Accordo UE - GIAPPONE! Cosa ne pensate? Quali aspetti macro vi aspetterete x l'italia

Pier.Marigliano

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17/7/18
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Sarei curioso di ascoltare / leggere un vostro pensiero su questo importantissimo accordo.
Alla guerra dei dazi degli Usa, l’Europa risponde con il Trattato commerciale con il Giappone che abbatte le tariffe tra le due aree creando una grande area di libero scambio e di opportunità per i prodotti italiani. Un messaggio a Trump e a tutte le forze del nuovo protezionismo.
 
Imports%2C_exports_and_trade_balance_between_the_EU_and_Japan%2C_2008-2017.png


A quanto pare però l'Italia è in attivo con le esportazioni di beni verso il Giappone, se gestita bene potrebbe portare benefici al made in Italy.
 
Sarei curioso di ascoltare / leggere un vostro pensiero su questo importantissimo accordo.
Alla guerra dei dazi degli Usa, l’Europa risponde con il Trattato commerciale con il Giappone che abbatte le tariffe tra le due aree creando una grande area di libero scambio e di opportunità per i prodotti italiani. Un messaggio a Trump e a tutte le forze del nuovo protezionismo.

Non ho la competenza tecnica necessaria in materia di commercio internazionale per analizzare questo accordo e peraltro non è questa la sede giusta per tali approfondimenti.

Posso però esprimere un mio giudizio personale su quello che ama definirsi un liberoscambismo indiscriminato e incontrollato.
Una liberazione sfrenata e senza regole nei commerci internazionali è una mossa controproducente perchè mette in concorrenza paesi tra loro con una diversa attribuzione di costi
e cioè paesi emergenti che sfruttano senza regole il lavoro e l'ambiente e quindi agiscono con costi generali bassissimi e paesi avanzati che invece non lo fanno.
Morale.Quanto sopra ostacola una corretta selezione dei migliori fattori produttivi e taglia la domanda globale penalizzando i maggiori produttori della domanda stessa e cioè i paesi avanzati,a fronte di una conseguente rincorsa al ribasso sul costo del lavoro.Questo cosa crea ? recessione mondiale e cioè bassa crescita e rallentamento nel progresso produttivo.

Va da sè che un accordo tra ue e giappone ha poco il sapore di quanto sopra in quanto il giappone presenta molte similitudini con la ue per cui non avrei nei confronti di questo accordo una preclusione di fatto, mi rimane però la preclusione di principio e cioè che non passi con esso l'idea generale che liberalizzazioni sfrenate e cioè senza la creazione di standard internazionali e di un controllo sui movimenti dei capitali possa esser qualcosa di positivo ed estensibile.
 
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ottimo affare per i Francesi (e tutti i produttori di latte IN ECCESSO) . Certo venderemo anche noi più grana. Ma i Francesi su formaggi e vini
sono più avanti di noi. In fatto di marketing, ovvio. I giapponesi vanno a milioni in Francia e qualcosa anche da noi. Se imparano a mangiare
formaggi francesi e bere loro vini è pensabile vogliano ripetere l'esperienza in Giappone. In compenso saranno tolti i dazi sulle auto giapponesi
non credo faccia bene a FCA (certo anche a PSA , Renault ecc ecc) ..La Francia, con una quota del 42,8% in valore, è il primo Paese fornitore di vini fermi, seguita da Cile (che nel 2015 ha superato l'Italia ed è anche il primo esportatore per quantità) con il 15,9%. Terza l'Italia con una quota di mercato del 15,7%. Flessione anche per quanto riguarda gli spumanti, le cui importazioni nel 2016 sono scese dello 0,2%. I primi Paesi fornitori di bollicine sono Francia (quota del 78,6%), Spagna (8%) e Italia (7,2%).
 
Per quanto concerne l'industria automobilistica, è un accordo che favorisce le aziende giapponesi: incredibile che non sia stata richiesta reciprocità alcuna. Per rendere le cose più equilibrate, la UE avrebbe dovuto chiedere ai giapponesi di aprire il loro mercato, per esempio abolendo il regime delle Kei car, che dà un enorme vantaggio ai produttori locali e di fatto estromette i produttori esteri dal segmento delle citycar. Il mercato auto nipponico è di fatto protezionista, ed è anche così che molti produttori locali sono riusciti a crescere. In UE si è deciso di trascurare il settore industriale puntando sull'agricoltura. È una scelta forse rischiosa, perché si complica la vita alle aziende europee che vogliono innovare: con le nuove tecnologie emergenti (auto elettriche, a guida autonoma...) serviranno forti investimenti, e non è saggio avvantaggiare i concorrenti proprio in un periodo del genere.

C'è un altro aspetto molto importante da considerare: la Brexit. I Giapponesi hanno investito massicciamente nell'industria automobilistica in GB per evitare i dazi, ma quella manifattura è messa in serio pericolo dall'uscita dal Mercato Unico e dall'Unione Doganale (il che comporterà notevoli ostacoli alle catene di produzione JIT). L'EPA consente al Giappone di aggirare il problema: invece di produrre e assemblare in Inghilterra per poi esportare in tutti i Paesi UE, potranno più agevolmente esportare automobili fabbricate in patria o spostare fasi nei paesi UE e al contempo otterremo l'accesso a un mercato di consumatori ricchissimi per il nostro agroalimentare. Win-win: la vittima principale sembra essere la Gran Bretagna con un enorme opportunità per l'Italia per la produzione di automobili se ci fosse un governo serio.
 
Per quanto concerne l'industria automobilistica, è un accordo che favorisce le aziende giapponesi: incredibile che non sia stata richiesta reciprocità alcuna. Per rendere le cose più equilibrate, la UE avrebbe dovuto chiedere ai giapponesi di aprire il loro mercato, per esempio abolendo il regime delle Kei car, che dà un enorme vantaggio ai produttori locali e di fatto estromette i produttori esteri dal segmento delle citycar. Il mercato auto nipponico è di fatto protezionista, ed è anche così che molti produttori locali sono riusciti a crescere. In UE si è deciso di trascurare il settore industriale puntando sull'agricoltura. È una scelta forse rischiosa, perché si complica la vita alle aziende europee che vogliono innovare: con le nuove tecnologie emergenti (auto elettriche, a guida autonoma...) serviranno forti investimenti, e non è saggio avvantaggiare i concorrenti proprio in un periodo del genere.

C'è un altro aspetto molto importante da considerare: la Brexit. I Giapponesi hanno investito massicciamente nell'industria automobilistica in GB per evitare i dazi, ma quella manifattura è messa in serio pericolo dall'uscita dal Mercato Unico e dall'Unione Doganale (il che comporterà notevoli ostacoli alle catene di produzione JIT). L'EPA consente al Giappone di aggirare il problema: invece di produrre e assemblare in Inghilterra per poi esportare in tutti i Paesi UE, potranno più agevolmente esportare automobili fabbricate in patria o spostare fasi nei paesi UE e al contempo otterremo l'accesso a un mercato di consumatori ricchissimi per il nostro agroalimentare. Win-win: la vittima principale sembra essere la Gran Bretagna con un enorme opportunità per l'Italia per la produzione di automobili se ci fosse un governo serio.

tu dici
Per quanto concerne l'industria automobilistica, è un accordo che favorisce le aziende giapponesi: incredibile che non sia stata richiesta reciprocità alcuna

ma non sarà perchè lo spirito fondante di questi accordi è la liberalizzazione in senso lato per cui suonava strano imporre dei diktat in altri settori a compensazione(faccio così a patto che ...)a cui ci si pensa semmai di arrivare per gradi ????

La verità è che così,con un laissez faire di principio nei commerci,non si arriva per gradi a un maggiore benessere per tutti,ma si ampliano gli squilibri comm.li e quindi il benessere di alcuni a danno di altri e si creano in futuro quelle diffidenze naturali che poi portano alle ritorsioni in termini di riformulazione di dazi e poi alle guerre.
E la logica è sempre la stessa.
Laissez faire incontrollato nel commercio estero = protezionismo = dazi = nazionalismo = guerre.

N.B. ANCHE SE IL GIAPPONE E' SOLO UN ESEMPIO MINIMO E NON CI SARANNO MAI LE CONSEGUENZE LIMITE DI CUI SOPRA OVVIAMENTE
 
è un ottimo accordo che sembrerebbe avvantaggiare l'Europa, ma gli orientali danno il meglio quando devono coprire gap nelle bilance commerciali
 
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