Arte e politica, a 50 anni dal 68'

swazze

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Ricorre quest'anno il cinquantesimo anniversario dei moti del 68', di contestazione contro i pregiudizi sociali e politici.
Anche l'arte, in quegl'anni, ne fu influenzata.
Vista la ricorrenza, mi permetto di aprire questa nuova discussione, anche se di non facile interpretazione, per capire se e chi furono gli artisti o i gruppi artistici, che in qualche modo influenzarono o furono influenzati dai moti di protesta antipolitica.
Già alcune mostre e diversi articoli, iniziano a celebrare e ricordare l'evento, ne posto un paio per iniziare:
Il sessantotto tra arte e politica
Flussi d'arte. Milano
 
Ricorre quest'anno il cinquantesimo anniversario dei moti del 68', di contestazione contro i pregiudizi sociali e politici.
Anche l'arte, in quegl'anni, ne fu influenzata.
Vista la ricorrenza, mi permetto di aprire questa nuova discussione, anche se di non facile interpretazione, per capire se e chi furono gli artisti o i gruppi artistici, che in qualche modo influenzarono o furono influenzati dai moti di protesta antipolitica.
Già alcune mostre e diversi articoli, iniziano a celebrare e ricordare l'evento, ne posto un paio per iniziare:
Il sessantotto tra arte e politica
Flussi d'arte. Milano

Lettura molto interessante , complimenti per l 'argomento che hai evidenziato ; ritengo il ' 68 e gli anni intorno ad esso l ' ultimo periodo davvero significativo per le influenze portate al "'fare artistico " in Italia e nel mondo .
 
Grazie Klee, sono d'accordo con te. Penso che anche questa ricorrenza potrebbe far (ri)scoprire alcuni artisti di nicchia (penso ai milanesi Baratella, Spadari, ecc), al ben più noto gruppo romano (Angeli, Schifano, anche se associati generalmente alla POP), ma sicuramente ce ne furono tanti altri, ad ora meno noti (almeno a me). Tra i grandi nomi mi viene in mente ad esempio Piero Gilardi, da sempre legato alle lotte sociali di classe e vicino all'ecologia.
 
Trovato un articolo interessante di pochi mesi fa:
Sessantotto: quando gli artisti fecero la rivoluzione
"il ’68 ha messo in campo una formidabile macchina propagandistica, una narrazione di sé quasi in tempo reale che lo ha posto su un piano mitico e leggendario: il racconto di una rivoluzione. Che in quanto tale non può che essere violenta. Violento è il contenuto dei pittori di stampo Pop: se Umberto Mariani vira sul surreale, Franco Angeli impagina bandiere rosse e antimperialismo, Mario Schifano consiglia falce e martello come soluzioni alle contraddizioni della società, Fernando de Filippi intitola una serie Sparatoria e si trasforma in Lenin, Baratella in Se qualcuno vorrà ricordarlo (1972) incolla un’immagine di Calabresi mentre accanto c’è Viva Mao."
 
"Dreamers 1968: come eravamo, come saremo" | Museo di Roma in Trastevere, 4 maggio 2018 ore 12.00

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Altra mostra dedicata a Giangiacomo SPADARI e al '68.
Fondazione Mudima - Milano
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ITINERARI - Viaggio nell'arte in Italia dopo gli anni '60

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Bella, ma perché vedo scritto Emilio Scanavino? Immagino sia un errore...
 
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