Riflessione.

Macho678

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Volevo avere uno spunto di riflessione per quanto riguarda il mercato degli artisti italiani del dopoguerra. (solo mercato, quindi rivalutazioni-no valore storico/tecnico/artistico)

Parto da una mia considerazione (non so se riuscirò a farmi capire):

A mio avviso le rivalutazioni del mercato si fermeranno agli anni 70 (sicuramente arte povera, forse pittura analitica), dagli anni 80 in poi abbiamo visto come gli artisti o hanno una considerazione immediata del mercato (transavanguardia, anche se poi ha avuto un rallentamento, oppure Cattelan per quanto riguarda gli anni 90 e così via..) oppure difficilmente avranno rivalutazioni stabili importanti.

Credo che oramai sul mercato per o ci entri subito (nel pieno della carriera) o difficilmente ci saranno rivalutazioni storiche legate al mercato anche dovute al fatto che non esistono più correnti e gruppi ma solo artisti "cani sciolti".

Lo so mi sono spiegato da cani, spero che qualcuno abbia capito il senso del mio discorso e riesca magari a spiegarlo meglio.

Considerazioni mie, (confuse) magari smentite al primo intervento.
 
non credo affatto che non ci saranno rivalutazioni sugli artisti anni 80 o 90
semplicemente oggi vanno gli anni 70...
quindi il mercato propone questo, quando si stabilizzeranno le quotazioni dei vari Castellani & company vedrai apparire altri artisti, se pensi che solo 5 o 6 anni fa a a Londra di Castellani o Dadamaino non c'era traccia ora invece....
sicuramente negli anni 80 e 90 ci sono artisti davvero molto interessanti e molti di loro sono trattati anche da gallerie prestigiose internazionali solo che di questi al momento nelle televendite non se ne sente parlare
tutti ora si entusiasmano per il fatto che i lavori di Griffa sono trattati da una galleria di New York beh sai quanti artisti italiani anche molto bravi sono trattati da gallerie internazionali... eppure le loro quotazioni sono stabili... mentre quelli di griffa volano...è solo questione di tempo...
 
Non mi sono spiegato bene. Provo a semplificare. Adesso, dagli anni 80 in poi gli artisti entrano direttamente nel mondo del mercato da subito, prima era difficile vedere artisti 30enni a quotazioni alte. Il rovescio della medaglia è che se non entri nel mercato da subito è difficile avere una rivalutazione. Secondo me gli anni 80 hanno segnato una svolta in questo senso.
Nel senso che se a 50 anni ancora non ti fila nessuno è difficile che a 80 il mercato si ricordi di te perché ci saranno i nuovi 30enni sulla breccia, e , non essendoci più delle basi storico-artistiche (come potevano essere i gruppi artistici del dopoguerra) diventerà difficile dare una valenza storica alla rivalutazione sul mercato di questi artisti. Meglio?
 
Non mi sono spiegato bene. Provo a semplificare. Adesso, dagli anni 80 in poi gli artisti entrano direttamente nel mondo del mercato da subito, prima era difficile vedere artisti 30enni a quotazioni alte. Il rovescio della medaglia è che se non entri nel mercato da subito è difficile avere una rivalutazione. Secondo me gli anni 80 hanno segnato una svolta in questo senso.
Nel senso che se a 50 anni ancora non ti fila nessuno è difficile che a 80 il mercato si ricordi di te perché ci saranno i nuovi 30enni sulla breccia, e , non essendoci più delle basi storico-artistiche (come potevano essere i gruppi artistici del dopoguerra) diventerà difficile dare una valenza storica alla rivalutazione sul mercato di questi artisti. Meglio?

Ma se come dici tu , a partire dagli anni 80, non ci sono piu' state basi storico-artistiche (tipo i gruppi del dopoguerra) non pensi che un domani le rivalutazioni si adegueranno agli artisti degli anni 80, anche senza necessariamente aver fatto parte di un gruppo ?
 
Non mi sono spiegato bene. Provo a semplificare. Adesso, dagli anni 80 in poi gli artisti entrano direttamente nel mondo del mercato da subito, prima era difficile vedere artisti 30enni a quotazioni alte. Il rovescio della medaglia è che se non entri nel mercato da subito è difficile avere una rivalutazione. Secondo me gli anni 80 hanno segnato una svolta in questo senso.
Nel senso che se a 50 anni ancora non ti fila nessuno è difficile che a 80 il mercato si ricordi di te perché ci saranno i nuovi 30enni sulla breccia, e , non essendoci più delle basi storico-artistiche (come potevano essere i gruppi artistici del dopoguerra) diventerà difficile dare una valenza storica alla rivalutazione sul mercato di questi artisti. Meglio?

Ci sono sempre stati artisti sulla cresta dell'onda da subito e artisti a scoppio ritardato, c'erano 100 anni fa e ci saranno anche dagli anni 80 in poi. I movimenti vengono costruiti a tavolino sulla base di mode più o meno ricorrenti per assecondare gli interessi delle mani forti, allora Cattelan tra 20 anni sarà inquadrato in un movimento insieme ad altri 10 o 15 artisti che piano piano dovranno essere riscoperti, alcuni lo avranno addirittura anticipato. E se non sarà come un movimento organizzato tipo Azimut ,saranno le mostre in comune, gli stili e le mode a decretare le possibili unioni (in base ai magazzini dei grandi galleristi/collezionisti). Saranno gli storici dell'arte al soldo a stabilire le gerarchie. ;)
 
Non so, ho un concetto in testa che vorrei esprimere ma non riesco!!
Mi limito alla lettura delle valutazioni degli altri utenti! Magari qualcuno che ha un'idea simile alla mia riesce a esprimerla meglio!
 
Volevo avere uno spunto di riflessione per quanto riguarda il mercato degli artisti italiani del dopoguerra. (solo mercato, quindi rivalutazioni-no valore storico/tecnico/artistico)

Parto da una mia considerazione (non so se riuscirò a farmi capire):

A mio avviso le rivalutazioni del mercato si fermeranno agli anni 70 (sicuramente arte povera, forse pittura analitica), dagli anni 80 in poi abbiamo visto come gli artisti o hanno una considerazione immediata del mercato (transavanguardia, anche se poi ha avuto un rallentamento, oppure Cattelan per quanto riguarda gli anni 90 e così via..) oppure difficilmente avranno rivalutazioni stabili importanti.

Credo che oramai sul mercato per o ci entri subito (nel pieno della carriera) o difficilmente ci saranno rivalutazioni storiche legate al mercato anche dovute al fatto che non esistono più correnti e gruppi ma solo artisti "cani sciolti".

Lo so mi sono spiegato da cani, spero che qualcuno abbia capito il senso del mio discorso e riesca magari a spiegarlo meglio.

Considerazioni mie, (confuse) magari smentite al primo intervento.

difficilissimo generalizzare ...

immagino che la maggioranza tra i "giovani" di oggi molto valutati alla lunga scomparirà dalla scena ... al contempo, una minoranza fra i "giovani" oggi trascurati - od incompresi - emergerà nei decenni ...

come sempre è successo ... peraltro

se sapessi chi fra gli uni e chi fra gli altri ... sarei un grande collezionista ... visto che non lo sono, mi accontento di collezionare a casaccio :D
 
dagli anni 80 in poi gli artisti entrano direttamente nel mondo del mercato da subito, prima era difficile vedere artisti 30enni a quotazioni alte. I
l rovescio della medaglia è che se non entri nel mercato da subito è difficile avere una rivalutazione. Secondo me gli anni 80 hanno segnato una svolta in questo senso.
Nel senso che se a 50 anni ancora non ti fila nessuno è difficile che a 80 il mercato si ricordi di te perché ci saranno i nuovi 30enni sulla breccia, e , non essendoci più delle basi storico-artistiche (come potevano essere i gruppi artistici del dopoguerra) diventerà difficile dare una valenza storica alla rivalutazione sul mercato di questi artisti. Meglio?


OK! A me pare tutto chiaro e lo condivido.
Oggi il mercato si consuma come un gelato fresco!

Se il ragazzotto 30 enne entra nelle simpatie dei mercati il dado è tratto.
Ciò penalizza conseguentemente gli "altri" che nel passato recente non hanno avuto la visibilità di questo sistema "arte / consumistico"
quasi usa e getta

e vengono annebbiati.

Bravo, ottima riflessioneOK!

Ma potevi metterla anche qui, o no?:D
http://www.finanzaonline.com/forum/...ezionismo/1450498-un-risveglio-culturale.html
 
Anzi no
:no::no:

vado oltre
la riflessione è stimolante:cool:

prendi un artista un po' "datato" ma con un pochetto di spessore.
Di quelli riferiti da Macho, quando il mercato era meno pret a porter:D:D
Spesso di essi si considerano migliori le opere del loro miglior periodo, per intenderci.

Ma veniamo ai cosiddetti emergenti.....:mmmm::mmmm:
dove la moda la fa da padrona e il mercato in ciò ne è complice:rolleyes:

Se prendi un Papetti, un Velasco, un Pignatelli o tanti altri che magari trovi nella lista di Investart o quella di Fiz
chissà perché ho la percezione
che le opere più stimate sono sempre quelle dei cicli più recenti
forse perché i loro mercanti vivono di esse

me se prendi opere tra virgolette storiche
la differenza di stima è abissale.

Sbaglio o c'è un perché
se c'è
in questo mercato da pret a porter
:confused::rolleyes::confused::rolleyes:

O qualcuno sta facendo la parte del coniglio e qualcuno del gatto
ma sono molto molto simili.
 

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Meno male che c'e' artebrixia a rendere comprensibili le mie ingarbugliate riflessioni!👍
 
Anzi no
:no::no:

vado oltre
la riflessione è stimolante:cool:

prendi un artista un po' "datato" ma con un pochetto di spessore.
Di quelli riferiti da Macho, quando il mercato era meno pret a porter:D:D
Spesso di essi si considerano migliori le opere del loro miglior periodo, per intenderci.

Ma veniamo ai cosiddetti emergenti.....:mmmm::mmmm:
dove la moda la fa da padrona e il mercato in ciò ne è complice:rolleyes:

Se prendi un Papetti, un Velasco, un Pignatelli o tanti altri che magari trovi nella lista di Investart o quella di Fiz
chissà perché ho la percezione
che le opere più stimate sono sempre quelle dei cicli più recenti
forse perché i loro mercanti vivono di esse

me se prendi opere tra virgolette storiche
la differenza di stima è abissale.

Sbaglio o c'è un perché
se c'è
in questo mercato da pret a porter
:confused::rolleyes::confused::rolleyes:

O qualcuno sta facendo la parte del coniglio e qualcuno del gatto
ma sono molto molto simili.

:yes:
Aggiungerei che (prendendo AD ESEMPIO) Papetti, Velasco o Pignatelli, pur avendo un buon mercato nostrano, ed esendo piacevoli artisti, non sfonderanno più (DAL PUNTO DI VISTA DEL MERCATO).
Ovviamente è la mia opinione :)
 
Anzi no
:no::no:

vado oltre
la riflessione è stimolante:cool:

prendi un artista un po' "datato" ma con un pochetto di spessore.
Di quelli riferiti da Macho, quando il mercato era meno pret a porter:D:D
Spesso di essi si considerano migliori le opere del loro miglior periodo, per intenderci.

Ma veniamo ai cosiddetti emergenti.....:mmmm::mmmm:
dove la moda la fa da padrona e il mercato in ciò ne è complice:rolleyes:

Se prendi un Papetti, un Velasco, un Pignatelli o tanti altri che magari trovi nella lista di Investart o quella di Fiz
chissà perché ho la percezione
che le opere più stimate sono sempre quelle dei cicli più recenti
forse perché i loro mercanti vivono di esse

me se prendi opere tra virgolette storiche
la differenza di stima è abissale.

Sbaglio o c'è un perché
se c'è
in questo mercato da pret a porter
:confused::rolleyes::confused::rolleyes:

O qualcuno sta facendo la parte del coniglio e qualcuno del gatto
ma sono molto molto simili.

Eccomi a risponderti carissimo
ma non avevo capito che era rivolta a me e Investart :(

Forse gli Ar
tisti esplosi negli anni 80 sono stati erroneamente un po messi da parte per dare spazio agli emergenti da chi muove i fili.
E al giorno d'oggi crescono come i funghi , ma i talenti sono pochi davvero :censored:
Pertanto gli addetti ai lavori fanno un gran can can, a discapito di altri che comunque continuano a creare come hanno sempre fatto, Ma i veri collezionisti questo lo sanno.......
Penso inoltre che non tutti gli Artisti abbiano prodotto centinaia di opere a catena, quindi quelle create negli anni piu' "storici" siano gia' acquistate e se ne trovano poche in circolazione. Forse per questo si notano di piu' le recenti.
Poi non e' detto che opere degli anni passati siano sempre migliori delle recenti. In fondo un Artista si evolve. C'e' quello che ha dato il meglio di se in un certo periodo, quello che ha continuato e magari non si e' fermato ma continua atri percorsi, e quello che in opere recenti supera in qualita' le piu' datate.

Gli Artisti che tu citi, di quelle generazioni, hanno le loro quotazioni. Certo, poi dipende dove uno va a comprare le opere.
E per ultimo c'e' il mercato del pret a porter, come dici tu. Ma questo e ' puro business.

Spero di aver reso l'idea.
 
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Non mi sono spiegato bene. Provo a semplificare. Adesso, dagli anni 80 in poi gli artisti entrano direttamente nel mondo del mercato da subito, prima era difficile vedere artisti 30enni a quotazioni alte. Il rovescio della medaglia è che se non entri nel mercato da subito è difficile avere una rivalutazione. Secondo me gli anni 80 hanno segnato una svolta in questo senso.
Nel senso che se a 50 anni ancora non ti fila nessuno è difficile che a 80 il mercato si ricordi di te perché ci saranno i nuovi 30enni sulla breccia, e , non essendoci più delle basi storico-artistiche (come potevano essere i gruppi artistici del dopoguerra) diventerà difficile dare una valenza storica alla rivalutazione sul mercato di questi artisti. Meglio?

Sono perfettamente d'accordo con te OK!. Oggi il gallerista che investe non deve solo essere convinto dall'artista, ma anche dal personaggio che c'è dietro e quindi ha bisogno un viso spendibile o di una storia accattivante e, finchè ci sono in vita persone di questo tipo che hanno prodotto il meglio negli anni 70, se proprio vuole puntare su qualcuno di diverso da loro lo farà su un giovane contemporaneo e non sul 50enne che produceva negli anni 80 e 90.

Non credo però si possa escludere che, più in là negli ann,i alcuni artisti di valore degli anni 80 - 90 e ss., possano essere oggetto di rivalutazioni pilotate così come del resto avviene oggi su artisti 70enni e oltre.
 
Io continuo a pensare che il meccanismo delle rivalutazioni qui in Italia sia oramai una cosa consolidata.
Si va x decenni ed ora tocca agli anni '70.

I '60 sono ormai in soffitta. I vincitori si conoscono.
Tra una decina o anche meno si ripartirà con la transavanguardia e così via.
L'italia e' il paese dei settantenni ma mica lo dico io, sono dati INPS

Molto diverso il mercato USA.
Li x i loro artisti viaggia maggiormente il contemporaneo e l'eta' conta poco

Due meccanismi diametralmente opposti
 
Volevo avere uno spunto di riflessione per quanto riguarda il mercato degli artisti italiani del dopoguerra. (solo mercato, quindi rivalutazioni-no valore storico/tecnico/artistico)

Parto da una mia considerazione (non so se riuscirò a farmi capire):

A mio avviso le rivalutazioni del mercato si fermeranno agli anni 70 (sicuramente arte povera, forse pittura analitica), dagli anni 80 in poi abbiamo visto come gli artisti o hanno una considerazione immediata del mercato (transavanguardia, anche se poi ha avuto un rallentamento, oppure Cattelan per quanto riguarda gli anni 90 e così via..) oppure difficilmente avranno rivalutazioni stabili importanti.

Credo che oramai sul mercato per o ci entri subito (nel pieno della carriera) o difficilmente ci saranno rivalutazioni storiche legate al mercato anche dovute al fatto che non esistono più correnti e gruppi ma solo artisti "cani sciolti".

Lo so mi sono spiegato da cani, spero che qualcuno abbia capito il senso del mio discorso e riesca magari a spiegarlo meglio.

Considerazioni mie, (confuse) magari smentite al primo intervento.

Trovo le tue considerazioni chiarissime e le condivido.
Saro' monocorde e ripetitivo, ma personalmente rimango convinto che quello che non va, parlando esclusivamente di mercato e non di valore, rimane il "sistema italia" e la totale mancanza di sostegno degli artisti italiani di valore da parte del paese Italia. Se manca questo, si vedono solo meteore o pochissime e rare eccezioni (tipo Castellani).
Il mercato dell'arte italiano e' insignificante, meno dell 1%. Finche non avviene un cambio di mentalita' sulla cultura in Italia, il sistema "arte italiana" rimane al palo.

Vado per un secondo OT con un esempio esplicativo: il cinema italiano. Finche si continuano a trovare i finanziamenti per produrre film di registi e produttori "di partito", che all'atto pratico staccano poche decine di biglietti nelle sale cinematografiche (sono dati ufficiali facilmente recuperabili), il cinema italiano vive di ricordi e rimpianti e rimane fermo al neorealismo di Fellini e De Sica.
Lo stesso succede nell'arte. Che tristezza
 
Io continuo a pensare che il meccanismo delle rivalutazioni qui in Italia sia oramai una cosa consolidata.
Si va x decenni ed ora tocca agli anni '70.

I '60 sono ormai in soffitta. I vincitori si conoscono.
Tra una decina o anche meno si ripartirà con la transavanguardia e così via.
L'italia e' il paese dei settantenni ma mica lo dico io, sono dati INPS

Molto diverso il mercato USA.
Li x i loro artisti viaggia maggiormente il contemporaneo e l'eta' conta poco

Due meccanismi diametralmente opposti

Assolutamente d'accordo con Cris. Lo stesso meccanismo vale anche per gli Usa. Gli anni 70 stanno iniziando a salire, mentre gli anni 80 sono sotto terra (possibile che Bleckner costi una frazione di Murillo?).

Mercanti e galleristi speculano finche' possono, poi lasciano scendere le quotazioni...
 
Assolutamente d'accordo con Cris. Lo stesso meccanismo vale anche per gli Usa. Gli anni 70 stanno iniziando a salire, mentre gli anni 80 sono sotto terra (possibile che Bleckner costi una frazione di Murillo?).

Mercanti e galleristi speculano finche' possono, poi lasciano scendere le quotazioni...

concordo al 100% con voi, infatti come vado qui scrivendo ormai da anni:

Il Mitico Emilio Mazzoli mi diceva compra quello che gli altri oggi non comprano, naturalmente parlava degli Artisti della "Generazione anni'60" in quegli ANNINOVANTA.Se infatti oggi andiamo a vedere i valori attuali dei + allora gettonati Artisti di quella generazione vediamo che non hanno poi mantenuto le aspettative che promettevano, mentre altri all'epoca meno "comprati" hanno battuto le + magre aspettative sul loro nome.
 
Che tendiamo un po' tutti a riscoprire gli artisti con tre o quattro decenni di ritardo è un fatto abbastanza consolidato, che tutti siano dei "protagonisti" no.
Il metodo di comprare quelli che gli altri non comprano, o di puntare sui più trascurati non è di per sè un buon metodo. E' come decidere di comprare delle azioni scegliendo quelle che ieri hanno perso di più. Se hanno perso ci sarà probabilmente un motivo, perciò prima dovrò capire qual'è, e solo poi, eventualmente, potrò decidere se comprare o meno.
Con gli artisti, l'orizzonte temporale è certamente più lungo, ma i fondamentali contano eccome.
 
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