Alessandro Celli
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"Questa non è stata una mostra (ludica) né ha preteso di esserlo. E' stato invece il tentativo di trasformare il luogo «galleria d'arte» in un altro luogo, nel caso specifico una palestra di ginnastica (invito al movimento). Nel corso della serata qualche visitatore ha realmente chiesto se si effettuassero corsi settimanali, in quali giorni, la retta delle lezioni, ecc. Ciò mi è servito per considerare con minore riverenza, ma con più fantasia e libertà, il mio lavoro, quello degli altri, e lo stesso spazio in cui operare" (Fabio Sargentini).
Poi mi importa meno, ma è giusto ricordare che è stato partecipe del rinnovamento dell’arte contemporanea alla fine degli anni Sessanta.
Nel 1967 Mattiacci esordisce con la prima mostra personale a Roma alla galleria La Tartaruga, presentando un tubo flessibile di 150 metri di ferro nichelato verniciato giallo “Agip” che modifica lo spazio e invita il pubblico a modificarlo. In quegli anni si sentiva la necessità di spazi reali per l’arte contemporanea, che permettessero maggiore libertà di azione.
La galleria L’Attico-garage di Fabio Sargentini segna un punto di svolta: Mattiacci nel ’69 ci entra con un compressore a schiacciare un percorso di terra pozzolana.
In occasione della biennale di Parigi del ’67, Pino Pascali presenta a Mattiacci il gallerista e mercante d’arte Alexandre Jolas: nasce così la possibilità di esporre il proprio lavoro fuori dall’Italia, a Parigi e New York.
Eppoi, visto che ci si illumina gli occhi quando si legge solo il nome di Prada, beh, eccolo qui:
ELISEO MATTIACCI | Fondazione Prada
ma poco ancora mi importa, nemmeno di Prada
Poi mi importa meno, ma è giusto ricordare che è stato partecipe del rinnovamento dell’arte contemporanea alla fine degli anni Sessanta.
Nel 1967 Mattiacci esordisce con la prima mostra personale a Roma alla galleria La Tartaruga, presentando un tubo flessibile di 150 metri di ferro nichelato verniciato giallo “Agip” che modifica lo spazio e invita il pubblico a modificarlo. In quegli anni si sentiva la necessità di spazi reali per l’arte contemporanea, che permettessero maggiore libertà di azione.
La galleria L’Attico-garage di Fabio Sargentini segna un punto di svolta: Mattiacci nel ’69 ci entra con un compressore a schiacciare un percorso di terra pozzolana.
In occasione della biennale di Parigi del ’67, Pino Pascali presenta a Mattiacci il gallerista e mercante d’arte Alexandre Jolas: nasce così la possibilità di esporre il proprio lavoro fuori dall’Italia, a Parigi e New York.
Eppoi, visto che ci si illumina gli occhi quando si legge solo il nome di Prada, beh, eccolo qui:
ELISEO MATTIACCI | Fondazione Prada
ma poco ancora mi importa, nemmeno di Prada