L'importanza dei numeri, dei dati e dei grafici in economia

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

luciano sibio

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opinione del forumista the beast espressa in altra area tematica chiusa:

mah, io sarei per un approccio più "scientifico" e basato su dati, numeri e grafici e meno chiacchiericcio da bar. Allegato 2524794Allegato 2524794

Rispondo qui al forumista the beast sul problema in oggetto.
Secondo me,dati, numeri e grafici sono indispensabili e molto utili per un approccio più scientifico possibile su teorie di ogni tipo e portata, e ben vengano tutti gli apporti in proposito su questo stesso forum.

La cosa importante e che deve essere sempre presente in ognuno di noi è che i numeri di per sè stesso possono esser un aiuto,un approfondimento ma non permettono mai da soli di chiudere una vicenda teorica o risolverla.
Facciamo un esempio terra terra per capire meglio.
Se io prendessi i numeri potrei con una facilità disarmante affermare che durante il governo monti il debito pubblico è aumentato quindi abbasso il governo monti.
Ma non solo ,tutta la vicenda dell'austerità e dell'euro avrebbe contorni da tregenda se vedo solo i numeri.
Ma non è così ! vero Cottarello ???
non è così perchè si può legittimamente dire come fece Cottarello,alcuni gg addietro,che quei numeri se non ci fosse stato monti,e se ci non ci fosse stato l'euro,sarebbero stati ahimè ben peggiori ... e come dargli torto ????
Come si vede i numeri, i grafici spiegano solo quello che noi vogliamo far spiegare con la ns ragione e a supporto di questa,ma presi in sè non vogliono e non possono dire nulla.

Conclusione: ben vengano grafici e statistiche,purchè sia ben chiaro a cosa servono e che non sono il verbo,essendo sempre indispensabili,e di partenza,le ns riflessioni teoriche.
 
Ultima modifica:
Il tema è interessante, non sciuparlo con considerazioni "ad personam" su Cottarelli.

Vale più il ragionamento induttivo o quello deduttivo? Il fatto che mentre sto scrivendo sia sedito su un divano ROSSO, aiuta a inferire che tutti i corvi sono NERI ?
 
Il tema è interessante, non sciuparlo con considerazioni "ad personam" su Cottarelli.

Vale più il ragionamento induttivo o quello deduttivo? Il fatto che mentre sto scrivendo sia sedito su un divano ROSSO, aiuta a inferire che tutti i corvi sono NERI ?

Non vorrei deluderti ma il mio discorso era più di basso profilo, non mi sembra qui il caso di addentrarci in diatribe filosofiche su induzione deduzione.
Uno può arrivare a certe spiegazioni per via induttiva seguendo alcune evidenze numeriche o utilizzare i dati come conferme a sue convinzioni maturate prima razionalmente.
Sono 2 approcci diversi ai problemi che rispecchiano anche le personalità diverse di ognuno di noi.
Ma io volevo solo dire che,comuque sia,i numeri e basta servono a poco,sono come degli scatoloni vuoti,se non approdano a teorie vere e proprie o fungono da sostegno ad esse.
 
Guida al ragionamento secondo me:

1) Onestà e apertura intellettuale.

L'analista in malafede può sempre trovare dati che avvallano qualsiasi tesi, anche la più inverosimile. Feynman diceva "datemi 5 punti e io vi fitto anche un elefante rosa".
D'altra parte, fenomeni inspiegabili hanno poi portato a scoprire correlazioni vere impensabili a prima vista.

E' quindi vero che spesso si pubblicano dati (o più spesso sunti di dati) in malafede, ma è anche vero che i dati avversi alle proprie teorie non possono essere rigettati a priori

2) Occhio alle teorie totalizzanti

Probabilmente tutti abbiamo bisogno di uno schema per leggere il mondo, ma uno schema che spiega tutto, o peggio prevede tutto (la psicostoria di Asimov) è di la da venire.

Seguendo Taleb, o magari il Vattimo del pensiero minimo, secondo me ci vuole grande elasticità e modestia per non cadere nelle illusioni totalizzanti settecentesche.

3) Occhio ai nomi

L'uso dei nomi di specie e di genere (gli Italiani, il popolo, i padroni, i proletari, etc) sono la base per la maggior parte dei ragionamenti capziosi in puro stile politicante.

E poi ce ne sarebbero magari altri.....
 
Guida al ragionamento secondo me:

1) Onestà e apertura intellettuale.

L'analista in malafede può sempre trovare dati che avvallano qualsiasi tesi, anche la più inverosimile. Feynman diceva "datemi 5 punti e io vi fitto anche un elefante rosa".
D'altra parte, fenomeni inspiegabili hanno poi portato a scoprire correlazioni vere impensabili a prima vista.

E' quindi vero che spesso si pubblicano dati (o più spesso sunti di dati) in malafede, ma è anche vero che i dati avversi alle proprie teorie non possono essere rigettati a priori

2) Occhio alle teorie totalizzanti

Probabilmente tutti abbiamo bisogno di uno schema per leggere il mondo, ma uno schema che spiega tutto, o peggio prevede tutto (la psicostoria di Asimov) è di la da venire.

Seguendo Taleb, o magari il Vattimo del pensiero minimo, secondo me ci vuole grande elasticità e modestia per non cadere nelle illusioni totalizzanti settecentesche.

3) Occhio ai nomi

L'uso dei nomi di specie e di genere (gli Italiani, il popolo, i padroni, i proletari, etc) sono la base per la maggior parte dei ragionamenti capziosi in puro stile politicante.

E poi ce ne sarebbero magari altri.....


tu dici

"L'analista in malafede può sempre trovare dati che avvallano qualsiasi tesi, anche la più inverosimile .....
ma è anche vero che i dati avversi alle proprie teorie non possono essere rigettati a priori"

E sono del tutto d'accordo,infatti io non ho mai negato la necessità di portare dei dati a sostegno delle tesi in genere,semprechè se ne
intenda il limite nel senso che alla fine i dati,e la statistica che ne consegue,non potranno mai offrirci uno spaccato oggettivo della realtà.

2) tu dici
"Occhio alle teorie totalizzanti"
Mah !!! diciamo che a partire dall'idea che una teoria non sia totale per principio,ma solo una certa angolatura,significa avvalorare che essa sia una non verità, poichè la realtà è totale, per cui si avvalora la non conoscibilità del reale o meglio la non conoscenza o agnosticismo e alla fine si ricade nel pensiero minimo di Vattimo o nell'affermazione del primato della tecnologia sul pensiero(Viva Marcuse te lo ricordi ?).
Secondo me basta affermare il valore non definitivo delle nostre idee e la ricerca costante delle verità senza negarla nel suo essere. Ricerca che va fatta nel dialogo costante e nel confronto con gli altri(comunitarismo).

3) Infine dici
"Occhio ai nomi"
sempre,le generalizzazioni sono alla base dei discorsi e vanno usati sempre con criterio.
 
Ultima modifica:
Il numero è la quantificazione di qualche cosa (nominabile) tramite un metodo.

Prima ancora di cercare di comprendere come fare interagire al meglio i numeri all'interno di un contesto teorico, una danza complessa, bisognerebbe ragionare sulla natura del dato da quantificare e sul metodo di quantificazione. L'utilizzo dei numeri senza questa pre-analisi non è scienza.

Nonostante il numero viva immerso nella fascinosa aura della scientificità la numerazione puntuale di concetti o quantità approssimative per propria stessa natura rappresenta un problema fondamentale per svariate discipline: economia in primis.

L'equilibrio sottile è tra la necessità di quantificazione ed il significato della medesima.

Oggi l'economia (per una serie di motivi) manca totalmente di questa riflessione.

Se prendessimo un telescopio e lo mettessimo su di una barca con mare forza 5 cosa sarebbe possibile vedere del cielo notturno? Nulla.
Buona parte della disciplina economica da decenni lavora per migliorare solo ed unicamente le performance ottiche del telescopio: azione questa a mio modesto parere francamente inutile.
 
Il numero è la quantificazione di qualche cosa (nominabile) tramite un metodo.

Prima ancora di cercare di comprendere come fare interagire al meglio i numeri all'interno di un contesto teorico, una danza complessa, bisognerebbe ragionare sulla natura del dato da quantificare e sul metodo di quantificazione. L'utilizzo dei numeri senza questa pre-analisi non è scienza.

Nonostante il numero viva immerso nella fascinosa aura della scientificità la numerazione puntuale di concetti o quantità approssimative per propria stessa natura rappresenta un problema fondamentale per svariate discipline: economia in primis.

L'equilibrio sottile è tra la necessità di quantificazione ed il significato della medesima.

Oggi l'economia (per una serie di motivi) manca totalmente di questa riflessione.

Se prendessimo un telescopio e lo mettessimo su di una barca con mare forza 5 cosa sarebbe possibile vedere del cielo notturno? Nulla.
Buona parte della disciplina economica da decenni lavora per migliorare solo ed unicamente le performance ottiche del telescopio: azione questa a mio modesto parere francamente inutile.

Tu dici:
Prima ancora di cercare di comprendere come fare interagire al meglio i numeri all'interno di un contesto teorico, una danza complessa, bisognerebbe ragionare sulla natura del dato da quantificare e sul metodo di quantificazione. L'utilizzo dei numeri senza questa pre-analisi non è scienza

Queste sono le scoperte di "Massimo Catalano",meglio note come Catalanate.
Comunque grazie lo stesso per il suggerimento ma ci ero già arrivato da solo

unfine
Oggi l'economia (per una serie di motivi) manca totalmente di questa riflessione.

ma chi l'ha detto ????
in economia è un proliferare di argomentazioni sul modo con cui la parte avversa documenta statisticamente le sue tesi.... ma su via
 
Tu dici:
Prima ancora di cercare di comprendere come fare interagire al meglio i numeri all'interno di un contesto teorico, una danza complessa, bisognerebbe ragionare sulla natura del dato da quantificare e sul metodo di quantificazione. L'utilizzo dei numeri senza questa pre-analisi non è scienza

Queste sono le scoperte di "Massimo Catalano",meglio note come Catalanate.
Comunque grazie lo stesso per il suggerimento ma ci ero già arrivato da solo

unfine
Oggi l'economia (per una serie di motivi) manca totalmente di questa riflessione.

ma chi l'ha detto ????
in economia è un proliferare di argomentazioni sul modo con cui la parte avversa documenta statisticamente le sue tesi.... ma su via

Non mi pare tu ci sia arrivato. Presumo anzi tu non abbia neppure compreso ciò che ho scritto, come la risposta successiva mostra chiaramente.

In numero? Se hai capito lo 0,1% è grasso che cola... :D
 
Non mi pare tu ci sia arrivato. Presumo anzi tu non abbia neppure compreso ciò che ho scritto, come la risposta successiva mostra chiaramente.

In numero? Se hai capito lo 0,1% è grasso che cola... :D

:D
 
Non mi pare tu ci sia arrivato. Presumo anzi tu non abbia neppure compreso ciò che ho scritto, come la risposta successiva mostra chiaramente.

In numero? Se hai capito lo 0,1% è grasso che cola... :D

Non comprendere ciò che scrivi è un esercizio di sanità mentale che onora i livelli di intelligenza.
 
Ne sono convinto !!!
anche se tu le chiami cose belle ma tutti gli altri amano apostrofarle in maniera diversa

Visto l'approccio prevenuto ti lascio a discutere con l'altro genio della macroeconomia... il professor Pomata...
Sicuramente verrà un 3d denso di contenuti con voi due... :D
 
Visto l'approccio prevenuto ti lascio a discutere con l'altro genio della macroeconomia... il professor Pomata...
Sicuramente verrà un 3d denso di contenuti con voi due... :D

denso di contenuti non lo so,ma sicuramente privo di "ruminamenti" cerebrali è molto probabile.
Poi, non lo so se ti hanno avvisato, ma i geni della macroeconomia non scrivono qui. Qui scrivono aspiranti persone di buon senso
che sono tanto più costruttivi quanto più rinunciano a pretese di riconoscimenti e vogliono capire e basta.
 
denso di contenuti non lo so,ma sicuramente privo di "ruminamenti" cerebrali è molto probabile.
Poi, non lo so se ti hanno avvisato, ma i geni della macroeconomia non scrivono qui. Qui scrivono aspiranti persone di buon senso
che sono tanto più costruttivi quanto più rinunciano a pretese di riconoscimenti e vogliono capire e basta.

Il pensiero (quello vero...) è sempre un "ruminamento cerebrale". Se riuscissi almeno a non darti torto da solo sarebbe già un piccolo passo avanti. I geni fanno un po' quello che gli pare e cmq, in base alla tua profilazione, tu non dovresti scrivere qui: presumi di conoscere e di poter spiegare cose che non conosci, il buon senso non mi pare sia cosa che ti appartiene e non ti interessa capire neppure le nozioni più elementari.
 
Il pensiero (quello vero...) è sempre un "ruminamento cerebrale". Se riuscissi almeno a non darti torto da solo sarebbe già un piccolo passo avanti. I geni fanno un po' quello che gli pare e cmq, in base alla tua profilazione, tu non dovresti scrivere qui: presumi di conoscere e di poter spiegare cose che non conosci, il buon senso non mi pare sia cosa che ti appartiene e non ti interessa capire neppure le nozioni più elementari.

tu dici
Il pensiero (quello vero...) è sempre un "ruminamento cerebrale"

Si è vero !!!
ma in fase elaborativa però. Dopo emerge sempre un disegno chiaro e trasparente, casomai non condiviso,
ma questo fa parte della dialettica.Ti consiglio quindi di fare bei respiri e aspettare sempre un pò prima di proiettarti sulla tastiera
alla luce dei post che rilasci sistematicamente sul forum.

Per il resto una delle nozioni più elementari è non ergersi mai a giudici di nessuno soprattutto quando non si è in possesso di alcuna legittimazione
in proposito, non serve a nulla se non a rendersi ridicolo e diventare ricettacolo di insulti.
E questo come ben sai non è vizio isolato su questo forum.
Pensa invece a rendere più organico e inutilmente lezioso il tuo pensiero e vedrai che anzichè insulti riceveri costruttive repliche che alimenteranno
le tue curiosità intellettuali.
Tu mi chiederai ora chi è che stabilisce che il tuo pensiero deve esser più organico e trasparente ...beh ! chi ti legge e ti ha letto ha pieno titolo direi,senza con questo ergersi a giudice di nessuno.
 
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