L'arte moderna è più povera di quella anche solo appena precedente?

baleng ginogost

Io non dimentico. Pagheranno.
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Comunicazioni più veloci e più povere.Semplificazioni, per esempio pubblicitarie. Ipervalorizzazioni di aspetti anche minimi.

Nell'arte dal secondo 900 in poi (e anche prima in Duchamp e altri) l'opera d'arte visiva pare impoverirsi, raffreddarsi, eccessivamente semplificarsi. Se ne può parlare?

Allora, per prima cosa desidero che si provi la sensazione pura del confronto tra 5 opere ancora "ricche" e, nel post successivo, 5 opere "impoverite".

I commenti a dopo (per favore, non intervenire prima che abbia postato almeno il 2° intervento :rolleyes:)
 

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Ed ecco 5 opere opposte, dal punto di vista della elaborazione.
Personalmente sento molto vuoto e non "capisco" perché dovrei soffermarmi davanti ad ogni opera.
Mostre da visitare con i pattini?
 

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Una certa complessità ora non è di moda e pare dia persino fastidio
(Jorn, Clemente, Corneille, Singier - grafica -, Manessier)
 

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Gino, io capisco bene il tuo punto di vista, a volte certe domande me le pongo anche io. E te lo scrivo col pongo in mano. Ma il '900 e' stato il secolo di Duchamp , di Picasso che hanno iper semplificato in molti casi. Dobbiamo ridiscutere tutto? Io nn credo. Certo possiamo dire che certe cose nn ci piacciono per carità, è' anche legittimo. Inoltre molte cose del '900 nn sono arte. Ma chi segue i concetti e la storia accetta anche il materiale più ostico ed arido, che magari in futuro verrà ridiscusso, chi lo sa. E SOPRATTUTTO il 900 e' stato il secolo della velocità e della sintesi, dei progressi tecnologici e l'arte inevitabilmente incamera tutto questo , che piaccia o no...

Aggiungo: quindi preparati che peggiora...
 
Y.Klein Antonello Viola,spalletti, Pinelli, Bruno Mangiaterra
 

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Gino, io capisco bene il tuo punto di vista, a volte certe domande me le pongo anche io. E te lo scrivo col pongo in mano. Ma il '900 e' stato il secolo di Duchamp , di Picasso che hanno iper semplificato in molti casi. Dobbiamo ridiscutere tutto? Io nn credo. Certo possiamo dire che certe cose nn ci piacciono per carità, è' anche legittimo. Inoltre molte cose del '900 nn sono arte. Ma chi segue i concetti e la storia accetta anche il materiale più ostico ed arido, che magari in futuro verrà ridiscusso, chi lo sa. E SOPRATTUTTO il 900 e' stato il secolo della velocità e della sintesi, dei progressi tecnologici e l'arte inevitabilmente incamera tutto questo , che piaccia o no...

Aggiungo: quindi preparati che peggiora...

Nel nostro tempo pare quasi che l'arte più interessante siano i cartelli stradali. L'attenzione li legge il più rapidamente possibile, poi li butta via. Io capisco che sia sempre più difficile trovare il tempo per leggersi Guerra e Pace o tutto Proust. Non è che passiamo la sera a pettinare le bambole, guarda qua, è l'una e sto scrivendo.
Però trovo che questi artisti siano in odore di mistificazione. E narcisismo improduttivo. Non è che non siano sinceri: un amico, insegnante d'Accademia, è passato da olii di Venezie seriose e un po' attardate ad astratti grassi di materia, fatti di 4 pennellatone incrociate (v.), ed è infine giunto ad anemici disegni che mi han fatto preoccupare per il suo stato mentale.
Lui è sincero. Ma forse non basta, no?
Che poi, a me, delle masturbazioni grafiche di chi fa un segnetto, una traccia, poi si mette a contemplarla -Oddio, che cosa ho creato!-, ecco, io proprio non ho tempo, ho capito che il pavimento è importante, ma la si costruisce sta benedetta casa o stiamo a filosofare sulla mancanza del tetto?
Perché quando si parlava con Nino Ovan delle sue strutture (v.), più o meno parallelepipedi sballati costruiti col tondino, o alluminio, lui di parole ne diceva, ci friggeva sopra, alle sue opere. E io impassibile, magari mosso a pietà.
Poi, anni dopo, era molto orgoglioso dei suoi acquarelli di tabià o tabiè (v.).

Boh.
 

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Quale delle due immagini è più ricca? Quale racconta di più dell'uomo?
 
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La direzione di ricerca può rivolgersi al grande o al piccolo, di questi tempi in arte è di moda rivolgersi al piccolo ma le mode cambiano.
 
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La direzione di ricerca può rivolgersi al grande o al piccolo, di questi tempi in arte è di moda rivolgersi al piccolo ma le mode cambiano.

Mi piace la sintesi OK! e contestualmente la non banalità con cui ti sei espresso.. ed in parte condivido la tua opinione...

Oltre ad un'attenzione al "particolare" rispetto all'universale, per lo meno in alcuni movimenti o "esplorazioni", vedo anche una ricerca di "essenzialità" eliminando il superfluo fino a "condensare" l'opera in poche tracce.

Chiarimente occorre distinguere la direzione di ricerca convincente e motivata di spessore, dalle mistificazioni o da un opportunismo superficiale e furbesco, e questo dipende ovviamente anche dal tempo che noi dedichiamo per capirlo, ma dobbiamo anche ammettere di avere criticato il manierismo eccessivo di alcuni artisti "tutta tecnica", che comunque producono opere "ricche" e "colte".

Del resto oltre a Guerra e Pace o Proust esiste anche "m'illumino d'immenso"...
 
Ultima modifica:
Nei suoi disegni tecnici Leonardo resta sì lui, però il suo scopo è di indagare a proposito di una certa invenzione ed illustrarla.
Poi quando fa la Vergine delle rocce tutto questo passa in secondo piano, ed ha uno scopo diverso.
Nel momento in cui viene prodotta la scarpa: tutta l'attenzione va e deve andare a lei.
Poi, al momento dell'uso, la scarpa migliore è quella che non si fa notare proprio ("calza come un guanto").
 
Comunque, se all'uscita della Cappella Sistina ti espongono un Griffa o uno Spalletti, il confronto lo fai. Lo senti, anzi.

Non mi interessa stare a giudicare, eh! Mi interessa che ciascuno ponga a confronto le sensazioni, l'esperienza che ha di fronte a certe opere "ricche" in rapporto con la situazione opposta delle opere "povere".
 
Comunque, se all'uscita della Cappella Sistina ti espongono un Griffa o uno Spalletti, il confronto lo fai. Lo senti, anzi.

Non mi interessa stare a giudicare, eh! Mi interessa che ciascuno ponga a confronto le sensazioni, l'esperienza che ha di fronte a certe opere "ricche" in rapporto con la situazione opposta delle opere "povere".

Io avvicinerei come paragone la Cappella Sistina ai Sette Pilastri Celesti di Kiefer. In questo caso devo dire che la visione di entrambe mi hanno emozionato.
 
Comunque, se all'uscita della Cappella Sistina ti espongono un Griffa o uno Spalletti, il confronto lo fai. Lo senti, anzi.

Non mi interessa stare a giudicare, eh! Mi interessa che ciascuno ponga a confronto le sensazioni, l'esperienza che ha di fronte a certe opere "ricche" in rapporto con la situazione opposta delle opere "povere".

Da persona curiosa e piuttosto "onnivora":eek: e non radicale anche nell'ambito dell'arte, sono esperienze che soddisfano entrambe ad esigenze che provo in momenti diversi della mia esistenza.
Vivo le opere "ricche" con lo spirito della "vacanza"... non voglio essere riduttiva, ma è per dare il senso dello "straordinario" come fuori dall'ordinario... danno risposta ad una sfera anche molto emotiva, la grandezza, lo stupore, la meraviglia l'ammirazione legata ad un istante da congelare, come altre esperienze totalizzanti.

Nel quotidiano ho esigenza di spazi non troppo pieni, luce e colori tenui, ambienti sobri e rassicuranti, da qui la ricerca di lineartà, essenziale, forse nel rigore e nella razionalità trovo un modo per controllare e guidare la mia emotività... ma mi fermo prima che diventi una seduta psicanalitica:p:p

P.S. Spero di non essere uscita fuori tema... :mmmm:
 
Da persona curiosa e piuttosto "onnivora":eek: e non radicale anche nell'ambito dell'arte, sono esperienze che soddisfano entrambe ad esigenze che provo in momenti diversi della mia esistenza.
Vivo le opere "ricche" con lo spirito della "vacanza"... non voglio essere riduttiva, ma è per dare il senso dello "straordinario" come fuori dall'ordinario... danno risposta ad una sfera anche molto emotiva, la grandezza, lo stupore, la meraviglia l'ammirazione legata ad un istante da congelare, come altre esperienze totalizzanti.

Nel quotidiano ho esigenza di spazi non troppo pieni, luce e colori tenui, ambienti sobri e rassicuranti, da qui la ricerca di lineartà, essenziale, forse nel rigore e nella razionalità trovo un modo per controllare e guidare la mia emotività... ma mi fermo prima che diventi una seduta psicanalitica:p:p

P.S. Spero di non essere uscita fuori tema... :mmmm:
Invece hai centrato un aspetto importante.
L'arte antica veniva inserita in chiese e palazzi, più qualche villa. Il contadino nella sua casupola arte non ne aveva.
Dunque arte con grandi spazi. Non tutta, ce n'era anche per uso privato. Ma sempre in un contesto in cui persino i mobili dovevano imporsi come oggetto di attenzione, quasi come individualità: tanto di più negli spazi non c'era. Stimoli pochi, soprattutto in qualche abito. Tanto che gli stimoli stessi erano divenuti in certo senso peccaminosi.
Per dire dell'influenza degli spazi sociali.
Ora abbiamo case più piccole e veramente, però, al servizio delle persone (quello pratico, non quello estetico). E sovraccarico di stimoli visivi, per es. televisori e computer. Ma anche una dispersione dell'attenzione sempre maggiore.
Non tiro conclusioni. Mi interessa quello che viene detto.
 
L'arte attuale non è ne più povera ne più ricca di quella precedente o di quella antica, è semplicemente diversa, è lo specchio dei nostri tempi come lo era per le generazioni passate....

D'altra parte l'artista non è altro che un media che deve tradurre in arte lo spirito, le filosofie, i modi di pensare e di stare al mondo dell'umanità in cui vivono, almeno così la interpreto...
 
L'arte attuale non è ne più povera ne più ricca di quella precedente o di quella antica, è semplicemente diversa, è lo specchio dei nostri tempi come lo era per le generazioni passate....

D'altra parte l'artista non è altro che un media che deve tradurre in arte lo spirito, le filosofie, i modi di pensare e di stare al mondo dell'umanità in cui vivono, almeno così la interpreto...

Non semplifichiamo l'insemplificabile, non facciamo marmellate.
Se io chiedo: l'arte del passato richiedeva più tempo per l'esecuzione rispetto a quella di oggi? la questione è oggettiva. Che quella di oggi sia diversa non cambia nulla per la risposta.
Ugualmente, se chiedo: il pigmento in tubetto è più semplice da usare rispetto alle antiche elaborazioni? Anche qui il prodotto ottenuto col colore non cambia la risposta.

Io ho chiesto se l'arte di oggi contiene, per esempio sulla superficie di un quadro, un numero minore (come sembra) di stimoli comunicativi, per cui potrebbe essere fruibile in molto minor tempo.
Se mi rispondi che è lo specchio dei nostri tempi mi salti la risposta, oppure la dai scontata e spiacevole, e la difendi.
Non serve. Prima conoscere, poi giudicare, no?
 
Non semplifichiamo l'insemplificabile, non facciamo marmellate.
Se io chiedo: l'arte del passato richiedeva più tempo per l'esecuzione rispetto a quella di oggi? la questione è oggettiva. Che quella di oggi sia diversa non cambia nulla per la risposta.
Ugualmente, se chiedo: il pigmento in tubetto è più semplice da usare rispetto alle antiche elaborazioni? Anche qui il prodotto ottenuto col colore non cambia la risposta.

Io ho chiesto se l'arte di oggi contiene, per esempio sulla superficie di un quadro, un numero minore (come sembra) di stimoli comunicativi, per cui potrebbe essere fruibile in molto minor tempo.
Se mi rispondi che è lo specchio dei nostri tempi mi salti la risposta, oppure la dai scontata e spiacevole, e la difendi.
Non serve. Prima conoscere, poi giudicare, no?

Beh caro Gino, secondo il mio punto di vista, sicuramente l'Arte del passato, anche non troppo lontano, richiedeva molto più tempo di esecuzione, quindi era più "ricca"--se pensiamo ai Pre Raffaelliti o a pittori come Alma Tadema ..ed era anche ricca di simboli più o meno palesi....idem con patate per la preparazione tecnica dei supporti e dei colori: questo è poco ma sicuro, poi secondo me, con l'avvento della fotografia, il declino della Chiesa come committente, il cinema... ed un sacco di altre ragioni, le cose sono cambiate, e continueranno a cambiare..se dovesse scoppiare una guerra nucleare, e l'umanità sparisse quasi del tutto..dopo qualche decennio forse avremmo ancora i graffiti e si ricomincerebbe daccapo. Ma detto questo...non mi sento di disprezzare l'Arte odierna solo perchè è di più semplice esecuzione ( a parte che c'è ancora una piccola minoranza di Artisti "minuziosi" vedi gli iper figurativi, che vanno addirittura " oltre" la fotografia.)...è semplicemente un'Arte diversa, figlia dei nostri tempi, che ci piaccia o no, poi se vuoi dire che c'è in giro un sacco di m...a, sono d'accordo, ma forse c'è sempre stata e a noi sono, giustamente, arrivati solo i lavori pregevoli... Buona serata! ;)
 
Maurizio Nannucci feat. Oscar Wilde
 

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Mi piace la sintesi OK! e contestualmente la non banalità con cui ti sei espresso.. ed in parte condivido la tua opinione...

Oltre ad un'attenzione al "particolare" rispetto all'universale, per lo meno in alcuni movimenti o "esplorazioni", vedo anche una ricerca di "essenzialità" eliminando il superfluo fino a "condensare" l'opera in poche tracce.

Chiarimente occorre distinguere la direzione di ricerca convincente e motivata di spessore, dalle mistificazioni o da un opportunismo superficiale e furbesco, e questo dipende ovviamente anche dal tempo che noi dedichiamo per capirlo, ma dobbiamo anche ammettere di avere criticato il manierismo eccessivo di alcuni artisti "tutta tecnica", che comunque producono opere "ricche" e "colte".

Del resto oltre a Guerra e Pace o Proust esiste anche "m'illumino d'immenso"...

:bow::bow::bow: proprio questo é il punto. L'arte é creatività, e non é detto che la creatività debba essere prolissa e complicata o estremamente descrittiva. Può essere anche estremamente sintetica, e una parte dell'arte contemporanea é proprio questo. Bisogna conviverci ed accettarlo: noi non diciamo che Ungaretti non é poesia perché sono 3 parole no?
 
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