artiko
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... come suggerito da alcuni, credo che l'artista meriti un thread tutto suo nel quale si discuta della sua opera.
Personalmente sono molto affascinato dalla serie il movimento delle cose. Sono opere molto difficili da fotografare e, in ogni caso, le foto non rendono la meraviglia dei segni e del movimento ...
Alcuni stralci tratti dal catalogo della retrospettiva di Bochum:
"il movimento delle cose - il titolo me l'ha suggerito Francesco Leonetti, consiste proprio nella rappresentazione, metaforica naturalmente, di un destino o di un insieme di destini, biologici ed esistenziali. Sono i ritmi delle persone che si incontrano, si amano, pulsano e si muovono, cambiano. Andandosene alla fine come le foglie d'autunno verso una materialistica eternità che a me pare quella vera".
"Caratteristica principale della nuova serie di opere, che si inaugura agli inizi degli anni 90 con la sala alla Biennale di Venezia, è di uscire nuovamente e definitivamente non solo dalla forma-quadro, ma anche dall'opera a parete in quanto i segni, nel desiderio dell'artista di far viaggiare le sue tracce nello spazio reale, sono disposti su fogli di varia lunghezza che vengono tesi o lasciati cadere nell'ambiente, occupandolo secondo direzioni diverse diagonali o irregolari, rispetto alle pareti reali".
"In merito al materiale scelto l'artista dichiara: Una sera, andando a fare un dibattito a Salò per una mostra di un artista, ho detto: vorrei disegnare nell'aria, allora ho dovuto cercare il materiale. Prima ho pensato ad un materiale come la carta da disegno, poi è venuto fuori questo poliestere piccolo, infine ho trovato questo materiale industriale che serve per fare i fondi per la fusione della plastica. Brucia a 800°.
Personalmente sono molto affascinato dalla serie il movimento delle cose. Sono opere molto difficili da fotografare e, in ogni caso, le foto non rendono la meraviglia dei segni e del movimento ...
Alcuni stralci tratti dal catalogo della retrospettiva di Bochum:
"il movimento delle cose - il titolo me l'ha suggerito Francesco Leonetti, consiste proprio nella rappresentazione, metaforica naturalmente, di un destino o di un insieme di destini, biologici ed esistenziali. Sono i ritmi delle persone che si incontrano, si amano, pulsano e si muovono, cambiano. Andandosene alla fine come le foglie d'autunno verso una materialistica eternità che a me pare quella vera".
"Caratteristica principale della nuova serie di opere, che si inaugura agli inizi degli anni 90 con la sala alla Biennale di Venezia, è di uscire nuovamente e definitivamente non solo dalla forma-quadro, ma anche dall'opera a parete in quanto i segni, nel desiderio dell'artista di far viaggiare le sue tracce nello spazio reale, sono disposti su fogli di varia lunghezza che vengono tesi o lasciati cadere nell'ambiente, occupandolo secondo direzioni diverse diagonali o irregolari, rispetto alle pareti reali".
"In merito al materiale scelto l'artista dichiara: Una sera, andando a fare un dibattito a Salò per una mostra di un artista, ho detto: vorrei disegnare nell'aria, allora ho dovuto cercare il materiale. Prima ho pensato ad un materiale come la carta da disegno, poi è venuto fuori questo poliestere piccolo, infine ho trovato questo materiale industriale che serve per fare i fondi per la fusione della plastica. Brucia a 800°.