Antonio Donghi

NonOmnisMoriar

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Salve a tutti! Per un incomprensibile fatto, ho visto resettate tutte le mie credenziali, ma sono il medesimo utente che ha interloquito fino a qualche tempo fa con voi (poi il sistema non me lo ha più permesso e ancora non so perchè).
Ho deciso di aprire, allora, questo 3d su Antonio Donghi (che studio da quattro decenni), chiedendo in anticipo venia se, per caso, ve ne fosse già un altro analogo (che tuttavia non ho trovato).
A mio giudizio, le recenti mostre sul Realismo Magico, sebbene abbiano contribuito a rivalutarne l'opera e la figura, non sono peraltro riuscite a stabilire riferimenti iconografici che trovo legittimi.
Per esempio. Donghi aveva amato molto, in gioventù, Arnold Böcklin, ospite della "sua" Roma nella seconda metà dell'Ottocento (dimorava in una casa di via XX settembre). È giusto, dunque, ritenere le gelide fissità del Maestro svizzero (nelle cinque versioni dell'Isola dei morti e in "Bosco sacro", soprattutto) come paradigmatiche, in particolar modo per i successivi soggetti a tema paesaggistico di un pittore, Donghi, appunto, fra i più abili e misteriosi del Novecento.
 

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Come faccio a non postare il paesaggio che vedo dalle finestre di casa mia!
La valle dell'Aniene, vista dalla Tiburtina, Marano Equo sullo sfondo, Anticoli Corrado appena dietro l'angolo ...
Grazie a Donghi e a chi ha aperto questa discussione.
 

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Salve a tutti! Per un incomprensibile fatto, ho visto resettate tutte le mie credenziali, ma sono il medesimo utente che ha interloquito fino a qualche tempo fa con voi (poi il sistema non me lo ha più permesso e ancora non so perchè).
Ho deciso di aprire, allora, questo 3d su Antonio Donghi (che studio da quattro decenni), chiedendo in anticipo venia se, per caso, ve ne fosse già un altro analogo (che tuttavia non ho trovato).
A mio giudizio, le recenti mostre sul Realismo Magico, sebbene abbiano contribuito a rivalutarne l'opera e la figura, non sono peraltro riuscite a stabilire riferimenti iconografici che trovo legittimi.
Per esempio. Donghi aveva amato molto, in gioventù, Arnold Böcklin, ospite della "sua" Roma nella seconda metà dell'Ottocento (dimorava in una casa di via XX settembre). È giusto, dunque, ritenere le gelide fissità del Maestro svizzero (nelle cinque versioni dell'Isola dei morti e in "Bosco sacro", soprattutto) come paradigmatiche, in particolar modo per i successivi soggetti a tema paesaggistico di un pittore, Donghi, appunto, fra i più abili e misteriosi del Novecento.

Bentornato! Mi domandavo come mai non scrivessi più :)
 
@Andrea Bellissimo il Paesaggio.

Ma dalle finestre di casa tua? :confused: Pensavo vedessi le Ande o roba del genere :D
 
Ho sempre desiderato avere un dipinto di Donghi. Un sogno che ho nel cassetto.
 
Grazie, caro Menzio!

P.s. Hai sentito, due settimane fa, con quali parole di stima Faccenda ha parlato del grande pittore da cui trai il nick? Un caro saluto.

No purtroppo non ho ascoltato. Peccato, anche perchè ormai è così difficile sentire parlare di Francesco Menzio e più in generale dei 6 di Torino!
 
Donghi in una lettera (inedita) a un suo collezionista: "Ho sempre dipinto guardando gli uomini e la natura come se li vedessi per la prima volta, con quello stupore, la curiosità e la meraviglia che nascono in noi spontanei ogni volta che si è di fronte a una sorta di miracolo [...]".
 
Proprio oggi guardavo questo:D...........Donghi in assoluto tra i miei preferiti
 

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Quando sarà (tra mille anni...:angel:) seppellitemi dentro uno dei suoi paesaggi.

Saluti da Marte
 

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Quando sarà (tra mille anni...:angel:) seppellitemi dentro uno dei suoi paesaggi.

Saluti da Marte

Solo un poeta arriva a simili altezze! Grazie Marte per avermi emozionato: in tanti anni di studio su Donghi poche volte ho letto una frase tanto bella. Sei un grande!
 
Quella di Donghi è una pittura che "trascina".
Lo adoro. :bow:
 
Sarò l'unica voce fuori dal coro ma pur riconoscendogli qualità e riferimenti colti mi lascia una sensazione di disagio, di incomunicabilità e di straniamento che va oltre la fissità da mondo "congelato".

Composizioni a prima vista unitarie e plastiche curate fin nei minimi dettagli, anche deliziosi non nascondo, e con gran gusto del colore lasciano comunque trasparire un elemento distonico, un equilibrio precario, un troppo posato, uno sguardo obliquo, un elemento imprevisto o sorprendente, il tutto fuori dallo spazio e dal tempo con una persistente impressione di finzione e inganno.
In una parola una pittura "inquietante"!
 
Quella di Donghi è una pittura che "trascina".
Lo adoro. :bow:

Ti aspettavo. E non avevo dubbi. Sono lieto di vedere tante adesioni pregiate come la tua.
Donghi è un pittore che, con le sue eccellenze, appartiene all'Olimpo dei grandi della pittura di ogni tempo.
Speriamo solo che, come per Piero della Francesca (suo massimo riferimento), non debbano trascorrere oltre quattro secoli per vedere riconosciuto quanto gli spetti.
 
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