Mondo e mercato dell'arte: mostre e articoli di interesse

Le roi du Cac 40

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Brasile: ritrovato Picasso rubato

Polizia arresta uno dei tre autori del furto

(ANSA) - SAN PAOLO, 19 LUG - E' stata ritrovata una delle due incisioni di Pablo Picasso rubate un mese fa in Brasile dal museo Estacao Pinacoteca a San Paolo. Uno dei tre uomini sospettati per il furto e' stato arrestato e ha confessato. L'incisione 'Il pittore e la sua modella' e' stata scoperta nascosta sotto il tetto di un'abitazione. Il 12 giugno scorso i tre uomini armati si erano impadroniti anche di un'altra incisione di Picasso ('Il minotauro, la donna e la fontana') e di due quadri di pittori brasiliani.
 
Ottima notizia!
Posto una vecchia notizia che avevo postato in un altro forum 1 anno fà.

Esportato illegalmente un Rubens.

Christie’s Londra attribuisce a un errore di un suo giovane dipendente la partenza di un’opera del maestro di Anversa.

New York. Christies’s Londra ha esportato illegalmente in America un’opera di Rubens, «Caccia di Meleagro e Atalanta», valutata 4,5 milioni di euro, in spregio alle leggi sull’esportazione vigenti in Gran Bretagna. Con una decisione senza precedenti, il ministro Margaret Hodge ha sospeso la licenza d’esportazione del quadro, nonostante questo si trovi già a New York.
La decisione del Ministro segue una riunione dell’Export Reviewing Committee britannico, svoltasi il 14 agosto (e, per la prima volta dalla sua istituzione nel 1952, oltreoceano), nella sede newyorkese di Christie’s al Rockefeller Center. Il bozzetto a olio, datato 1630 circa, apparteneva a Lady Brenda Cook; la sua famiglia ne era proprietaria sin dal 1868. Punta di diamante della vendita londinese di dipinti antichi di Christie’s dell’8 dicembre del 2005, il quadro venne in quell’occasione aggiudicato a 3,64 milioni di euro (cfr. n. 250, gen. ’06, p. 59), presumibilmente a un collezionista privato dell’area di New York (la sua identità non è mai stata resa nota).
Le autorità inglesi si sono accorte che il Rubens aveva lasciato il Paese durante un controllo di routine, all’inizio di quest’anno. Christie’s ha allora dovuto ammettere davanti al Museum Libraries and Archives Council (da cui dipende l’Export Reviewing Committee) che il quadro era stato spedito senza licenza agli Stati Uniti. La colpa dell’accaduto sarebbe da imputare all’imperizia di un giovane impiegato, che avrebbe in seguito lasciato la casa d’aste.
A quanto ci risulta, il giovane impiegato sapeva invece che il Rubens aveva già una licenza per New York, grazie alla quale il dipinto avrebbe potuto essere esposto nella sede newyorkese di Christie’s al Rockefeller Center per cinque giorni, un mese prima dell’asta. Si trattava di una licenza di esportazione temporanea, che non sarebbe stata più valida dopo l’asta; dare per scontato che il quadro potesse poi essere riesportato è stato un grave errore.
Christie’s, in proposito, ha dichiarato al nostro giornale che: «La nostra politica è di rispettare scrupolosamente le leggi vigenti e tutte le consuete procedure per il trasporto internazionale di opere d’arte. Nel caso eccezionale della “Caccia”, un errore umano ha indotto a spedire il quadro a un cliente senza che fosse stato completato l’iter per ottenere una adeguata licenza di esportazione. Siamo rammaricati per l’errore e stiamo collaborando con tutte le autorità competenti per rimediare». Revenue & Customs, l’organo di controllo competente, è stato informato e spetta ora ai suoi funzionari decidere se perseguire un’azione legale. È stata infranta la legge, ma poiché l’esportazione sembra essere dovuta a un errore, Christie’s potrebbe non essere perseguita. Dopo la scoperta, il Export Reviewing Committee ha chiesto che il Rubens venisse riportato a Londra, così da poter valutare se vi fossero i presupposti per sospendere per un determinato periodo la licenza di esportazione, permettendo in tal modo a un compratore britannico di fare un’offerta in linea con il prezzo di aggiudicazione. L’attuale possessore del dipinto, però, si è rifiutato di rispedire indietro il quadro, sostenendo che un ulteriore viaggio transoceanico danneggerebbe la delicata tavola. Se all’interno dell’Unione Europea è possibile intraprendere un’azione legale per ottenere la restituzione di un bene culturale illecitamente esportato, questo non è invece contemplato dalle leggi degli Stati Uniti. Le autorità britanniche sembrerebbero quindi non disporre di mezzi legali per costringere il proprietario a restituire il dipinto. Proprietario che si trova ora a sua volta in una posizione difficile. Senza la licenza di esportazione della Gran Bretagna, il quadro, sul mercato internazionale, avrà sempre una «macchia». In pratica, sarà difficilissimo rivendere il Rubens a un compratore europeo, circostanza che ne fa diminuire il valore finanziario. All’incontro di New York l’Export Reviewing Committee, dopo aver esaminato il dipinto (con il consenso dell’attuale proprietario) ha deliberato che la licenza di esportazione per la «Caccia» venisse differita, fissando il prezzo dell’opera in 4,5 milioni di euro, e così motivando la decisione: «Il virtuosismo dell’esecuzione e la creatività compositiva fanno di quest’opera un pezzo eccezionale, di una tipologia non adeguatamente rappresentata nelle collezioni inglesi»
Le loro raccomandazioni sono state accolte dal Ministro Hodge, che il 13 settembre ha emesso una provvedimento di rinvio, ritardando l’emissione di una licenza d’esportazione fino all’11 novembre, con la possibilità di una proroga fino a marzo 2008 qualora un collezionista britannico si mostrasse davvero intenzionato a radunare la somma necessaria all’acquisto. Nella nota del Ministro non si menziona il fatto che il quadro si trova già all’estero.
Non si sa se qualche collezione pubblica inglese cercherà di raccogliere fondi, e la situazione è complicata dal fatto che anche un altro Rubens è a rischio. Il Visconte Hampden vuole infatti vendere il bozzetto per l’«Apoteosi di re Giacomo I» eseguito per il soffitto del Whitehall.
La Tate sta valutando la possibilità di raccogliere i fondi per il suo acquisto, in considerazione del fatto che l’opera fu eseguita mentre Rubens si trovava a Londra. La National Gallery, dal canto suo, è alle prese con la raccolta di fondi per i «Sacramenti» di Poussin, ed è improbabile che voglia mettersi in lizza anche per la «Caccia».
Nondimeno, un’altra importante collezione pubblica inglese potrebbe farsi avanti per salvare il Rubens. La speranza è che il collezionista di New York voglia rinunciare al quadro, ma si può fare ben poco per obbligarlo a restituirlo a Londra. q Martin Bailey

184-n-mb-rubens-boar.jpg

2007-10-10
Sole24ore
 
Scoperto un volto di donna nascosto in un quadro di van Gogh

L'ipotesi è che il pittore usasse per risparmiare tele già usate e ci lavorasse sopra con nuovi colori

AMBURGO (Germania) - Un team di ricercatori ha scoperto con il supporto di moderne tecnologie un'altra immagine finora rimasta nascosta dietro uno dei dipinti del celebre pittore olandese Vincent van Gogh (1853 - 1890). La scoperta dei ricercatori dell'università olandese di Delft, pubblicata dalla rivista specializzata "Analytical Chemistry", è stata fatta studiando con un sincrotrone il dipinto "Grasgrond", "Il sentiero d'erba". Sotto la luccicante tela con un prato fiorito di un verde acceso c'è il volto di una donna in colori alquanto tetri.

LA TECNICA - Il "volto misterioso" è venuto alla luce grazie alle sofisticate apparecchiature dell'acceleratore di particelle del centro di ricerca ad Amburgo "DESY" (Deutsches Elektronen-Synchrotron), dove la tela di 17,5 per 17,5 centimetri, è stata trattata per due giorni con una speciale tecnica ai raggi X. In pratica, l'intenso e sottilissimo fascio di energia ha eccitato gli atomi dei metalli che compongono i pigmenti del quadro, che sono stati quindi "fotografati".

LA RICOSTRUZIONE - Una volta ottenuta la distribuzione dei metalli, i fisici sono riusciti a ricostruire strato per strato i colori presenti sulla tela grazie al computer. L'opera, appartenente al museo "Kröller Müller" di Otterlo nei Paesi Bassi, è stata dipinta da van Gogh nel 1887 a Parigi. Già in precedenza alcune analisi avevano fatto sorgere il dubbio che ci potesse essere il profilo di un capo dietro quel dipinto. Se il quadro "visibile" è formato principalmente da zinco, bario e zolfo, quello "nascosto" è invece formato da antimonio, base del colore giallo, e mercurio, che invece dà il rosso.

L'IPOTESI - Non è, tuttavia, la prima volta che van Gogh "nasconde" una tela sotto un'altra. Secondo alcuni esperti addirittura un terzo dei dipinti del genio olandese potrebbe celare qualche altro soggetto. Probabilmente, sostengono alcuni storici, al giovane e sfortunato van Gogh, mancavano spesso i soldi per comprare nuovo materiale e così dipingeva spesso sul retro dei quadri o ci dipingeva semplicemente sopra.

http://www.corriere.it/cronache/08_...na_e27d1192-5e4b-11dd-9ccd-00144f02aabc.shtml
 
L'ipotesi è che il pittore usasse per risparmiare tele già usate e ci lavorasse sopra con nuovi colori

AMBURGO (Germania) - Un team di ricercatori ha scoperto con il supporto di moderne tecnologie un'altra immagine finora rimasta nascosta dietro uno dei dipinti del celebre pittore olandese Vincent van Gogh (1853 - 1890). La scoperta dei ricercatori dell'università olandese di Delft, pubblicata dalla rivista specializzata "Analytical Chemistry", è stata fatta studiando con un sincrotrone il dipinto "Grasgrond", "Il sentiero d'erba". Sotto la luccicante tela con un prato fiorito di un verde acceso c'è il volto di una donna in colori alquanto tetri.

LA TECNICA - Il "volto misterioso" è venuto alla luce grazie alle sofisticate apparecchiature dell'acceleratore di particelle del centro di ricerca ad Amburgo "DESY" (Deutsches Elektronen-Synchrotron), dove la tela di 17,5 per 17,5 centimetri, è stata trattata per due giorni con una speciale tecnica ai raggi X. In pratica, l'intenso e sottilissimo fascio di energia ha eccitato gli atomi dei metalli che compongono i pigmenti del quadro, che sono stati quindi "fotografati".

LA RICOSTRUZIONE - Una volta ottenuta la distribuzione dei metalli, i fisici sono riusciti a ricostruire strato per strato i colori presenti sulla tela grazie al computer. L'opera, appartenente al museo "Kröller Müller" di Otterlo nei Paesi Bassi, è stata dipinta da van Gogh nel 1887 a Parigi. Già in precedenza alcune analisi avevano fatto sorgere il dubbio che ci potesse essere il profilo di un capo dietro quel dipinto. Se il quadro "visibile" è formato principalmente da zinco, bario e zolfo, quello "nascosto" è invece formato da antimonio, base del colore giallo, e mercurio, che invece dà il rosso.

L'IPOTESI - Non è, tuttavia, la prima volta che van Gogh "nasconde" una tela sotto un'altra. Secondo alcuni esperti addirittura un terzo dei dipinti del genio olandese potrebbe celare qualche altro soggetto. Probabilmente, sostengono alcuni storici, al giovane e sfortunato van Gogh, mancavano spesso i soldi per comprare nuovo materiale e così dipingeva spesso sul retro dei quadri o ci dipingeva semplicemente sopra.

http://www.corriere.it/cronache/08_...na_e27d1192-5e4b-11dd-9ccd-00144f02aabc.shtml

:bow:

a quanto pare ti intendi d'arte pure:bow::D
 
L'IPOTESI - Non è, tuttavia, la prima volta che van Gogh "nasconde" una tela sotto un'altra. Secondo alcuni esperti addirittura un terzo dei dipinti del genio olandese potrebbe celare qualche altro soggetto. Probabilmente, sostengono alcuni storici, al giovane e sfortunato van Gogh, mancavano spesso i soldi per comprare nuovo materiale e così dipingeva spesso sul retro dei quadri o ci dipingeva semplicemente sopra.

http://www.corriere.it/cronache/08_...na_e27d1192-5e4b-11dd-9ccd-00144f02aabc.shtml

Ci voleva un genio per dare questa ipotesi ovvia. Questa situazione era generalizzata ai molti pittori, impressionisti e simili, che si discostavano dal dipingere tradizionale. Monet alla fine, ed ancora in vita, è riuscito ad avere il riconoscimento per il suo lavoro, tutti gli altri famosi impressionisti non hanno avuto la Sua fortuna. Molti altri, tra cui Van Gogh, pagavano da mangiare nelle osterie con i propri quadri ;)
 
L'ipotesi è che il pittore usasse per risparmiare tele già usate e ci lavorasse sopra con nuovi colori

AMBURGO (Germania) - Un team di ricercatori ha scoperto con il supporto di moderne tecnologie un'altra immagine finora rimasta nascosta dietro uno dei dipinti del celebre pittore olandese Vincent van Gogh (1853 - 1890). La scoperta dei ricercatori dell'università olandese di Delft, pubblicata dalla rivista specializzata "Analytical Chemistry", è stata fatta studiando con un sincrotrone il dipinto "Grasgrond", "Il sentiero d'erba". Sotto la luccicante tela con un prato fiorito di un verde acceso c'è il volto di una donna in colori alquanto tetri.

LA TECNICA - Il "volto misterioso" è venuto alla luce grazie alle sofisticate apparecchiature dell'acceleratore di particelle del centro di ricerca ad Amburgo "DESY" (Deutsches Elektronen-Synchrotron), dove la tela di 17,5 per 17,5 centimetri, è stata trattata per due giorni con una speciale tecnica ai raggi X. In pratica, l'intenso e sottilissimo fascio di energia ha eccitato gli atomi dei metalli che compongono i pigmenti del quadro, che sono stati quindi "fotografati".

LA RICOSTRUZIONE - Una volta ottenuta la distribuzione dei metalli, i fisici sono riusciti a ricostruire strato per strato i colori presenti sulla tela grazie al computer. L'opera, appartenente al museo "Kröller Müller" di Otterlo nei Paesi Bassi, è stata dipinta da van Gogh nel 1887 a Parigi. Già in precedenza alcune analisi avevano fatto sorgere il dubbio che ci potesse essere il profilo di un capo dietro quel dipinto. Se il quadro "visibile" è formato principalmente da zinco, bario e zolfo, quello "nascosto" è invece formato da antimonio, base del colore giallo, e mercurio, che invece dà il rosso.

L'IPOTESI - Non è, tuttavia, la prima volta che van Gogh "nasconde" una tela sotto un'altra. Secondo alcuni esperti addirittura un terzo dei dipinti del genio olandese potrebbe celare qualche altro soggetto. Probabilmente, sostengono alcuni storici, al giovane e sfortunato van Gogh, mancavano spesso i soldi per comprare nuovo materiale e così dipingeva spesso sul retro dei quadri o ci dipingeva semplicemente sopra.

http://www.corriere.it/cronache/08_...na_e27d1192-5e4b-11dd-9ccd-00144f02aabc.shtml

Ottimo articolo,questo non lo sapevo.
 
Ci voleva un genio per dare questa ipotesi ovvia. Questa situazione era generalizzata ai molti pittori, impressionisti e simili, che si discostavano dal dipingere tradizionale. Monet alla fine, ed ancora in vita, è riuscito ad avere il riconoscimento per il suo lavoro, tutti gli altri famosi impressionisti non hanno avuto la Sua fortuna. Molti altri, tra cui Van Gogh, pagavano da mangiare nelle osterie con i propri quadri ;)

Concordo con quanto hai scritto!Essendo vero!
 
Van Gogh e il mercato dell'arte

Devi lasciarmi mantenere il mio pessimismo sul mercato di cose d'arte di oggi, benché non sia scoraggiato su tutto. Io ragiono così. Supponiamo che io abbia ragione nel considerare che questo strano contrattare sui prezzi vada avvicinandosi sempre più al mercato dei bulbi. Ti ripeto, supponiamo che, come accadde al mercato dei bulbi alla fine del secolo scorso, il mercato di cose d'arte, assieme ad altri campi di speculazione, debba scomparire alla fine di questo secolo proprio come è sorto, vale a dire quasi di colpo. Ora, può scomparire il mercato dei bulbi, ma la floricultura resta. Per quanto mi riguarda, sono ben felice, nella buona e nella cattiva sorte, di restare un piccolo giardiniere che ama le sue piante.;)
 
Riporto quanto scritto sui P.A.P.A. da un altro utente:

...quando una forma di investimento, anche buona-ottima (perché l'arte può essere un investimento notevolmente redditizio) entra nel circuito degli investimenti "ufficiali", viene sottoposta alle stesse regole che animano gli investimenti usuali, tipo, che so, le azioni in borsa, e finisce nelle mani di operatori finanziari simili a quelli...
 
Mostre all'estero con artisti italiani

Un thread per segnalare le principali mostre all'estero che hanno come protagonisti gli artisti italiani.
Penso sia importante tenerle d'occhio perche' non dimentichiamo che il gap di valutazione fra i nostri artisti del novecento e i "pari grado" internazionali e' ancora enorme. Ogni mostra li avvicina al mercato internazionale.


Comincio io:

ovviamente la grande esposizione "Futuristi" - Museo Pushkin di Mosca e penso che molte altre ce ne saranno per i cento anni del futurismo.

poi:

Viaggio in Italia - Italienische Kunst 1960-1990
Neue Galerie Graz am Landesmuseum Joanneum, Graz

(una ampia rassegna con quasi cento nomi esposti, da Castellani e Bonalumi in giu'). Nello Stesso museo personale di Gianni Colombo :clap:


Time & Place - Milano - Torino 1958-1968
Moderna Museet, Stockholm

(Mostra interessantissima con i piu' grandi protagonisti di Informale, Azimuth e arte povera che gravitavano sull'asse MI-TO. Boetti, Castellani e Scanavino a go go!) :clap: :clap:


[Nove] tendencije | Computer und visuelle Forschung | Zagreb 1961–1973
ZKM | Museum für Neue Kunst & Medienmuseum, Karlsruhe

(un omaggio all'epocale mostra di arte cinetica e programmata a Zagabria, Biasi, Alviani e co.) :yes:
 
Carla Accardi al Moma di Mosca

Moscow Museum of Modern Art
Sede 25, Petrovka Street, Mosca 107031
Altre informazioni Tel +7 (495) 694 28 90 | info@mmoma.ru | http://www.mmoma.ru/

Data di apertura giovedì 04 settembre 2008
Data di chiusura domenica 28 settembre 2008

Comunicato della mostra : Carla Accardi - Superficie in ceramica
Originariamente creata per lo spazio di bunKerart a Milano (Italia) a cura di RAM radioartemobile, l’installazione coinvolge due dei principali protagonisti della cultura italiana.

L’installazione è composta da un pavimento di piastrelle in gres dipinto, che copre tutto lo spazio, con segni alternati di colore verde e cobalto su sfondo bianco. Il pavimento è circondato dall’installazione sonora di Gianna Nannini. Questo brano, concepito per accompagnare i passi del pubblico sul pavimento dell’Accardi, è stato registrato dalla Nannini nella Piazza Rossa di Mosca e successivamente rielaborato.

Per questa nuova edizione l’installazione di Carla Accardi si arricchisce di ulteriori opere: insieme a 3 quadri di grandi dimensioni creati appositamente per lo spazio moscovita, vengono esposti per la prima volta i famosi “Lenzuoli”, tende dipinte degli anni Settanta appartenenti alla collezione privata dell’artista.

La tappa successiva avverrà nello spazio AuditoriumArte presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma dal 21 novembre 2008 fino al 7 gennaio 2009.

L’evento è documentato da un manifesto in lingua italiana e russa con un testo critico di Achille Bonito Oliva.

La mostra, curata e promossa da RAM radioartemobile (Roma), si avvale del supporto dell’Istituto Italiano di Cultura a Mosca e di un generoso contributo dell’azienda elettrica Enel.

Con elaborazione sonora di
Gianna Nannini
Passi di Passaggio

Inaugurazione giovedì 4 settembre 2008

Fino al 28 settembre 2008

Moscow Museum of Modern Art
25, Petrovka Street
107031 Moscow
 
Asta quanto mi costi, ma come si batte un'asta?

6 settembre 2008
Asta quanto mi costi, ma come si batte un'asta?
di Marina Mojana

asta-christies-roma-324x230.jpg


All'incanto si può partecipare in modo diretto o per procura. Nel primo caso si concorre in sala per alzata di mano, o da casa via telefono (per garantirsi l'anonimato) e per lotti superiori a 3mila euro, prenotando il collegamento qualche giorno prima e inviando un fax di riconoscimento; in alcune occasioni si può partecipare a un'asta anche via Internet.
Un altro modo consiste nell'inviare, prima dell'incanto, una commissione scritta che specifichi il numero del lotto in vendita a cui si è interessati e la cifra massima di spesa a cui si intende arrivare. L'apposito modulo da compilare si trova nelle ultime pagine di ogni catalogo di vendita. Accanto a generalità, documento di identità e codice fiscale le case d'asta potrebbero richiedere anche referenze bancarie. A parità d'offerta, tra una commissione scritta e un'alzata di mano in sala, vince la sala. È possibile però battere un lotto con mandato discrezionale, cioè un ordine a comperare solo se il prezzo d'acquisto è giusto, prassi basata sulla totale fiducia nel banditore. Oltre al prezzo battuto bisognerà mettere in conto le commissioni, il cosiddetto buyer's premium (vedi tabella) che da giugno le case d'asta leader di mercato (Christie's e Sotheby's) hanno tirato su, secondo aumento in 10 mesi. Ma per un dettaglio di tutti i costi è più facile consultare il sito dell'Associazione Nazionale Case d'Asta (vedi elenco )
Ad asta finita si può acquistare un oggetto rimasto invenduto soltanto se il proprietario è disponibile ad accettare un'offerta a trattativa privata. Quando infatti ci si affida a una casa d'aste per la vendita, si concorda sia il prezzo di stima (espresso in catalogo) sia quello di riserva (o base d'asta), ossia la cifra da cui parte la gara e sotto cui il venditore non è disposto a scendere. Un corretto prezzo di riserva dovrebbe corrispondere al 60% circa del valore reale dell'oggetto.
Il collezionista che preferisce battere un'asta per procura assume un professionista (il cui servizio è un costo in più da sommare a quello dell'opera) sia per incrementare il suo status e il suo successo, sia per garantire al massimo la sua privacy.
Attenzione! Comprare in asta può essere svantaggioso per almeno tre buone ragioni: 1) se si cerca il contatto personale con l'artista, b) se si vuole la prima scelta della sua produzione, c) se il prezzo strappato in gara è stato spinto al rialzo ad arte. Dunque, dove è possibile, sarebbe utile controllare la quotazione d'asta con il mercante primario dell'artista, per verificare quale sia la somma corretta da sborsare. Inoltre bisogna mettere in conto ulteriori spese: di assicurazione dell'opera cinque giorni dopo la vendita, di deposito dopo due settimane e di spedizione. Ma in questi casi, si sa, fare i tirchi è un falso risparmio.

Chi fa parte dell'Associazione Nazionale Case d'Asta


Nellla foto: Un'asta di Christie's a Roma (Marka)

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Link all'articolo originale:Asta quanto mi costi, ma come si batte un'asta?
 

Allegati

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Due mostre che segnalo volentieri dato che si tratta di non figurativi :yes:

Riccardo Licata "mare nostrum" in mostra al Moscow Museum of Modern Art (chapeau) :bow:

Alberto Biasi "Movement as a message" alla Galleria Nazionale di Praga. :clap:
 
io faccio cosi

metto sempre nel diario i biglietti delle mostre d'arte dove sono stata, voi cosa fate li gettate via?
 
metto sempre nel diario i biglietti delle mostre d'arte dove sono stata, voi cosa fate li gettate via?

Si, li butto. Tengo solo i cataloghi d'asta annotati.

In realta' ho risposto solo per salutarti :D e avere l'onore di scrivere il messaggio che sancisce il superamento del numero dei messaggi di questo forum rispetto a quello di "econometria" :bow:

Appena partiti e gia' non siamo piu' cenerentola! :clap: :clap: :clap:
 
Si, li butto. Tengo solo i cataloghi d'asta annotati.

In realta' ho risposto solo per salutarti :D e avere l'onore di scrivere il messaggio che sancisce il superamento del numero dei messaggi di questo forum rispetto a quello di "econometria" :bow:

Appena partiti e gia' non siamo piu' cenerentola! :clap: :clap: :clap:

Certo anch'io tengo e compro sempre i cataloghi delle mostre viste, difficile invece x i cataloghi delle aste che purtroppo non ho la possibilità di andarci, anche se mi piacerebbe molto
 
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