L’arte si sgonfierà?!?

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

Marione_

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Il mercato dell’arte si sgonfierà?!?

Saluti a tutti
“ non credo all’arte come investimento, prima o poi tutto si sgonfiera’” diceva gabriban in un altro 3d e prendo spunto da quello...

Probabilmente si potrebbe usare un vecchio 3d , ma sono pigro...e con il cell faccio fatica...


Dato per certo che il 95% degli artisti in voga e venduti oggi tra 30 anni varranno meno, se si scelgono quelli giusti quelli non potranno dare soddisfazioni o comunque mantenere il proprio valore?

Si potra’ Sgonfiare tutto il sistema complessivamente? Ma allora “l’industria dell’arte”, i sempre nuovi musei, le banche, gli investitori...? Salta tutto!?!
Come i tulipani in Olanda?

Ma non sono secoli che l’arte segue il denaro? Semplicemente non si e’ Allargata la base di chi ha denaro? e quindi l’offerta e Perciò occorre selezionare?

Vai...scatenatevi...
 
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Ciao Marione, personalmente credo che, come in tutti i settori...si salverà solo l'eccellenza, soprattutto in un mondo liquido come quello degli investimenti in Arte...solo chi ha grande competenza, mezzi economici adeguati, lungimiranza e anche una dose di fortuna può sperare di guadagnare, per tutti gli altri la vedo dura....
 
Grazie Marionre per il thread. Il fatto e’ che come per i tulipani ora acquista anche gente che i soldi farebbe meglio tenerli in banca, perche’ pensa all’investimento. Forse mi sbaglio. Forse sono catastrofico. Pero’ considero l’arte alla stregua di un bene che mi da gioia, come puo’ essere l’auto sportiva per un appassionato (ed io proprio non lo sono), la gastronomia od il viaggiare. Se uno ci perde non dovrebbe essere una tragedia. Ritengo che quello passato sia stato un secolo molto particolare. Inoltre prima o poi anche il mercato dell’arte verra’ regolamentato e certi “giochetti” non saranno piu’ possibili.
 
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In generale penso che fino a che esisteranno i soldi esisterà il desiderio di comperare qualcosa e quindi esisterà il collezionismo. Che sia di francobolli, di monete o di quadri, ci sarà sempre chi in base alle proprie possibilità avrà la pulsione di comperare innescando poi il meccanismo della domanda e dell'offerta.

Il mercato dell'arte è sempre stato legato all'economia e negli utlimi decenni alla finanza (soprattutto all'estero, come in USA).
Quindi c'è sempre da mettere in conto che in futuro, se ci fossero scossoni finanziari - e in USA ne sono previsti almeno 2 (nasdaq e crisi retail / centri commerciali) - ci potrà essere una contrazione della domanda per l'arte e quindi anche una diminuzione dei valori / prezzi. Questo anche per il 5% degli artisti "blue chip".

Chi considera l'arte anche nell'ottica di investimento dovrebbe tenere presenti anche queste situazioni.
Più in generale, per come ragiono io (e può essere un ragionamento non valido per tutti), se credo molto in un artista e le sue quotazioni scendono, quella per me diventa un'opportunità per comperare, ossia quando gli altri vendono.

Quindi, seguendo il quesito di @marione: se l'arte dovesse sgonfiarsi per me potrebbe anche essere un'opportunità, magari per puntare su artisti o opere che oggi uno farebbe fatica a comperare. E poi aspettare che il mercato dell'arte riparta. E fino ad ora è sempre ripartito...

PS. l'invito comunque è sempre quello di essere prudenti, non fare passi più lunghi della gamba e non mettere tutte le uova nello stesso paniere. Soprattutto c'è sempre da tenere presente che nel mercato dell'arte ci sono si delle potenzialità ma non ci sono certezze, e come in tutti i settori per portare a casa qualche risultato bisogna dedicarcisi molto ed essere molto informati e competenti, altrimenti la rimessa è quasi certa.
 
Il mercato dell'arte è un mercato centenario, si può parlare del fatto che un'eventuale bolla possa scoppiare ma non tutto il mercato è in bolla mentre alcuni artisti certamente lo sono.
Sta a noi capire chi è sovraprezzato e chi no. Come dice @Marione_ occorre selezionare e negli anni il valore resta solo nei pezzi che vengono scelti con il criterio della qualità, non di certo del prezzo o per i consigli dell'imbonitore di turno. Occorre anche parlare di asset allocation, difatti solitamente la quota di portafoglio in arte deve essere, e mediamente è, inferiore al 10%. Tranne chiaramente nei casi dei Collezionisti (con la C maiuscola) e di quelli con la sindrome da acquisto compulsivo. E' chiaro che la quota è ponderata proprio perchè è un mercato dove c'è speculazione, dove le quotazioni girano da un momento all'altro...un economista direbbe che, per questo ed altri motivi, non è un mercato efficiente. Sembra un criterio di scelta asettico però sicuramente dà dei paletti che aiutano nella scelta qualitativa. Se hai 500k di portafoglio avrai max 50k per l'acquisto di arte e questo non ti permetterà di comprare 30 croste ma farà da imbuto verso la scelta di pochi pezzi ma di qualità.

Se poi quello che hai comprato non dimostra tenere i prezzi negli anni allora poco male, hai svalutato il 10% del portafoglio e sicuramente non vai in rovina. Avrai comunque dei quadri che ti piacciono e dubito che una persona di cultura abbia scelto immondizia quindi la qualità rimane ma magari il mercato cambia. Se invece apri il portafoglio e compri di tutto sicuramente non sei un collezionista ma un raccattatore di quadri, alcuni poi son costretti ad improvvisarsi pseudo mercanti quando capiscono di aver comprato crostate alla marmellata per anni. Il mercato che si può sgonfiare è il terzo o quarto mercato cioè il mercato delle opere che si comprano giusto per avere un nome in collezione.
 
Interessanti le vostre considerazioni e spero che abbiate ragione. Sono pienamente d’accordo sull’acquisto di qualita’ e sul fatto che se un artista ti piaceva prima e puoi comprarlo quando scende di prezzo nel mercato, dovresti prenderlo se trovi l’opera giusta, anche se magari in molti ti diranno che e’ in declino.
 
Approfitto del bel thread dell'Amico Marione per condividere con voi due piccole riflessioni di questi giorni.

- Quest'anno sto ricevendo da tantissime gallerie alle quale sono iscritto nella mailing list una mail che mi avvisa della "chiusura estiva". Le ferie sono sacre anche per loro ma visto che quasi sempre parlano anch'essi di "investimento" quando vendono un Opera, mi piacerebbe che al pari degli altri "consulenti/operatori finanziari" fossero almeno sempre reperibili.

-Oggigiorno in banca tanti direttori sono "costretti" a contattarti per proporti polizze auto & Co. Ma se avessero formule magiche per gli investimenti convenzionali finanziari che sempre propongono non sarebbero loro i primi ad approfittarne e non starebbero li a vendere polizze auto???
 
Per come la vedo io l arte è come la musica, esiste da sempre ed esisterà per sempre. Per cui ci sarà sempre chi acquista e chi vende! Sempre!
Chiaramente, sul valore di un singolo specifico artista servono le conoscenze giuste, acquistare solo chi tra molti anni avrà sempre lo stesso successo. Ma, in generale, non è un settore che si può sgonfiare!
 
Caro Marione, no, l'arte non si sgonfierà. Si è invece già sgonfiata certa pseudo-arte che ha purtroppo arricchito i soliti noti (e impoverito coloro che "acquistano un quadro come se fosse un biglietto della lotteria", dice sempre, a ragione, Giovanni Faccenda).
Si sgonfierà piuttosto - almeno questo è l'auspicio - l'ossessione di arricchirsi economicamente con l'arte; l'arroganza di certuni che intenderebbero introdurre, qui, certi artifici tipici della peggiore finanza; l'illusione di chi crede che un'opera valga in base alla firma e non alla sua qualità.
No, caro Marione, l'arte non si sgonfierà, e stai pur certo che, fra quattro secoli, si parlerà di Schifano come oggi si parla di Caravaggio; di Donghi come di Piero della Francesca; di Vangi come Donatello.
Temo, tuttavia, per tutto il resto, per questo nostro triste scenario colmo di epigoni e di provocatori, dei posteri quella che non sarà un'ardua sentenza.
 
È un po' come chiedere se il calcio si sgonfierà. Finché ci sarà qualcuno che ci guadagna cifre enormi, calcio e arte non si sgonfieranno. Entrambi quei mercati si basano sulle vendita di emozioni, anche se di tipo diverso, dunque possono spillare qualunque cifra a chi la ha. E poi come diceva quel tale, di tutte le cose inutili l'arte è la più indispensabile...
 
È un po' come chiedere se il calcio si sgonfierà. Finché ci sarà qualcuno che ci guadagna cifre enormi, calcio e arte non si sgonfieranno. Entrambi quei mercati si basano sulle vendita di emozioni, anche se di tipo diverso, dunque possono spillare qualunque cifra a chi la ha. E poi come diceva quel tale, di tutte le cose inutili l'arte è la più indispensabile...

Certo che mettere sullo stesso piano arte e calcio significa in un attimo cancellare valori millenari.
Non posso infine pensare che tu ritenga l'arte una cosa inutile: preferisco pensarla, la tua, dunque come una citazione poco meditata.
 
Certo che mettere sullo stesso piano arte e calcio significa in un attimo cancellare valori millenari.
Non posso infine pensare che tu ritenga l'arte una cosa inutile: preferisco pensarla, la tua, dunque come una citazione poco meditata.

Non è che li metto sullo stesso piano culturalmente, ma qui si parla espressamente di sgonfiamento, cioè di fine della speculazione economica. E le speculazioni si basano tutte sullo stesso meccanismo. Quanto alla battuta di Oscar Wilde, o la si capisce per quella che è - un paradosso - o è inutile spiegarla.. ;)
 
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...😀e come fa a sgonfiarsi L arte?semmai il mercato come è strutturato oggi potrebbe sgonfiarsi nel senso che non si darà più credito a mercanti e venditori loquaci ma si farà un po’ ognuno come meglio crede acquistando solo ciò che piace affossando L idea di investimento in arte.Forse...può essere,chissà, ma L arte in se non può altro che andare avanti senza mai perdere di vista le proprie radici.
 
L'arte come espressione artistica non si sgonfierà, nata con l'uomo significherebbe che l'uomo è finito, può sgonfiarsi il mercato o un "certo tipo" di mercato, da un lato per motivi culturali e tecnologici vista la costante evoluzione e quindi trasformazione, dall'altro perchè i "valori assoluti" sono convinta che alla fine vincano sempre o almeno mi piace pensarlo.
I veri fenomeni vanno misurati alla "tenuta" della maratona e non nello scatto dei 100 m.

Mi domando invece se il futuro sarà di un'arte semre più variegata visto che un numero sempre maggiore di persone ha accesso a mezzi, informazione, tecnologie, comunicazione o sempre più omologata, con un mix di popoli e culture che significa anche perdita di radici, fino a costituire un unico gigantesco "ibrido" per gusti e sensibilità.
 
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Ad ogni modo, ebbene si, in realtà anche l'arte (e non solo il suo mercato) si può sgonfiare :D
Lo dimostra Piero Manzoni, Fiato d'artista, 1960 :clap: :bow:

manzoni.jpg
 
In effetti, come accennato da precedenti interventi, il titolo del thread è inesatto: si può parlare di "mercato dell'arte" in salita o decrescita, mentre l'arte va per la sua strada come ha sempre fatto nei millenni. Ci sarà sempre anche cambiando connotazione, significati, presupposti e fondamentali.

Il mercato dell'arte, già da parecchi decenni, si è finanziarizzato, ossia è diventato un asset speculativo tanto quanto le materie prime, il grano, il petrolio, l'oro, ecc.
Un dato che lascia pensare è che, ad esempio, Deutsche Bank possiede una collezione d'arte di oltre 100.000 pezzi, Unicredit circa 70.000 e Intesa S.Paolo altrettanti, per non parlare di certe banche statunitensi, ossia questi giganti finanziari intervengono pesantemente sul mercato per cui possono, globalmente in valore, determinarne i cicli.
E, forse, anche sul singolo nome o movimento.
 
Caro Marione, no, l'arte non si sgonfierà. Si è invece già sgonfiata certa pseudo-arte che ha purtroppo arricchito i soliti noti (e impoverito coloro che "acquistano un quadro come se fosse un biglietto della lotteria", dice sempre, a ragione, Giovanni Faccenda).
Si sgonfierà piuttosto - almeno questo è l'auspicio - l'ossessione di arricchirsi economicamente con l'arte; l'arroganza di certuni che intenderebbero introdurre, qui, certi artifici tipici della peggiore finanza; l'illusione di chi crede che un'opera valga in base alla firma e non alla sua qualità.
No, caro Marione, l'arte non si sgonfierà, e stai pur certo che, fra quattro secoli, si parlerà di Schifano come oggi si parla di Caravaggio; di Donghi come di Piero della Francesca; di Vangi come Donatello.
Temo, tuttavia, per tutto il resto, per questo nostro triste scenario colmo di epigoni e di provocatori, dei posteri quella che non sarà un'ardua sentenza.

Grazie a tutti per le risposte; bello potersi confrontare argomentando, senza polemiche, le proprie opinioni...

Ho ripreso il messaggio di NonOmnisMoriar anche perché , da studioso :bow:, parla di Schifano...:D

Saluti a tutti
 
Grazie a tutti per le risposte; bello potersi confrontare argomentando, senza polemiche, le proprie opinioni...

Ho ripreso il messaggio di NonOmnisMoriar anche perché , da studioso :bow:, parla di Schifano...:D

Saluti a tutti

Con tutto il rispetto per chi è uno studioso e per la caratura di Schifano ma al di là delle intemperanze ed una vita all'insegna del rischio unita ad una vena di follia, tra i due artisti francamente non c'è confronto che tenga! Da una "poco studiosa" ma letteralmente pazza per Caravaggio!
 
Con tutto il rispetto per chi è uno studioso e per la caratura di Schifano ma al di là delle intemperanze ed una vita all'insegna del rischio unita ad una vena di follia, tra i due artisti francamente non c'è confronto che tenga! Da una "poco studiosa" ma letteralmente pazza per Caravaggio!

E infatti non li ho posti in confronto. Ho scritto "parleranno" (gli studiosi soprattutto), intrecciando, così come oggi si fa per approfondire certe opere di Caravaggio, pittura e vita dell'artista (Schifano).
 
Ciao Marione, dico anch'io la mia sul tema.
L'Arte in quanto tale è un prodotto della società umana, essa rappresenta le varie culture e nella sua definizione non può scomparire, sia che venga vista come pura ricerca estetica che come ricerca di linguaggio ed espressione. Non può mancare nelle varie comunità, ed in ognuna di esse avrà caratteristiche rappresentative. Questo significa che l'Arte e la Storia dell'Arte non possono che espandersi ed evolvere all'espansione ed evoluzione delle stesse comunità sociali.

Sul mercato dell'Arte occorre fare una riflessione su cosa esso rappresenti. In realtà l'oggetto artistico presente sul mercato è una vera e propria moneta di scambio, usata per meccanismi di scambio di potere e di valori alternativi ad altri. La sua riduzione od espansione segue le dinamiche dell'uso di oggetti sostitutivi del denaro.
 
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