Pil 2018

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

bazuka

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CsC: Pil 2018 peggio delle attese a +1,3%, plausibile manovra correttiva da 9 miliardi - Il Sole 24 ORE

Italia cresce, ma troppo poco. La previsione di un rallentamento della nostra economia per il biennio 2018-2019, «anticipato e più ampio» rispetto alle stime del dicembre scorso arriva dal Centro studi di Confindustria, che ipotizza per l'anno corrente una crescita del Pil attestata sull'1,3% in termini reali (dall'1,5% del 2017), con una ulteriore decelerazione all'1,1% nel 2019. Sulla crescita faticosa, meno dinamica anche rispetto al “sentiero” ufficiale contenuto nel Def 2018 presentato dal Governo ad aprile, pesano molti elementi, al centro del Rapporto CsC “Dove va l'economia italiana”, presentato oggi a Roma, dove tornano anche molte delle indicazioni per la riforma della governance Ue espresse dal presidente dell’associazione degli industriali Vincenzo Boccia negli ultimi mesi.
I fattori che frenano la crescita Il rallentamento della domanda estera, si legge nel documento, e « l'esaurirsi del ciclo positivo degli investimenti a livello nazionale, legati entrambi al clima di incertezza sia sul fronte internazionale che interno» - anche al netto di «aggiustamento fisiologico» dopo i forti incrementi degli ultimi anni - influenzeranno in negativo, almeno nel breve periodo, i principali fattori dell'economia nazionale, dall'export (in ribasso: «le esportazioni aumenteranno meno della domanda mondiale nel 2018-2019, per la prima volta dal 2013» e «il Paese tornerà a perdere quote di mercato») agli investimenti privati (fase espansiva in esaurimento, con forte contrazione nel primo trimestre per le incertezze della fase elettorale), al credito bancario («cresce poco e fornisce uno scarso supporto agli investimenti delle imprese» nonostante i costi siano al minimo). Giù anche i consumi delle famiglie (in frenata, anche a causa del lavoro che cresce meno del Pil, ad un ritmo sotto il +1,0 per cento già nel 2017 e ancor più lentamente nel biennio di previsione) e agli investimenti pubblici (continueranno a scendere in termini nominali del 12,5% nel 2018, con un piccolo recupero nel 2019).
Il Sole 24 Ore - leggi su CsC: Pil 2018 peggio delle attese a +1,3%, plausibile manovra correttiva da 9 miliardi - Il Sole 24 ORE
 
piu' che altro paura ad aprirla ;)

se alzano i tassi, e li alzano, che devono farlo, beh, finalmente chiudiamo il ciclo del credito iniziato nel 2008, che sta facendo bolle immobiliari oscene nelle parti evolute del pianeta (certo non qui)


la volta scorsa sono saltate lehman e grecia, chissa' sto ciclo chi salta
(nel 1997 la russia e le tigri asiatiche, nel 2001 l'argentina)
 
purtroppo siamo alla frutta, siamo penso l'unico grande paese occidentale a non avere recuperato le perdite subite durante la crisi e siamo ben lontani dal farlo

a questo punto sembra quasi impossibile riuscirci, guai grossi in arrivo

per fortuna questo ministro Tria vive nella realtà e non nel mondo dei sogni ma ormai davanti c'è solo il capolinea
 
purtroppo siamo alla frutta, siamo penso l'unico grande paese occidentale a non avere recuperato le perdite subite durante la crisi e siamo ben lontani dal farlo

a questo punto sembra quasi impossibile riuscirci, guai grossi in arrivo

per fortuna questo ministro Tria vive nella realtà e non nel mondo dei sogni ma ormai davanti c'è solo il capolinea

non ti viene in mente che alcune scelte di politica monetaria ed economica ci abbiano messo del loro peraltro avvantaggiando i ns competitor più forti in europa
e per questo acuendo il gap ????
 
Già siamo pesantemente zavorrati dalla valuta euro. Non possiamo cedere alle cure da cavallo imposte dall'Europa. Dobbiamo tenere il sentiero di un debito/pil in calo ma senza esagerare. Aumenti IVA e tagli alla spesa che colpiscono il reddito e la domanda interna non sono sostenibili soprattutto ora anche le esportazioni stanno rallentando. E' necessario riformare la spesa pubblica eliminando sprechi e spese improduttive per recuperare risorse a favore degli investimenti.
Alcuni di voi si incaz. se si parla di inflazione. E' una medicina che aiuta l'indebitato e come tutte le medicine ha effetti collaterali spiacevoli. Pensare di uscirne puntando sull'austerità è un errore, mi ripeto, senza una buona dose di inflazione non se ne esce.
 
Già siamo pesantemente zavorrati dalla valuta euro. Non possiamo cedere alle cure da cavallo imposte dall'Europa. Dobbiamo tenere il sentiero di un debito/pil in calo ma senza esagerare. Aumenti IVA e tagli alla spesa che colpiscono il reddito e la domanda interna non sono sostenibili soprattutto ora anche le esportazioni stanno rallentando. E' necessario riformare la spesa pubblica eliminando sprechi e spese improduttive per recuperare risorse a favore degli investimenti.
Alcuni di voi si incaz. se si parla di inflazione. E' una medicina che aiuta l'indebitato e come tutte le medicine ha effetti collaterali spiacevoli. Pensare di uscirne puntando sull'austerità è un errore, mi ripeto, senza una buona dose di inflazione non se ne esce.


credo che mai nella sua storia l'Italia abbia esportato così tanto come in questi anni con l'euro

le cure da cavallo avremmo dovuto farle noi tanto tempo fa: il debito lo devi vendere sul mercato

ripeto: il debito devi venderlo sul mercato


se come scrivi tu giustamente è necessario riformare la spesa pubblica... Perchè non lo fanno? Perchè parlano di migranti tutto il tempo?

Sai perchè non lo fanno? Te lo sei mai chiesto?

L'europa non vede l'ora che si faccia.

Per quanto riguarda la tua teoria circa l'inflazione ti rispondo in modo semplice: Portogallo ed Irlanda.
 
Sembra che le politiche fiscali ultracompetitive in Irlanda abbiano avuto effetto. Tra l'altro queste stesse politiche sono oggi nel mirino della UE in quanto ritenute sleali nei confronti dei paesi membri. Non credo comunque che la cosa sia replicabile in Italia con debito pil al 132%.

Il debito pil di entrambi i paesi è cresciuto enormemente dalla crisi ad oggi e cio' conferma che con la spesa pubblica hanno sostenuto la propria economia, cosa che in Italia non abbiamo potuto fare visto che il debito era già elevato.

Comunque interventi sugli sprechi e la spesa improduttiva vanno fatti per liberare risorse a sostegno della crescita ma nel rispetto degli obiettivi debito/pil.
 
Ultima modifica:
la deflazione salariale non mi sembra sia una ricetta keynesiana per uscire da una crisi del debito, infatti dove e' stata tentata, stile grecia, ha solo portato NPL alle banche e nuovo carico sul debito pubblico, mentre nei paesi normali (australia, olanda, germania, usa, canada, russia, cina) ben si son guardati dal provare ad ascoltare quei buontemponi dell'fmi (tasse e tagliare e consumi interni)

comunque mi sa che la turchia sta facendo del suo meglio, stavolta, per fare prima di noi, non e' solo un problema di moneta... anzi... ma direi volgarita'...
 
Ultima modifica:
Sembra che le politiche fiscali ultracompetitive in Irlanda abbiano avuto effetto. Tra l'altro queste stesse politiche sono oggi nel mirino della UE in quanto ritenute sleali nei confronti dei paesi membri. Non credo comunque che la cosa sia replicabile in Italia con debito pil al 132%.

Il debito pil di entrambi i paesi è cresciuto enormemente dalla crisi ad oggi e cio' conferma che con la spesa pubblica hanno sostenuto la propria economia, cosa che in Italia non abbiamo potuto fare visto che il debito era già elevato.

Comunque interventi sugli sprechi e la spesa improduttiva vanno fatti per liberare risorse a sostegno della crescita ma nel rispetto degli obiettivi debito/pil.

l'Irlanda ha mantenuto sempre la stessa tassazione prima e dopo la crisi.

Ed il Portogallo in particolare ha adottato fortissime misure di austerità.

Questi sono i fatti.


Ma come dico sempre se spendere servisse per fare ripartire l'economia perchè il debito cresce più del pil?

la realtà è molto più semplice di come la raccontano, ci sono degli interessi evidenti da parte dei proprietari dei media a far si che la spesa pubblica rimanga alta così possono rubare.

altra banalità: quando la variazione percentuale del pil è inferiore alla percentuale che paghi sugl'interessi sul debito sei in pre default, questo accadrà all'Italia non appena la bce terminerà il QE.
 
sbarazzarsi dei vecchii ed aumentare la produttività+valore aggiunto dei settori economici.

Il succo estremo dei problemi dell'italietta, se non si agisce su quei fronti alla prossima crisi andiamo in default conclamato.
 
Già siamo pesantemente zavorrati dalla valuta euro. Non possiamo cedere alle cure da cavallo imposte dall'Europa. Dobbiamo tenere il sentiero di un debito/pil in calo ma senza esagerare. Aumenti IVA e tagli alla spesa che colpiscono il reddito e la domanda interna non sono sostenibili soprattutto ora anche le esportazioni stanno rallentando. E' necessario riformare la spesa pubblica eliminando sprechi e spese improduttive per recuperare risorse a favore degli investimenti.
Alcuni di voi si incaz. se si parla di inflazione. E' una medicina che aiuta l'indebitato e come tutte le medicine ha effetti collaterali spiacevoli. Pensare di uscirne puntando sull'austerità è un errore, mi ripeto, senza una buona dose di inflazione non se ne esce.

sono parzialmente d'accordo. Sono con te quando dici che non possiamo cedere alle cure da cavallo imposte dall'Europa.
Sono in disaccordo parziale quando dici che è necessario riformare la spesa pubblica eliminando sprechi e spese improduttive per recuperare risorse a favore degli investimenti. Sono in disaccordo parziale perchè concordo con la necessità di riforma della spesa pubblica per recuperare risorse a favore degli investimenti, ma dissento perchè ritengo che in presenza dell'euro se tu rilanci la spesa pubblica rischi di agevolare l'import dalla germania e peggiorare sul fronte dei conti con l'estero,in quanto con l'euro il ns export risulta sempre svantaggiato come prima,ed è per questo motivo che siamo entrati in crisi con l'avvento dell'euro.
Ma a me sembra,che anche su questo forum,la gente questa cosa elementare,che con l'euro abbiamo perso in competitività sull'area ue e per questo siamo entrati in crisi,non l'ha ancora capita,e non mi riferisco a te.
 
altra banalità: quando la variazione percentuale del pil è inferiore alla percentuale che paghi sugl'interessi sul debito sei in pre default, questo accadrà all'Italia non appena la bce terminerà il QE.

:bow: :bow: :clap:
 
l'Irlanda ha mantenuto sempre la stessa tassazione prima e dopo la crisi.

Ed il Portogallo in particolare ha adottato fortissime misure di austerità.

Questi sono i fatti.


Ma come dico sempre se spendere servisse per fare ripartire l'economia perchè il debito cresce più del pil?

la realtà è molto più semplice di come la raccontano, ci sono degli interessi evidenti da parte dei proprietari dei media a far si che la spesa pubblica rimanga alta così possono rubare.

altra banalità: quando la variazione percentuale del pil è inferiore alla percentuale che paghi sugl'interessi sul debito sei in pre default, questo accadrà all'Italia non appena la bce terminerà il QE.

Quest'anno il debito/pil si è fermato e ha avuto un punto di svolta, piccolo calo. Facendo attenzione sul lato della spesa, anche se la crescita sta rallentando, si potrebbe continuare a ridurre tale rapporto. Ovviamente solo mantenendo un forte controllo sui conti e sul debito si potrà ridurre l'effetto sui tassi dovuto allo spread. Una ripresa dei tassi collegata ad una ripresa dell'inflazione potrebbe anche tradursi in una riduzione dei tassi reali per assurdo. E' questo il dato più rilevante sul quale per ora ad incidere in modo determinante è lo spread. Ovviamente più fai politiche di bilancio credibili e più lo spread si riduce e i tassi reali si riducono. L'aumento dei tassi collegato all'inflazione non comporta l'aumento dei tassi reali diverso l'aumento dello spread.

La fine del QE non significa rientro dal QE. Per il futuro una sana politica di bilancio potrà ridurre lo spread aumentare la propensione all'acquisto di tds e magari convincere in Europa della necessità di emettere anche Eurobond.
 
Bce: "Italia ancora al palo, redditi e consumi in calo" | Wall Street Italia


Questa attenuazione riflette un arretramento rispetto all’espansione molto elevata dello scorso anno ed è connessa soprattutto al più debole stimolo derivante dal commercio con l’estero, in precedenza molto vigoroso, a cui si aggiungono gli effetti di una maggiore incertezza e di alcuni fattori temporanei dal lato dell’offerta, sia a livello interno sia a livello mondiale
 
Ultima modifica:
se finisce il qe non riesco a capire come non andiamo in default.... e deve essere un mio limite, ma se uno e' scemo dovete anche lasciarlo libero di esprimersi e rovinarsi con le sue mani


c'era un simpaticissimo articolo di bloomberg di un paio di giorni fa che suonava di 'monito da ny', sembra che non ci siano coperture per realizzare il programma di governo, e lasciamo stare gli eurobond (si chiama nexit in olandese, ne stanno parlando nella loro lingua)

Turkey’s Warning to Italian Euroskeptics - Bloomberg
 
Quest'anno il debito/pil si è fermato e ha avuto un punto di svolta, piccolo calo. Facendo attenzione sul lato della spesa, anche se la crescita sta rallentando, si potrebbe continuare a ridurre tale rapporto. Ovviamente solo mantenendo un forte controllo sui conti e sul debito si potrà ridurre l'effetto sui tassi dovuto allo spread. Una ripresa dei tassi collegata ad una ripresa dell'inflazione potrebbe anche tradursi in una riduzione dei tassi reali per assurdo. E' questo il dato più rilevante sul quale per ora ad incidere in modo determinante è lo spread. Ovviamente più fai politiche di bilancio credibili e più lo spread si riduce e i tassi reali si riducono. L'aumento dei tassi collegato all'inflazione non comporta l'aumento dei tassi reali diverso l'aumento dello spread.

La fine del QE non significa rientro dal QE. Per il futuro una sana politica di bilancio potrà ridurre lo spread aumentare la propensione all'acquisto di tds e magari convincere in Europa della necessità di emettere anche Eurobond.

Tu dici
Ovviamente solo mantenendo un forte controllo sui conti e sul debito si potrà ridurre l'effetto sui tassi dovuto allo spread.

e siamo d'accordo, il problema è che sul debito fanno un azione costante anche le minor entrate fiscali e i maggiori costi sociali legati alla mancata crescita o alla bassa crescita.

inoltre dici
L'aumento dei tassi collegato all'inflazione non comporta l'aumento dei tassi reali diverso l'aumento dello spread.

Qui capisco di meno.
Allora l'aumento dell'inflazione a parità di tassi nominali determina sempre una diminuzione dei tassi reali e quindi in presenza di un aumento dei tassi nominali essa tende sempre a contenerne l'effetto.
Secondo me puntare sistematicamente sull'inflazione per ridurre i tassi reali non è cosa buona per me,non tanto perchè non è teoricamente possibile,ma perchè l'inflazione seppure sentinella di un rigurgito di crescita resta un fattore negativo nella determinazione dei prezzi che naturalmente dovrebbero tendere all'equilibrio e alla stabilità. Eppoi puntare su un'inflazione diffusa in ara UE con l'attuale sistema monetario euro è cosa assai difficile da fare.
Per i ridurre i tassi secondo me la cosa migliore è puntare sulla crescita che riduce il debito,che poi è principalmente quella crescita che produce poca inflazione.
Ma per fare crescita significativa in italia bisogna uscire dall'euro, anche se questo inizialmente incontrerà tali e tante resistenze per cui l'esordio, nel breve, apparirà assolutamente controproducente: è il prezzo che dobbiamo pagare,e pagheremo,non ci sono santi,ad una mossa politica economica sciagurata fatta nei decenni passati da tutti gli italiani e non solo dalle c.d. elites.
 
Ultima modifica:
Bce: "Italia ancora al palo, redditi e consumi in calo" | Wall Street Italia


Questa attenuazione riflette un arretramento rispetto all’espansione molto elevata dello scorso anno ed è connessa soprattutto al più debole stimolo derivante dal commercio con l’estero, in precedenza molto vigoroso, a cui si aggiungono gli effetti di una maggiore incertezza e di alcuni fattori temporanei dal lato dell’offerta, sia a livello interno sia a livello mondiale

diciamo che l'euro ha smesso di scendere sul dollaro,il prezzo del petrolio è in lieve risalita,c'è un nuovo presidente usa che minaccia dazi, per cui il ns export totale sospinto dalle maggiori vendite extra ue si è ridotto.
 
se finisce il qe non riesco a capire come non andiamo in default.... e deve essere un mio limite, ma se uno e' scemo dovete anche lasciarlo libero di esprimersi e rovinarsi con le sue mani


c'era un simpaticissimo articolo di bloomberg di un paio di giorni fa che suonava di 'monito da ny', sembra che non ci siano coperture per realizzare il programma di governo, e lasciamo stare gli eurobond (si chiama nexit in olandese, ne stanno parlando nella loro lingua)

Turkey’s Warning to Italian Euroskeptics - Bloomberg


mi pare che Draghi abbia lasciato intendere che le singole banche centrali dei paesi membri potrebbero continuare il qe, il problema è che Draghi è a fine mandato ormai

e come ho detto più volte non c'è mai stato un governatore tedesco alla bce, questa molto probabilmente è la volta buona
 
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