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COTTARELLI: RISCHIOSO SPENDERE PER RIFORMA PENSIONI
Se fosse nei panni di Giovanni Tria, Carlo Cottarelli non stanzierebbe 10 miliardi per interventi sulla riforma delle pensioni e sul reddito di cittadinanza. L’ex commissario alla spending review, intervistato dal Mattino, spiega infatti che “sono cose che non ci possiamo permettere. Qualche aggiustamento sulle pensioni e sul reddito d'inclusione si può fare, ma spendere 10 miliardi l'anno è troppo rischioso”. Del resto per l’Italia sarebbe meglio “puntare al pareggio di bilancio perché, con l'economia che cresce, ciò sarebbe sufficiente a ridurre il debito di tre punti l'anno e ci consentirebbe di rimodulare la spesa, dove necessario”. Di fatto Cottarelli, quindi, non si discosta dalle posizioni già espresse in tema previdenziale anche dopo l’analisi dell'Osservatorio sui conti pubblici italiani dell'Università Cattolica da lui presieduto sui contenuti economici del contratto di Governo stipulato tra Lega e Movimento 5 Stelle.
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E'sbagliato ! perchè postula l'economia che cresce o decresce come se fosse una realtà naturale che si muove per conto suo e noi non possiamo che assecondarla con giudiziosi comportamenti. E'ovvio che se l'economia è in crescita è giusto puntare al riordino dei conti. Ma la verità di partenza è un'altra e cioè che l'economia è in una fase in ue di debole crescita dovuta al calo di valore dell'euro sul dollaro e che se non si interviene con politiche opportune per ravvivarla si rischia di perdere e ben presto anche questo minimo slancio vitale. E ahimè questo minimo slancio vitale proviene proprio dall'intensità e dalla dimensione delle politiche espansive dei redditi che si mettono in pista.
Quindi non è vero che è prioritario oggi,essendoci uno straccio di crescita,come dice il Cottarello “puntare al pareggio di bilancio",ma tutto il contrario,è prioritario puntare alle misure che ravvivano una crescita ancora debole per stabilizzarla e dopo semmai si può pensare prioritariamente al pareggio di bilancio.
Con questo è indubbio che non si debba procedere però a devastare i conti pubblici soprattutto da noi che abbiamo un debito pregresso incombente e questo per pre- replicare a tutti coloro che tenteranno ingenuamente di opporre repliche a quanto sopra prefigurando scenari ipotetici di conti delibertamente devastati con prospettive di default incombenti.
Se fosse nei panni di Giovanni Tria, Carlo Cottarelli non stanzierebbe 10 miliardi per interventi sulla riforma delle pensioni e sul reddito di cittadinanza. L’ex commissario alla spending review, intervistato dal Mattino, spiega infatti che “sono cose che non ci possiamo permettere. Qualche aggiustamento sulle pensioni e sul reddito d'inclusione si può fare, ma spendere 10 miliardi l'anno è troppo rischioso”. Del resto per l’Italia sarebbe meglio “puntare al pareggio di bilancio perché, con l'economia che cresce, ciò sarebbe sufficiente a ridurre il debito di tre punti l'anno e ci consentirebbe di rimodulare la spesa, dove necessario”. Di fatto Cottarelli, quindi, non si discosta dalle posizioni già espresse in tema previdenziale anche dopo l’analisi dell'Osservatorio sui conti pubblici italiani dell'Università Cattolica da lui presieduto sui contenuti economici del contratto di Governo stipulato tra Lega e Movimento 5 Stelle.
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E'sbagliato ! perchè postula l'economia che cresce o decresce come se fosse una realtà naturale che si muove per conto suo e noi non possiamo che assecondarla con giudiziosi comportamenti. E'ovvio che se l'economia è in crescita è giusto puntare al riordino dei conti. Ma la verità di partenza è un'altra e cioè che l'economia è in una fase in ue di debole crescita dovuta al calo di valore dell'euro sul dollaro e che se non si interviene con politiche opportune per ravvivarla si rischia di perdere e ben presto anche questo minimo slancio vitale. E ahimè questo minimo slancio vitale proviene proprio dall'intensità e dalla dimensione delle politiche espansive dei redditi che si mettono in pista.
Quindi non è vero che è prioritario oggi,essendoci uno straccio di crescita,come dice il Cottarello “puntare al pareggio di bilancio",ma tutto il contrario,è prioritario puntare alle misure che ravvivano una crescita ancora debole per stabilizzarla e dopo semmai si può pensare prioritariamente al pareggio di bilancio.
Con questo è indubbio che non si debba procedere però a devastare i conti pubblici soprattutto da noi che abbiamo un debito pregresso incombente e questo per pre- replicare a tutti coloro che tenteranno ingenuamente di opporre repliche a quanto sopra prefigurando scenari ipotetici di conti delibertamente devastati con prospettive di default incombenti.