Alessandro Celli
Nuovo Utente
- Registrato
- 23/10/09
- Messaggi
- 34.333
- Punti reazioni
- 863
Azionismo viennese
Questa volta, cari miei, ho fatto veramente molta fatica a reperire immagini che non possano turbare la vostra nottata, ma visto che di tale movimento si è raramente trattato in questo luogo ed è ben più facile parlare ed osservare le opere di Marina Abramović, Gilbert & George, Dennis Oppenheim, Urs Lüthi, Vito Acconci, Gina Pane, Hermann Nitsch (ma andate a vedere anche fino a dove si spinsero) e parzialmente anche quelle di Arnulf Rainerk:
Vi chiedo se avete mai approfondito tale corrente, visto che il 7 giugno del 1968 all’università di Vienna gli azionisti realizzarono la performance «Kunst und Revolution» ed è innegabile che abbia lasciato un segno indelebile nelle culture artistiche successive, provate a fare qualche ricerca in autonomia per vedere dove Vi portano e rimarrete forse sorpresiritrovando riferimenti anche nel vostro amato Luigi Ontani.
E mi riferisco ad Artisti del calibro di
Lo scrittore Paolo Tonini disse :
“In fondo in quei favolosi anni Sessanta del boom economico la felicità si comprava a rate, per la prima volta nella storia la grande massa dei produttori poteva soddisfare bisogni non più legati alla necessità di sopravvivere.
Nasceva la società dei consumi e con essa l’uomo medio, l’uomo della strada: a lui si rivolgevano la pubblicità e le ricerche sociologiche, per sondarne i più segreti desideri e crearne di nuovi.
Un uomo senza cultura e senza memoria, protagonista di quella mutazione antropologica che per Pasolini costituiva un processo irreversibile.
Una mutazione che si fondava prima di tutto sulla rimozione del corpo.”
Se vi va proseguiamo, diversamente la chiudo qui.
Questa volta, cari miei, ho fatto veramente molta fatica a reperire immagini che non possano turbare la vostra nottata, ma visto che di tale movimento si è raramente trattato in questo luogo ed è ben più facile parlare ed osservare le opere di Marina Abramović, Gilbert & George, Dennis Oppenheim, Urs Lüthi, Vito Acconci, Gina Pane, Hermann Nitsch (ma andate a vedere anche fino a dove si spinsero) e parzialmente anche quelle di Arnulf Rainerk:
Vi chiedo se avete mai approfondito tale corrente, visto che il 7 giugno del 1968 all’università di Vienna gli azionisti realizzarono la performance «Kunst und Revolution» ed è innegabile che abbia lasciato un segno indelebile nelle culture artistiche successive, provate a fare qualche ricerca in autonomia per vedere dove Vi portano e rimarrete forse sorpresiritrovando riferimenti anche nel vostro amato Luigi Ontani.
E mi riferisco ad Artisti del calibro di
- Günter Brus
- Rudolf Schwarzkogler
- Otto Mühl
Lo scrittore Paolo Tonini disse :
“In fondo in quei favolosi anni Sessanta del boom economico la felicità si comprava a rate, per la prima volta nella storia la grande massa dei produttori poteva soddisfare bisogni non più legati alla necessità di sopravvivere.
Nasceva la società dei consumi e con essa l’uomo medio, l’uomo della strada: a lui si rivolgevano la pubblicità e le ricerche sociologiche, per sondarne i più segreti desideri e crearne di nuovi.
Un uomo senza cultura e senza memoria, protagonista di quella mutazione antropologica che per Pasolini costituiva un processo irreversibile.
Una mutazione che si fondava prima di tutto sulla rimozione del corpo.”
Se vi va proseguiamo, diversamente la chiudo qui.