Rapporto tra forma o colore

  • Ecco la 60° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Questa settimana abbiamo assistito a nuovi record assoluti in Europa e a Wall Street. Il tutto, dopo una ottava che ha visto il susseguirsi di riunioni di banche centrali. Lunedì la Bank of Japan (BoJ) ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, mettendo fine all’era del costo del denaro negativo e al controllo della curva dei rendimenti. Mercoledì la Federal Reserve (Fed) ha confermato i tassi nel range 5,25%-5,50%, mentre i “dots”, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, indicano sempre tre tagli nel corso del 2024. Il Fomc ha anche discusso in merito ad un possibile rallentamento del ritmo di riduzione del portafoglio titoli. Ieri la Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25%. Per continuare a leggere visita il link

HollyFabius

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Apro uno dei miei 3D che servono solo per parlare del sesso degli angeli. :D

In questo vorrei capire la vostra opinione sul rapporto tra la forma e il colore.

Lo spunto mi è venuto da questa frase (che ritengo infelice, ma contemporaneamente provocatoria e stimolante) di Charles Blanc:
"l'unione del disegno e del colore è necessaria per generare la pittura, come l'unione dell'uomo e della donna è necessaria per generare l'umanità, ma il disegno deve mantenere il suo predominio sul colore. Altrimenti la pittura correrà alla rovina: essa cadrà per colpa del colore come l'umanità cadde per colpa di Eva."
 
Vedo la relazione tra forma e colore un po' come quella tra ragione e istinto, fra ordine e caos.ovviamente so tratta di un opinione personale
 
non doveva amare molto la pittura veneta questo blanc :D

e pensare che senza tiziano e veronese non ci sarebbe nemmeno stato cezanne

e la pittura moderna :rolleyes:
 
Disegno e colore possono stare separati.

Saranno gli occhi di guarda che vedranno un disegno o una forma in un colore, e colore in un disegno anche senza di esso.

Ma quando la mano di un artista li unisce, è come l'unione di un uomo e una donna, di cielo e e terra, di musica e parole
 
Disegno e colore possono stare separati.

Saranno gli occhi di guarda che vedranno un disegno o una forma in un colore, e colore in un disegno anche senza di esso.

Ma quando la mano di un artista li unisce, è come l'unione di un uomo e una donna, di cielo e e terra, di musica e parole

:mmmm::mmmm:


poetica e romantica la ragazza! Per me sono importanti tutt'edue, a cosa serve il colore senza composizione deve stare in piedi tutto, ed è questa la difficoltà, anche scomponendo il disegno il colore comunque deve fare la sua parte.Così almeno è, come la vedo io forse un pò all'antica.
 
:mmmm::mmmm:


poetica e romantica la ragazza! Per me sono importanti tutt'edue, a cosa serve il colore senza composizione deve stare in piedi tutto, ed è questa la difficoltà, anche scomponendo il disegno il colore comunque deve fare la sua parte.Così almeno è, come la vedo io forse un pò all'antica.
Grazie per la ragazza :) una volta lo ero
Certo che sono importanti entrambi, ma un'insieme armonioso di colori dici che non funziona senza disegno ? Per me si
 
Anche per me arcange.
Pensiamo all'immenso Rothko che esclude ogni collaborazione con la linea e fa cessare il rapporto di riempimento della forma.
La sua opera è già compiuta così senza la necessità del disegno.
Se il colore è completo in se stesso, nella sua forma elementare, non serve alcuna altra costrizione.
 
Anche per me arcange.
Pensiamo all'immenso Rothko che esclude ogni collaborazione con la linea e fa cessare il rapporto di riempimento della forma.
La sua opera è già compiuta così senza la necessità del disegno.
Se il colore è completo in se stesso, nella sua forma elementare, non serve alcuna altra costrizione.
Giusto, mi viene in mente anche Pollock
 
Grazie per la ragazza :) una volta lo ero
Certo che sono importanti entrambi, ma un'insieme armonioso di colori dici che non funziona senza disegno ? Per me si

:)prego, ma il colore di per sè è sempre bello,(pensa ai blu di Yves Klein.)Un indigo un giallo un blu cobalto o oltremare un vermiglione un turchese ma devono combaciare,e armonizzare e per questo almeno per me ci vuole la composizione ed il disegno o perlomeno un accenno.Però poi è tutto soggettivo.
:)
 
:)prego, ma il colore di per sè è sempre bello,(pensa ai blu di Yves Klein.)Un indigo un giallo un blu cobalto o oltremare un vermiglione un turchese ma devono combaciare,e armonizzare e per questo almeno per me ci vuole la composizione ed il disegno o perlomeno un accenno.Però poi è tutto soggettivo.
:)

Ok, però in fondo l'Arte è tutta soggettiva (parere mio)
Sulla massima tecnica, sul super capolavoro, non si discute, ma se a uno non piace, non piace.
 
Ultima modifica:
Ci stavo pensando anche io mentre postavo ma soprattutto alla difficoltà che si ha a comprendere le opere di quell'imbrattatele ;)

No dai, per me gli imbrattatele sono altri.
E comunque, non necessariamente bisogna sempre comprendere.

Ad esempio se guardo Pollock, in questo caso un insieme di colori senza forma e disegno, lo guardo senza cercare di capire . Mi basta guardare e sognare.
Non tutto nell'arte è da capire.
E non tutti sanno valorizzare un colore senza un disegno o una forma.

Lo dice una che ama in particolar modo il disegno, e l'arte sia antica che moderna.
 
Ultima modifica:
Ieri sera Carlo Vanoni ha imperniato la presentazione di un bel lavoro di Albers esattamente su questo tema del rapporto tra forma e colore. Al di là delle banalità espresse dallo stesso, il richiamo e il riferimento ai testi divulgativi di Albers è corretto e risulta un buon consiglio.
 
No dai, per me gli imbrattatele sono altri.
E comunque, non necessariamente bisogna sempre comprendere.

Ad esempio se guardo Pollock, in questo caso un insieme di colori senza forma e disegno, lo guardo senza cercare di capire . Mi basta guardare e sognare.
Non tutto nell'arte è da capire.
E non tutti sanno valorizzare un colore senza un disegno o una forma.

Lo dice una che ama in particolar modo il disegno, e l'arte sia antica che moderna.

OK!
Ovviamente anche per me non è un imbrattatele ma mi sino sentito dire così in qualche discussione e anche la famosa frase "lo potevo fare anche io" o "non lo capisco" :D
 
A mio avviso non esiste nessun rapporto autonomo che colleghi forma e colore.Colore e forma sono per loro natura autonomi di per se e nessun rapporto li può collegare in senso assoluto.Può esistere un colore senza forma (la luce colorata nel vuoto) e una forma senza colore (forme eteriche) e l'unione tra forma e colore è sempre collegata alla fonte luminosa e dove va a colpire questa, su quale materia, sulla sua composizione chimica ecc ecc. ma sono tra loro indipendenti, ossia l'uno non necessariamente richiama il suo necessario vestito.Artificialmente poi possiamo creare forme e colorarle a nostra discrezione ma nessuna legge scientifica o automatismo ne determinerà la fondatezza e il collegamento in senso dogmatico, è sempre una nostra scelta.Però c'è un però...
Quando un colore è ben definito, nel ricordo, nella rappresentazione psicologica e nel suo cromatismo luminoso di una certa persona, questo colore assume anche una sua forma inconscia approssimativa ma sempre uguale.Un giallo per sua natura si adatta meglio a forma appuntite rispetto ad un grasso blu oltremare e esempi di forme che postulano un certo colore ne esistono tanti e non sto qui a scriverli perché il discorso diverrebbe abbastanza scontato e banale.Quello che voglio dire è che, come per ogni argomento, dipende poi da che parte ci si vuol sedere.Insomma è vero che il colore e le forme sono tra loro indipendenti ma è anche vero che certi colori si adattano meglio a certe forme rispetto ad altri diversi ma con le medesime forme dei primi.In sostanza è un problema, non problema:yes:
PS una delle cose più divertenti, per chi si diletta in pittura, è quello di stravolgere i colori nei loro vestiti"naturali".Ad esempio colorare un mare di un bel rosso vermiglio e il cielo di un bel verde veronese e metterci un sole nero.;), se lo facciamo significa che il vestito naturale può essere cambiato da uno artificiale mettendo in discussione appunto il rapporto tra forma e colore e dunque la bilancia si sposta verso la indipendenza dei due.
 
Ultima modifica:
Ieri sera Carlo Vanoni ha imperniato la presentazione di un bel lavoro di Albers esattamente su questo tema del rapporto tra forma e colore. Al di là delle banalità espresse dallo stesso, il richiamo e il riferimento ai testi divulgativi di Albers è corretto e risulta un buon consiglio.

Cavolo, Vanoni ci legge e copia :yes:
A parte gli scherzi riporto quanto scrive David Rossin nella sua tesi di laurea rispetto al pregevole lavoro di Albers:
"Pubblicate per la prima volta negli Stati Uniti nel 1971, le famose lezioni sul colore di uno dei maggiori artisti del XX secolo costituiscono ancora oggi un eccezionale strumento di lavoro per insegnanti e studenti. Il loro scopo è sviluppare l’occhio e la sensibilità per il colore, stimolando e promuovendo un incremento della capacità d’osservazione. Il metodo di Albers è assolutamente rivoluzionario. Non si fonda su una teoria del colore statica e universale, ma sulla percezione diretta e sull’esperienza, che dimostrano gli effetti illusori dati dai colori, la loro relatività e instabilità. Il libro contiene prove ed esercitazioni pazientemente spiegate e illustrate: non tanto per fornire una risposta specifica, quanto per suggerire un metodo di studio accurato e creativo."

Se questo è vero forse non è il testo adatto per parlare della relazione tra forma e colore; direi che è più indicato per il 3D sulla teoria del colore, le due cose sono spesso sovrapposte (mi è parso di capire anche nei corsi accademici) ma la cosa non mi soddisfa pienamente.
Credo infatti che forma è colore possano anche essere universi separati, oltre al già citato da arcange Pollok che mira ad un universo di colori informe, si possono citare numerosi autori che mirano ad universi di segni senza colore, mi viene in mente per esempio On Kawara, scomparso recentemente, e del quale abbiamo parlato nel 3D delle cattive notizie.

In questo momento la mia unica certezza è molto cerebrale ed è la seguente:
chi crede in un universo della forma separato dall'universo dei colori deve necessariamente pensare che esiste un mezzo per rappresentare la forma senza il colore ma in ultima analisi ritengo che questo porti a delle contraddizioni.
Per esempio si potrebbe supporre che il bianco e il nero non siano colori e quindi basare la propria forma espressiva su questo. Ma insomma dovrei usare per rappresentare la forma non il bianco e il nero ma qualche altro colore.
Unica certezza, dovrò usarne due: uno non basta.
 
Ultima modifica:
A mio avviso non esiste nessun rapporto autonomo che colleghi forma e colore.Colore e forma sono per loro natura autonomi di per se e nessun rapporto li può collegare in senso assoluto.Può esistere un colore senza forma (la luce colorata nel vuoto) e una forma senza colore (forme eteriche) e l'unione tra forma e colore è sempre collegata alla fonte luminosa e dove va a colpire questa, su quale materia, sulla sua composizione chimica ecc ecc. ma sono tra loro indipendenti, ossia l'uno non necessariamente richiama il suo necessario vestito.Artificialmente poi possiamo creare forme e colorarle a nostra discrezione ma nessuna legge scientifica o automatismo ne determinerà la fondatezza e il collegamento in senso dogmatico, è sempre una nostra scelta.Però c'è un però...
Quando un colore è ben definito, nel ricordo, nella rappresentazione psicologica e nel suo cromatismo luminoso di una certa persona, questo colore assume anche una sua forma inconscia approssimativa ma sempre uguale.Un giallo per sua natura si adatta meglio a forma appuntite rispetto ad un grasso blu oltremare e esempi di forme che postulano un certo colore ne esistono tanti e non sto qui a scriverli perché il discorso diverrebbe abbastanza scontato e banale.Quello che voglio dire è che, come per ogni argomento, dipende poi da che parte ci si vuol sedere.Insomma è vero che il colore e le forme sono tra loro indipendenti ma è anche vero che certi colori si adattano meglio a certe forme rispetto ad altri diversi ma con le medesime forme dei primi.In sostanza è un problema, non problema:yes:
PS una delle cose più divertenti, per chi si diletta in pittura, è quello di stravolgere i colori nei loro vestiti"naturali".Ad esempio colorare un mare di un bel rosso vermiglio e il cielo di un bel verde veronese e metterci un sole nero.;), se lo facciamo significa che il vestito naturale può essere cambiato da uno artificiale mettendo in discussione appunto il rapporto tra forma e colore e dunque la bilancia si sposta verso la indipendenza dei due.

Direi ottima riflessione.
Io stavo pensando a forma e colore solo nell'ambito della espressività pittorica ma giustamente esiste un confine più ampio.
 
Tra una vacanza (senza computer) e l'altra ...

Sono un bimbo piccolo piccolo
apro gli occhi, che vedo? che percepisco?
percepisco colori.
Dove finisce il colore, tocco
oilalà, dove finisce il colore finisce anche la materia!
allora concludo che dove finisce il colore - e ne comincia un altro - vi è un reale salto
torno alla parte colorata, la tocco tutta, la prendo in mano: un oggetto!
Dove finisce l'oggetto comincio a intuire una forma
un disegno? anche, col tempo, molto tempo
ma intanto ho impostato questa conclusione provvisoria
e sbagliata
perché se guardo il sole (e non lo tocco)
dico: è un cerchio (il bimbo è cresciuto :) )
ah sì? e dove finisce?
più o meno qui
o qui.
Macché!
Non finisce proprio
è sempre più debole, ma va lontano, arriva fino a qui
anche oltre
ci siamo dentro! :p

Anche Rothko non finisce qui
o qui
ma cambia, cambia pian piano, come il sole,
e siccome non possiamo definire bene una forma, torniamo bambini, prima di quell'esperienza.
Allora, quando disegno parto da un'esperienza "adulta", le mie linee fingono la fine di una materia
che potrei toccare, ma anche no (disegno un sole!)
ma certo, invece che partire da fuori, dall'esterno dell'oggetto
posso partire dall'interno, cioè dal colore
proprio come quando ero bambino
e, ripensandoci,
lo scultore parte dall'esterno
ma la natura parte dall'interno
perché un albero, una insalata, un uomo
crescono da dentro in fuori, non da fuori a dentro.
 
Tra una vacanza (senza computer) e l'altra ...

Sono un bimbo piccolo piccolo
apro gli occhi, che vedo? che percepisco?
percepisco colori.
Dove finisce il colore, tocco
oilalà, dove finisce il colore finisce anche la materia!
allora concludo che dove finisce il colore - e ne comincia un altro - vi è un reale salto
torno alla parte colorata, la tocco tutta, la prendo in mano: un oggetto!
Dove finisce l'oggetto comincio a intuire una forma
un disegno? anche, col tempo, molto tempo
ma intanto ho impostato questa conclusione provvisoria
e sbagliata
perché se guardo il sole (e non lo tocco)
dico: è un cerchio (il bimbo è cresciuto :) )
ah sì? e dove finisce?
più o meno qui
o qui.
Macché!
Non finisce proprio
è sempre più debole, ma va lontano, arriva fino a qui
anche oltre
ci siamo dentro! :p

Anche Rothko non finisce qui
o qui
ma cambia, cambia pian piano, come il sole,
e siccome non possiamo definire bene una forma, torniamo bambini, prima di quell'esperienza.
Allora, quando disegno parto da un'esperienza "adulta", le mie linee fingono la fine di una materia
che potrei toccare, ma anche no (disegno un sole!)
ma certo, invece che partire da fuori, dall'esterno dell'oggetto
posso partire dall'interno, cioè dal colore
proprio come quando ero bambino
e, ripensandoci,
lo scultore parte dall'esterno
ma la natura parte dall'interno
perché un albero, una insalata, un uomo
crescono da dentro in fuori, non da fuori a dentro.
:bow::bow::bow:

il Grande Gino ne sà sempre una in più!

:bow::bow::bow:
 
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