Merkel - Trump lo scontro

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

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posto articolo dell'economista Gawronsky


G7, dietro lo scontro Merkel-Trump c’è la ribellione della Germania all’ordine mondiale post-1945

La ‘rottura’ fra Merkel e Trump al G7 di Taormina viene analizzata in questi giorni in tutto il mondo. Non è la prima volta che Germania e USA hanno interessi divergenti; è la prima volta dal 1945 che i loro leader si mandano pubblicamente a quel paese. È il punto di arrivo di un lungo processo.

La rottura vera è avvenuta sul commercio internazionale, in riferimento al quale Trump ha detto: “I tedeschi sono cattivi, molto cattivi”, toccando corde sensibili. Lo stereotipo del ‘tedesco cattivo’ risale al 1945, e allude alle guerre di aggressione e ai genocidi commessi in quel periodo. Ma i tedeschi hanno riflettuto più di chiunque altro su molti “errori” del passato; e ritengono – a ragione – di essere una nazione profondamente democratica, priva di ambizioni militari, e con una visione ambientalista più illuminata di quella americana.

Ciò detto, le politiche commerciali (in senso ampio) depressive della Germania ed i surplus senza precedenti, l’accumulo di riserve, crediti, e titoli esteri, l’inflazione media 2000-16 all’1,35% (lontana dal 2% concordato), il deliberato mercantilismo stanno facendo strame delle regole di pacifica convivenza (economica) nate intorno al 1945, che persino i cinesi rispettano. Basta ricordare il fondamentale Art. I dell’Imf in difesa del “balanced international trade”; e l’Art.IV(1)(iii) che vieta ogni: “unfair competitive advantage over other members”; dove “unfair” significa ogni “excessive and prolonged official or quasi-official accumulation of foreign assets” o “large and prolonged current account… surpluses”. La Germania per la prima volta si ribella all’ordine mondiale post-1945.

Merkel cela il proprio isolamento internazionale nascondendosi dietro “l’Europa”, che pure più di altri soffre le politiche tedesche. O dietro i sogni federalisti degli europei, non privi di un perché. Gioca sul lato folkloristico di Trump, dei protagonisti del Brexit, dei populisti europei, sulla scarsa credibilità dei greci… E manda un messaggio: “Il resto del mondo è isolato!”. Ma l’Europa sta perdendo l’appoggio di Usa e Uk: chi è davvero estremista e chi moderato in questo gioco? La ribellione tedesca non è basata su alcun principio etico, solo sul “faccio come mi pare”, figlio del crescente potere nella zona Euro, di istituzioni e regole spacciate per neutrali e in realtà profondamente asimmetriche. I tedeschi hanno riflettuto molto sul passato: forse non su tutto. Man mano che i ricordi del 1945 impallidiscono emerge l’insofferenza per le regole, la tendenza egemonica che in Europa fece vincere molte battaglie e perdere molte guerre.

Ma Merkel è un politico razionale: calcola sempre le sue mosse e le sue dichiarazioni. Se oggi ‘sovra-reagisce’ a Trump, non è tanto per motivi legati al rapporto con Trump, ma perché gli USA (e il resto del mondo) mettono in discussione l’ideologia con cui la Germania domina l’area dell’euro. Un autarca non può tollerare di essere sbeffeggiato, proprio sui punti sacri all’origine del suo potere: “Il mio surplus non è un problema! Il mio surplus è frutto del mio lavoro. Ne ho diritto!“. Similmente, Merkel nell’agosto del 2014 bloccò immediatamente Draghi – che a Jackson Hole, di fronte ai suoi professori americani, aveva cominciato a dire la verità sulla crisi europea: non è stata causata dai troppi debiti pubblici o dalla stasi nella produttività di alcuni paesi, ma dagli errori di politica economica imposti dai Trattati dell’Euro. “Taci o salti”, fu il messaggio.

L’ideologia è il primo collante dell’egemonia: ricompatta gli ‘utili ******’ che ci credono, e offre un alibi a chi – per interesse o per forza – finge di crederci. Per salvarla, Merkel deve ‘rompere’ con l’America, deve accentuare la repressione del dissenso e stringere i nodi scorsoi nell’Eurozona. O dovrà rinunciare all’egemonia. Ma questo la Germania non è in grado di farlo: riproporre un’Euro(pa) di pari dignità fuori di Maastricht. Le superstizioni di Maastricht, per quanto confutate ripetutamente dalla Storia drammatica di questi anni, sono il meccanismo auto-assolutorio dei tedeschi. Perciò sono state servite ai e-lettori tedeschi con accenti moralistici e la compattezza tipiche di quel paese. Ora sono diventate parte dell’identità nazionale. Perciò non saranno corrette (per quanto molti amici vogliano illudersi) se non con la forza (speriamo stavolta non militare).

Quest’ideologia di dominio da noi si rovescia e diventa ideologia di sottomissione. “Con i nostri politici corrotti e incompetenti, il popolo ignorante che non vota le riforme buone e giuste di Renzi, il debito pubblico alle stelle, la Pubblica amministrazione piena di fannulloni, non saremo mai in grado di governarci” … E quindi di essere liberi (ma questo rimane sottinteso).

Quanto all’Europa federale che ci preparano Merkel & friends, come ho spiegato su Aspenia – in assenza di una vera Costituzione europea o Trattato (con relativi check and balances, specie sulla BCE) che stabilisca i diritti inalienabili dei popoli/nazioni europei a cui capita di trovarsi in minoranza – emergerà un super stato leviathan dove la maggioranza filo-tedesca (i paesi potenti e in surplus come la Germania hanno più potere di coalizione) ridurrà in briciole chi oserà sfidarla, e terrà per il collare gli altri. ‘Vae victis’ sarà il motto di chi penserà di noi: “Oderint dum metuant”.

G7, dietro lo scontro Merkel-Trump c'e la ribellione della Germania all’ordine mondiale post-1945 - Il Fatto Quotidiano
 
posto articolo dell'economista Gawronsky


G7, dietro lo scontro Merkel-Trump c’è la ribellione della Germania all’ordine mondiale post-1945

La ‘rottura’ fra Merkel e Trump al G7 di Taormina viene analizzata in questi giorni in tutto il mondo. Non è la prima volta che Germania e USA hanno interessi divergenti; è la prima volta dal 1945 che i loro leader si mandano pubblicamente a quel paese. È il punto di arrivo di un lungo processo.

La rottura vera è avvenuta sul commercio internazionale, in riferimento al quale Trump ha detto: “I tedeschi sono cattivi, molto cattivi”, toccando corde sensibili. Lo stereotipo del ‘tedesco cattivo’ risale al 1945, e allude alle guerre di aggressione e ai genocidi commessi in quel periodo. Ma i tedeschi hanno riflettuto più di chiunque altro su molti “errori” del passato; e ritengono – a ragione – di essere una nazione profondamente democratica, priva di ambizioni militari, e con una visione ambientalista più illuminata di quella americana.

Ciò detto, le politiche commerciali (in senso ampio) depressive della Germania ed i surplus senza precedenti, l’accumulo di riserve, crediti, e titoli esteri, l’inflazione media 2000-16 all’1,35% (lontana dal 2% concordato), il deliberato mercantilismo stanno facendo strame delle regole di pacifica convivenza (economica) nate intorno al 1945, che persino i cinesi rispettano. Basta ricordare il fondamentale Art. I dell’Imf in difesa del “balanced international trade”; e l’Art.IV(1)(iii) che vieta ogni: “unfair competitive advantage over other members”; dove “unfair” significa ogni “excessive and prolonged official or quasi-official accumulation of foreign assets” o “large and prolonged current account… surpluses”. La Germania per la prima volta si ribella all’ordine mondiale post-1945.

Merkel cela il proprio isolamento internazionale nascondendosi dietro “l’Europa”, che pure più di altri soffre le politiche tedesche. O dietro i sogni federalisti degli europei, non privi di un perché. Gioca sul lato folkloristico di Trump, dei protagonisti del Brexit, dei populisti europei, sulla scarsa credibilità dei greci… E manda un messaggio: “Il resto del mondo è isolato!”. Ma l’Europa sta perdendo l’appoggio di Usa e Uk: chi è davvero estremista e chi moderato in questo gioco? La ribellione tedesca non è basata su alcun principio etico, solo sul “faccio come mi pare”, figlio del crescente potere nella zona Euro, di istituzioni e regole spacciate per neutrali e in realtà profondamente asimmetriche. I tedeschi hanno riflettuto molto sul passato: forse non su tutto. Man mano che i ricordi del 1945 impallidiscono emerge l’insofferenza per le regole, la tendenza egemonica che in Europa fece vincere molte battaglie e perdere molte guerre.

Ma Merkel è un politico razionale: calcola sempre le sue mosse e le sue dichiarazioni. Se oggi ‘sovra-reagisce’ a Trump, non è tanto per motivi legati al rapporto con Trump, ma perché gli USA (e il resto del mondo) mettono in discussione l’ideologia con cui la Germania domina l’area dell’euro. Un autarca non può tollerare di essere sbeffeggiato, proprio sui punti sacri all’origine del suo potere: “Il mio surplus non è un problema! Il mio surplus è frutto del mio lavoro. Ne ho diritto!“. Similmente, Merkel nell’agosto del 2014 bloccò immediatamente Draghi – che a Jackson Hole, di fronte ai suoi professori americani, aveva cominciato a dire la verità sulla crisi europea: non è stata causata dai troppi debiti pubblici o dalla stasi nella produttività di alcuni paesi, ma dagli errori di politica economica imposti dai Trattati dell’Euro. “Taci o salti”, fu il messaggio.

L’ideologia è il primo collante dell’egemonia: ricompatta gli ‘utili ******’ che ci credono, e offre un alibi a chi – per interesse o per forza – finge di crederci. Per salvarla, Merkel deve ‘rompere’ con l’America, deve accentuare la repressione del dissenso e stringere i nodi scorsoi nell’Eurozona. O dovrà rinunciare all’egemonia. Ma questo la Germania non è in grado di farlo: riproporre un’Euro(pa) di pari dignità fuori di Maastricht. Le superstizioni di Maastricht, per quanto confutate ripetutamente dalla Storia drammatica di questi anni, sono il meccanismo auto-assolutorio dei tedeschi. Perciò sono state servite ai e-lettori tedeschi con accenti moralistici e la compattezza tipiche di quel paese. Ora sono diventate parte dell’identità nazionale. Perciò non saranno corrette (per quanto molti amici vogliano illudersi) se non con la forza (speriamo stavolta non militare).

Quest’ideologia di dominio da noi si rovescia e diventa ideologia di sottomissione. “Con i nostri politici corrotti e incompetenti, il popolo ignorante che non vota le riforme buone e giuste di Renzi, il debito pubblico alle stelle, la Pubblica amministrazione piena di fannulloni, non saremo mai in grado di governarci” … E quindi di essere liberi (ma questo rimane sottinteso).

Quanto all’Europa federale che ci preparano Merkel & friends, come ho spiegato su Aspenia – in assenza di una vera Costituzione europea o Trattato (con relativi check and balances, specie sulla BCE) che stabilisca i diritti inalienabili dei popoli/nazioni europei a cui capita di trovarsi in minoranza – emergerà un super stato leviathan dove la maggioranza filo-tedesca (i paesi potenti e in surplus come la Germania hanno più potere di coalizione) ridurrà in briciole chi oserà sfidarla, e terrà per il collare gli altri. ‘Vae victis’ sarà il motto di chi penserà di noi: “Oderint dum metuant”.

G7, dietro lo scontro Merkel-Trump c'e la ribellione della Germania all’ordine mondiale post-1945 - Il Fatto Quotidiano

Tutte frescacce, la questione è il surplus tedesco e siccome gli usa non sono la grecia , prima o poi gli faranno capire che non possono vivere solo di domanda altrui.
Non lo capiranno con le buone ovviamente.
 
Ogni volta che una tv o un giornale se la prende con Trump perché lo stesso ne ha fatta/detta una delle sue GODO. Vedere tutte ste mummie prese per il **** da uno che manco sapevano chi fosse ...non ha prezzo. Ora esce dall'accordo di Parigi. Ma accordo de che ? La Terra ce la siamo gia' giocata ammenoche' non si ritenga che gli africani rimarranno allo stadio attuale per sempre
 
Tutte frescacce, la questione è il surplus tedesco e siccome gli usa non sono la grecia , prima o poi gli faranno capire che non possono vivere solo di domanda altrui.
Non lo capiranno con le buone ovviamente.


il surplus tedesco è libertà

trump dovrebbe preoccuparsi di quei motori preistorici che montano ancora molte auto americane

qualcuno qui pensa che lo smog non sia uno dei fattori che può causare malattie respiratorie o anche peggio?

gli americani si accorgeranno presto che cosa hanno eletto
 
il surplus tedesco è libertà

trump dovrebbe preoccuparsi di quei motori preistorici che montano ancora molte auto americane

qualcuno qui pensa che lo smog non sia uno dei fattori che può causare malattie respiratorie o anche peggio?

gli americani si accorgeranno presto che cosa hanno eletto

mi risulta che il 40% dell energia prodotta in Germania proviene da carbone e lignite. E quella fes.sa della Merkel ha deciso di abbandonare il nucleare. Ma di che capzo stiamo parlando ? La Germania basa la sua ricchezza sulle automobili cioè sulla produzione di mezzi inquinanti. Trump non ha peso. Le rinnovabili sostituiranno le fossili se meno care indipendentemente da quanto deciso da DT
 
mi risulta che il 40% dell energia prodotta in Germania proviene da carbone e lignite. E quella fes.sa della Merkel ha deciso di abbandonare il nucleare. Ma di che capzo stiamo parlando ? La Germania basa la sua ricchezza sulle automobili cioè sulla produzione di mezzi inquinanti. Trump non ha peso. Le rinnovabili sostituiranno le fossili se meno care indipendentemente da quanto deciso da DT


beh c'è stato un evento chiamato Fukushima nel frattempo... Forse ne hai sentito parlare.

La Germania basa la sua ricchezza anche sull'esportazione di automobili, se il mondo le compra un motivo ci sarà, inoltre grazie alle normative europee le auto tedesche (anche quelle italiane ovviamente) sono molto meno inquinanti delle automobili nel mercato americano.
 
il surplus tedesco è libertà
:clap:

UN PO' DI STORIA MONETARIA PER "SOVRANISTI"
di Silvano Campagnolo

Per quelli che: “torniamo alla sovranità monetaria italiana e basta euro”.

L’Italia, dal 1949 al 1971 ha vissuto un periodo di forte crescita economica, certamente il punto di partenza non era alto, dato che si usciva da sconfitti dalla seconda guerra mondiale, e di fatto l’italia era distrutta in tutti i sensi.
Nel 1944 ci furono i famosi accordi di Bretton Woods, tutti sanno che in base a quegli accordi la nuova moneta di riferimento per il commercio mondiale, passò dalla Sterlina Britannica al Dollaro USA, tutti inoltre sanno che da tali accordi fu definita per il $ USA una parità aurea, (1 oncia di oro era cambiata a 35USD), ma pochi sanno che gli accordi di Bretton Woods prevedevano per i partecipanti (Italia inclusa) una parità di cambio, o se preferite un cambio fisso, dove le oscillazioni tra valute erano permesse solo entro pochi decimi percentuali e le svalutazioni dovevano essere accordate preventivamente con tutti gli altri stati membri degli accordi e con il FMI (istituito dagli accordi stessi). Quindi di fatto, dal 1949 al 1971, (data in cui Nixon pose fine a tali accordi, per poter stampare USD e pagarsi il Vietnam esportando inflazione), l’Italia ebbe una lira a cambio fisso col dollaro e con le altre valute appartenenti agli accordi (tutte quelle europee ovviamente), l’Italia visse in un “gold exchange standard” e durante quel periodo crebbe enormemente diventando una potenza industriale a livello mondiale. Nel 1971 tali accordi cessarono, e da allora la lira che era cambiata a 1/624 (624 lire circa per 1 dollaro, o 1/35 di oncia d’oro, dal 1949 al 1971), è stata svalutata dai governi italiani dimezzando il suo valore sul dollaro in soli 10 anni (nel 1982 il valore medio del cambio USD/Lira era di 1/1353, quindi un dollaro valeva 1352 lire e non comperavi più 1/35 di oncia d’oro).

Già questo fatto sconfessa tutta la teoria per cui i problemi nacquero dal divorzio della Banca d’Italia dal Tesoro datata 1981, in quanto fu proprio nel periodo che la BdI era del Tesoro e quindi sotto il diretto controllo del governo e del ministro, che la lira visse le sue più grosse svalutazioni dovute alla “rincorsa” che i governi erano costretti a fare per pagarsi le spese sempre più crescenti e fuori controllo.
La lira continuò imperterrita ad essere svalutata dai governi italiani fono al 1985 quando raggiunse la quota massima di circa 1900 lire per dollaro poi scese fino ai 1200 circa del 1990 (per effetto dell’entrata nello SME fino all’uscita del 92) per poi salire fino ad oltre le 2000 lire per 1 $ di fine anni 90, grazie alle famose “svalutazioni competitive” fatte da Amato proprio nel 92 dopo l’uscita dallo SME.
Questi sono i fatti storici.

La domanda è: dato che l’italia nel periodo 1950/1970 è cresciuta tantissimo nonostante la parità aurea ed il gold exchange standard, che imponeva tassi di cambio pressochè fissi, siete ancora certi che oggi come oggi la colpa della crisi sia dell’euro e del suo cambio fisso all’interno della UE?

La risposta, ovviamente è semplice: l’italia non avrebbe alcun problema competitivo con la Germania se la pressione fiscale totale italiana fosse come quella tedesca, purtroppo la nostra pressione fiscale è molto più alta (circa il 45% in più) di quella tedesca quindi la “non competitività” italiana non è affatto imputabile all’euro ma è solo colpa dei governi e dei parassiti che vivono di stato e che obbligano i produttori di ricchezza ad aumentare i prezzi per pagare le tasse.

L’euro, in definitiva, è una salvezza per l’Italia, dato che la storia ci insegna che nei brevi periodi in cui i governi italiani ebbero in mano la “sovranità monetaria” la lira passo da 1/624 sul dollaro a 1/2000, con una perdita di valore pari al 70%
Concludendo: prima di parlare di “sovranità monetaria dello stato italiano” ci si dovrebbe informare bene su cosa combinò lo stato italiano nei periodi in cui ebbe la “sovranità monetaria” (dalla seconda guerra mondiale in poi, tali periodi furono: 1971/1985 e 1992/1999).
 
Ultima modifica:
beh c'è stato un evento chiamato Fukushima nel frattempo... Forse ne hai sentito parlare.

La Germania basa la sua ricchezza anche sull'esportazione di automobili, se il mondo le compra un motivo ci sarà, inoltre grazie alle normative europee le auto tedesche (anche quelle italiane ovviamente) sono molto meno inquinanti delle automobili nel mercato americano.

fukushima? Dillo ai francesi...non si può vendere mascarpone e poi lamentarsi del colesterolo dilagante...un minimo di coerenza
 
:clap:

UN PO' DI STORIA MONETARIA PER "SOVRANISTI"
di Silvano Campagnolo

Per quelli che: “torniamo alla sovranità monetaria italiana e basta euro”.

L’Italia, dal 1949 al 1971 ha vissuto un periodo di forte crescita economica, certamente il punto di partenza non era alto, dato che si usciva da sconfitti dalla seconda guerra mondiale, e di fatto l’italia era distrutta in tutti i sensi.
Nel 1944 ci furono i famosi accordi di Bretton Woods, tutti sanno che in base a quegli accordi la nuova moneta di riferimento per il commercio mondiale, passò dalla Sterlina Britannica al Dollaro USA, tutti inoltre sanno che da tali accordi fu definita per il $ USA una parità aurea, (1 oncia di oro era cambiata a 35USD), ma pochi sanno che gli accordi di Bretton Woods prevedevano per i partecipanti (Italia inclusa) una parità di cambio, o se preferite un cambio fisso, dove le oscillazioni tra valute erano permesse solo entro pochi decimi percentuali e le svalutazioni dovevano essere accordate preventivamente con tutti gli altri stati membri degli accordi e con il FMI (istituito dagli accordi stessi). Quindi di fatto, dal 1949 al 1971, (data in cui Nixon pose fine a tali accordi, per poter stampare USD e pagarsi il Vietnam esportando inflazione), l’Italia ebbe una lira a cambio fisso col dollaro e con le altre valute appartenenti agli accordi (tutte quelle europee ovviamente), l’Italia visse in un “gold exchange standard” e durante quel periodo crebbe enormemente diventando una potenza industriale a livello mondiale. Nel 1971 tali accordi cessarono, e da allora la lira che era cambiata a 1/624 (624 lire circa per 1 dollaro, o 1/35 di oncia d’oro, dal 1949 al 1971), è stata svalutata dai governi italiani dimezzando il suo valore sul dollaro in soli 10 anni (nel 1982 il valore medio del cambio USD/Lira era di 1/1353, quindi un dollaro valeva 1352 lire e non comperavi più 1/35 di oncia d’oro).

Già questo fatto sconfessa tutta la teoria per cui i problemi nacquero dal divorzio della Banca d’Italia dal Tesoro datata 1981, in quanto fu proprio nel periodo che la BdI era del Tesoro e quindi sotto il diretto controllo del governo e del ministro, che la lira visse le sue più grosse svalutazioni dovute alla “rincorsa” che i governi erano costretti a fare per pagarsi le spese sempre più crescenti e fuori controllo.
La lira continuò imperterrita ad essere svalutata dai governi italiani fono al 1985 quando raggiunse la quota massima di circa 1900 lire per dollaro poi scese fino ai 1200 circa del 1990 (per effetto dell’entrata nello SME fino all’uscita del 92) per poi salire fino ad oltre le 2000 lire per 1 $ di fine anni 90, grazie alle famose “svalutazioni competitive” fatte da Amato proprio nel 92 dopo l’uscita dallo SME.
Questi sono i fatti storici.

La domanda è: dato che l’italia nel periodo 1950/1970 è cresciuta tantissimo nonostante la parità aurea ed il gold exchange standard, che imponeva tassi di cambio pressochè fissi, siete ancora certi che oggi come oggi la colpa della crisi sia dell’euro e del suo cambio fisso all’interno della UE?

La risposta, ovviamente è semplice: l’italia non avrebbe alcun problema competitivo con la Germania se la pressione fiscale totale italiana fosse come quella tedesca, purtroppo la nostra pressione fiscale è molto più alta (circa il 45% in più) di quella tedesca quindi la “non competitività” italiana non è affatto imputabile all’euro ma è solo colpa dei governi e dei parassiti che vivono di stato e che obbligano i produttori di ricchezza ad aumentare i prezzi per pagare le tasse.

L’euro, in definitiva, è una salvezza per l’Italia, dato che la storia ci insegna che nei brevi periodi in cui i governi italiani ebbero in mano la “sovranità monetaria” la lira passo da 1/624 sul dollaro a 1/2000, con una perdita di valore pari al 70%
Concludendo: prima di parlare di “sovranità monetaria dello stato italiano” ci si dovrebbe informare bene su cosa combinò lo stato italiano nei periodi in cui ebbe la “sovranità monetaria” (dalla seconda guerra mondiale in poi, tali periodi furono: 1971/1985 e 1992/1999).

Mi sembra di capire riassumendo,che tale scritto vorrebbe dire che nonostante tra il 1949 al 1971 ci sia stato un sorta di cambo fisso generalizzato l’Italia crebbe enormemente lo stesso diventando una potenza industriale a livello mondiale e che questo sconfesserebbe :
1) tutta la teoria per cui i problemi nacquero dal divorzio della Banca d’Italia dal Tesoro datata 1981
2) ma non solo, se il cambio fisso non è un deficit che problema ci sarebbe a sopportare l'euro ? e se si riscontrano problemi oggi questi non sono dovuti all’euro ma è solo colpa dei governi e dei parassiti che vivono di stato e che obbligano i produttori di ricchezza ad aumentare i prezzi per pagare le sempre più alte tasse.

Cominciamo subito con il precisare il cambio fisso non rappresenta di per sè alcun problema anzi può dare anche dei piccoli vantaggi operativi nei commerci con l'estero.
Esso crea problema a un'economia se ne penalizza oltremisura il suo export e semprechè quest'ultimo rappresenta una grossa risorsa per l'economia di quel paese.
Se nel 1949 sino al 1971 il cambio fisso che si realizzò tenuto conto del dollaro che perdeva colpi,non impedì alla ns economia di crescere vuol dire che quella parità non ci ostacolava in alcun modo.Mentre non si può dire lo stesso per l'euro che ci vede in cambio fisso tenuto conto di una moneta indice in sintesi con germania e francia molto più forti di noi.
Ed è questo un motivo più che soddisfascente per abbandonare l'euro considerato che per noi l'export conta e assai per la ns crescita.

Altra cosa è il problema divorzio della Banca d’Italia dal Tesoro datata 1981 che riguarda il problema delle perdita di controllo da parte di uno stato sulla sua moneta per il tramite delle bc che in qualche modo diminuisce il controllo sull'economia riducendo gli spazi di intervento postivo dello stato su di essa e aumentando il livello del suo indebitamento;ovviamente aver abbracciato l'euro ha annullato questa possibilità, ma se lo abbandoniamo e lasciamo il cambio fisso lo stesso e sulla base degli stessi parametri di prima non cambia proprio nulla.
Bisogna abbandonare l'euro ed entrare in cambi flessibili per il prossimo futuro senza alcun dubbio non vedendo peralto altri programmi alternativi di cambi fissi praticabili e a ns favore.

Ciò non toglie che ridare la sovranità allo stato sulla moneta,che pregiudica l'abbandono dell'euro,non è un prerequisito sufficente affinchè uno stato si comporti bene,e se non lo fa,nessun vantaggio può venire dall'abbandono stesso dell'euro.Non esiste ahimè nessuna ricetta miracolosa in economia per cui senza un attività responsabile a fattiva del paese,e cioè di tutti,non si riesce in nulla.
Comunque qualcuno può ben dire: restiamo nell'euro,così uno stato e un paese intero saranno costretti a ridare fiato alla competitività interna per risollevare l'export depresso in termini di competitività vera e non con l'ausilio del cambio!
credo che sia giusta questa affermazione, il problema è che sdride palesemente con la realtà e cioè lo sforzo richiesto dalle nuove parità imposte dall'euro sono troppo
ostative e quindi finiscono con il bloccare più che con lo stimolare.
 
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trump dovrebbe preoccuparsi di quei motori preistorici che montano ancora molte auto americane

qualcuno qui pensa che lo smog non sia uno dei fattori che può causare malattie respiratorie o anche peggio?

Gli inquinanti dannosi per la salute non c'entrano però un bel niente con Parigi, global warming, ed anidride carbonica.

Gli Usa, coi loro motori "preistorici", sono al contrario sempre stati all'avanguardia sulle normative antinquinamento.

E' perfettamente coerente, quindi, rompere le scatole ai diesel europei a vantaggio dei grossi benzina Usa: la differenza è appunto che i diesel consumano di meno, e quindi emettono meno anidride carbonica, ma emettono più inquinanti considerati dannosi per la salute. :yes:

I motori Usa sono economicamente molto più razionali dei nostri, credimi: motori piccoli ma complicati costosi da progettare, costruire, manutenere, e da cambiare spesso, sono dovuti solo al fisco assurdo che abbiamo, in primis sui carburanti.
I motori Usa grossi sono complessivamente più economici, perchè sono semplici e duraturi.

Noi siamo, in sostanza, la Germania dell'est con le Trabant.
 
La Germania basa la sua ricchezza anche sull'esportazione di automobili, se il mondo le compra un motivo ci sarà, inoltre grazie alle normative europee le auto tedesche (anche quelle italiane ovviamente) sono molto meno inquinanti delle automobili nel mercato americano.

Certamente vengono comprate perchè valide, ma che inquinino di meno, nel senso di inquinanti dannosi per la salute, proprio no.
 
E' perfettamente coerente, quindi, rompere le scatole ai diesel europei a vantaggio dei grossi benzina Usa: la differenza è appunto che i diesel consumano di meno, e quindi emettono meno anidride carbonica, ma emettono più inquinanti considerati dannosi per la salute. :yes:

Per essere più chiari, in Europa si sono mostruosamente diffusi i diesel proprio per soddisfare:

-il fisco predatorio su cilindrata e carburanti (i diesel consumano meno ed in sostanza hanno/hanno avuto più coppia a pari cilindrata e potenza).
-le riduzioni di consumi imposte dalla UE (meno anidride carbonica significa semplicemente consumi minori, non ci sono altre strade).

Quindi, caro zero, la realtà è che per inseguire minori consumi in Europa ci siamo riempiti di diesel, che storicamente sono stati enormi produttori di inquinanti veri come le polveri sottili.
Poi, pian pianino, la cosa è stata fortemente limitata ed oggi c'è poca differenza, ma per anni abbiamo barattato meno anidride carbonica (innocua per la salute) con più polveri sottili. :yes:

Tipico esempio di brillante intelligenza politica. :yes:
Tra l'altro per tanti anni sono proprio stati incentivati fiscalmente, da noi, motori che consumavano meno ma emettevano polveri sottili, solo che gli scienziati della politica non ci pensavano... :yes:

Strano che i politici non si rendano conto delle conseguenze secondarie che creano con le loro imposizioni, nemmeno quando sono peggiori del "male" che intendono curare, vero? :)
 
Ciò detto, le politiche commerciali (in senso ampio) depressive della Germania ed i surplus senza precedenti, l’accumulo di riserve, crediti, e titoli esteri, l’inflazione media 2000-16 all’1,35% (lontana dal 2% concordato), il deliberato mercantilismo stanno facendo strame delle regole di pacifica convivenza (economica) nate intorno al 1945, che persino i cinesi rispettano. Basta ricordare il fondamentale Art. I dell’Imf in difesa del “balanced international trade”; e l’Art.IV(1)(iii) che vieta ogni: “unfair competitive advantage over other members”; dove “unfair” significa ogni “excessive and prolonged official or quasi-official accumulation of foreign assets” o “large and prolonged current account… surpluses”.

Queste accuse sono semplicemente ridicole, perchè il sistema che vede gli Usa in deficit commerciale è stato creato e voluto proprio dagli Usa.
E' un sistema che è andato per decenni bene agli Usa per primi, con Cina e Giappone (prima ancora della Germania) in forte surplus commerciale, e nel contempo forti finanziatori del debito Usa.

Se si vuole cambiare il sistema, perchè agli Usa non piace più (cosa sulla quale posso anche essere d'accordo), è ridicolo prendersela con gli altri "cattivi", ma devono cominciare proprio loro a capire come comportarsi per non avere questo deficit (e questo finanziamento dall'estero).

Non si capisce dove sia la "ribellione", visto che gli Usa sono convintamente in deficit commerciale ormai da 20/30 anni, mentre la Germania ed altri il contrario..

“Il mio surplus non è un problema! Il mio surplus è frutto del mio lavoro.

Non è forse così?
Nessuno obbliga gli Usa a comprare prodotti cinesi, giapponesi, tedeschi od italiani.

Similmente, Merkel nell’agosto del 2014 bloccò immediatamente Draghi – che a Jackson Hole, di fronte ai suoi professori americani, aveva cominciato a dire la verità sulla crisi europea: non è stata causata dai troppi debiti pubblici o dalla stasi nella produttività di alcuni paesi, ma dagli errori di politica economica imposti dai Trattati dell’Euro. “Taci o salti”, fu il messaggio.

L'ideologia, in questo caso, purtroppo non è affatto quella della Merkel, ma quella che la contesta.
 
Leggo come il solito un cumulo di banalità sull'argomento inquinamento che non centrano il cuore del problema.
La crescita economica in generale,usa o germania che sia,automobili e non,tende sempre a creare inquinamento o problemi all'ambiente.
Questo a cosa ci deve portare ?
Ci deve portare a considerare la possibilità di una crescita controllata, guidata , indirizzata e cioè un crescita in cui "cosa,come e quando", lo guida lo stato tramite gli interventi di spesa pubblica anticiclica.
E questo lo deve fare per consentire una crescita economica del paese che rispetti il più possibile l'ambiente oltrechè ulteriori parametri socialmente utili.
Ovviamente stabilire il "cosa,come e quando" di una crescita economica per lo stato non significa statalismo come pensano i c.d. "libberisti",ma significa solo che tramite le commesse pubbliche si segna un percorso ma poi spetterà ai privati e al mercato la realizzazione del percorso stesso.
Per tutelare l'ambiente è esiziale il controllo sull'economia l'abbandono cioè di laissez faire insensati e dannosi secondo le convinzioni controproducenti dei liberisti.
 
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Queste accuse sono semplicemente ridicole, perchè il sistema che vede gli Usa in deficit commerciale è stato creato e voluto proprio dagli Usa.
E' un sistema che è andato per decenni bene agli Usa per primi, con Cina e Giappone (prima ancora della Germania) in forte surplus commerciale, e nel contempo forti finanziatori del debito Usa.

Se si vuole cambiare il sistema, perchè agli Usa non piace più (cosa sulla quale posso anche essere d'accordo), è ridicolo prendersela con gli altri "cattivi", ma devono cominciare proprio loro a capire come comportarsi per non avere questo deficit (e questo finanziamento dall'estero).

Non si capisce dove sia la "ribellione", visto che gli Usa sono convintamente in deficit commerciale ormai da 20/30 anni, mentre la Germania ed altri il contrario..



Non è forse così?
Nessuno obbliga gli Usa a comprare prodotti cinesi, giapponesi, tedeschi od italiani.



L'ideologia, in questo caso, purtroppo non è affatto quella della Merkel, ma quella che la contesta.

Gli Usa hanno wall street, e gli hedge fund, ne feci un 3d qualche mese fa sulla finanza privata, ricordi?? Nelle vs filippiche dimenticate sempre la finanza speculativa...eppure perfino milano, pur essendo piazza affari un piccolo mercato, gode enormemente dell'indotto causato dall'avere la sede della borsa in casa...
Gli usa se ne fregano della bilancia commerciale, perché hanno wall street...o meglio, pensavano di potersene fregare..gli abitanti della rusty belts hanno ricordato al mondo che non si campa di sola finanza speculativa, servono anche le industrie.
 
Gli usa se ne fregano della bilancia commerciale perchè hanno il dollaro non per wall street
 
Gli usa se ne fregano della bilancia commerciale perchè hanno il dollaro non per wall street

E poi, se dovesse servire, possano sempre mandare un Carrier Battle Group a convincerti... :rolleyes:
è sempre difficile avviare una controversia con un debitore grosso e cattivo.
Che poi in questo caso non puoi neanche chiamare la polizia: sono loro la polizia :D
 
posto articolo dell'economista Gawronsky


G7, dietro lo scontro Merkel-Trump c’è la ribellione della Germania all’ordine mondiale post-1945

ho letto tutti i post.
io dico che se anche fosse, cosa c'è di strano? è forse la prima volta che un paese (o un gruppo), si "ribella" al cosiddetto "ordine mondiale"?
(a me sembra che è almeno dal post 1815 che sti fattarelli avvengono). ;)
 
Gli usa se ne fregano della bilancia commerciale, perché hanno wall street...o meglio, pensavano di potersene fregare..gli abitanti della rusty belts hanno ricordato al mondo che non si campa di sola finanza speculativa, servono anche le industrie.

Gli usa se ne fregano della bilancia commerciale perchè hanno il dollaro non per wall street

Come volete, comunque il loro "fregarsene" deriva dal fatto che per loro è in ogni caso andato bene così per tanti anni.
Se ora cambiano idea, non è colpa degli stranieri cattivi esportatori.
 
Gli Usa hanno wall street, e gli hedge fund, ne feci un 3d qualche mese fa sulla finanza privata, ricordi?? Nelle vs filippiche dimenticate sempre la finanza speculativa...eppure perfino milano, pur essendo piazza affari un piccolo mercato, gode enormemente dell'indotto causato dall'avere la sede della borsa in casa...
Gli usa se ne fregano della bilancia commerciale, perché hanno wall street...o meglio, pensavano di potersene fregare..gli abitanti della rusty belts hanno ricordato al mondo che non si campa di sola finanza speculativa, servono anche le industrie.

Secondo me gli usa se ne fregavano della bilancia comm.le in rosso perchè avevano una enorme potenzialità economica che le permetteva di produrre in proprio con una domanda interna sempre viva.
Wall street c'entrava assai poco. Quando pratichi sistematicamente dell'import fregandotene di compensare con l'export è perchè ti senti sicuro che se vieni lasciato da solo
ce la puoi tranquillamente fare.
Adesso, dopo decenni di tentativi neoliberisti e constatati gli insuccessi del sostegno da parte di una finanza debordante, non è più come prima, e la domanda interna risulta più debole va quindi difesa anche perchè gli esiti del 2008 scongiurano ipotesi di ricorso ulteriore ad una finanza sregolata(ed eccoci al protezionismo di Trump).
 
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