Land art, arte ambientale, public art.

Macho678

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Allora voglio introdurre questo argomento che mi affascina molto.
Parto dal presupposto che sono appassionato di street art e, studiandola, mi sono sempre chiesto da dove è nata e perché . Una delle peculiarità della street art era, oltre a ad altre, quella del rifiuto dell'arte museale come sede espositiva (poi ci fu chi al contrario introdusse clandestinamente la street art nei musei ..Bansky, ma è un altro discorso),.Leggendo e approfondendo si viene a sapere che c'era già chi prima di loro aveva avuto questo approccio di rifiuto e aveva messo in discussione la nozione tradizionale di oggetto artistico, così come l'autorevolezza del suo contesto. Gli artisti trovarono alternative alle gallerie e ai musei utilizzando altri tipi di edifici urbani o lavorando all'aperto.
Gia' dalla fine degli anni 50 molti artisti si confrontarono con questo nuovo modo di fare arte, di utilizzare lo spazio urbano vuoto (contrapposto ai musei colmi di opere) come scrisse Michael Heizer "I musei e le collezioni sono stracolmi, i pavimenti stanno cedendo, ma lo spazioreale esiste".
Però se vogliamo dare una data istituzionale che da inizio alla Land Art come Movimento artistico ,necessariamente dobbiamo prendere come riferimento due date: il 1968 con una mostra alla Dwan Gallery di New York dal titolo "earthworks" e la mostra "Earth Art" del 1969 allestita all'Andrew Dickinson White Museum e a cui parteciparono: Robert Smithson, Gunther Uecker, Hans Hawke, Jan Dibbets, Richard Long, Dennis Oppenheim, Tom Leavitt e Nei Jenney.
Altri esponenti di spicco ( di questa prima generazione di land artist) furono, Walter De Maria, Michael Heizer, Nancy Holt, Hamish Fulton, Robert Morris.
Poi ovviamente ci furono artisti che o provenendo da altri movimenti (minimalismo, body art, femminismo) o utilizzando parzialmente gli strumenti della land art possono essere ascritti come facenti parte di questo movimento (che possiamo allargare al termine di arte ambientale) e qui la lista si amplia con nomi del calibro di: Carl Andre, Ana Mendieta, Christo, Richard Serra, joseph Beuys e altri...
in italia la più grande opera di Land art di un'artista italiano é sicuramente il Cretto di Gibellina di Alberto Burri.

qui sotto:
Dennis Oppenheim, Richard Long, Michal Hezier, Walter Demaria, Robert Smithson
 

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Christo, Ana Mendieta, Jan Dibbets, john Baldessari
 

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un po di informazioni sugli artisti

Robert Smithson
ROBERT SMITHSON (1938-1973), artista Americano, è nato a Passaic nel New Jersey, USA, il 2 gennaio 1938. Morì in texas il 20 luglio 1973, all’eta di 35 anni.
Dall’ inizio del 21 ° secolo, per oltre trent'anni, Robert Smithson rimane uno dei più influenti e originali artisti, la cui voce ha avuto un notevole impatto sugli artisti della sua generazione e continua a farlo oggi. Il suo complesso di idee si è radicato in molte forme: disegni, sculture, earthworks, film, scritti critici, progetti e proposte. Ha ridefinito il linguaggio della scultura. Le opere di Smithson, come artista e scrittore, ridefinirono le convenzioni e la sua arte ha prodotto delle opere che non possono essere facilmente classificate. Ha utilizzato materiali come gli specchi, le mappe, cave abbandonate, gli alberghi, grosse quantità di terra per produrre le sue radicali sculture. E’ stato uno dei fondatori della forma d'arte conosciuta come land art o earthworks, e soprattutto noto per la Spiral Jetty, 1970, che si trova nel Grande Lago Salato, Utah.

Smithson ha sviluppato un corpo significativo di lavoro che affronta i temi della complessità e della contrapposizione: natura / cultura (Aerial Map-Proposta di Dallas - Fort Worth Airport), la lingua come materiale (Heap di lingua), lo spazio e il tempo (Spiral Jetty Film), i monumenti e l’anti-monumento (land art, come la Spiral Jetty), lo spostamento di un punto di riferimento(Mappa di Broken Glass, Atlantis). Gli specchi sono stati gli elementi principali nelle prime strutture di Smithson e hanno continuato a svolgere un ruolo importante nella sua successiva Nonsites e Displaments, iniziata nel 1968. Egli disse, "lo specchio è un oggetto e i suoi riflessi sono un concetto di astrazione, uno spostamento di proprietà". Nonsite - Pine Barrens, New Jersey, è stato il primo Nonsite di Smithson. Fù costruito nell’inverno del 1968, in una remota regione del sud New Jersey. A riguardo della ricerca dei siti, che iniziò nel 1965, ha dichiarato: "Ho iniziato in un modo molto primitivo; da alcuni siti ero maggiormente attratto, siti che erano stati in qualche modo degradati dal tempo o polverizzati. Ero veramente alla ricerca della denaturalizzazione ancora prima della bellezza paesaggistica. Quando si intraprende un viaggio si ha bisogno di dati precisi e io spesso uso mappe quadrangolari; la mappatura seguì sempre i miei viaggi" (da discussioni con Heizer, Oppenheim, Smithson - gli scritti di Robert Smithson - ). I Nonsites di Smithson furono radicali sia nell’idea che nella costruzione. Il Nonsite era una mappa, un 'Landmarker'. Questi pezzi sono stati costruiti principalmente con materiali naturali , oppure con resti di edifici crollati. A volte i materiali di un sito sono stati portati in galleria situandoli in bidoni o in formazioni di specchi.
Concettualmente il Displacement è differente dal Nonsites. Il Displacement erano opere che incorporavano specchi o strutture costruite da elementi naturali temporaneamente situati nel luogo, come Displacement Yucatan Mirror, 1969, Mirror Displacement (Brambles), Inghilterra, 1969. Queste opere non sono state create con l’intento di essere permanenti come Smithson aveva detto in Fragments of a Conversation: "Io non lascio lì gli specchi. Li riprendo. E’ diverso dal site / nonsite...é un altro livello del processo che sto esplorando. Un diverso livello di contaminazione".
Smithson ha sviluppato un'ampia gamma di opere fotografiche, nessuna delle quali trattate con una composizione tradizionale. Nel 1970 Smithson ha spostato il suo lavoro al di fuori della galleria concentrandosi interamente sugli Heartworks come la Spiral Jetty. Holt Nancy , artista e moglie di Smithson , ha detto di Spiral Jetty: "Nella sua scala di idee, questa scultura incarna lo spirito di alcuni dei grandi monumenti delle civiltà passate ed è, allo stesso tempo, contemporanea come concetto ed esecuzione".
Smithson ha permesso alla Land Art di far fronte alle preoccupazioni relative all'arte in terra, mentre contemporaneamente produce una forma d’arte non commerciale che si pone al di fuori degli spazi tradizionali di visualizzazione. La Land Art, con l'eccezione di Emmen Hill / Broken Circle, che è stato costruito in uno spazio pubblico in Olanda, sono conosciuti dalla maggior parte solo attraverso le fotografie.
L’artista morì tragicamente durante una ricognizione aerea nel 1973 a soli trentacinque anni mentre cercava un luogo adatto ad un progetto di Land Art.
La poetica delle opere di Smithson si fonda sull'esperienza creativa nata nell’ambito dell’arte concettuale: il suo significato profondo, infatti, non sta nel concetto di opera prodotta, la quale condivide con le performance sia il carattere effimero che la documentazione affidata alla fotografia e alle riprese video, ma nel suo pensiero che la ispira e che nella modificazione del paesaggio vede l’opportunità per definire la relazione tra l’uomo e la natura, tra lo spazio e il tempo. È il concetto di “site-non site” ideato da Smithson, l’opera possiede principalmente due dimensioni: una all’aperto difficilmente accessibile e apprezzabile a causa delle dimensione e del luogo impervio in cui è posta, e l’altra mentale e concettuale, cioè quella che si trova nel museo e che cerca di completare l’altra. Smithson fu ispirato dalla visione del Great Serpent Mound State Memorial, nell'Ohio sudoccidentale, un sinuoso tumulo di terra dal rilievo intricato che cinge una dorsale che corre parallela al Bear Creek per oltre 400 metri. Il tumulo sarebbe opera della cultura di Adena, che fiorì nella zona attualmente occupata da Ohio, Kentucky e West Virginia nel I millennio a.C. Insoddisfatto dallo status quo, Smithson non si limita ad una forma d'arte o di stile. Andò oltre le tendenze ermetiche del modernismo abbandonando il formalismo, le regole e i materiali tradizionali dell’arte. L’Entropia, è stato un tema costante in tutta l'arte di Smithson e dei suoi scritti. Ha esplorato le sue idee che comportano degrado e rinnovamento, il caos e l'ordine attraverso il quale divenne noto con il suo Nonsites e Heathworks. Smithson ha parlato a lungo nelle sue interviste e saggi su entropia e la sua nozione del tempo. In Entropy and the New Monuments ha scritto "... l'espansione urbana incontrollata, e l'infinito numero di abitazioni prodotto dal boom economico del dopoguerra ha contribuito all’ architettura di entropia" inoltre: "l'entropia è una condizione che si sta muovendo verso un graduale equilibrio ", spiegò che nella sua arte cercava di rappresentare l’entropia dell’esistenza, il tentativo umano di contrapporsi inutilmente a quest’entropia e i meccanismi che relazionano l’uomo, essere finito e mortale, con la natura, concetto invece che sfiora l’infinito e l’illimitato.


opere principali

Asphalt Rundown, Roma, Italia, Ottobre, 1969.
Situata nei pressi di Roma nel 1969, quando fece scaricare da un camion una colata di asfalto sul ciglio di una cava abbandonata (Asphalt Rundown) evoca in noi, oggi, non tanto le considerazioni formali che Smithson probabilmente si prefiggeva quanto l’immagine triste e troppe volte vista di uno scarico abusivo di materiale inquinante. Smithson, del resto, non ha mai nascosto il suo scarso interesse per la natura in quanto tale. Coerentemente, egli stesso dichiara di preferire alle «bellezze naturali» i luoghi che sono stati stravolti, deturpati, e snaturati dall’intervento umano.

Glue Pour, Vancouver, Canada, Dicembre, 1969

Partially Buried Woodshed, Kent, Ohio, Gennaio, 1970.
Era una baracca semisepolta sotto un cumulo di detriti che cedeva gradatamente per il troppo peso.

Spiral Jetty, Rozel Point, Great Salt Lake, Utah, Aprile, 1970
Quest’opera consiste in una mastodontico molo a spirale della lunghezza di quattrocento metri, realizzata dall’artista Robert Smithson in un lago salato nello stato americano dello Utah.
Tale lago è abitato da microscopici microrganismi che durante le varie stagioni dell’anno mutano colore, di modo che anche l’opera cambi colore a seconda del periodo. Gli agenti atmosferici che erodono l’opera con il passare degli anni, infatti, sono molto importanti per Smithson e quindi parte integrante dell’opera fin dalla sua progettazione. Inoltre anche tutta la parte progettuale dell’opera e quella di documentazione (video, fotografie, documentari, schizzi) sono per l’artista come l’altra faccia dell’opera monumentale. E’ il concetto di "site – non site" ovvero “sito non sito" ideata da Smithson, ovvero l’opera di land art ha due dimensioni: una all’aperto, fisica, completamente materiale, difficilmente accessibile e apprezzabile a causa delle dimensioni e del luogo impervio in cui è posta, e l’altra mentale e concettuale, che sfiora la smaterializzazione dell’opera: è quella che si trova nel museo e completa l’altra. Sono i due lati di una stessa medaglia. La forma stessa dell’opera, una spirale è una forma aperta che, in termini di Gestalt, non si può comprendere senza accettare il concetto di infinito. Al contrario di tutti gli artisti minimalisti, che sono interessati ai volumi cubici, che hanno una Gestalt "chiusa", Smithson ha sempre dimostrato di preferire i volumi che implicano una progressione geometrica. Ci sono poi riferimenti a leggende che narrano la presenza nel lago di un enorme gorgo, del quale l’opera divenne il simbolo. Essa fu realizzata in un momento in cui la cultura underground manifestava uno spiccato interesse per i possibili significati esoterici dei monumenti preistorici, in particolare delle figurazioni del terreno. La misura determina l’oggetto, ma è la scala che determina l’arte. Una fessura nel muro, se vista in termini di scala e non di misura può diventare il Gran Canyon. Una stanza può trasformarsi nell’immensità del sistema solare. La scala dipende dalla capacità di essere coscienti delle realtà della percezione. Quando ci rifiutiamo di disgiungere la scala dalla misura, ci ritroviamo con un oggetto o un linguaggio che sembra certo. Per quel che mi riguarda, la scala opera attraverso l’incertezza. Essere nella scala di Spiral Jetty significa essere fuori. Se guardi davanti a te, la sua coda ti fa scendere a uno stato indifferenziato di materia. Se muovi lo sguardo verso il basso da un punto all’altro, scorgi, sui bordi interni ed esterni, cumuli fortuiti di cristalli di sale, mentre l’intera massa ripete l’irregolarità dell’orizzonte. E ogni cristallo cubico di sale ripete la Spiral Jetty in termini di reticolo molecolare cristallino. In un cristallo la crescita avviene intorno a un punto di spostamento, come in una vite. Spiral Jetty può essere considerata come uno strato all’interno della spirale del reticolo cristallino, ingrandito trilioni di volte. (Smithson, 1979).

Broken Circle, Emmen, Paesi Bassi, Estate, 1971

Spirale Hill, Emmen, Paesi Bassi, Estate, 1971

Amarillo Ramp, Tecovas Lago, Amarillo, Texas, 1973

Floating Island to Travel Around Manhattan Island, Manhattan Island,1970/2005


Record price:-
ROBERT SMITHSON (b. 1938, d. 1973)
Alogon #3
1967 Sculpture
€ 2.778.891 EUR
 
ANA MENDIETA

La cubana Ana Mendieta è una delle prime artiste latino-americane ad avere un ruolo significativo a New York negli anni ''70. Ed ora New York le dedica una grande retrospettiva Ana Mendieta: Earth Body, Sculpture and Performance 1972 -1985.
Mendieta nasce a L'Avana (Cuba) nel 1948. Ha un'infanzia felice, ma nel 1961 lei e la sorella Raquelin vengono sradicate e portate negli Stati Uniti, all'interno dell'operazione Peter Pan, un piano anticomunista per " salvare" i bambini cubani all'indomani della rivoluzione castrista. Inizia così un pellegrinaggio da un campo di rifugiati ad un orfanotrofio, o in famiglie adottive, che le procurerà una grave depressione.

Negli Stati Uniti sperimenta la vita quotidiana come cittadina di seconda classe.Tornerà a Cuba solo nel 1980, diciotto anni dopo il suo traumatico esilio. Nei successivi tre anni riuscirà a sviluppare stretti legami con la comunità di artisti emergenti entrando in contatto con la ricca tradizione Afro-Cubana. L'artista ha avuto un grande ruolo nello scambio culturale tra Cuba e il Nord America e fino ad oggi rimane l'unica cubana espatriata negli Stati Uniti ad aver partecipato a mostre nazionali a Cuba.

Durante gli studi presso l'Iowa State University avviene la scelta radicale di passare dal lavoro pittorico alle performances: "Nel 1972 realizzai che i miei dipinti non erano abbastanza reali per quello che io volevo comunicare con le immagini e per reali intendo il fatto che le mie immagini dovessero avere potere, essere magiche: questo fu il punto di svolta nella mia arte."
Proprio in Iowa viene a contatto con il movimento delle donne e questo influenza in modo forte la sua arte. Abbracciando gli ideali del femminismo, Mendieta fa una propria sintesi della Body Art e la Land Art sovvertendo i gesti monumentali dei land-artisti attraverso l'inserimento nel paesaggio del corpo umano.


Nei suoi primi lavori si confronta con la discriminazione, la violenza e lo stupro.
Dopo aver letto dello stupro e dell'assassino di una studentessa nel campus universitario, Mendiata reagisce artisticamente a questa violenza usando il proprio corpo: "sto lavorando conil mio sangue e il mio corpo". Due sono le performances nate da questo tragico fatto: una in un luogo aperto: Untitled (Rape Performance), 1973 e una in un ambiente chiuso.
Per quest'ultima, l'artista usa il proprio appartamento dove professori e studenti arrivano senza essere avvertiti che troveranno, nella penombra, il suo corpo nudo, legato e insanguinato, ricurvo su un tavolo. I suoi "invitati", turbati, commentano la scena. Il tutto viene ripreso in un servizio fotografico, così anche le reazioni del pubblico entrano nell'opera.

L'esclusione dal mondo dell'arte degli artisti di etnie diverse e delle donne, porta Mendieta a rivendicare in modo forte la propria identità trans-culturale. L'artista, nei suoi lavori, prende a prestito simboli e aspetti di pratiche rituali di antiche culture indigene delle Americhe, Africa ed Europa e vi incorpora elementi della natura e di riti sacrificali "primitivi" associati alla "santeria cubana".

Crea "siluetas"usando sangue, acqua, terra e fuoco; giocando sulla presenza e assenza percettibile del proprio corpo femminile. Usa materie deperibili per trattare i grandi temi della sua arte, come la morte, il desiderio e la rigenerazione. La sua ricerca artistica nel seguire e sperimentare nuovi generi non è casuale, ma è stimolata da un impulso a curare le proprie lacerazioni, è una forma di resistenza contro la morte affettiva e culturale del suo essere orfana ed esiliata.
Le sagome effimere del suo corpo vengono bruciate nel legno, segnate con il sangue, modellate con tumuli di terra, erba, polvere da sparo o fiori; galleggiano sulla corrente, eruttano come vulcani o si confondono con il paesaggio.

Così scrive Arianna De Genova delle opere di Mendieta in mostra a Roma nel febbraio 2004: "Un corpo incrostato di fango se ne sta tra le foglie, invischiato nella melma della palude. E' un corpo di donna, nudo ma appena percettibile in quello stagnare della natura. La visceralità del lavoro artistico di Ana Mendieta, cubana cresciuta a New York, morta giovanissima (nel 1985 cadde dal 35° piano dell'appartamento dove abitava ) dopo aver realizzato 70 tra cortometraggi, super8 e videotapes, è qualcosa che disturba lo spettatore. Ha a che fare con temi che spiazzano, come i riti della santeria o la lacerazione dello sradicamento dalla propria storia. E il body dell'artista, sempre e solo "impronta" magica, diventa elemento primario tra gli altri, terra con la terra, acqua con l'acqua, sangue col sangue. Si disidentifica tornando alla sua fisicità primordiale, energia pura. "

Al suo ritorno a Cuba crea le "Sculture rupestri" (1981), una serie di figure semiastratte scavate nella roccia tenera delle cave nel Parco Jaruco, alla periferia de L'Avana. L'artista da' loro nomi di antiche dee adorate dai Taino, un popolo indigeno dell'isola.

Tracce di queste sculture e di una foglia dipinta rimangono, come fragile ricordo dell'artista, in un museo a L'Avana.
Nel 1985 l'artista muore cadendo dal 35° piano in circostanze mai chiarite.
Carolee Schneemann, una delle prime artiste femministe, dice: " Vedo la sua morte come parte di una negazione del femminile. Come una grande metafora ci dice che non dobbiamo desiderare la profondità dell'erotismo femminile, la natura, la dedizione, la fusione. E' troppo corporeo. Troppo sacro. In una parola, la sua morte ha anche un significato simbolico. Muore qualcosa di più di Ana, quando lei muore."
L'arte di Ana Mendieta, anche se profondamente radicata nella sua esperienza personale, rivela infatti un desiderio appassionato di collegarsi a un'eredità umana più vasta e collettiva.
La sua opera continua ad ispirare i lavori di giovani artisti nel mondo.

record price

ANA MENDIETA (b. 1948, d. 1985)
Untitled (From the Fetish Series)
1977 Photographs
€ 134.052 EUR
 
se volete (e avete i soldi :) e spazio ) si può anche collezionare eh?!
 

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WALTER DE MARIA
Walter De Maria (Albany, 1º settembre 1935 – New York, 25 luglio 2013[1]) è stato uno scultore statunitense.

È uno dei principali esponenti della corrente artistica detta Land Art alla quale è passato dopo un’iniziale esperienza di scultore nell’ambito della Minimal Art (alcune sue opere di questo periodo, come “Balldrop” del 1961, si trovano al Guggenheim Museum di New York).

Tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso inizia a intervenire direttamente sul territorio con le sue monumentali earth sculptures: nel 1968, per esempio, disegna con la calce delle linee parallele all’interno del Mojave Desert, in California, mentre nel 1977, in occasione di documenta, la grande rassegna di arte contemporanea che si svolge a Kassel, in Germania, ogni cinque anni, fa penetrare nel terreno un’asta metallica per un chilometro.
La sua opera più famosa, però, rimane The Lightning Field (1977): in questa monumentale installazione posta in un angolo remoto del deserto del Nuovo Messico De Maria cerca la complicità della natura per mettere in scena un evento sempre straordinario. Dopo aver conficcato in verticale nel terreno 400 pali metallici appuntiti su un’area di circa 3 chilometri quadrati, ne sfrutta l’effetto-parafulmine durante i temporali raccogliendo e moltiplicando la potenza dei fulmini a servizio di un grandioso spettacolo di luce.
L’opera, destinata naturalmente a sparire col tempo, si offre alla fruizione solo mediante fotografie e video oppure direttamente, a coloro che desiderano assistere di persona all’evento. L’installazione, infatti, è visitabile da maggio a ottobre e il flusso turistico è regolato da norme molto rigide: dopo un viaggio di circa due ore, i pochi visitatori ammessi di volta in volta vengono sistemati in un ambiente di tre stanze a quaranta minuti dall’opera; all’altipiano si giunge su un fuoristrada ed è vietato fare fotografie e riprese con la videocamera.

record price
WALTER DE MARIA (b. 1935, d. 2013)
Circle-rectangle VII
Sculpture
€ 393.319 EUR
 
land art

ciao, fai bene ad introdurre questi temi.
tutti collezionano ma pochi ne parlano..io ho oppenheim del 69, ed ancora non comprendo perche il mercato mondiale non se ne sia accorto
visto che non si trovano piu "progetti" in giro, sai per caso se ci siano movimenti in ballo?ciao grazie f

WALTER DE MARIA
Walter De Maria (Albany, 1º settembre 1935 – New York, 25 luglio 2013[1]) è stato uno scultore statunitense.

È uno dei principali esponenti della corrente artistica detta Land Art alla quale è passato dopo un’iniziale esperienza di scultore nell’ambito della Minimal Art (alcune sue opere di questo periodo, come “Balldrop” del 1961, si trovano al Guggenheim Museum di New York).

Tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso inizia a intervenire direttamente sul territorio con le sue monumentali earth sculptures: nel 1968, per esempio, disegna con la calce delle linee parallele all’interno del Mojave Desert, in California, mentre nel 1977, in occasione di documenta, la grande rassegna di arte contemporanea che si svolge a Kassel, in Germania, ogni cinque anni, fa penetrare nel terreno un’asta metallica per un chilometro.
La sua opera più famosa, però, rimane The Lightning Field (1977): in questa monumentale installazione posta in un angolo remoto del deserto del Nuovo Messico De Maria cerca la complicità della natura per mettere in scena un evento sempre straordinario. Dopo aver conficcato in verticale nel terreno 400 pali metallici appuntiti su un’area di circa 3 chilometri quadrati, ne sfrutta l’effetto-parafulmine durante i temporali raccogliendo e moltiplicando la potenza dei fulmini a servizio di un grandioso spettacolo di luce.
L’opera, destinata naturalmente a sparire col tempo, si offre alla fruizione solo mediante fotografie e video oppure direttamente, a coloro che desiderano assistere di persona all’evento. L’installazione, infatti, è visitabile da maggio a ottobre e il flusso turistico è regolato da norme molto rigide: dopo un viaggio di circa due ore, i pochi visitatori ammessi di volta in volta vengono sistemati in un ambiente di tre stanze a quaranta minuti dall’opera; all’altipiano si giunge su un fuoristrada ed è vietato fare fotografie e riprese con la videocamera.

record price
WALTER DE MARIA (b. 1935, d. 2013)
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€ 393.319 EUR
 
ciao, fai bene ad introdurre questi temi.
tutti collezionano ma pochi ne parlano..io ho oppenheim del 69, ed ancora non comprendo perche il mercato mondiale non se ne sia accorto
visto che non si trovano piu "progetti" in giro, sai per caso se ci siano movimenti in ballo?ciao grazie f

guarda del mercato di oppenheim ci sono persone più competenti di me in questo forum e se vogliono ne possono parlare.
quello che ti posso dire io è che vedo difficile far diventare un progetto commerciale ciò' che nasce come un progetto anti-commerciale.
La land art nasce dal rifiuto di musei e collezioni, fa un'arte che nasce negli spazi aperti e molto spesso si disgrega col passare del tempo. L'unico modo di poter collezionare sono le fotografie e i progetti.
se tu vedi i land artist puri ( il gruppetto delle prime mostre) costano tutti ne' poco ne' tanto. Hanno record price (a parte un'exploit di smithson) che vanno da qualche decine di migliaia di euro a qualche centinaia di migliaia, però sotto i diecimila euro trovi poco. Questo è sintomo che il loro valore è reale e coerente, ma che sicuramente non c'è spazio per specula o grosse iperbole mercantili.OK!
 
guarda del mercato di oppenheim ci sono persone più competenti di me in questo forum e se vogliono ne possono parlare.
quello che ti posso dire io è che vedo difficile far diventare un progetto commerciale ciò' che nasce come un progetto anti-commerciale.
La land art nasce dal rifiuto di musei e collezioni, fa un'arte che nasce negli spazzi aperti e molto spesso si disgrega col passare del tempo. L'unico modo di poter collezionare sono le fotografie e i progetti.
se tu vedi i land artist puri ( il gruppetto delle prime mostre) costano tutti ne' poco ne' tanto. Hanno record price (a parte un'exploit di smithson) che vanno da qualche decine di migliaia di euro a qualche centinaia di migliaia, però sotto i diecimila euro trovi poco. Questo è sintomo che il loro valore è reale e coerente, ma che sicuramente non c'è spazio per specula o grosse iperbole mercantili.OK!

:clap::clap:

Condivido sull'aspetto economico, anche se forse...
...e leggo con interesse post motivati sugli argomenti
che conosco meno
 
Visto che in questi giorno non vedo l'ora che arriva l'estate.....Palm Island di Dubai è un esempio della moderna e attuale Land Art/Earth Art.

Oppure ho detto una cacchiata?:asd:
 
Visto che in questi giorno non vedo l'ora che arriva l'estate.....Palm Island di Dubai è un esempio della moderna e attuale Land Art/Earth Art.

Oppure ho detto una cacchiata?:asd:

sai che per me no? lo vedo come un progetto urbanistico speculativo e basta..manca proprio delle fondamenta concettuali della land art...
 
sai che per me no? lo vedo come un progetto urbanistico speculativo e basta..manca proprio delle fondamenta concettuali della land art...

Grazie per la risposta.
Il confronto con te è sempre costruttivo.;)

p.s: stavo pensando alle vacanze....quindi....l'ho sparata :D
 
Tom Leavitt e Nei Jenney, Dennis Oppenheim, Gunther Uecker, Jan Dibbets, Richard Long, Robert Smithson.
 

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un misto tra street art e land art....JR
 

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Nell'arena delle balle di Paglia a Cotignola

Sono di ritorno ora da "NELL?ARENA DELLE BALLE DI PAGLIA" a Cotignola manifestazione unica e che consiglio vivamente a tutti voi "Amici dell'Arte".

All'interno della manifestazione vi è una sezione dedicata alla "Land Art" di cui vi riporto il programma:

(spettacolo per 10 spettatori alla volta).
LAND ART
Noi abitiamo nel fiume dove le lucciole cantano, i pesci trasportano il
sole di notte, le fontane fanno i nidi nell’acqua, gli animali fantastici
ruminano nell’arte, e dove i paesaggi sognano di diventare necessari.
• Il Pesce nel sole, a cura dell’associazione culturale
Selvatica, di Alice Iaquinta e Gilberto Donati.
• La Fontana dei nidi d’acqua del CER, di Oscar
Dominguez e Claudio Lazzarini.
• Lucciomatiche di fiume di David Loom.
• Animalia, a cura dei partecipanti del workshop di
Oscar Dominguez.
• Concerto per lucciole che spunta dal Ponte Primola,
di Marco Morandi.
• Kusali, sculture di pane realizzate da Matteo Lucca.

Bellissimo a mio avviso il "Concerto per lucciole che spunta dal Ponte Primola"
di Marco Morandi.
 
Le opere di Michael Heizer ricordano i reperti antichi, sembrano appartenere a civiltà scomparse, probabilmente perchè il Land Artist ha subito l’influenza del padre archeologo. L’opera che lo consacrò fu senza dubbio Double Negative tra il ’69 e il ’70 ad Overton, nel Nevada. Realizzò due scavi identici vicini, ma separati da una gola, e spostò dalla loro sede più di 244.000 tonnellate di pietra arenaria e riolite per mezzo di esplosioni e bulldozer. Il risultato di tutto questo lavoro furono due incisioni, due strappi nella nostra terra ben visibili dall'alto, lunghe rispettivamente 230 e 100 metri, larghe 9 metri e profonde 15 metri.
Heizer non ha voluto conservare Double Negative in modo tale che la natura lo possa trasformare con il trascorrere del tempo.
 

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Le opere di Michael Heizer ricordano i reperti antichi, sembrano appartenere a civiltà scomparse, probabilmente perchè il Land Artist ha subito l’influenza del padre archeologo. L’opera che lo consacrò fu senza dubbio Double Negative tra il ’69 e il ’70 ad Overton, nel Nevada. Realizzò due scavi identici vicini, ma separati da una gola, e spostò dalla loro sede più di 244.000 tonnellate di pietra arenaria e riolite per mezzo di esplosioni e bulldozer. Il risultato di tutto questo lavoro furono due incisioni, due strappi nella nostra terra ben visibili dall'alto, lunghe rispettivamente 230 e 100 metri, larghe 9 metri e profonde 15 metri.
Heizer non ha voluto conservare Double Negative in modo tale che la natura lo possa trasformare con il trascorrere del tempo.

Che bellezza :clap::clap::clap:
 
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