Gianfranco Pardi

Ziigmund84

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Si parlava di Alfano...
Visto che ne ho visto uno che mi piace, cosa ne pensate di Pardi?
 
Si parlava di Alfano...
Visto che ne ho visto uno che mi piace, cosa ne pensate di Pardi?

Gianfranco Pardi è stato un grande Artista, ma proprio grande, negli 70 e 80. Poi purtroppo ha subito, a mio parere, una sorta di grave involuzione.
Se vuoi aprire un thread apposito, ne possiamo parlare perchè i suoi lavori più datati meriterebbero molta attenzione.
 
E' molto sottovalutato dal mercato, e purtroppo lo sarà sempre. Negli anni 70 ha prodotto molto di qualità, facendo molta ricerca, e di questo decennio ho visto molte opere assolutamente di rilievo. Alcuni anni fa Fumagalli e Gio Marconi si erano assicurati un centinaio di opere storiche; stava per partire un operazione in grande stile, poi però purtroppo Fumagalli e' mancato e tutto si è perso. Peccato, perché a mio parere Pardi poteva avere un grandissimo potenziale.
 
Quella di Gianfranco Pardi, nato a Milano nel 1933, è una figura di notevole interesse di pittore/scultore. Inizia a dipingere intorno al 1960 cercando, come tanti in quegli anni, una via di uscita dall'informale. Pur avendo vinto diversi premi tra cui il prestigioso San Fedele, in quel periodo non esprime granchè: solo una generica ricerca volta a superare la confusione informale. Ho trovato l'immagine di quest'opera del 1965:

pardi-gianfranco.jpg


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Diventa un Artista veramente straordinario quando dal 1970, liberando con forza tutta la sua formazione da architetto, "inventa" letteralmente una nuova espressione in ambito costruttivista. Teorizza il "pensiero costruttivo" cioè quel fare Arte che trova le forme nell'esperienza concreta. Costruisce, compone, progetta, definisce ogni quadro pensandolo come scultura. Fissa degli spazi architettonici immaginari. L'ambiente è quello minimal, concettuale. Ecco un'opera del 1973:

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Come è possibile vedere nelle opere che ho pubblicato sopra, l'idea di base è quella di "costruire" uno spazio e spesso Pardi prende come modulo proprio il quadrato (serve ricordare il concetto di razionalità, di semplicità della forma, Albers, Bauhaus, ecc.?) e da questo modulo, ripetuto, accostato, il pensiero trova la sua evoluzione. Al suo interno è possibile tracciare le diagonali, che sono non sono espressione individuale ma "traccia primaria". Le stesure di colore sottolineano i moduli: coincidenza visiva che sottolinea le ulteriori tracce che vengono fissate con i tiranti. Ecco: l'unicità di Pardi è in questa elegantissima composizione fatta di moduli, di tracce diagonali, si colori e di bellissimi tiranti.
Questi cavetti in acciaio, tesi, rigorosi, "trattengono, collegano, rafforzano pesi, strutture, meccanismi che non ci sono. Sono invece più propriamente il disegno di un'ansia che attraversa il lavoro di Pardi" (Accame). Io penso che questi lavori così semplici e così complessi possono stare accanto ai più grandi lavori dei più grandi Artisti di quel decennio: non sfigurano vicino a Castellani, a Bonalumi, a Uncini.

images


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Le opere di questo periodo che va dal 1973 al 1976 sono molto poche. Sono tutte molto belle, veramente notevoli per importanza, qualità ed eleganza.
Dal 1977, non ne conosco il vero motivo, Pardi decide di abbandonare questo lavoro. La sua ricerca diventa meno costruttivista, sempre rigorosa ma più poetica. Rimane sempre l'impronta dell'architetto che crea, ma le opere diventano più "piatte". E' il periodo delle Diagonali (il tema principale rimane) disegnate, lievissimi segni che sembrano tracce di pittura (Gregotti scrive : "tentativo di aderire, coincidere e nello stesso tempo distinguersi... tracce di una possibilità, del progetto, di un luogo pensato... ma anche traccia di realtà, si un presente nella memoria e negli atti... Non a caso il riferimento a questi lavori è a luoghi estremamente formalizzati, istituzionali, come "Tempio", "Museo", "Casa"... filtrato di memoria e di percezioni...). Insomma l'architetto colto che rivela gli spazi dell'Uomo.

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Questa "Casa" del 1980 l'ho rubata a Poleschi perchè non ne ho trovate altre.

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Questa "Abside" del 1981 fa parte della collezione delle Gallerie d'Italia (Milano - Banca Intesa)

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Dal 1983 Pardi cambia ancora. Rimane sempre fedele al suo tema delle Diagonali, ma introduce molto colore e semplifica le forme, non più tracce, ma "segni" forti, marcati.

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Sono la riproduzione di scenografie astratte, di architetture vere, installazioni che in parte esegue (non trovo immagini ma ha fatto una bella mostra da Marconi nel 1985) :

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Verso la fine degli anni 80 Pardi ritorna da una pittura più calda, meno schematica, spesso con interventi collage:

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ma a mio avviso anche sempre più anonima...

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Negli anni 2000, sempre fedele alle sue Diagonali, dipinge tele di medie dimensioni sempre però abbastanza piatte :

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Nel 2006 crea una grande scultura per Piazza Amendola a Milano:

"Danza"

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Come mostre più significative riporto parte di quelle che si trovano nel sito di Marconi:

Nel 1974, e in seguito nel 1993, partecipa alla XXVII Biennale del Palazzo della Permanente a Milano.
Nel 1981 è all'interno di due importanti mostre collettive come Linee della ricerca artistica in Italia 1960/1980, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, e Il Luogo della forma, al Museo di Castelvecchio di Verona.
Nel 1984 l'Università di Parma gli organizza una grande antologica e due anni più tardi partecipa con una personale alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano e alla Quadriennale di Roma.
Tra la fine degli anni ottanta e i primi dei novanta realizza le opere delle serie Cinema, Monk e Maschere, concentrandosi sull'utilizzo di supporti in ferro. Successivamente la sua ricerca artistica si indirizza sul tema della 'Montagna-Sainte Victoire', ispirata alle opere di Cézanne, e ai cicli intitolati Nagjma, ispirati alla luce e alla notte di Tangeri, e Box, ovvero lavori realizzati con scatole di cartone.
Nel 1998 Palazzo Reale a Milano ospita una sua personale. L'anno successivo gli vengono organizzate una serie di importanti mostre in Germania al Frankfurter Kunstverein di Francoforte, al Museo Bochum di Bochum e al Kulturhistorisches Museum di Stralsund.
Nel 2000 si apre la sua personale dal titolo Homeless alla Galleria Giò Marconi di Milano.» E' del 2002 la retrospettiva Sheets tenuta alla Galleria Fumagalli di Bergamo, mentre nel 2003 espone di nuovo alla Galleria Giò Marconi con una serie di lavori dal titolo Danza e Restauro.
Realizza nel corso della sua carriera numerose sculture per spazi pubblici e privati: 1988 Albergo Bellevue, Malcesine (Verona); 1995 Via XX Settembre, Roma; 1996 Nave Costa Vittoria, Genova; 1998 Casa Zanaria, Rue de Bièvre, Parigi; 1999 Soundtrack, SNAM San Donato Milanese (Milano); 2001 Box, Cascina Mangiagruppa Zeme Lomellina (Pavia); 2002 Sheet, ACF Contact Brembate Sopra (Bergamo); 2006 Danza, Piazza Amendola, Milano.
È membro dell’Accademia Nazionale di San Luca dal 2008.

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Gianfranco muore nel 2012 a Milano.
Era mio amico e gli volevo bene.
 
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