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RAGIONERIA DELLO STATO E ASPETTATIVE DI VITA
Così dice la ragioneria dello stato:
Se la politica dovesse decidere di limitare o differire gli adeguamenti automatici dell’età della pensione alla speranza di vita, ne deriverebbe «un sostanziale indebolimento della complessiva strumentazione del sistema pensionistico italiano». Impedire quindi il passaggio dell’età minima da 66 anni e 7 mesi di adesso ai 67 anni previsti per il 2019, avrebbe delle importanti ripercussioni, «ciò non solo perché» la previsione di requisiti minimi, come quelli sull’età, è «condizione irrinunciabile» per «la sostenibilità, ma anche perché costituisce la misura più efficace per sostenere il livello delle prestazioni».
Sinora in italia abbiamo assistito a un crescente intervento sanzionatorio a carico del sistema pensionistico senza eguali in europa nella convinzione che ciò ci avrebbe reso meno sofferenti sul piano dell'indebitamento pubblico.
Morale l'indebitamento pubblico che dal 1994 stazionava intorno al 120 % del pil in concomitanza con queste operazioni tale indebitamento pubblico è cresciuto oggi sin oltre il 130 %.
Si lo so,e per favore risparmiatemi tutte le solite ca..zzate/congetture che qualcuno su questo forum adesso tenterà di tirate fuori del tipo,se non facevamo questi risparmi chissà a che punto sarebbe stato il ns debito pubblico oggi,di certo ben oltre il 130% del pil.
Signori parlate quanto volete ma le chiacchiere stanno a zero e contano i fatti e oggi il ns debito pubblico con tanto di austerità a corredo,tra cui campeggiano in prima fila le restrizioni sulle pensioni,oggi è aumentato,Punto e basta.
Ma torniamo a bomba.
Le restrizioni sulle pensioni fatte all'insegna della c.d sostenibilità su cosa hanno puntato essenzialmente:
1) applicazione del metodo contributivo per rendere gli importi delle pensioni proporzionate ai contributi effettivamente erogati e non al reddito percepito
2) innalzamento progressivo dell'età di vecchiaia per andare in pensione e sensibile aumento dei requisiti per la pensione d'anzianità.
Ma non dimentichiamoci che la sostenibilità deve sempre fare i conti con l'adeguatezza delle pensioni che è un principio etico sociale prescritto allo stato dalla ns costituzione e che serve a garantire le fasce deboli della popolazione.
E siamo sicuri che il sistema contributivo,con una massa di lavoratori che si avvia allo svolgimento di attività lavorative altamente discontinue e caratterizzate da bassi salari,sarà in grado di garantire una pensione dignitosa in futuro per la maggioranza della popolazioni debole del paese ????
La sostenibilità poi quando si applica con l'accetta all'età e all'anzianità, in ottica adeguatezza deve sempre fare i conti con le condizioni di salute che oltre certe età tendono a indebolirsi,deve tener conto dei lavori usuranti e precoci,ma soprattutto siamo sicuri che aumentando il periodo di occupazione dei lavoratori riusciamo pure ad assorbire la disoccupazione giovanile che ci angustia ?
Io direi ai ragionieri dello stato,io direi proprio di NO.
E non dimentichiamoci,cosa molto rilevante,che l'adeguatezza delle pensioni come indicato sopra da elemento misuratore della sostenibilità non è solo un principio etico sociale imposto surrettiziamente da una costituzione bacchettona ma è anche un valido elemento di valutazione macroeconomica,che spiega perchè se ci si basa sulla sostenibilità e basta senza pensare all'adeguatezza di tali provvedimenti,si aumenta il debito e non lo si diminuisce.
E questo perchè ?
Perchè l'economia subisce un danno in quanto aumentà l'età media della forza lavoro impiegata e quindi diminuisce la sua produttività media,aumenta il suo costo e inoltre i lavoratori anziani hanno una minore propensione al consumo in un contesto in cui in presenza di diminuite erogazioni di pensioni la domanda complessiva si ritrae. Va da sè che la crescita si contrae, le entrate non aumentano come dovrebbero e di conseguenza le contribuzioni. Il debito sale e siamo di nuovo al punto di partenza mentre il paese si impoverisce progressivamente e ineluttabilmente.
Questo forse i ragionieri dello stato non lo sanno o fanno finta di non saperlo e propendo per la seconda.
Così dice la ragioneria dello stato:
Se la politica dovesse decidere di limitare o differire gli adeguamenti automatici dell’età della pensione alla speranza di vita, ne deriverebbe «un sostanziale indebolimento della complessiva strumentazione del sistema pensionistico italiano». Impedire quindi il passaggio dell’età minima da 66 anni e 7 mesi di adesso ai 67 anni previsti per il 2019, avrebbe delle importanti ripercussioni, «ciò non solo perché» la previsione di requisiti minimi, come quelli sull’età, è «condizione irrinunciabile» per «la sostenibilità, ma anche perché costituisce la misura più efficace per sostenere il livello delle prestazioni».
Sinora in italia abbiamo assistito a un crescente intervento sanzionatorio a carico del sistema pensionistico senza eguali in europa nella convinzione che ciò ci avrebbe reso meno sofferenti sul piano dell'indebitamento pubblico.
Morale l'indebitamento pubblico che dal 1994 stazionava intorno al 120 % del pil in concomitanza con queste operazioni tale indebitamento pubblico è cresciuto oggi sin oltre il 130 %.
Si lo so,e per favore risparmiatemi tutte le solite ca..zzate/congetture che qualcuno su questo forum adesso tenterà di tirate fuori del tipo,se non facevamo questi risparmi chissà a che punto sarebbe stato il ns debito pubblico oggi,di certo ben oltre il 130% del pil.
Signori parlate quanto volete ma le chiacchiere stanno a zero e contano i fatti e oggi il ns debito pubblico con tanto di austerità a corredo,tra cui campeggiano in prima fila le restrizioni sulle pensioni,oggi è aumentato,Punto e basta.
Ma torniamo a bomba.
Le restrizioni sulle pensioni fatte all'insegna della c.d sostenibilità su cosa hanno puntato essenzialmente:
1) applicazione del metodo contributivo per rendere gli importi delle pensioni proporzionate ai contributi effettivamente erogati e non al reddito percepito
2) innalzamento progressivo dell'età di vecchiaia per andare in pensione e sensibile aumento dei requisiti per la pensione d'anzianità.
Ma non dimentichiamoci che la sostenibilità deve sempre fare i conti con l'adeguatezza delle pensioni che è un principio etico sociale prescritto allo stato dalla ns costituzione e che serve a garantire le fasce deboli della popolazione.
E siamo sicuri che il sistema contributivo,con una massa di lavoratori che si avvia allo svolgimento di attività lavorative altamente discontinue e caratterizzate da bassi salari,sarà in grado di garantire una pensione dignitosa in futuro per la maggioranza della popolazioni debole del paese ????
La sostenibilità poi quando si applica con l'accetta all'età e all'anzianità, in ottica adeguatezza deve sempre fare i conti con le condizioni di salute che oltre certe età tendono a indebolirsi,deve tener conto dei lavori usuranti e precoci,ma soprattutto siamo sicuri che aumentando il periodo di occupazione dei lavoratori riusciamo pure ad assorbire la disoccupazione giovanile che ci angustia ?
Io direi ai ragionieri dello stato,io direi proprio di NO.
E non dimentichiamoci,cosa molto rilevante,che l'adeguatezza delle pensioni come indicato sopra da elemento misuratore della sostenibilità non è solo un principio etico sociale imposto surrettiziamente da una costituzione bacchettona ma è anche un valido elemento di valutazione macroeconomica,che spiega perchè se ci si basa sulla sostenibilità e basta senza pensare all'adeguatezza di tali provvedimenti,si aumenta il debito e non lo si diminuisce.
E questo perchè ?
Perchè l'economia subisce un danno in quanto aumentà l'età media della forza lavoro impiegata e quindi diminuisce la sua produttività media,aumenta il suo costo e inoltre i lavoratori anziani hanno una minore propensione al consumo in un contesto in cui in presenza di diminuite erogazioni di pensioni la domanda complessiva si ritrae. Va da sè che la crescita si contrae, le entrate non aumentano come dovrebbero e di conseguenza le contribuzioni. Il debito sale e siamo di nuovo al punto di partenza mentre il paese si impoverisce progressivamente e ineluttabilmente.
Questo forse i ragionieri dello stato non lo sanno o fanno finta di non saperlo e propendo per la seconda.