La collezione come opera d’arte

  • Trading Day 19 aprile Torino - Corso Gratuito sull'investimento

    Migliora la tua strategia di trading con le preziose intuizioni dei nostri esperti su oro, materie prime, analisi tecnica, criptovalute e molto altro ancora. Iscriviti subito per partecipare gratuitamente allo Swissquote Trading Day.

    Per continuare a leggere visita questo LINK

investart

investart
Registrato
21/7/06
Messaggi
16.014
Punti reazioni
428
La collezione come opera d’arte

Tante volte ne abbiamo parlato ma a oggi non abbiamo mai affrontato la discussione con una seria e attenta riflessione.

Mi riferisco al fatto di come la collezione può divenire nella sua interezza e rappresentitività essa stessa un opera d'arte.

Il 2 aprile del 2003 a Trieste presso la Facoltà di Architettura, nell’ambito del ciclo Progettare la storia a cura di G.Fraziano si è addirittura tenuto un convegno dal titolo "La collezione come opera d’arte".

Personalmente come vado da sempre scrivendo qui sulle pagine del FOL:

"...ciò che dà il valore o, meglio, un valore aggiunto alla collezione è la sua rappresentatività, la sua interezza, la capacità che hanno le Opere che la compongono di dialogare tra loro, facendo sì che questa rappresentatività divenga essa stessa valore, non solo economico ma anche estetico. Quando ci si avvicina al collezionismo, o quando si cerca di dare un'identità alla collezione che si sta pian piano creando, è bene fin dagli esordi valutare la possibilità di realizzare collezioni che siano in qualche modo significative e rappresentative di un determinato periodo storico. L'esaustività di un mondo garantisce infatti, oltre al piacere estetico dato dal poterlo esplorare sotto la superficie, un valore storico-antologico che può essere misurato anche in termini di investimento...."
 
Ultima modifica:
La collezione come forma d'arte

di Elio Grazioli

Editore: Johan & Levi

9788860100726_0_0_723_75.jpg

Descrizione​

Se ogni epoca ha un suo modo di collezionare, quello contemporaneo è segnato da un reciproco legame con la pratica artistica, tanto che le due attività spesso si sovrappongono fin quasi a confondersi. Gli esempi abbondano: da Joseph Cornell, cacciatore di bizzarrie con cui compone scatole divinatorie, a Claes Oldenburg, che espone come opera propria una raccolta di oggetti d'affezione; da Marcel Broodthaers, per cui il collezionare è all'origine della scelta di diventare artista, a Hans-Peter Feldmann che, sulla scia di Malraux, da anni ritaglia, classifica e incolla immagini per un insolito museo. Il collezionismo non è più solo affare di chi, non artista, raccoglie oggetti in quantità rilevante, ma diventa modalità espressiva di chi li accumula per costruire opere d'arte secondo il principio warburghiano del montaggio. D'altro canto, lo stesso collezionista è un artista che accetta di esprimersi tramite immagini dotate di un forte potere simbolico, tanto da essere quasi un'estensione della sua persona. Appena l'occhio li cattura, gli oggetti si caricano di qualità supplementari: spogliati della loro funzione, un sapiente lavoro di accostamenti e rimandi crea fra loro dialoghi inattesi, dando vita a un insieme organico che non tollera mutilazioni. La collezione assume così lo statuto di opera d'arte. Eclettismo, trasversalità, soffio personale definiscono una tipologia di collezione agli antipodi rispetto a quella chiusa e preordinata dei musei.
 
molto interessante! OK! non sarebbe male recuperare gli atti della conferenza che citavi
 
in tema Vi anticipo solo una discussione che
appena ho tempo farò con voi .....:o
 

Allegati

  • 3.jpg
    3.jpg
    44,2 KB · Visite: 174
molto interessante! OK! non sarebbe male recuperare gli atti della conferenza che citavi

Carissimo DiegoS,

Stimolato dal tuo post mi sono mosso per vedere di recuperarli. Non credo che siano disponibili online ne che sia possibile condividerli ma sarebbe certamente molto importante e didattico poterli leggere.

Roberto
 
Carissimo DiegoS,

Stimolato dal tuo post mi sono mosso per vedere di recuperarli. Non credo che siano disponibili online ne che sia possibile condividerli ma sarebbe certamente molto importante e didattico poterli leggere.

Roberto


Ho contattato un protagonista de "La collezione come opera d’arte". Mi ha gentilmente risposto che era una conferenza sulle collezioni Gonzaga e in particolare sull'assetto della collezione di Vincenzo I Gonzaga che era stata pensata su misura da lui stesso, grande conoscitore e scopritore. Purtroppo non sono mai stati pubblicati gli atti del convegno.
 
Ho contattato un protagonista de "La collezione come opera d’arte". Mi ha gentilmente risposto che era una conferenza sulle collezioni Gonzaga e in particolare sull'assetto della collezione di Vincenzo I Gonzaga che era stata pensata su misura da lui stesso, grande conoscitore e scopritore. Purtroppo non sono mai stati pubblicati gli atti del convegno.

grazie mille per l'impegno! molto interessante comunque
 
Ho contattato un protagonista de "La collezione come opera d’arte". Mi ha gentilmente risposto che era una conferenza sulle collezioni Gonzaga e in particolare sull'assetto della collezione di Vincenzo I Gonzaga che era stata pensata su misura da lui stesso, grande conoscitore e scopritore. Purtroppo non sono mai stati pubblicati gli atti del convegno.

grazie mille per l'impegno! molto interessante comunque

Sui Gonzaga & "il collezionismo" consiglio/segnalo i libri scritti dalla Dr.ssa Raffaella Morselli :

Cattura.JPG
 
La collezione come forma d'arte

di Elio Grazioli

Editore: Johan & Levi

Vedi l'allegato 2430596

Descrizione​

Se ogni epoca ha un suo modo di collezionare, quello contemporaneo è segnato da un reciproco legame con la pratica artistica, tanto che le due attività spesso si sovrappongono fin quasi a confondersi. Gli esempi abbondano: da Joseph Cornell, cacciatore di bizzarrie con cui compone scatole divinatorie, a Claes Oldenburg, che espone come opera propria una raccolta di oggetti d'affezione; da Marcel Broodthaers, per cui il collezionare è all'origine della scelta di diventare artista, a Hans-Peter Feldmann che, sulla scia di Malraux, da anni ritaglia, classifica e incolla immagini per un insolito museo. Il collezionismo non è più solo affare di chi, non artista, raccoglie oggetti in quantità rilevante, ma diventa modalità espressiva di chi li accumula per costruire opere d'arte secondo il principio warburghiano del montaggio. D'altro canto, lo stesso collezionista è un artista che accetta di esprimersi tramite immagini dotate di un forte potere simbolico, tanto da essere quasi un'estensione della sua persona. Appena l'occhio li cattura, gli oggetti si caricano di qualità supplementari: spogliati della loro funzione, un sapiente lavoro di accostamenti e rimandi crea fra loro dialoghi inattesi, dando vita a un insieme organico che non tollera mutilazioni. La collezione assume così lo statuto di opera d'arte. Eclettismo, trasversalità, soffio personale definiscono una tipologia di collezione agli antipodi rispetto a quella chiusa e preordinata dei musei.


“La collezione come opera d’arte” è l’argomento a cui si ispira non solo il libro di Elio Grazioli (Johan & Levi Editore), ma anche la Conferenza che fù promossa nell’ambito della mostra "La finestra sul cortile. Scorci di collezioni private", presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano, in collaborazione con UBS.
 
Accanto all'aspetto prettamente artistico, amatoriale, ludico ecc ecc penso sia giusto anche qualificare correttamente la figura di una collezione nella sua unitarietà altrimenti il topic è monco.Sicuramente il discorso annoierà un pò ma è necessario e sarò brevissimo.
Una collezione di cose è considerata come universalità di mobili dalla legge quando appartiene alla stessa persona e ha una destinazione unitaria (appunto una collezione di oggetti decisa dal suo "assemblatore", come una collezione di dipinti, di francobolli, di oggetti particolari ecc ecc).
E' utile tenere ben presente questo perchè a differenza dei singoli beni mobili che la compongono (che possono essere anche ceduti singolarmente) per questa unitarietà (nel suo insieme) non vale la regola del possesso vale titolo ossia nel caso in cui per un motivo o per l'altro questa collezione finisse nelle mani non del suo "assemblatore/proprietario" e questo approfittatore abusivo in modo spregiudicato e senza il permesso del suo proprietario la cedesse a terzi (ignari dell'altruità del collezione), quest'ultimi (acquirenti) non potranno giovarsi del possesso vale titolo, ossia in parole povere occorrerebbero ben 10 anni (giusto che sia così) senza alcuna rivendica da parte del vero proprietario, per diventarne il legittimo proprietario. Però, e qui è il punto centrale, se lo spregiudicato detentore della collezione decidesse di vendere singolarmente ogni singolo pezzo, smembrando la collezione, il compratore (ovviamente se ignaro dell'altruità delle cose vendute) acquisterebbe immediatamente la proprietà dal momento in cui paga il prezzo e rilascio di regolare ricevuta. Bon...tutto qui, ma è da tener presente, non si sa mai nella vita cosa può succedere...
 

“La collezione come opera d’arte” è l’argomento a cui si ispira non solo il libro di Elio Grazioli (Johan & Levi Editore), ma anche la Conferenza che fù promossa nell’ambito della mostra "La finestra sul cortile. Scorci di collezioni private", presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano, in collaborazione con UBS.

Interessante anche quanto scrive Elena Arzani nel recensire il libro:

“Ogni collezione è una creazione che palesa la personalità e la visione del collezionista, e in quanto “atto creativo” è essa stessa un’opera d’arte. Questo è tanto più vero quando il collezionista è un artista che lavora sul concetto di “accumulo”.
 
La Collezione Monotematica

Hanno riaperto a Firenze in questo 2017 le SALE GIAPPONESI DEL MUSEO STIBBERT la prima grande collezione monotematica dedicata alla storia delle armi e la storia del costume giapponese nata in Italia, intorno al 1870, ed una delle prime al mondo al di fuori del Giappone.

 
Indietro