Pil 2018. Ma anche debito/pil e occupazione. Previsioni.

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Dav. c. G.

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I dati del pil del 2017 li avremo a inizi marzo. Salvo sorprese il dato dovrebbe essere 1,4/1,5% in termini grezzi (leggermente più alto di 0,1 il dato Pil a parità di giornate lavorative).

Le stime per il 2018 sono di circa 1,5% ma potrebbe andare anche meglio a mio avviso.
Di questi tempi molti stimavano un pil di 0,7% per il 2017 (altri anche sotto), ma poi sappiamo come è finita.

Il debito pil del 2018, stimato nell'ultimo aggiornamento def di settembre 2'17, è visto in discesa al 129,9%.

I dati degli ordinativi e del fatturato industriale usciti oggi sono molto buoni. Quindi le prospettive per il 2018 sembrano molto buone da questo punto di vista. Soprattutto negli ultimi mesi del 2017 gli ordinativi sono andati molto bene ed hanno superato la media dell'anno.
Ancora più interessante però è l’indicazione prospettica, la massa di ordini accumulata pronta per tradursi in produzione (e ricavi) nel 2018. Rispetto al dicembre 2016 il progresso è del 6,9%, equamente distribuito tra domanda interna ed export. Dati rilevati dall’Istat solo nella modalità “grezza”, che tenendo conto del calendario meno favorevole (18 giorni lavorativi rispetto ai 20 di dicembre 2016) in termini reali sarebbero in realtà ancora più brillanti.

Ricavi dell’industria al top dal 2008 - Il Sole 24 ORE

Fatturato e ordinativi dell’industria
 
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Centro studi Confindustria: la crescita del pil nel primo trimestre potrebbe superare le attese


La crescita dell'economia italiana nel primo trimestre potrebbe essere superiore alle attese. E' quanto si legge nella Congiuntura flash del Centro studi di Confindustria, che sottolinea che "l'Italia beneficia pienamente dell'accelerazione mondiale tramite una robusta espansione dell'export, cresciuto soprattutto nei paesi extra-area, e degli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto, come indicano le valutazioni dei produttori di beni strumentali". Migliorano, inoltre, le prospettive per i consumi: "si rafforzano infatti i bilanci familiari, trainati dal recupero dell'occupazione e dallo slancio delle retribuzioni, dati i rinnovi nel pubblico impiego. Ciò a fronte di un'inflazione ancora bassa e che rimarrà frenata anche nei prossimi mesi sulla scia del calo a febbraio delle quotazioni del petrolio". Nel complesso, spiega il CsC, "a compensazione di una chiusura del 2017 più fiacca del previsto, la dinamica dell'economia italiana nel primo trimestre potrebbe rivelarsi superiore alle attese, stando anche all'andamento molto positivo degli indicatori qualitativi". Prosegue anche il recupero dell'occupazione, tornata a 23,1 milioni: nonostante un lieve calo in dicembre, il 2017 si chiude con 236.000 persone occupate in più rispetto all'ultimo quarto 2016, con un aumento complessivo di circa 950.000 unità dal minimo dell'estate 2013. A fronte di un ulteriore calo dell'occupazione autonoma, spiega Confindustria, è cresciuta molto quella dipendente: +1,13 mln unità dal minimo, di cui +677.000 la componente a termine e +458.000 quella a tempo indeterminato. A quest'ultima, ferma nel 2017, darà slancio il riavvio degli sgravi contributivi da gennaio 2018. Il tasso di disoccupazione scende al 10,9% a fine 2017, dall'11,8% di un anno prima: ciò grazie agli ampi guadagni occupazionali, data una forza lavoro piatta. L'export italiano è aumentato, a prezzi costanti, dello 0,4% in dicembre su novembre, registrando un robusto +2,7% nel quarto trimestre 2017 sul terzo (stime CsC). Nell'intero anno è salito del 6,3% sul 2016. In prospettiva, conclude Confindustria, l'export italiano continuerà a beneficiare dell'accelerazione del commercio mondiale (+2,4% mensile in novembre), trainato dal rafforzamento degli investimenti.

Centro studi Confindustria: la crescita del pil nel primo trimestre potrebbe superare le attese - News - Italiaoggi
 
Centro studi Confindustria: la crescita del pil nel primo trimestre potrebbe superare le attese


La crescita dell'economia italiana nel primo trimestre potrebbe essere superiore alle attese. E' quanto si legge nella Congiuntura flash del Centro studi di Confindustria, che sottolinea che "l'Italia beneficia pienamente dell'accelerazione mondiale tramite una robusta espansione dell'export, cresciuto soprattutto nei paesi extra-area, e degli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto, come indicano le valutazioni dei produttori di beni strumentali". Migliorano, inoltre, le prospettive per i consumi: "si rafforzano infatti i bilanci familiari, trainati dal recupero dell'occupazione e dallo slancio delle retribuzioni, dati i rinnovi nel pubblico impiego. Ciò a fronte di un'inflazione ancora bassa e che rimarrà frenata anche nei prossimi mesi sulla scia del calo a febbraio delle quotazioni del petrolio". Nel complesso, spiega il CsC, "a compensazione di una chiusura del 2017 più fiacca del previsto, la dinamica dell'economia italiana nel primo trimestre potrebbe rivelarsi superiore alle attese, stando anche all'andamento molto positivo degli indicatori qualitativi". Prosegue anche il recupero dell'occupazione, tornata a 23,1 milioni: nonostante un lieve calo in dicembre, il 2017 si chiude con 236.000 persone occupate in più rispetto all'ultimo quarto 2016, con un aumento complessivo di circa 950.000 unità dal minimo dell'estate 2013. A fronte di un ulteriore calo dell'occupazione autonoma, spiega Confindustria, è cresciuta molto quella dipendente: +1,13 mln unità dal minimo, di cui +677.000 la componente a termine e +458.000 quella a tempo indeterminato. A quest'ultima, ferma nel 2017, darà slancio il riavvio degli sgravi contributivi da gennaio 2018. Il tasso di disoccupazione scende al 10,9% a fine 2017, dall'11,8% di un anno prima: ciò grazie agli ampi guadagni occupazionali, data una forza lavoro piatta. L'export italiano è aumentato, a prezzi costanti, dello 0,4% in dicembre su novembre, registrando un robusto +2,7% nel quarto trimestre 2017 sul terzo (stime CsC). Nell'intero anno è salito del 6,3% sul 2016. In prospettiva, conclude Confindustria, l'export italiano continuerà a beneficiare dell'accelerazione del commercio mondiale (+2,4% mensile in novembre), trainato dal rafforzamento degli investimenti.

Centro studi Confindustria: la crescita del pil nel primo trimestre potrebbe superare le attese - News - Italiaoggi

leggo nell'analisi del centro studi Confindustria
l'Italia beneficia pienamente dell'accelerazione mondiale tramite una robusta espansione dell'export, cresciuto soprattutto nei paesi extra-area

bene ho una conferma chiara di quanto vado sostenendo da anni su questo forum e cioè che la modesta ripresa in UE,di cui noi siamo il fanalino di coda in UE(anche se l'analisi di confindustria non lo dice) è relegata all'export extra -ue.
E perchè extra-ue ? perchè si avvale negli ultimi anni del disceso valore dell'euro rispetto al dollaro date le evidenti debolezze mostrate dalla UE dopo le crisi finanziarie del 2008 in usa.
Sta difatto che,rimanendo nell'euro,il ns export intra-UE e cioè verso i ns vicini europei,che è sempre stato il nostro maggior elemento di forza, langue.
Quindi non avendosi il rilancio dell'export intra-ue i livelli di crescita Italiana,nonostante la spinta dovuta al ribasso dell'euro,rimangono i più modesti in UE.

Non vedo proprio cosa abbia da gioire pertanto il ns insulzo governo fatto di burattini e falsari quando tale modesta crescita non è per nulla dovuta alla sua azione politica ed economica.

1) falsari nel senso che fanno una cosa facendo credere tramite la mistificazione del linguaggio che fanno l'opposto: cancellazione dell'art.18 con il jobact e con questo dicono che mettono le tutele crescenti, trovano il sistema per fa pagare ai poveri "pensionandi" la cassa integrazione per quando saranno cacciati dalle aziende perchè troppo anziani e con la fornero non raggiungono ancora la pensione e la chiamano anticipazione della pensione o APE.

2)burattini perchè alla fine hanno osservato i comandi di bruxelles facendo credere di aver imposto flessibilità quando non sono nemmeno riusciti a farsi pagare un euro sul costo degli sbarchi clandestini in buona parte causati dalle errate politiche del ns partner francese.

Vediamo ora il punto occupazione.
così dice l'analisi di confindusria:
+677.000 la componente a termine e +458.000 quella a tempo indeterminato.
Ora è più chiaro,nessuna vera nuova occupazione che da svolte a poveri giovani disoccupati,ma solo modesti incrementi di lavoro a tempo indeterminato peraltro segnati dai nuovi contratti che di indeterminato hanno solo il vago sapore prevedendosi con il jobact i licenziamenti unilaterali con modesti risarcimenti.Comunque a quest'ultima, ferma nel 2017, darà slancio il riavvio degli sgravi contributivi da gennaio 2018.E certo ! ecco, la ns classe imprenditoriale avvezza alla mance e alle mancette,ora ce le chiede tramite gli studi di confindustria, senza sapere che tecnicamente la crisi odierna è crisi di domanda e consumi(lo sa anche il portiere di casa mia che ha fatto solo le elementari) e che quindi va affrontata non a lato dell'offerta con sgravi e mancette ma a lato della domanda ma si sa che il profumo dei soldi è irresistibile.
 
leggo nell'analisi del centro studi Confindustria
l'Italia beneficia pienamente dell'accelerazione mondiale tramite una robusta espansione dell'export, cresciuto soprattutto nei paesi extra-area

bene ho una conferma chiara di quanto vado sostenendo da anni su questo forum e cioè che la modesta ripresa in UE,di cui noi siamo il fanalino di coda in UE(anche se l'analisi di confindustria non lo dice) è relegata all'export extra -ue.
E perchè extra-ue ? perchè si avvale negli ultimi anni del disceso valore dell'euro rispetto al dollaro date le evidenti debolezze mostrate dalla UE dopo le crisi finanziarie del 2008 in usa.
Sta difatto che,rimanendo nell'euro,il ns export intra-UE e cioè verso i ns vicini europei,che è sempre stato il nostro maggior elemento di forza, langue.
Quindi non avendosi il rilancio dell'export intra-ue i livelli di crescita Italiana,nonostante la spinta dovuta al ribasso dell'euro,rimangono i più modesti in UE.

Dovrebbe essere la G.B. l'ultima annue secondo gli ultimi dati tendenziali. Tieni anche conto che gli altri paesi hanno aumentato sensibilmente la popolazione negli ultimi tempi mentre in Italia i residenti si sino ridotti di 200.000 nel 2017.
Come reddito pro capite andiamo meglio di quanto si creda.

La crescita dell'Italia, come dice anche l'analisi di confindustria, beneficia anche di investimenti e consumi:

"l'Italia beneficia pienamente dell'accelerazione mondiale tramite una robusta espansione dell'export, cresciuto soprattutto nei paesi extra-area, e degli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto, come indicano le valutazioni dei produttori di beni strumentali". Migliorano, inoltre, le prospettive per i consumi: "si rafforzano infatti i bilanci familiari, trainati dal recupero dell'occupazione e dallo slancio delle retribuzioni, dati i rinnovi nel pubblico impiego".
 
Centro studi Confindustria: la crescita del pil nel primo trimestre potrebbe superare le attese

Parliamo di questo centro studi confindustria?

Confindustria':' "Italia ripiomba in recessione con il no al referendum di ottobre" - Repubblica.it

Confindustria ritiene "inevitabile una nuova recessione" tra il 2017 e il 2019 con il no alla riforma Boschi. Il "caos politico" - spiega il capo economista del Centro studi, Luca Paolazzi - trascinerebbe il Pil all'inferno, 4 punti percentuali in meno nel triennio sullo scenario di base. Salterebbero 600 mila posti di lavoro e 20 punti percentuali di investimenti.
 
Si, stiamo sfruttando anche fattori esogeni, ma era da tempo (credo dal 2000) che non riuscivamo a sfruttare al meglio i fattori esogeni ( e non dimentichiamo le zavorre del debito pubblico, della spesa in interessi, del credito bancario insufficiente, del maggior avanzo primario da conseguire rispetto ad altri paesi). E da un po' di tempo ci stanno aiutando anche i consumi interni (oltre agli investimenti) nonostante il calo dei residenti (-200.000 nel 2017).

E le prospettive per il futuro sono decisamente migliori grazie a quanto si è seminato.
E' chiaro che i migliori frutti, quando si semina e si coltiva bene, vengono solo nel lungo periodo.
Sempre che qualcuno non distrugga in poco tempo tutto quanto di buono si è fatto in questi anni.
 
Amen
 

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Bisogna guardare al futuro e non al passato.
E nel passato, per chi sa leggere i grafici, i maggiori problemi li abbiamo avuti dal 2008 al 2013.
Problemi che poi hanno creato zavorre anche per i periodi successivi.

E non esiste grafico che riesca a mettere in mostra le zavorre create negli scorsi decenni e pagate anche quando sono state fatte riforme che daranno frutti soprattutto nel lungo periodo.

Esistono grafici che possano dimostrare i frutti che si raccolgono dopo molti anni grazie alle riforme ed al lavoro (semina) fatte tempo prima?
La Germania non ha usufruito per tantissimi anni delle riforme fatte dal 2003 al 2005?

Ma nei grafici noi vedremo solo che la Germania è andata benissimo (rispetto agli altri) dal 2005 al 2017.
 
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Bisogna guardare al futuro e non al passato.
E nel passato, per chi sa leggere i grafici, i maggiori problemi li abbiamo avuti dal 2008 al 2013.
Problemi che poi hanno creato zavorre anche per i periodi successivi.

E non esiste grafico che riesca a mettere in mostra le zavorre create negli scorsi decenni e pagate anche quando sono state fatte riforme che daranno frutti soprattutto nel lungo periodo.

Esistono grafici che possano dimostrare i frutti che si prendono dopo molti anni grazie alle riforme ed al lavoro (semina) fatte tempo prima?
La Germania non ha usufruito per tantissimi anni delle riforme fatte dal 2003 al 2005?

Ma nei grafici noi vedremo solo che la Germania è andata benissimo (rispetto agli altri) dal 2005 al 2017.

tu dci
Bisogna guardare al futuro e non al passato

Certo ma per guardare con fiducia al futuro bisogna aver capito il passato e le sue logiche.
Cosa che tu non fai limitandoti a della becera propaganda filogovernativa e a dei bla bla elettorali che meriterebbero di essere bannati da questo forum che fino a prova contraria ospita dialoghi mossi esclusivamente da intenti di approfondimento scientifico/divulgativi.
 
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è perfettamente inutile che continui a postare grafici risalenti alla preistoria ... posta i dati sul pil pro capite dal 2014 al 2017 e vedrai che l'Italia non è per niente il fanalino di coda

Il problema è che la produttività, principale problema italiano, rimane ferma al palo anche in questi ultimi anni.

Ergo i problemi strutturali sono ancora lì, immutati come 20 anni fa.

Tra l'altro, esattamente come i primi anni 2000, non avendo fatto le riforme necessarie, quando ci saranno problemi avremo difficoltà per via dei nostri punti deboli.

Quindi invece che blaterare di "risultati" per crescite comunque modeste in condizioni ambientali estremamente favorevoli, bisognerebbe essere molto più umili, e rendersi conto che è stato fatto poco, non abbastanza.
 
Il problema è che la produttività, principale problema italiano, rimane ferma al palo anche in questi ultimi anni.

Ergo i problemi strutturali sono ancora lì, immutati come 20 anni fa.

Tra l'altro, esattamente come i primi anni 2000, non avendo fatto le riforme necessarie, quando ci saranno problemi avremo difficoltà per via dei nostri punti deboli.

Quindi invece che blaterare di "risultati" per crescite comunque modeste in condizioni ambientali estremamente favorevoli, bisognerebbe essere molto più umili, e rendersi conto che è stato fatto poco, non abbastanza.

E' cambiato qualcosa rispetto agli ultimi 20 anni.
Il maggior valore dei prodotti determinato dalla migliore qualità. Ma non solo i prodotti: anche i mezzi di produzione si stanno rinnovando alla grande.
Un esempio per tutti: le auto FCA prodotte e esportate.
E questo non lo noti dal dato della produttività che peraltro credo sia migliorato nel 2017.

Questo sta determinando miglioramenti della bilancia commerciale e dei pagamenti (siamo quasi a 50 miliardi di avanzo per entrambi) in presenza di forte aumento delle importazioni nel 2017.
 
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Il problema è che la produttività, principale problema italiano, rimane ferma al palo anche in questi ultimi anni.

Ergo i problemi strutturali sono ancora lì, immutati come 20 anni fa.

Tra l'altro, esattamente come i primi anni 2000, non avendo fatto le riforme necessarie, quando ci saranno problemi avremo difficoltà per via dei nostri punti deboli.

Quindi invece che blaterare di "risultati" per crescite comunque modeste in condizioni ambientali estremamente favorevoli, bisognerebbe essere molto più umili, e rendersi conto che è stato fatto poco, non abbastanza.

ma qui non si tratta di blaterare ... bisogna ammettere che un aumento del PIL dell 1,5 % in condizioni di crescita demografica zero non è un risultato da buttare via, poi se vogliamo dire che l'abbiamo fatto al traino del resto d'Europa sono d'accordissimo ma aggiungo anche meno male che ancora ci stiamo dentro l'UE.
Il problema della produttività esiste come hai detto giustamente te da 20 anni ma non è peggiorato in questi ultimi anni e sinceramente per tornare al topic del thread non credo che varierà in modo significativo quest'anno ... se ci sara aumento del PIL in Italia sarà dovuto all'aumento dell'occupazione.
 
Ottimo l'andamento della bilancia dei pagamenti negli ultimi anni. Soprattutto da quando (negli ultimi anni) il miglioramento si ha in presenza anche di forte aumento delle importazioni; cosa che denota un aumento della domanda interna oltre a quello delle esportazioni (esportazioni che vanno bene soprattutto in valore).
Quindi non sta scritto da nessuna parte che le mancate svalutazioni all'interno dell'euro debbano per forza far male.

Bilancia-pagamenti-95-17.png
 
E' cambiato qualcosa rispetto agli ultimi 20 anni.
Il maggior valore dei prodotti determinato dalla migliore qualità. Ma non solo i prodotti: anche i mezzi di produzione si stanno rinnovando alla grande.
Un esempio per tutti: le auto FCA prodotte e esportate.
E questo non lo noti dal dato della produttività che peraltro credo sia migliorato nel 2017.

Questo sta determinando miglioramenti della bilancia commerciale e dei pagamenti (siamo quasi a 50 miliardi di avanzo per entrambi) in presenza di forte aumento delle importazioni nel 2017.

La produttività non mente, ed è sempre al palo.

Le super*****le su quanto sia bello il made in Italy sono irrilevanti.
 
ma qui non si tratta di blaterare ... bisogna ammettere che un aumento del PIL dell 1,5 % in condizioni di crescita demografica zero non è un risultato da buttare via, poi se vogliamo dire che l'abbiamo fatto al traino del resto d'Europa sono d'accordissimo ma aggiungo anche meno male che ancora ci stiamo dentro l'UE.
Il problema della produttività esiste come hai detto giustamente te da 20 anni ma non è peggiorato in questi ultimi anni e sinceramente per tornare al topic del thread non credo che varierà in modo significativo quest'anno ... se ci sara aumento del PIL in Italia sarà dovuto all'aumento dell'occupazione.

Sul blaterare, sai bene a chi mi riferisco. :)

Io non butto via proprio niente, sono il primo a riconoscere che un po' di crescita ci sia, e non sia affatto da disprezzare, visto che ne abbiamo un bisogno tremendo.

Tuttavia, la produttività non è una statistica per nerd poco importante: è ancora ferma, ed indica che il paese non è capace di innovare e di andare avanti, ma solo di fare ricorso a mezzucci e traini ciclici.
Ci mancherebbe solo vederla peggiorare.. :D Vederla ferma per decenni, con la rivoluzione informatica che c'è stata, è un vero e proprio dramma.

Esattamente come 10/15 anni fa: se ricordi, nel 2007 si stappava champagne per una crescita indubbiamente apprezzabile (ricordi il "tesoretto"?), e negli anni la disoccupazione era fortemente diminuita. Eravamo arrivati al 6% circa partendo dall'11% abbondante di inizio millennio.

Ma i problemi strutturali, il declino, erano perfettamente lì, mascherati da un ciclo economico generale positivo, e comunque in gran parte artificioso. :)
Appena il vento è girato i problemi sono emersi in modo decisamente più evidente.
 
Ottimo l'andamento della bilancia dei pagamenti negli ultimi anni.

Sì le dinamiche commerciali con l'estero sono sicuramente migliorate, ed è una buona cosa.
Alla faccia di chi pensa che dentro l'euro sia impossibile avere fenomeni di questo tipo.
 
La produttività non mente, ed è sempre al palo.

Le super*****le su quanto sia bello il made in Italy sono irrilevanti.

La produttività complessiva calcolata è una media.

Nella manifattura la produttività italiana sta aumentando alla grande e soprattutto aumenta la qualità ed il valore dei prodotti.

Invece per l'economia che si sta accrescendo nei servizi (soprattutto alla persona), è ovvio che questi sono a maggior bisogno di capitale umano.

Le banche mi pare stiano tagliando personale a catena.
 
Sì le dinamiche commerciali con l'estero sono sicuramente migliorate, ed è una buona cosa.

Alla faccia di chi pensa che dentro l'euro sia impossibile avere fenomeni di questo tipo.

Infatti; e la cosa accade con aumenti di importazione sensibili negli ultimi 3 anni.

Da notare che dal 1996/1997 (anno di cambi fissi a 1936,27 o all'incirca nel 1996) la bilancia dei pagamenti era sempre peggiorata.
Vero che i miglioramenti dal 2010/2011 nei primi anni erano dovuti a crolli della domanda interna più che ad aumenti delle esportazioni.
Ma da qualche annetto aumentano sensibilmente anche le importazioni e la domanda interna.

Bilancia-pagamenti-95-17.png
 
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