Comprare in Asta/Galleria/Televendita - alcuni spunti

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

menzio

Nuovo Utente
Registrato
15/3/14
Messaggi
829
Punti reazioni
50
lascia stare Tornabuoni, quello sa fare molto bene i "suoi buoni affari":o ... "tornabuoni" mi sa che a 'sto punto è un suo nick:D

opera analoga la vidi a il Ponte, circa tre anni fa. Una natura morta con bottiglie del 1920 (cm 51x41) : Arrivò a battere a malapena i 22 mila euro.

Che poi siano opere che "dovrebbero" costare una follia, sono il primo a scriverlo, ma fra il dire ed il fare ... bla bla bla.

Ma tu sai bene che fra prezzi in galleria ed in asta c'è sempre una bella differenza :yes:
 
lascia stare Tornabuoni, quello sa fare molto bene i "suoi buoni affari":o ... "tornabuoni" mi sa che a 'sto punto è un suo nick:D

opera analoga la vidi a il Ponte, circa tre anni fa. Una natura morta con bottiglie del 1920 (cm 51x41) : Arrivò a battere a malapena i 22 mila euro.

Che poi siano opere che "dovrebbero" costare una follia, sono il primo a scriverlo, ma fra il dire ed il fare ... bla bla bla.

Ma tu sai bene che fra prezzi in galleria ed in asta c'è sempre una bella differenza :yes:
 
Ma tu sai bene che fra prezzi in galleria ed in asta c'è sempre una bella differenza :yes:

Se i galleristi sapessero fare il loro lavoro con scrupolo e intelligenza, i risultati nelle aste sarebbero simmetrici alle loro richieste. Oggi, purtroppo, accade solo in rari casi, al netto, ovviamente, di qualche sporco aggiotaggio.
 
e scrivi bene, caro NonOmnins.

E' per quello che dovremmo sempre utilizzare il termine "prezzo" e non "valore"
Un termine decisamente più crudo ma più reale:o
 
Se i galleristi sapessero fare il loro lavoro con scrupolo e intelligenza, i risultati nelle aste sarebbero simmetrici alle loro richieste. Oggi, purtroppo, accade solo in rari casi, al netto, ovviamente, di qualche sporco aggiotaggio.

In questo caso concordo solo in minima parte caro @nonOmnis, e sono più in linea con @menzio: non è un segreto che molte opere che passano in asta le comprano proprio galleristi e mercanti, che poi quando le propongono in vendita aggiungono il loro margine, che tendenzialmente è la cifra massima che ipotizzano di poter guadagnare.
Quindi è fisiologicamente impossibile che i due parametri possano corrispondere. Inoltre le gallerie dovrebbero svolgere un lavoro di selezione e valorizzazione che è diverso da quello delle aste, ed è normale quindi che ci sia un plus-valore per questo lavoro, altrimenti farebbero tutti le case d'asta...

Siamo noi che in realtà capovolgiamo la visione del mercato prendendo a riferimento sempre i valori delle aste, ma in realtà le aste sono una piccola parte del mercato dell'arte, forse il 10%, mentre il resto è il mercato di gallerie e mercanti.

Il ragionamento andrebbe quindi rovesciato (io ad esempio è così che ragiono): come riferimenti andrebbero prese le quotazioni delle gallerie, che rappresentano la maggior parte del mercato.
Se poi ci sono opere che in asta vanno a meno (e spesso ci sono), uno può riflettere se e quando sia per lui conveniente comperare.

Le aste sono un'occasione unica, hic et nunc, dunque quei valori vanno presi sempre con le pinze perchè non è assolutamente detto che se avessimo partecipato avremmo potuto acquistare una data opera allo stesso prezzo (intanto come minimo ad un'offerta successiva, ma poi non è detto che la gara terminasse...).

Questo per dire che le aste sono un mercato e le gallerie un altro e molto più ampio. Sono due mercati completamente diversi e le cifre andrebbero paragonate all'interno dei rispettivi contesti e non tra i due differenti mercati.
L'idea migliore è seguirli entrambi e trarre così le proprie considerazioni su cosa comperare, dove e a quali valutazioni. Io almeno la vedo così... e a volte può anche capitare che in galleria si compri a meno che in asta perchè magari in asta passano poche opere di un determinato artista e quando passano vanno molto in alto. O anche magari perchè il gallerista ha comperato un'opera 10 anni fa quando costava meno ecc... le variabili sono disparate.
Per questo quando uno si pone nell'ottica di un acquisto deve fare un gran bel lavoro di analisi a 360 gradi per sperare di fare davvero fare un buon acquisto.
 
In questo caso concordo solo in minima parte caro @nonOmnis, e sono più in linea con @menzio: non è un segreto che molte opere che passano in asta le comprano proprio galleristi e mercanti, che poi quando le propongono in vendita aggiungono il loro margine, che tendenzialmente è la cifra massima che ipotizzano di poter guadagnare.
Siamo noi che in realtà capovolgiamo la visione del mercato prendendo a riferimento i valori delle aste, ma in realtà le aste sono una piccola parte del mercato dell'arte, forse il 10%, mentre il resto è il mercato di gallerie e mercanti.

Il ragionamento andrebbe quindi rovesciato (io ad esempio è così che ragiono): come riferimenti andrebbero prese le quotazioni delle gallerie, che rappresentano la maggior parte del mercato.
Se poi ci sono opere che in asta vanno a meno (e spesso ci sono), uno può riflettere se e quando sia per lui conveniente comperare.

Le aste sono un'occasione unica, hic et nunc, dunque quei valori vanno presi sempre con le pinze perchè non è assolutamente detto che se avessimo partecipato avremmo potuto acquistare una data opera allo stesso prezzo (intanto come minimo ad un'offerta successiva, ma poi non è detto che la gara terminasse...).

Questo per dire che le aste sono un mercato e le gallerie un altro e molto più ampio. Sono due mercati completamente diversi e le cifre andrebbero paragonate nei rispettivi contesti e non tra i due differenti mercati.
L'idea migliore è seguirli entrambi e trarre così le proprie considerazioni su cosa comperare, dove e a quali valutazioni. Io almeno la vedo così...

Esatto Biagio, la penso proprio così.
A conferma del tuo discorso, parlando qualche tempo fa' con il responsabile di una storica casa d'aste mi spiegava che fino a 15/20 anni fa' i clienti delle case d'aste era rappresentati per la grandissima maggioranza da gallerie e mercanti e solo in questi ultimi anni si è avuto un aumento di partecipazione da parte di clienti privati.
Resta il fatto che per moltissimi non particolarmente ferrati e sicuri l'opzione di acquistare in asta continua a non essere minimamente considerata per cui, almeno per tutti questi potenziali clienti, i valori di riferimento sono quelli delle gallerie
 
Il ragionamento andrebbe quindi rovesciato (io ad esempio è così che ragiono): come riferimenti andrebbero prese le quotazioni delle gallerie, che rappresentano la maggior parte del mercato.

le quotazioni delle gallerie?:eek:
beh, per quelle magari non è tanto difficile raccogliere dei dati, ma mica sempre però.

O forse intendevi i prezzi di vendita realizzati dalle gallerie?
Qui temo sia impossibile, soprattutto in Italia, dove il gioco del facciamo "50% fatturato ed il resto passerà mia scuocera a cavallo" ...

Quelli non li sapremmo mai, salvo i diretti interessati : acquirenti, suocere, galleristi e ... cavalli.:p
 
@menzio e proprio per questo continuo a considerare le televendite come uno strumento molto importante, mentre in molti lo sottovalutano ritenendolo quasi un elemento di costume. Invece nel contesto di una analisi di valutazioni le televendite offrono molti parametri e spunti di riflessione per chi li sa cogliere.
Come li danno le gallerie, le fiere e anche naturalmente le aste.

Quello che dici poi è verissimo: fino almeno a tutti gli anni 90 le aste erano frequentate per la quasi totalità da galleristi/mercanti. Solo dopo hanno iniziato a comperare anche i privati, fino ad arrivare a oggi in cui per certe aste la maggior parte degli acquirenti sono privati.
Tra l'altro questo ribaltamento sicuramente ha sottratto lavoro alle gallerie e le ha anche private in parte di una fonte di approvvigionamento di opere.

Ciò non toglie che ci siano gallerie sufficientemente "spudorate" da portare ad una fiera un'opera comperata in asta la settimana prima e proporla al doppio... ;)
 
le quotazioni delle gallerie?:eek:
beh, per quelle magari non è tanto difficile raccogliere dei dati, ma mica sempre però.

O forse intendevi i prezzi di vendita realizzati dalle gallerie?
Qui temo sia impossibile, soprattutto in Italia, dove il gioco del facciamo "50% fatturato ed il resto passerà mia scuocera a cavallo" ...

Quelli non li sapremmo mai, salvo i diretti interessati : acquirenti, suocere, galleristi e ... cavalli.:p

certo, capisco bene quello che intendi, ma per come ragiono io, anche le semplici "richieste di galleria" sono degli ottimi spunti da usare come dei parametri, che poi si possono incrociare nel tempo con altri parametri.
Riducendo in modo molto schematico (e anche banalizzando un po' l'esempio), se uno fa una media delle richieste delle gallerie basandosi su opere mediamente analoghe (artista/misure/epoca/qualità), si ottiene un dato secondo me piuttosto prezioso e indicativo.
Poi tolta un po' di tara o eventuali sconti ecc se si arriva ad un "parametro medio" di 100 (scontato), in linea di massima sai che se riesci a trovare un'opera analoga (in asta/galleria/privato) a 60-70, allora se sai scegliere l'opera giusta tendenzialmente stai comperando bene...

Questo è il mio modo di pormi rispetto ad un potenziale acquisto. Non sarà un metodo valido per tutti, ma a me ha quasi sempre dato soddisfazione... :)
 
In questo caso concordo solo in minima parte caro @nonOmnis, e sono più in linea con @menzio: non è un segreto che molte opere che passano in asta le comprano proprio galleristi e mercanti, che poi quando le propongono in vendita aggiungono il loro margine, che tendenzialmente è la cifra massima che ipotizzano di poter guadagnare.
Quindi è fisiologicamente impossibile che i due parametri possano corrispondere. Inoltre le gallerie dovrebbero svolgere un lavoro di selezione e valorizzazione che è diverso da quello delle aste, ed è normale quindi che ci sia un plus-valore per questo lavoro, altrimenti farebbero tutti le case d'asta...

Siamo noi che in realtà capovolgiamo la visione del mercato prendendo a riferimento sempre i valori delle aste, ma in realtà le aste sono una piccola parte del mercato dell'arte, forse il 10%, mentre il resto è il mercato di gallerie e mercanti.

Il ragionamento andrebbe quindi rovesciato (io ad esempio è così che ragiono): come riferimenti andrebbero prese le quotazioni delle gallerie, che rappresentano la maggior parte del mercato.
Se poi ci sono opere che in asta vanno a meno (e spesso ci sono), uno può riflettere se e quando sia per lui conveniente comperare.

Le aste sono un'occasione unica, hic et nunc, dunque quei valori vanno presi sempre con le pinze perchè non è assolutamente detto che se avessimo partecipato avremmo potuto acquistare una data opera allo stesso prezzo (intanto come minimo ad un'offerta successiva, ma poi non è detto che la gara terminasse...).

Questo per dire che le aste sono un mercato e le gallerie un altro e molto più ampio. Sono due mercati completamente diversi e le cifre andrebbero paragonate all'interno dei rispettivi contesti e non tra i due differenti mercati.
L'idea migliore è seguirli entrambi e trarre così le proprie considerazioni su cosa comperare, dove e a quali valutazioni. Io almeno la vedo così... e a volte può anche capitare che in galleria si compri a meno che in asta perchè magari in asta passano poche opere di un determinato artista e quando passano vanno molto in alto. O anche magari perchè il gallerista ha comperato un'opera 10 anni fa quando costava meno ecc... le variabili sono disparate.
Per questo quando uno si pone nell'ottica di un acquisto deve fare un gran bel lavoro di analisi a 360 gradi per sperare di fare davvero fare un buon acquisto.

Le aste sono il 10%?
Sicuro?
Nel 1800..forse..
La proporzione è 55 gallerie,45 aste e il futuro è online..e chi mangerà per primo l'altro..secondo te?
P.S.
Ribadisco che la forbice tra le richieste dei due attori coinvolti è da "fuori di testa"!
Vecchio argomento vero?
:D
 
In questo caso concordo solo in minima parte caro @nonOmnis, e sono più in linea con @menzio: non è un segreto che molte opere che passano in asta le comprano proprio galleristi e mercanti, che poi quando le propongono in vendita aggiungono il loro margine, che tendenzialmente è la cifra massima che ipotizzano di poter guadagnare.
Quindi è fisiologicamente impossibile che i due parametri possano corrispondere. Inoltre le gallerie dovrebbero svolgere un lavoro di selezione e valorizzazione che è diverso da quello delle aste, ed è normale quindi che ci sia un plus-valore per questo lavoro, altrimenti farebbero tutti le case d'asta...

Siamo noi che in realtà capovolgiamo la visione del mercato prendendo a riferimento sempre i valori delle aste, ma in realtà le aste sono una piccola parte del mercato dell'arte, forse il 10%, mentre il resto è il mercato di gallerie e mercanti.

Il ragionamento andrebbe quindi rovesciato (io ad esempio è così che ragiono): come riferimenti andrebbero prese le quotazioni delle gallerie, che rappresentano la maggior parte del mercato.
Se poi ci sono opere che in asta vanno a meno (e spesso ci sono), uno può riflettere se e quando sia per lui conveniente comperare.

Le aste sono un'occasione unica, hic et nunc, dunque quei valori vanno presi sempre con le pinze perchè non è assolutamente detto che se avessimo partecipato avremmo potuto acquistare una data opera allo stesso prezzo (intanto come minimo ad un'offerta successiva, ma poi non è detto che la gara terminasse...).

Questo per dire che le aste sono un mercato e le gallerie un altro e molto più ampio. Sono due mercati completamente diversi e le cifre andrebbero paragonate all'interno dei rispettivi contesti e non tra i due differenti mercati.
L'idea migliore è seguirli entrambi e trarre così le proprie considerazioni su cosa comperare, dove e a quali valutazioni. Io almeno la vedo così... e a volte può anche capitare che in galleria si compri a meno che in asta perchè magari in asta passano poche opere di un determinato artista e quando passano vanno molto in alto. O anche magari perchè il gallerista ha comperato un'opera 10 anni fa quando costava meno ecc... le variabili sono disparate.
Per questo quando uno si pone nell'ottica di un acquisto deve fare un gran bel lavoro di analisi a 360 gradi per sperare di fare davvero fare un buon acquisto.

Tutto giusto Biagio...
Ma se stiamo puntuali su un opera specifica, allora il passaggio in asta é un riferimento oggettivo. Mi spiego meglio: se un opera é stata aggiudicata a 30.000 euro lo scorso anno, e oggi é proposta in vendita in galleria a 60.000 euro; ti chiedo: qual é il ''costo'' da attribuire a questa opera ?
 
@Lavacheleone in effetti non ho un dato di riferimento certo, ma anche se la proporzione fosse ipoteticamente 50% e 50% o addirittura invertita personalmente applicherei allo stesso modo il mio ragionamento: si tratta di due mercati completamente diversi e quindi i relativi valori sarebbe più corretto analizzarli nel relativo contesto (mele con mele e pere con pere).
Poi certamente sarebbe interessante avere due elementi, ossia i fatturati del settore di case d'asta e gallerie, e poi l'altro dato interessante sarebbe la proporzione in asta di suddivisione tra acquisti di privati e di gallerie.

Il tema "chi mangerà prima l'altro" è anche molto interessante: le aste stanno avanzando molto, verrà sempre più fuori l'online e scenderanno le gallerie. C'è però un problemino: se crollano le gallerie, e quindi i mercanti smettono di comperare, che succede? Come va avanti il mercato? Sarebbe un bell'argomento anche questo...

Come giustamente dici, anche il discorso della "forbice di prezzo" è un argomento vecchio, ma per me sempre interessante, che ci sta portando molto OT. Peccato...
Non la vedo in modo così netto come te, ossia non mi sento di generalizzare la forbice di richiesta come "fuori di testa", perchè alla fin fine il funzionamento del mercato dell'arte è del tutto analogo a quello di tutti i settori ed è basato su domanda e offerta e il prezzo è basato sull'incontro tra queste due.
A me sinceramente non interessa quanto uno ha pagato, quanto ricarica o quanto guadagna, ma se la richiesta rientra o meno nei miei parametri. Se rientra allora faccio le mie valutazioni, mentre se non rientra lascio perdere e semplicemente "archivio" questo riferimento di prezzo. Se poi quel prezzo non va bene per me, può benissimo andare bene per qualcun altro... oppure l'opera può restare invenduta in galleria (o in asta) per l'eternità.

Un altro simpatico elemento però è che da un lato alcuni privati come noi evidenziano che i prezzi delle gallerie sono spesso eccessivamente più alti rispetto alle aste (e ci sta), ma quando si entra nell'ottica di vendere, anche i privati vorrebbero realizzare le stesse cifre che chiedono le gallerie... ;) (a me proprio sul Fol più volte hanno scritto dei privati proponendomi opere a cifre addirittura più alte che in televendita/galleria! :eek: )

@zong quella che fai è un'ottima considerazione. La domanda in effetti però non ha risposta certa, perchè in definitiva chi può dire quale dei due prezzi sia giusto?
Anche se sembra un paradosso, direi che entrambi i prezzi sono giusti nel momento in cui trovano un acquirente nel relativo mercato, ossia quando in quel mercato la domanda e l'offerta si incontrano. Per questo un collezionista secondo me dovrebbe cercare di raccogliere più parametri possibili sui vari mercati per poi arrivare al "suo" personale prezzo.

Veramente un peccato che stiamo andando molto OT rispetto a De Pisis...
 
@Lavacheleone in effetti non ho un dato di riferimento certo, ma anche se la proporzione fosse ipoteticamente 50% e 50% o addirittura invertita personalmente applicherei allo stesso modo il mio ragionamento: si tratta di due mercati completamente diversi e quindi i relativi valori sarebbe più corretto analizzarli nel relativo contesto (mele con mele e pere con pere).
Poi certamente sarebbe interessante avere due elementi, ossia i fatturati del settore di case d'asta e gallerie, e poi l'altro dato interessante sarebbe la proporzione in asta di suddivisione tra acquisti di privati e di gallerie.

Il tema "chi mangerà prima l'altro" è anche molto interessante: le aste stanno avanzando molto, verrà sempre più fuori l'online e scenderanno le gallere. C'è però un problemino: se crollano le gallerie, e quindi i mercanti smettono di comperare, che succede? Come va avanti il mercato? Sarebbe un bell'argomento anche questo...

Come giustamente dici, anche il discorso della "forbice di prezzo" è un argomento vecchio, ma per me sempre interessante, che ci sta portando molto OT. Peccato...
Non la vedo in modo così netto come te, ossia non mi sento di generalizzare la forbice di richiesta come "fuori di testa", perchè alla fin fine il funzionamento del mercato dell'arte è del tutto analogo a quello di tutti i settori ed è basato su domanda e offerta e il prezzo è basato sull'incontro tra queste due.
A me sinceramente non interessa quanto uno ha pagato, quanto ricarica o quanto guadagna, ma se la richiesta rientra o meno nei miei parametri. Se rientra allora faccio le mie valutazioni, mentre se non rientra lascio perdere e semplicemente "archivio" questo riferimento di prezzo. Se poi quel prezzo non va bene per me, può benissimo andare bene per qualcun altro... oppure l'opera può restare invenduta in galleria (o in asta) per l'eternità.

Un altro simpatico elemento però è che da un lato alcuni privati come noi evidenziano che i prezzi delle gallerie sono spesso eccessivamente più alti rispetto alle aste (e ci sta), ma quando si entra nell'ottica di vendere, anche i privati vorrebbero realizzare le stesse cifre che chiedono le gallerie... ;) (a me proprio sul Fol più volte hanno scritto dei privati proponendomi opere a cifre addirittura più alte che in televendita/galleria! :eek: )

@zong quella che fai è un'ottima considerazione. La domanda in effetti però non ha risposta certa, perchè in definitiva chi può dire quale dei due prezzi sia giusto?
Anche se sembra un paradosso, direi che entrambi i prezzi sono giusti nel momento in cui trovano un acquirente nel relativo mercato, ossia quando in quel mercato la domanda e l'offerta si incontrano. Per questo un collezionista secondo me dovrebbe cercare di raccogliere più parametri possibili sui vari mercati per poi arrivare al "suo" personale prezzo.

Veramente un peccato che stiamo andando molto OT rispetto a De Pisis...

Il mio personale metro é questo: se acquisto in asta un opera che sul mercato delle gallerie ha il medesimo "prezzo", ho comperato perché quell opera mi piaceva punto e basta. Se ho comperato in asta e quell opera sul mercato é prezzata il doppio ho comperato bene un opera che mi piace...:D

Poi del futuro non c é certezza..:rolleyes:
 
Beh @zong su questo sono per forza in sintonia con te: pagare la metà è sempre meglio che pagare il doppio! :D

Attenzione però: se a un certo punto "finissero" le persone che pagano il doppio, non sarebbe più possibile pagare la metà! :eek::mmmm:
Quindi bisogna stare molto attenti quando si dice che le gallerie chiedono troppo, perchè se non ci fosse più differenza di prezzo tra gallerie e aste, paradossalmente una parte del mercato secondario non esisterebbe più e non si potrebbe più sperare di "comperare bene" ma solo a "prezzo uniformato" e oltretutto l'unica certezza sarebbe che quando si volesse rivendere si sarebbe costretti a stra-svendere...

Per questo è un bene che esistano due mercati paralleli aste / gallerie, che ognuno abbia i suoi ricarichi e i suoi target differenti di collezionisti e che i galleristi siano anche compratori in asta.
Se i galleristi smettessero di comperare in asta, anche quel mercato scenderebbe... e a spanne direi che è proprio meglio che ciò non accada ;)

PS. per chi non lo sapesse, i commercianti di abbigliamento e anche di altre categorie, per fare stare in piedi un negozio pagano 100 e vendono a 300 (e a 150 con i saldi del 50%, ancora guadagnandoci). Quale è il prezzo giusto? Entrambi, ognuno sul sul mercato. Il commerciante non può pagare 300 per vendere a 300...
Per questo il discorso dei "prezzi analoghi" sui due mercati aste/gallerie non è pensabile, a meno che non si pensi che sia una buona idea far chiudere tutte le gallerie che trattano il mercato secondario. E "questo io non credo" :) a meno che non vogliamo rimetterci tutti :no:
 
Beh @zong su questo sono per forza in sintonia con te: pagare la metà è sempre meglio che pagare il doppio! :D

Attenzione però: se a un certo punto "finissero" le persone che pagano il doppio, non sarebbe più possibile pagare la metà! :eek::mmmm:
Quindi bisogna stare molto attenti quando si dice che le gallerie chiedono troppo, perchè se non ci fosse più differenza di prezzo tra gallerie e aste, paradossalmente una parte del mercato secondario non esisterebbe più e non si potrebbe più sperare di "comperare bene" ma solo a "prezzo uniformato" e oltretutto l'unica certezza sarebbe che quando si volesse rivendere si sarebbe costretti a stra-svendere...

Per questo è un bene che esistano due mercati paralleli aste / gallerie, che ognuno abbia i suoi ricarichi e i suoi target differenti di collezionisti e che i galleristi siano anche compratori in asta.
Se i galleristi smettessero di comperare in asta, anche quel mercato scenderebbe... e a spanne direi che è proprio meglio che ciò non accada ;)

PS. per chi non lo sapesse, i commercianti di abbigliamento e anche di altre categorie, per fare stare in piedi un negozio pagano 100 e vendono a 300 (e a 150 con i saldi del 50%, ancora guadagnandoci). Quale è il prezzo giusto? Entrambi, ognuno sul sul mercato. Il commerciante non può pagare 300 per vendere a 300...
Per questo il discorso dei "prezzi analoghi" sui due mercati aste/gallerie non è pensabile, a meno che non si pensi che sia una buona idea far chiudere tutte le gallerie che trattano il mercato secondario. E "questo io non credo" :) a meno che non vogliamo rimetterci tutti :no:

Direi che al momento comperare in asta resta un mercato ancora prevalentemente per "iniziati". Occorre una certa preparazione non da tutti; anche solo per il tempo investito nello studio degli artisti e nella scelta delle opere ..
 
Direi che al momento comperare in asta resta un mercato ancora prevalentemente per "iniziati". Occorre una certa preparazione non da tutti; anche solo per il tempo investito nello studio degli artisti e nella scelta delle opere ..

E speriamo rimanga così, altrimenti non si compra più nulla... e già così è difficile riuscire a comprare qualcosa.

Cmq in sintesi, scrivendo mi sono reso conto che: se vogliamo comprare bene in asta, paradosslamente dovremmo fare il tifo perchè gallerie e televendite vendano al doppio o magari al triplo, e trovino clienti a quelle cifre! :eek:
Altro che lamentarcene!!! :)
Quindi la prossima volta che da qualche parte chiedono prezzi altissimi, quello che dobbiamo dire è: EVVIVA :D ... e in effetti è proprio così!
 
E speriamo rimanga così, altrimenti non si compra più nulla... e già così è difficile riuscire a comprare qualcosa.

Cmq in sintesi, scrivendo mi sono reso conto che: se vogliamo comprare bene in asta, paradosslamente dovremmo fare il tifo perchè gallerie e televendite vendano al doppio o magari al triplo, e trovino clienti a quelle cifre! :eek:
Altro che lamentarcene!!! :)

Beh certo Biagio, a informazione e competenza é GIUSTO attribuire un valore adeguato e dunque pagarli cari e salati perché costano fatica e tempo!
Senza ironia ne sono assolutamente convinto.
 
@Lavacheleone in effetti non ho un dato di riferimento certo, ma anche se la proporzione fosse ipoteticamente 50% e 50% o addirittura invertita personalmente applicherei allo stesso modo il mio ragionamento: si tratta di due mercati completamente diversi e quindi i relativi valori sarebbe più corretto analizzarli nel relativo contesto (mele con mele e pere con pere).
Poi certamente sarebbe interessante avere due elementi, ossia i fatturati del settore di case d'asta e gallerie, e poi l'altro dato interessante sarebbe la proporzione in asta di suddivisione tra acquisti di privati e di gallerie.

Il tema "chi mangerà prima l'altro" è anche molto interessante: le aste stanno avanzando molto, verrà sempre più fuori l'online e scenderanno le gallerie. C'è però un problemino: se crollano le gallerie, e quindi i mercanti smettono di comperare, che succede? Come va avanti il mercato? Sarebbe un bell'argomento anche questo...

Come giustamente dici, anche il discorso della "forbice di prezzo" è un argomento vecchio, ma per me sempre interessante, che ci sta portando molto OT. Peccato...
Non la vedo in modo così netto come te, ossia non mi sento di generalizzare la forbice di richiesta come "fuori di testa", perchè alla fin fine il funzionamento del mercato dell'arte è del tutto analogo a quello di tutti i settori ed è basato su domanda e offerta e il prezzo è basato sull'incontro tra queste due.
A me sinceramente non interessa quanto uno ha pagato, quanto ricarica o quanto guadagna, ma se la richiesta rientra o meno nei miei parametri. Se rientra allora faccio le mie valutazioni, mentre se non rientra lascio perdere e semplicemente "archivio" questo riferimento di prezzo. Se poi quel prezzo non va bene per me, può benissimo andare bene per qualcun altro... oppure l'opera può restare invenduta in galleria (o in asta) per l'eternità.

Un altro simpatico elemento però è che da un lato alcuni privati come noi evidenziano che i prezzi delle gallerie sono spesso eccessivamente più alti rispetto alle aste (e ci sta), ma quando si entra nell'ottica di vendere, anche i privati vorrebbero realizzare le stesse cifre che chiedono le gallerie... ;) (a me proprio sul Fol più volte hanno scritto dei privati proponendomi opere a cifre addirittura più alte che in televendita/galleria! :eek: )

@zong quella che fai è un'ottima considerazione. La domanda in effetti però non ha risposta certa, perchè in definitiva chi può dire quale dei due prezzi sia giusto?
Anche se sembra un paradosso, direi che entrambi i prezzi sono giusti nel momento in cui trovano un acquirente nel relativo mercato, ossia quando in quel mercato la domanda e l'offerta si incontrano. Per questo un collezionista secondo me dovrebbe cercare di raccogliere più parametri possibili sui vari mercati per poi arrivare al "suo" personale prezzo.

Veramente un peccato che stiamo andando molto OT rispetto a De Pisis...


Non capirò mai come possano considerarsi DUE mercati completamente diversi agli occhi di un ipotetico compratore neutro,
se trattano lo stesso identico prodotto.
E la forbice è proprio da fuori di testa..ma fuori fuori..:D
 
Prendendo spunto dal tuo intervento, proverei a rovesciare il punto di vista, guardandolo dalla parte di galleristi e mercanti (compresi televenditori).
Se io fossi un mercante e ipoteticamente decidessi di fare un lavoro di ri-valorizzazione su un artista, poniamo DePisis per tornare In Topic (ma potrebbe essere Music, Rosai, Sironi, Sanfilippo, indifferente...), dovrei in primis andare sul mercato (aste, privati e altri mercanti) per accaparrarmi un numero di opere (diciamo "rastrellare"). Magari 20-30 DePisis.
Questo vorrebbe dire fare degli investimenti di un certo tipo. Poi dovrei organizzare una o più mostre in spazi privati e pubblici, pagare affitti, collaboratori, realizzare cataloghi, pagare che curatori, spendere per partecipare a fiere e fare pubblicità (o avere un canale TV, uno streaming, un televenditore, dei dipendenti, dei consegnatari ecc). E alla fine di questo percorso ci dovrebbe anche essere un guadagno.

Quindi, anche se non ci si pensa, in quel ricarico tra il prezzo di acquisto e quello di vendita, ci sono parecchi costi da sostenere, nella speranza che alla fine ci sia anche realmente un utile (che non è detto alla fine dell'anno sia garantito...).
Per questo trovo normalissimo che ci possa essere una differenza, a volte anche notevole, tra i prezzi di aste e di gallerie/televendite.

Se io avessi una galleria o facessi il mercante, non potrei minimamente avere gli stessi prezzi delle aste, altrimenti che ci starei a fare, a lavorare gratis o a rimetterci? :confused::no:

Per questo trovo giusto che un gallerista chieda lecitamente quanto ritiene per un'opera in base a quanto pensa di poter realizzare (ricordiamoci che una cosa poi è chiedere, un'altra è incassare!), e altrettanto lecitamente che un collezionista possa andare a comperare dove ritiene di trovare le condizioni migliori o che gli stanno bene (e non diamo per scontato che siano sempre in asta, perchè non è sempre così...).

Un'altra cosa che si potrebbe dire è che è fondamentale non solo quanto si paga ma anche cosa si sceglie di comperare: l'arte è un investimento nel medio-lungo termine e in prosepettiva il "gap" del prezzo di acquisto si dovrebbe poter recuperare se si è scelta un'opera giusta di un artista che si rivaluta.
Certo, non vi è nulla di certo e nulla di sicuro, è bene dirlo in modo che chi ci legge non si faccia condizionare o illudere.
Ma dedicandocisi molto non è nemmeno impossibile...
 
Beh @zong su questo sono per forza in sintonia con te: pagare la metà è sempre meglio che pagare il doppio! :D

Attenzione però: se a un certo punto "finissero" le persone che pagano il doppio, non sarebbe più possibile pagare la metà! :eek::mmmm:
Quindi bisogna stare molto attenti quando si dice che le gallerie chiedono troppo, perchè se non ci fosse più differenza di prezzo tra gallerie e aste, paradossalmente una parte del mercato secondario non esisterebbe più e non si potrebbe più sperare di "comperare bene" ma solo a "prezzo uniformato" e oltretutto l'unica certezza sarebbe che quando si volesse rivendere si sarebbe costretti a stra-svendere...

Per questo è un bene che esistano due mercati paralleli aste / gallerie, che ognuno abbia i suoi ricarichi e i suoi target differenti di collezionisti e che i galleristi siano anche compratori in asta.
Se i galleristi smettessero di comperare in asta, anche quel mercato scenderebbe... e a spanne direi che è proprio meglio che ciò non accada ;)

PS. per chi non lo sapesse, i commercianti di abbigliamento e anche di altre categorie, per fare stare in piedi un negozio pagano 100 e vendono a 300 (e a 150 con i saldi del 50%, ancora guadagnandoci). Quale è il prezzo giusto? Entrambi, ognuno sul sul mercato. Il commerciante non può pagare 300 per vendere a 300...
Per questo il discorso dei "prezzi analoghi" sui due mercati aste/gallerie non è pensabile, a meno che non si pensi che sia una buona idea far chiudere tutte le gallerie che trattano il mercato secondario. E "questo io non credo" :) a meno che non vogliamo rimetterci tutti :no:

Ed infatti i saldi stanno sparendo,
sostituiti dalla fidelizzazione del cliente.
Non mi convinci Biagio.tv..:no::no:
:D
P.S.
Bannami..se ne sei capace..:asd::asd:
 
Indietro