanda vedi la finanziarizzazione troppo spinta,a riprova che il liberismo è una corrente di pensiero con delle limitazioni.

Forse quelli più ortodossi liberisti sono proprio quelle forze di sx che piano piano dopo gli anni 80 si sono affermate predicando una nuova forma di socialdemocrazia in cui il mercato la fa da padrone e lo Stato ha solo il compito di intervenire,DOPO,per riequilibrare con politiche sociali le eguali opportunità e ridare fiato al mercato stesso : sono i cd. socialiberisti.
Peccato che le ricette liberiste hanno il fiato corto per cui il riequilibrio dopo il recupero del mercato non avviene mai e questi soggetti che prima avevano vinto le elezioni dopo le perdono immancabilmente per il calo inevitabile del consenso (di esempi qui in italia ce ne sono eccome).
 
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ma sai i confini logici in economia non sono mai così definiti come in fisica.
Per es friedman,che fu fondatore di questa vulgata culturale neoliberista e che influenzò non poco le politiche degli anni 80,ha sempre sostenuto il ruolo trainante delle politiche monetarie delle BC sui prezzi e sulla loro stabilità, manipolando l'offerta monetaria in maniera opportuna per garantirci dai guasti che l'inflazione apporta al mercato. E in ciò si sente la derivazione keynesiana dello stesso con il ruolo riconosciuto allo stato tramite il controllo sulle BC.
Per non parlare della messa in pista del neoliberismo che alla fine ha ceduto su vari fronti all'intervento pubblico salvifico o a espedienti esterni al mercato per rigenerare la domanda vedi la finanziarizzazione troppo spinta,a riprova che il liberismo è una corrente di pensiero con delle limitazioni.

Forse quelli più ortodossi liberisti sono proprio quelle forze di sx che piano piano dopo gli anni 80 si sono affermate predicando una nuova forma di socialdemocrazia in cui il mercato la fa da padrone e lo Stato ha solo il compito di intervenire,DOPO,per riequilibrare con politiche sociali le eguali opportunità e ridare fiato al mercato stesso : sono i cd. socialiberisti.
Peccato che le ricette liberiste hanno il fiato corto per cui il riequilibrio dopo il recupero del mercato non avviene mai e questi soggetti che prima avevano vinto le elezioni dopo le perdono immancabilmente per il calo inevitabile del consenso (di esempi qui in italia ce ne sono eccome).
ottimo post verde!
 
ottimo post verde!

Che vuol dire verde?
io non ho colorazioni politiche anche se ho certamente idee e opinioni sulla odierna situazione politica in italia e il verde t'assicuro che non mi si addice se con questo intendi la lega.
La lega appunto è proprio rappresentante in politica di quel liberismo annacquato di keynesismo che a volte può assumere anche le forme dell'assistenza sociale.La sua ricetta espansiva primaria rimane comunque quella dell'abbassamento delle tasse prim'ancora alle imprese e poi ai lavoratori consumatori.
La ricetta espansiva keynesiana rimane invece sempre quella della spesa pubblica anticiclica anche se non rigetta in via di principio l'assistenza sociale e la riduzione delle tasse che difatto seppur in subordine comunque possono in periodi di crisi rafforzare il meccanismo del moltiplicatore della spesa pubblica anticiclica.
A questo punto credo pure che sia chiaro il punto di debolezza del M5S che è anche il punto di debolezza dell'attuale def e che non so se a questo punto si riuscirà proprio per questo a far digerire a bruxelles. Tale def è infatti troppo sbilanciato a lato delle misure per l'assistenza sociale e non appare in concreto lo sforzo sulla spesa pubblica anticiclica che ovviamente dovrà essere rigorosamente a sfondo produttivo e riguardante le ns infrastrutture e quindi figlio di un keynesismo più maturo di quello precedente agli anni 80, soprattutto se si vuole puntare sulla crescita per abbattere il debito e non sull'austerità.
Io personalmente non avrei quest'anno inserito il reddito di cittadinanza e l'innalzamento dei minimi delle pensioni e avrei convertito questi importi su più spesa pubblica produttiva e in conto capitale,per le infrastrutture,al massimo avrei impegnato i soldi per la ristrutturazione dei centri dell'impiego e basta.
Rimango del resto convinto che quota 100 sulle pensioni, seppur con moderazione vada bene perchè oltre alla domanda avrà una ricaduta sicura sull'occupazione giovanile e anche sui costi alla aziende.
Peraltro esiste una possibilità concreta e da subito nelle maglie del calcolo del deficit strutturale al netto del ciclo economico di poter convincere bruxelles a far levare le somme per la spesa pubblica una tantum a fini produttivi.

nb
ovviamente la mia analisi non tiene conto dei fattori politici inerenti l'accordo di governo tra m5s e lega che è anche il frutto delle votazioni e delle volontà popolari che nel voto si sono epresse per cui può anche darsi che quello che succede oggi è il miglior compromesso possibile per tutte e due le parti.
 
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Che vuol dire verde?
io non ho colorazioni politiche anche se ho certamente idee e opinioni sulla odierna situazione politica in italia e il verde t'assicuro che non mi si addice se con questo intendi la lega.
La lega appunto è proprio rappresentante in politica di quel liberismo annacquato di keynesismo che a volte può assumere anche le forme dell'assistenza sociale.La sua ricetta espansiva primaria rimane comunque quella dell'abbassamento delle tasse prim'ancora alle imprese e poi ai lavoratori consumatori.
La ricetta espansiva keynesiana rimane invece sempre quella della spesa pubblica anticiclica anche se non rigetta in via di principio l'assistenza sociale e la riduzione delle tasse che difatto seppur in subordine comunque possono in periodi di crisi rafforzare il meccanismo del moltiplicatore della spesa pubblica anticiclica.
A questo punto credo pure che sia chiaro il punto di debolezza del M5S che è anche il punto di debolezza dell'attuale def e che non so se a questo punto si riuscirà proprio per questo a far digerire a bruxelles. Tale def è infatti troppo sbilanciato a lato delle misure per l'assistenza sociale e non appare in concreto lo sforzo sulla spesa pubblica anticiclica che ovviamente dovrà essere rigorosamente a sfondo produttivo e riguardante le ns infrastrutture e quindi figlio di un keynesismo più maturo di quello precedente agli anni 80, soprattutto se si vuole puntare sulla crescita per abbattere il debito e non sull'austerità.
Io personalmente non avrei quest'anno inserito il reddito di cittadinanza e l'innalzamento dei minimi delle pensioni e avrei convertito questi importi su più spesa pubblica produttiva e in conto capitale,per le infrastrutture,al massimo avrei impegnato i soldi per la ristrutturazione dei centri dell'impiego e basta.
Rimango del resto convinto che quota 100 sulle pensioni, seppur con moderazione vada bene perchè oltre alla domanda avrà una ricaduta sicura sull'occupazione giovanile e anche sui costi alla aziende.
Peraltro esiste una possibilità concreta e da subito nelle maglie del calcolo del deficit strutturale al netto del ciclo economico di poter convincere bruxelles a far levare le somme per la spesa pubblica una tantum a fini produttivi.

nb
ovviamente la mia analisi non tiene conto dei fattori politici inerenti l'accordo di governo tra m5s e lega che è anche il frutto delle votazioni e delle volontà popolari che nel voto si sono epresse per cui può anche darsi che quello che succede oggi è il miglior compromesso possibile per tutte e due le parti.
per verde intedevo bollino verde che ti ho dato per l'ottimo intervento anche questo non è male
secondo te invece passando all'opposto dello spettro in cosa si differenziano i comunisti marxisti rispetto ai keynesiani che hai citato?
a me da l'idea che entrambi vogliano togliere al libero mercato ogni dinamicità di fatto sostituendogli lo stato e quindi giu di spesa pubblica e nel caso dei primi anche tasse
 
per verde intedevo bollino verde che ti ho dato per l'ottimo intervento anche questo non è male
secondo te invece passando all'opposto dello spettro in cosa si differenziano i comunisti marxisti rispetto ai keynesiani che hai citato?
a me da l'idea che entrambi vogliano togliere al libero mercato ogni dinamicità di fatto sostituendogli lo stato e quindi giu di spesa pubblica e nel caso dei primi anche tasse

Allora non è affatto vero che l'adesione a marx presupponga l'accettazione dello statalismo che vedrei meglio come una speciale via individuata in russia dopo il 1917 e peraltro direi con risultati pessimi perchè alla fine della fiera hanno ricreato il capitalismo e nelle sue forme peggiori.
L'adesione a Marx significa in generale,è vero,il rifiuto per l'appropriazione privata dei mezzi di produzione che di sicuro non può prescindere da quel rappresentante collettivo per eccellenza che è lo Stato.Sta difatto che lo Stato può rappresentare un'alternativa valida all'appropriazione privata dei mezzi di produzione senza doversene per forza rendere proprietaria. Basta che si utilizzi la spesa pubblica anticiclica in casi di recessioni,che consisterebbe nelle commesse pubbliche,ma poi spetta al privato e al mercato la sua realizzazione,e così si può indirizzare la crescita secondo l'interesse pubblico fissato dallo stato,cioè il quando,il dove e il cosa produrre e senza ripeto annullare la proprietà privata e il mercato.
A questo punto cosa differenzia marx da keynes ?
beh come avrai capito sono differenze di molto inferiori del previsto.Marx vede le crisi più come l'espressione di contraddizioni interne al sistema di produzione capitalistico e al suo svilupppo(caduta del saggio medio di profitto e crisi ricorrenti di sovrapproduzione dovute alla coincidenza di riproduzione allargata e riproduzione semplice) mentre keynes rimane ancorato alle insufficenze ricorrenti e sistemiche a sfondo psicologico della domanda e basta (gli animal spirits),uno è più radicale nella critica,l'altro un pò di meno.
 
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