Prima esposizione internazionale di manifesti 1967

Alessandro Celli

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Prima esposizione internazionale di manifesti


Dall'8 al 18 agosto 1967 il paese di Fiumalbo, in provincia di Modena, fu teatro di un'esperienza di mostra collettiva e di happening piuttosto singolare. Più di cento artisti, provenienti da tutto il mondo, infatti, occuparono l'intero paese, che divenne perciò una sorta di spazio-laboratorio artistico a cielo aperto, "il corpo", per dirla con Eugenio Gazzola, "di un'opera d'arte i cui confini riverberavano incerti nell'aria leggera del valico, riscrivendosi giorno dopo giorno in versi e immagini riprodotte, dipinte, filmate;)" (E. Gazzola, Parole sui muri".L'estate delle avanguardie a Fiumalbo, Reggio Emilia, Diabasis, 2003, p. 13).

L'organizzazione dell'evento si deve all'amministrazione comunale di Fiumalbo, allora guidata dal sindaco comunista Mario Molinari, e, in particolare, a tre artisti che operavano in area emiliana, ovvero Adriano Spatola, Claudio Parmiggiani e Adriano Magnoni.:bow:

Il manifesto dell'evento riporta i seguenti nomi di artisti intervenuti all'evento: Carlo Belloli, Ezra Pound, Alain Arias Misson, Julien Blaine, Jean François Bory, Ugo Carrega, Henri Chopin, Mimmo Rotella, Carl Fernbach-Flarscheim, Paul De Vree, Marcel Boussand, Serge Béguier, Kenelm Cox, Dom Sylvester Houedard, John Furnival, François Dufrêne, Gianni Bertini, Kitasono Katue, Alessandro De Alexandris, Paolo Menzio, Concetto Pozzati, Anna Oberto, Martino Oberto, Sarenco, Pedrotti, Romano, Aubertin, Paoli, Giovanna Sandri, Carlo Candi, Ugo Locatelli, Corrado Costa, Roberto Comini, William Xerra, A.G. Fronzoni, Mario Diacono, Lucia Marcucci, La Rocca, Remo Gaibazzi, Maurizio Spatola, Ernst Jandl, Marco Gerra, Carlo Cremaschi, Liliana Landi, Timm Ulrichs, Adriano Malavasi, Rodolfo Vitone, Dich Higgins, Arturo Schwarz, Gianfranco Baruchello, Ladislav Novak, Joaquin Diaz, Vittorio Cavicchioni, Pier Luigi Ferro, Sebastiano Vassalli, Pierre Garnier, Ilse Garnier, Lucio Fontana, Seiichi Niikuni, Gerard Ruhm, Franco Vaccari, Jiri Kolàr, Gianni Sassi, Franz Mon, Enrico Filippini, Gruppo Falcemartello, Movimento Mondo Beat, George Maciunas, Eugenio Carmi, Pino Tovaglia, Flavio Lucchini, Salvatore Gregoretti, Giancarlo Iliprandi, Gianni Emilio Simonetti, Phiilip Hodson, Claudio Parmiggiani, George Brecht, Patrizia Vicinelli, Adriano Spatola, Maurizio Nannucci, Arrigo Lora-Totino, Dadamaino, Arnost Budik, Magdalo Mussio, Eugenio Miccini,Giuliano Della Casa, Lino Matti, Germana Arcelli, Lamberto Pignotti, Luciano Ori, Gianno Valboriesi, Till Neuburg, Enzo Mari, Bruno Munari, Ben Vautier, Cavan Mc Carthy, Henry Flynt, Marcello Morandini, Romano Ragazzi, Heinz Gappmayr, Ivo Vroom, Silvano Vescovi, Jeannette Poletti, Vincenzo Accame, Ennio Lucini, ed altri".

La mostra fu ripetuta in tono minore dal 27 luglio al 4 agosto dell'anno successivo, con 108 artisti. Il coordinamento dell'inziativa fu affidato dal sindaco Molinari a Misson Arias, Fernando Milla, Jochen Gerz, Fernbach-Flarschein, Brian Lane, Jean Clarence Lambert, Elisabeth Walther, Kermanuer Taras, Haroldo De Campos, Seiichi Niikuni, Hans Clavin, Edgardo Antonio Vigo, Claudio Parmiggiani, e Adriano Spatola.



Di Maurizio Spatola:
“L’idea di promuovere nel tranquillo paese, abituato alla frequentazione estiva di villeggianti poco rumorosi, un evento culturale che rompesse quella monotonia, era venuta al neosindaco Mario Molinari, sull’onda di suggestioni nate dalla sua amicizia con il poeta Antonio Delfini (1907-1963), anch’egli modenese, inquieto protagonista di una stagione in bilico tra Futurismo e Surrealismo.
Molinari coinvolse in questo suo progetto, ancora allo stato embrionale, l’amico Corrado Costa, l’avvocato-poeta reggiano volteggiante tra le fila del Gruppo 63 e quelle ben più irrequiete e “rivoluzionarie” dei redattori e collaboratori della rivista “Malebolge”. Proprio fra questi Costa scelse i due che lo avrebbero affiancato nell’organizzazione di quell’evento che sarebbe stato Parole sui muri: il pittore modenese Claudio Parmiggiani e il poeta sperimentale bolognese Adriano Spatola, teorico del Parasurrealismo (movimento in cui erano coinvolti anche Costa e Parmiggiani) e futuro “poeta totale”.

Dopo un conciliabolo all’idea dei manifesti sulle nuove forme di arte e poesia si aggiunse quella di fornire qualche esempio anche di poesia sonora, che all’epoca si chiamava ancora “fonetica”.

Perciò alle lettere d’invito per pittori, scultori e poeti visuali si aggiunsero quelle per i “lettristi” francesi Henry Chopin, François Dufrêne e Bernard Heidsieck, nonché per l’eclettico poeta torinese Arrigo Lora Totino, tra i primi in Italia a dedicarsi a questo tipo di ricerca, a volte in tandem con il musicista Enore Zaffiri. Poiché il sindaco Molinari pensava di ospitare gli artisti intervenuti di persona nelle strutture alberghiere del paese, quindi in numero necessariamente ridotto, nella maggior parte delle lettere d’invito si richiedeva di limitarsi ad inviare le proprie opere, in particolare dall’estero, poiché l’internazionalità dell’incontro costituiva il presupposto della manifestazione.”
 

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... certo che quel furbo di Lucio Fontana si infilava ovunque, eh?:p
 
Aggiungo che, a mio parere, invitare Rotella è stato un errore.
:bow::p Ciao!!

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ah ah ah vero, AntipoleOK!:p

e per quelli che si chiederanno
ma perchè abbia inserito un evento simile, ecco la motivazione :

"Se è vero che l'evento, gli eventi, in una società di massa sono il motore del mutamento, del "rinnovamento", secondo un processo fisiologico di assimilazione e reintegrazione, l'evento portatore del "nuovo" è qualcosa che comporta la ristrutturazione complessiva del quadro di riferimento, che ne richiede la reinterpretazione, perché lo riscrive e lo ricapitola.
L'evento, in quanto elemento extra sistemico che mette in crisi il sistema stesso invadendo altri campi, produce conflitti nel nostro universo simbolico e invoca una trasformazione. Esso non può essere assimilato o confuso con l'effimero che è la patina superficiale dell'universo delle mode, che non raggiunge mai il livello della memoria storica e la cui velocità e confusione si riduce a una gara fine a se stessa in cui un effimero viene soppiantato da un altro effimero, rischio al quale si espongono costantemente l'arte e la cultura contemporanee.
La perplessità dell'osservatore di fronte all'evento extra sistemico, la sua titubanza, il suo rinvio, non può essere mai e poi mai scambiato per una sospensione salomonica del giudizio, perché anche questa si iscriverà nell'universo dei significati, delle prese di posizione e degli schieramenti."
 
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