Le arti visive sono - quasi - una prerogativa maschile.

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microalfa

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(Argomento certamente non vietato alle femministe, anzi esplicito richiamo per loro opinioni).


Sappiamo tutti che nella storia sono stati rarissimi i periodi o le occasioni che hanno consentito ad alcune donne dotate di particolare talento, e carattere, di potersi esprimere e affermare nelle arti tanto da essere ricordate ancora oggi.

Praticamente bisogna arrivare al Rinascimento per incontrare delle pittrici, e quasi sempre agevolate dall'avere un padre artista, oltre che permissivo andando contro le tradizioni dell'epoca.
Troviamo dapprima Antonia, figlia di Paolo Uccello, ricordata dal Vasari, e Marietta Robusti, figlia del Tintoretto col quale collaborò per tanti anni, ma dobbiamo arrivare ad Artemisia, figlia di Orazio Gentileschi, per avere una personalità artistica di rilievo e soprattutto autonoma, tanto da essere oggi ben più famosa e apprezzata del padre.

Così per Sofonisba Anguissola, non figlia di pittore ma pur sempre di persona colta e amante dell'arte a supportarla. E arriviamo al Settecento con Rosalba Carriera, ottima ritrattista, già in epoca di sostanziosa emancipazione complessiva, il secolo dei Lumi, ma di nomi femminili in campo artistico ancora molto scarsa.

Dobbiamo poi procedere fino alla seconda metà dell'Ottocento, con l'Impressionismo, per avere figure importanti come Mary Cassat e Berthe Morisot, già modella di Monet e di Renoir, e poi, a cavallo col Novecento, figure di rilievo quali Camille Claudel, musa e compagna di Rodin, Susanne Valadon, modella di Toulouse Lautrec e madre di Utrillo, Sonia Delaunay, moglie di Robert, e Tamara De Lempicka, fino alla compagna di Diego Rivera, Frida Kahlo, oggi sulla cresta dell'onda mediatica.

Ci fermiamo qui poiché si arriva praticamente al Contemporaneo, abbastanza ricco di artiste delle quali è sin superfluo declamare elenchi, ma pur sempre una sparuta pattuglia – anche come qualità - rispetto alle centinaia e centinaia di grandi e grandissimi artisti maschi che hanno percorso il secolo.
Specie nel secondo dopoguerra dove la donna è più scolarizzata dell'uomo, quindi più colta, altrettanto libera nei costumi, nella maggior parte dei casi autosufficiente rispetto allo storico ricatto economico-famigliare.

Sorge quindi spontanea la semplice domanda: perché?

Io butto là un'impressione più che una possibile risposta. Da individualista giusnaturalista intravvedo proprio nelle differenze psicofisiche - e contrariamente agli slogan semplicistici correnti – di essere la donna ancora legata a filo doppio alla naturalità della continuazione della specie, quindi per necessità più responsabile e pratica del suo compagno che, invece, risulta meno sensibile a istintivi legami diretti, quindi più libero di spaziare nel mondo della creatività emozionale o della speculazione intellettuale artistica.

A voi.
 
grazie, interessante discussione.

Speriamo che non intervengano quelli in cui credono della "fioronimania", però:rolleyes: (citazione di Carlo Vanoni:censored:)

quindi li anticipo con le parole di Ketty La Rocca : “la donna è nelle mani nude, come il corpo lucido che cerca le parole (…)”
 

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In altra sede la mia affermazione che l’arte sia in definitiva lo specchio della società, del clima culturale, delle forze in campo...è stata definita banale.

Probabilmente lo è, ma la situazione che hai delineato è l’esatta conferma di quel che ho scritto.
 
(Argomento certamente non vietato alle femministe, anzi esplicito richiamo per loro opinioni).


Sappiamo tutti che nella storia sono stati rarissimi i periodi o le occasioni che hanno consentito ad alcune donne dotate di particolare talento, e carattere, di potersi esprimere e affermare nelle arti tanto da essere ricordate ancora oggi.

Praticamente bisogna arrivare al Rinascimento per incontrare delle pittrici, e quasi sempre agevolate dall'avere un padre artista, oltre che permissivo andando contro le tradizioni dell'epoca.
Troviamo dapprima Antonia, figlia di Paolo Uccello, ricordata dal Vasari, e Marietta Robusti, figlia del Tintoretto col quale collaborò per tanti anni, ma dobbiamo arrivare ad Artemisia, figlia di Orazio Gentileschi, per avere una personalità artistica di rilievo e soprattutto autonoma, tanto da essere oggi ben più famosa e apprezzata del padre.

Così per Sofonisba Anguissola, non figlia di pittore ma pur sempre di persona colta e amante dell'arte a supportarla. E arriviamo al Settecento con Rosalba Carriera, ottima ritrattista, già in epoca di sostanziosa emancipazione complessiva, il secolo dei Lumi, ma di nomi femminili in campo artistico ancora molto scarsa.

Dobbiamo poi procedere fino alla seconda metà dell'Ottocento, con l'Impressionismo, per avere figure importanti come Mary Cassat e Berthe Morisot, già modella di Monet e di Renoir, e poi, a cavallo col Novecento, figure di rilievo quali Camille Claudel, musa e compagna di Rodin, Susanne Valadon, modella di Toulouse Lautrec e madre di Utrillo, Sonia Delaunay, moglie di Robert, e Tamara De Lempicka, fino alla compagna di Diego Rivera, Frida Kahlo, oggi sulla cresta dell'onda mediatica.

Ci fermiamo qui poiché si arriva praticamente al Contemporaneo, abbastanza ricco di artiste delle quali è sin superfluo declamare elenchi, ma pur sempre una sparuta pattuglia – anche come qualità - rispetto alle centinaia e centinaia di grandi e grandissimi artisti maschi che hanno percorso il secolo.
Specie nel secondo dopoguerra dove la donna è più scolarizzata dell'uomo, quindi più colta, altrettanto libera nei costumi, nella maggior parte dei casi autosufficiente rispetto allo storico ricatto economico-famigliare.

Sorge quindi spontanea la semplice domanda: perché?

Io butto là un'impressione più che una possibile risposta. Da individualista giusnaturalista intravvedo proprio nelle differenze psicofisiche - e contrariamente agli slogan semplicistici correnti – di essere la donna ancora legata a filo doppio alla naturalità della continuazione della specie, quindi per necessità più responsabile e pratica del suo compagno che, invece, risulta meno sensibile a istintivi legami diretti, quindi più libero di spaziare nel mondo della creatività emozionale o della speculazione intellettuale artistica.

A voi.

Eppure però le donne quando riescono ad emergere, in una società ancora molto maschilista, hanno veramente una marcia in più secondo me.

E questo vale in tutti i settori, arti visive, arti letterarie, scienze, culinaria (che dovrebbe, in teoria, secondo gli schemi, essere di appannaggio femminile), enologico, ecc.

Prima o poi questa disparità cambierà e ci potranno essere delle belle sorprese.
 
Eppure però le donne quando riescono ad emergere, in una società ancora molto maschilista, hanno veramente una marcia in più secondo me.

E questo vale in tutti i settori, arti visive, arti letterarie, scienze, culinaria (che dovrebbe, in teoria, secondo gli schemi, essere di appannaggio femminile), enologico, ecc.

Prima o poi questa disparità cambierà e ci potranno essere delle belle sorprese.

Le donne sin dagli albori della società svolgono un compito enormemente piú importante: prendersi cura della prosecuzione della specie...Solo negli ultimi decenni noi 'ometti' stiamo capendo l'importanza di 'tiarare su' gli adulti di domani.
 
grazie grande argomento!!! io me lo sono sempre chiesta!
Ritengo che almeno fino a fine ottocento il motivo sia sempre e solo uno: la donna era considerata inferiore da molti punti di vista, mamma procreatrice, diletto e poco altro, ricordiamoci che le donne in Italia hanno votato nel 48...
solo donne particolarmente inserite nell'aristocrazia o in botteghe importanti di pittori sono giunte fino a noi...
Per il 900 non so .. probabilmente hanno dovuto darsi da fare come dici giustamente (el secondo dopoguerra dove la donna è più scolarizzata dell'uomo, quindi più colta, altrettanto libera nei costumi, nella maggior parte dei casi autosufficiente rispetto allo storico ricatto economico-famigliare) per raggiungere altre importanti mete e portare dei soldi in casa senza avere anche il tempo o esprimere la propria creatività attraverso l'arte!
Questa è la prima cosa che mi viene in mente, ma ci devo ancora riflettere:confused:
 
Eppure però le donne quando riescono ad emergere, in una società ancora molto maschilista, hanno veramente una marcia in più secondo me.

E questo vale in tutti i settori, arti visive, arti letterarie, scienze, culinaria (che dovrebbe, in teoria, secondo gli schemi, essere di appannaggio femminile), enologico, ecc.

Prima o poi questa disparità cambierà e ci potranno essere delle belle sorprese.

Avevo già posto questa questione tempo addietro ma chiaramente mi era stato detto appunto che la situazione era simile in tutti i campi!
Quasi tutte le donne si rompono a cucinare tutti i giorni :angry: e gli chef importanti sono uomini!
Tante donne giovani o anziane girano per mostre e musei, faccio fatica a coinvolgere amici maschi a vedere mostre, eppure poi i direttori dei musei sono uomini!
Le facoltà di storia dell'arte sono piene di sole donne e i maggiori storici e critici dell'arte sono uomini (questo proprio non me lo spiego!!)
Rimanendo in questo ambito: ho conosciuto anche grazie a voi molte gallerie , ditemene una tra le tante fondata da una donna (non parlo di moglie sorelle o escort in mostra o al seguito)
Esperti del settore arte in case d'asta: vedi sopra
Consulenti: vedi sopra

mah io non riesco ancora a capire! posso capire in particolari settori industrie, siderurgia, manifatturiero, amministratori delegati ecc, ingegneristica, automazione, li posso comprendere, anche perchè la donna è anche madre e spesso giustamente da la priorità all'essere mamma evitando lavori troppo impegnativi con spostamenti, viaggi e orari impossibili! ma nel campo dell'arte mi sembra diverso..
 
Le donne in genere nel settore manageriale hanno una marcia in più su tutto e spesso sono ostacolate dai maschi (Finanza, Scienze, Ricerca etc....) Detto questo però è anche evidente che in Italia non abbiamo avuto donne di eccellenza assoluta nel campo artistico ( pittura, scultura etc...) nonostante qualcuno in quest’ultimo periodo ci vuol far credere il contrario. Sul perché si può aprire un dibattito. Ma tanto è. Saluti
 
Ultima modifica:
Si può spiegare il fenomeno con la mancata possibilità di accedere all'accademia, la segregazione dei ruoli al femminile.
Questo vale fino alla stretta contemporaneità.
Poi il genere femminile - con molti sforzi e barriere non ancora superate - fa sentire la sua voce nel mondo dell'Arte. La voce, già...
Noto una differenza non piccola fra la presenza nelle arti musicali, nella letteratura e nel teatro rispetto a quella nelle arti visive.

Mi è venuta in mente un'ipotesi che è solo una congettura.
Si potrebbe ipotizzare che vi sia una differenza nelle modalità di accesso al mondo fra i due generi.
Per poter procedere bisognerebbe avere dei dati. Degli studi scientifici.
In alternativa sarebbe utile sapere se la PNL ha mai trattato l'argomento. Se scoprissimo che la modalità prevalente visiva fosse sensibilmente maggiore nei maschi che nelle femmine e quella auditiva, al contrario, più presente nelle donne, bene, allora avremmo non una prova ma un indizio forte.
 
Riflettendo ora, noto anche una prevalenza della sensibilità femminile anche nel ballo accademico e nella danza. Questo mi porterebbe a studiare anche la modalità cenestetica e le sue submodalità.
 
Comunque qui in reparto psichiatrico son più le infermiere che gli infermieri!:eek:
 
Si può spiegare il fenomeno con la mancata possibilità di accedere all'accademia, la segregazione dei ruoli al femminile.
Questo vale fino alla stretta contemporaneità.
Poi il genere femminile - con molti sforzi e barriere non ancora superate - fa sentire la sua voce nel mondo dell'Arte. La voce, già...
Noto una differenza non piccola fra la presenza nelle arti musicali, nella letteratura e nel teatro rispetto a quella nelle arti visive.

Mi è venuta in mente un'ipotesi che è solo una congettura.
Si potrebbe ipotizzare che vi sia una differenza nelle modalità di accesso al mondo fra i due generi.
Per poter procedere bisognerebbe avere dei dati. Degli studi scientifici.
In alternativa sarebbe utile sapere se la PNL ha mai trattato l'argomento. Se scoprissimo che la modalità prevalente visiva fosse sensibilmente maggiore nei maschi che nelle femmine e quella auditiva, al contrario, più presente nelle donne, bene, allora avremmo non una prova ma un indizio forte.

Ma la PNL ti dira’ che se pensi l’arte essere una prerogativa maschile allora sarà cosi’ :)
 
Riflettendo ora, noto anche una prevalenza della sensibilità femminile anche nel ballo accademico e nella danza. Questo mi porterebbe a studiare anche la modalità cenestetica e le sue submodalità.

tutto bene??? inizio a preoccuparmi .. sarà per via della sensibilità femminile???:D
 
Riflettendo ora, noto anche una prevalenza della sensibilità femminile anche nel ballo accademico e nella danza. Questo mi porterebbe a studiare anche la modalità cenestetica e le sue submodalità.
Sei sicuro?
Durante la Raymonda, al Municipal di Stg, dopo qualche volteggio del primo ballerino la mia amica Lara è svenuta dall’emozione, quando ha riaperto gli occhi vedendomi ha detto, delusa: “ah, … sei tu!” :-)
A Barcellona, all'ingresso del hombre a torace scoperto, per poco non viene giù il teatro.
Nel ballo tradizionale georgiano (la cosa più bella al mondo), la donna fugge e l’uomo la insegue senza mai toccarla, al massimo la sfiora e impazzisce dal desiderio movendo i piedi compulsivamente e facendo salti acrobatici.
Nella danza, senza l’uomo … si perde più della metà.
 
Per me l'uomo è piu' fanatico e piu' pazzo , la donna piu' concreta .
E' come se si autolimitasse .Nel suo inconscio sa che non puo' abbandonarsi a una sola cosa e quindi si frena e non fa dell'arte il solo scopo dell'esistenza E poi è meno competitiva ha meno testosterone non ha la smania di superare l'altro . Riesce a fare tutto benissimo ma quando è il momento di creare entra in un universo che non è il suo .
Il discorso pero' riguarda solo le elites . A livello comune non c'è alcuna differenza di creativita' tra i due sessi
 
A volte dimentichiamo la nostra natura animale. Nascita, crescita, morte...questo il nostro destino. All'interno di questo destino la femmina di uomo ha il ruolo più importante ma più concreto, l'uomo può dedicarsi a cose meno terrene. Lo sviluppo delle società hanno reso queste differenze meno importanti ma la natura spesso tende a riportarci alle nostre origini.
 
Ma la PNL ti dira’ che se pensi l’arte essere una prerogativa maschile allora sarà cosi’ :)

Corretto. Intendo dire che siccome la PNL afferma che le persone con modalità principale visiva siano di più di quella uditiva o cenestetica probabilmente hanno il dato aggregato. Mi chiedevo se avessero anche il dato per genere.
Se avessero dei dati (ma dubito li raccolgano) anche su alcune submodalità visive (per esempio, colore v. bianconero) si potrebbe utilizzare, non per delle conferme, ma per costruire delle ipotesi di lavoro credibili. Poi la parola spetterebbe alla scienza.
 
Sei sicuro?
Durante la Raymonda, al Municipal di Stg, dopo qualche volteggio del primo ballerino la mia amica Lara è svenuta dall’emozione, quando ha riaperto gli occhi vedendomi ha detto, delusa: “ah, … sei tu!” :-)
A Barcellona, all'ingresso del hombre a torace scoperto, per poco non viene giù il teatro.
Nel ballo tradizionale georgiano (la cosa più bella al mondo), la donna fugge e l’uomo la insegue senza mai toccarla, al massimo la sfiora e impazzisce dal desiderio movendo i piedi compulsivamente e facendo salti acrobatici.
Nella danza, senza l’uomo … si perde più della metà.

No, non sono sicuro. Quello che dici è condivisibile. L'ultima affermazione è naturalmente un'opinione come anche nel mio post precedente facevo un'affermazione che derivava esclusivamente da una mia visione personale e non voleva avere alcuna pretesa scientifica. Se anche la mia fosse un'affermazione corretta poi non saprei come distinguere il dato culturale da quello genetico.
Qualora affermassi che - se chiedessimo a dei bimbi di sette anni cosa sognassero fare da grandi è più probabile che le bambine dicano la ballerina rispetto ai coetanei maschietti - probabilmente avrei ragione in quasi tutte le culture. Il mio errore sarebbe probabilmente sottovalutare quanto il portato culturale sia forte già a sette anni.
Quello che tu affermi sul desiderio sessuale è vero. Vale anche al contrario o almeno valeva. La letteratura ottocentesca ci ha ammorbato con uomini che si innamoravano costantemente di ballerine di danza accademica. Oggi l'immaginario erotico maschile si è spostato su altri modelli e - per fortuna - anche il desiderio femminile trova la possibilità di esprimersi.
Mi resta il dubbio che quanto da me affermato precedentemente sia affetto da pregiudizio. Grazie per avermi aiutato a riflettere.
 
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