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In una mail «scappata di mano» il piano-Brexit di Bank of England - Il Sole 24 ORE
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In una mail «scappata di mano» il piano-Brexit di Bank of England
24 maggio 2015
In questo articolo
Argomenti: Banca d'Inghilterra | Borsa di Londra | Lavoro
My24
Grande imbarazzo alla Banca d’Inghilterra: un documento riservato sulla creazione di un’unità speciale supersegreta sui rischi finanziari di Brexit è stato pubblicato sul quotidiano The Guardian. A peggiorare le cose è il fatto che il documento non è stato carpito da un giornalista senza scrupoli, ma è stato inviato via mail per errore da un dirigente della Bank of England.
Poche ore dopo la pubblicazione del documento, la BoE ha ammesso che sta studiando vari possibili scenari, tra i quali la possibilità di un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea in seguito al referendum che il Governo ha promesso di tenere entro il 2017. Brexit potrebbe portare a un crollo della sterlina, della Borsa di Londra o dei buoni del Tesoro britannici, o a una fuga all’estero di grandi banche e imprese.
È «molto spiacevole» che la notizia sia trapelata in seguito all’errore definito «involontario» di un dirigente, ha detto la BoE, che però ha difeso la creazione di una taskforce su Brexit, perché «è responsabilità della Banca studiare le questioni economiche e finanziarie che si pongono nel contesto dei negoziati e del referendum». Parlare di queste cose in pubblico, ha aggiunto, «non sarebbe sensato».
E intanto i cittadini britannici cercano di pararsi one's back :
La Brexit fa paura agli inglesi, è caccia grossa alla doppia cittadinanza - Il Sole 24 ORE
"La Brexit fa paura agli inglesi, è caccia grossa alla doppia cittadinanza
17 agosto 2015
La possibilità che la Gran Bretagna esca dall'Europa fa paura e molti cittadini già si stanno organizzando per evitare problemi in futuro. Secondo una ricerca online condotta dal quotidiano Guardian, centinaia di persone, sia cittadini dell'Europa continentale che vivono nel Regno Unito sia i britannici residenti in altri Paesi Ue, sono così preoccupati dell'impatto di una Brexit che stanno facendo richiesta di un passaporto per avere una seconda nazionalità. Questo permetterebbe di non incorrere in tutta una serie di problemi, che riguardano ad esempio residenza, permessi di lavoro o copertura sanitaria, nel caso i britannici scegliessero la via dell'uscita dall'Ue col referendum che si terrà nel Regno Unito entro la fine del 2017.
L’indagine si basa su circa 1.200 risposte di cittadini europei, molti dei quali stanno per cambiare nazionalità e cittadinanza o stanno pensando di farlo. La preoccupazioni di molti di coloro che hanno risposto all’indagine è la doppia nazionalità. Con il referendum promosso e promesso dal premier David Cameron, i cittadini del Regno Unito potranno scegliere se rimanere o no nell’Unione europea. Nel caso in cui il referendum passasse e la Gran Bretagna uscisse dall’Unione europea, ci potrebbero essere problemi per i cittadini europei nel Regno Unito o viceversa per i cittadini del Regno Unito nell’Unione europea.
Brexit è un acronimo nato sul modello di Grexit. In entrambi i Paesi si è deciso un referendum, in Grecia si è tenuto lo scorso luglio, nel Regno Unito si terrà fra due anni. La Grecia deve avviare riforme e dare assicurazione ai creditori e rimanere nella zona euro di cui ha sempre fatto parte, la Gran Bretagna ha sempre rifiutato la moneta unica ma è membro dell’Ue anche se una parte dell’opinione pubblica vede con crescente insofferenza Bruxelles. La Gran Bretagna non solo ha mantenuto la sterlina ma non fa parte dell’Area Schenghen, cittadina lussemburghese che dà il nome al trattato con cui fu decisa la libera circolazione dei cittadini all’Unione europea - in pratica non fu più necessario il passaporto ma la sola carta di identità. L’immigrazione è tuttavia diventato un tema dell’agenda politica britannica usata in vario modo da conservatori e soprattutto dagli euroscettici dell’Ukip.
Durante la campagna elettorale per le politiche di maggio il premier conservatore Cameron, la cui vittoria era incerta stando ai sondaggi, ha promesso un referendum che era già stata la rassicurazione agli scozzesi che hanno votato per l’indipendenza di Edimburgo da Londra lo scorso settembre. La Scozia è rimasta nel Regno Unito con la promessa di una maggiore autonomia soprattutto fiscale, David Cameron ha vinto e il referendum, sostenuto dai conservatori e l’Ukip, pare si farà.
A febbraio il commissario al commercio Ue Cecilia Malmstrom ha detto alla Bbc che la Brexit sarebbe un disastro «per noi e voi». A maggio sempre il Guardian ha pubblicato una documento della Bank of England, uno studio sulle conseguuenze economiche e finanziarie di una eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Unione, una email pare inviata per sbaglio da un dirigente della BoE al quotidiano."
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In una mail «scappata di mano» il piano-Brexit di Bank of England
24 maggio 2015
In questo articolo
Argomenti: Banca d'Inghilterra | Borsa di Londra | Lavoro
My24
Grande imbarazzo alla Banca d’Inghilterra: un documento riservato sulla creazione di un’unità speciale supersegreta sui rischi finanziari di Brexit è stato pubblicato sul quotidiano The Guardian. A peggiorare le cose è il fatto che il documento non è stato carpito da un giornalista senza scrupoli, ma è stato inviato via mail per errore da un dirigente della Bank of England.
Poche ore dopo la pubblicazione del documento, la BoE ha ammesso che sta studiando vari possibili scenari, tra i quali la possibilità di un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea in seguito al referendum che il Governo ha promesso di tenere entro il 2017. Brexit potrebbe portare a un crollo della sterlina, della Borsa di Londra o dei buoni del Tesoro britannici, o a una fuga all’estero di grandi banche e imprese.
È «molto spiacevole» che la notizia sia trapelata in seguito all’errore definito «involontario» di un dirigente, ha detto la BoE, che però ha difeso la creazione di una taskforce su Brexit, perché «è responsabilità della Banca studiare le questioni economiche e finanziarie che si pongono nel contesto dei negoziati e del referendum». Parlare di queste cose in pubblico, ha aggiunto, «non sarebbe sensato».
E intanto i cittadini britannici cercano di pararsi one's back :
La Brexit fa paura agli inglesi, è caccia grossa alla doppia cittadinanza - Il Sole 24 ORE
"La Brexit fa paura agli inglesi, è caccia grossa alla doppia cittadinanza
17 agosto 2015
La possibilità che la Gran Bretagna esca dall'Europa fa paura e molti cittadini già si stanno organizzando per evitare problemi in futuro. Secondo una ricerca online condotta dal quotidiano Guardian, centinaia di persone, sia cittadini dell'Europa continentale che vivono nel Regno Unito sia i britannici residenti in altri Paesi Ue, sono così preoccupati dell'impatto di una Brexit che stanno facendo richiesta di un passaporto per avere una seconda nazionalità. Questo permetterebbe di non incorrere in tutta una serie di problemi, che riguardano ad esempio residenza, permessi di lavoro o copertura sanitaria, nel caso i britannici scegliessero la via dell'uscita dall'Ue col referendum che si terrà nel Regno Unito entro la fine del 2017.
L’indagine si basa su circa 1.200 risposte di cittadini europei, molti dei quali stanno per cambiare nazionalità e cittadinanza o stanno pensando di farlo. La preoccupazioni di molti di coloro che hanno risposto all’indagine è la doppia nazionalità. Con il referendum promosso e promesso dal premier David Cameron, i cittadini del Regno Unito potranno scegliere se rimanere o no nell’Unione europea. Nel caso in cui il referendum passasse e la Gran Bretagna uscisse dall’Unione europea, ci potrebbero essere problemi per i cittadini europei nel Regno Unito o viceversa per i cittadini del Regno Unito nell’Unione europea.
Brexit è un acronimo nato sul modello di Grexit. In entrambi i Paesi si è deciso un referendum, in Grecia si è tenuto lo scorso luglio, nel Regno Unito si terrà fra due anni. La Grecia deve avviare riforme e dare assicurazione ai creditori e rimanere nella zona euro di cui ha sempre fatto parte, la Gran Bretagna ha sempre rifiutato la moneta unica ma è membro dell’Ue anche se una parte dell’opinione pubblica vede con crescente insofferenza Bruxelles. La Gran Bretagna non solo ha mantenuto la sterlina ma non fa parte dell’Area Schenghen, cittadina lussemburghese che dà il nome al trattato con cui fu decisa la libera circolazione dei cittadini all’Unione europea - in pratica non fu più necessario il passaporto ma la sola carta di identità. L’immigrazione è tuttavia diventato un tema dell’agenda politica britannica usata in vario modo da conservatori e soprattutto dagli euroscettici dell’Ukip.
Durante la campagna elettorale per le politiche di maggio il premier conservatore Cameron, la cui vittoria era incerta stando ai sondaggi, ha promesso un referendum che era già stata la rassicurazione agli scozzesi che hanno votato per l’indipendenza di Edimburgo da Londra lo scorso settembre. La Scozia è rimasta nel Regno Unito con la promessa di una maggiore autonomia soprattutto fiscale, David Cameron ha vinto e il referendum, sostenuto dai conservatori e l’Ukip, pare si farà.
A febbraio il commissario al commercio Ue Cecilia Malmstrom ha detto alla Bbc che la Brexit sarebbe un disastro «per noi e voi». A maggio sempre il Guardian ha pubblicato una documento della Bank of England, uno studio sulle conseguuenze economiche e finanziarie di una eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Unione, una email pare inviata per sbaglio da un dirigente della BoE al quotidiano."