Gruppo MID

Alessandro Celli

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Ringraziando nuovamente l'ingresso nel FOL
di Antonio Barrese

mi viene spontaneo aprire questo;);)

e prosegua Antonio...
:bow::bow::bow:

Gruppo MID - Movimento Imagine Dimensione

Il gruppo è nato a Milano nel 1964 riunendo Antonio Barrese, Alfonso Grassi, Gianfranco Laminarca, Alberto Marangoni iniziando la attività con le ricerche sulla psicologia sperimentale e sulla comunicazione visiva nel campo dell'arte, della pellicola e del design utilizzando effetti ottici miranti al coinvolgimento dello spettatore nell'opera artistica.

La prima mostra del gruppo MIDè del 1965 allo Studio Danese di Milano, con "Immagini stroboscopiche".

Nel marzo 1966 il gruppo realizza il suo primo "Ambiente stroboscopico programmato e sonorizzato" nella Sala della Ideal Standard della città meneghina: in questo ambiente programmato lo spettatore si trova immerso in uno spazio globale, sollecitato otticamente e stimolato psichicamente.
Nello stesso anno tiene la sua prima mostra a Roma (Galleria La Salia), esponendo anche il "Dico cinetico" manovrabile dallo spettatore (molto simile ai "Rotorilievi" di Duchamp).

Sempre nel 1966, a Napoli, il gruppo presenta tre "film di ricerca" che analizzano ed elaborano strutture geometriche:Test di percezione modale - forme visive strutturate in semplici successioni; Test di complessità ottimale-tempo - variazioni complesse organizzate in livelli spazio-temporali; Esperimento di ripresa - serie di sequenze stroboscopiche con strutture luminose.

Il Gruppo MID ha combinato ricerca tecnologica e intenti didattici, concependo la comunicazione visiva come linguaggio che comprende le forme espressive più diverse: film, pubblicità, grafica, ambiente, oggetti, architettura. fotografia.
Nel 1967 si costituisce il MID Design/Comunicazione Visiva.
 
TRA IL 1963 E IL 1964, un gruppo di giovani artisti composto da Antonio Barrese, Alfonso Grassi, Gianfranco Laminarca e Alberto Marangoni forma il MID-Mutamento Immagine Dimensione, la cui prima esposizione si tiene a Milano presso lo Studio Danese nel 1965. I primi anni di attività, come per tutte le esperienze innovative, sono intensissimi, con apici negli anni 1966-1967: il MID lavora sulla luce artificiale con “oggetti stroboscopici”, “generatori traccianti”, “generatori di interferenze”, “lampeggiatori”, grandi strutture cinetiche e ambienti sinestetici; tutte ricerche che, per le loro caratteristiche di movimento continuo, si sviluppano anche attraverso film e produzione di immagini sintetiche.

Venuti dopo i gruppi (precorritori Exact 51 ed Equipo 57) Gruppo N, Grav, Gruppo T — i “classici” dell’arte cinetica — essi sono però i primi a mantenersi realmente anonimi, per quanto già il Gruppo N avesse teorizzato l’arte non autorale (anche se più tardi qualcuno fra i suoi componenti è rientrato nei ranghi diventando “vero protagonista”,in senso tradizionale). Gli interessi del MID erano concentrati sostanzialmente sull’identificazione tra progetto e arte, e sulla potenzialità della tecnologia: condicio sine qua non per l’esistenza stessa dell’opera, mentre determinante per la dinamica del risultato era l’interattività con lo spettatore. Si generavano, da segni e forme semplici, immagini di complessità variabile: un superamento della Gestalt intesa come grammatica di base, che il MID sviluppa in una più articolata direzione linguistica e plastica. Sono scoperte che anticiperanno, per l’ampiezza dei temi di indagine, l’odierna arte digitale e multimediale.

Queste opere hanno in sé un’intuizione che si svolgerà, una volta enunciata, sino a toccare quasi sempre l’imprevedibile e il sorprendente. Una generazione, quella del MID, più indirizzata verso la spettacolarizzazione e mai condizionata da regole immobilizzanti o di preclusione, ma assolutamente aperta. Un’ottica che mai fino adora era stata perseguita in un campo così rigoroso, giungendo concretamente — e non come metafora (l’arte è stata quasi sempre metafora) — all’immateriale che tutta l’arte astratta ha sempre voluto perseguire; ma questa immaterialità, propria della luce, si genera da strutture di rilevante complessità tecnica. Tutto questo è stato il MID iniziale,e nella sua condizione ottimale… Sino alla fine degli anni Sessanta, quando la sua attività venne interrotta dalla contestazione di quella classe che in effetti si rivelò essere l’opposto delle intenzioni iniziali, di quel mondo che l’arte visiva più conseguentemente
stava prefigurando (e su questo andrebbe aperto un ulteriore capitolo della storia,ancora piena di equivoci e malintesi).

Il MID per lunghi anni ha svolto attività di graphic design e design d’oggetto d’uso, nella convinzione che questa fosse una delle forme dell’avanguardia non soltanto artistica ma anche ideologica. Un lavoro consistente, che ha anche premiato Antonio Barrese con alcuni “Compassi d’oro” e altri riconoscimenti: egli, rispetto a Grassi, Laminarca (che è scomparso prematuramente nel 1990) e Marangoni, che intrapresero una strada sostanzialmente professionale, ha continuato a operare in un clima di interrelazione con l’arte, pensando in termini ideativi che non vennero mai meno. Proprio dopo una lunghissima sospensione — durata decenni — alla fine del secolo scorso, da braci apparentemente spente e sepolte sotto la cenere, la brezza di un’esposizione inattesa ha fatto riaccendere il fuoco dell’operosità. Mostre come “Luce, Movimento &
Programmazione: Kinetische Kunst aus Italien 1958-68”, tenutasi dal 2000 al 2004 nei musei di Ulm, Mannheim, Gelsenkirchen, Kiel, Schwerin e Klagenfurt; “Einbildung” a Graz; “Op Art” a Francoforte; “Die Neuen Tendenzen” a Ingolstadt e Düren, fino a “Cinetica” a Torviscosa, congiunte a un interesse internazionale verso l’approfondimentodelle tematiche sull’arte esatta (anche se sempre in ritardo) hanno portato di nuovo il MID alla ribalta. Ha così visto la luce il volume MID.

Alle origini della multimedialità, edito da Silvana Editoriale e presentato in occasione della mostra tenutasi alla Triennale di Milano dal 13 al 16 settembre scorsi, in cui tre grandi “Totem” luminosi hanno fatto da contrappunto a una serie di immagini sintetiche = luce dinamica e statica.

Flashart
Getulio Alviani
 
Gruppo MID (A. Barrese, G. Laminarca, A. Grassi, A. Marangoni)
 

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:eek:
 

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Un calorosissimo e sentitissimo BENVENUTO al maestro A. Barrese anche da parte mia!!!

Giustissima l'idea di inaugurare un 3D apposito per un artista che ha scelto di contribuire apertamente al forum arricchendolo infinitamente.

Noi umili spettatori del mondo dell'arte possiamo solo ringraziare ed ascoltare con la massima attenzione i suoi interventi e contributi.

Cordialmente
 
Benvenuto al Maestro Barrese.
Ho letto con interesse gli interventi e le Sue segnalazioni. Sono rimasta affascinata dall' Albero di luce.
 
L'Albero di Luce in Via Beltrami, Milano
 

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Non mi sembra "innovativa", potete descrivere le sensazioni o le emozioni o i ragionamenti razionali che vi suscita?

L.
 
L.
 

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Che bello, così adesso potrò sfogare il mio burberume e incavolarmi solo con me stesso.
Vi ringrazio tanto amici.
Vedrete che non sono così antipatico!
 
Comunque per avere poco tempo scrivi più di tutti noi messi insieme ed in maniera più articolata Antonio...chissà quale é il segreto...
 
La Ruota di Londra non vuole essere innovativa, ma spettacolare.
È una grande ruota panoramica – a me è piaciuta molto,ma ha fatto un po' paura e ho evitato di salirci – illuminata da LED a variazione cromatica.
Banalotta come le luminarie di Piedigrotta o le Luci d'artista che ormai molte città italiane organizzano a Natale.
L'Albero di luce è un'altra cosa, assolutamente non paragonabile.
 
Comunque per avere poco tempo scrivi più di tutti noi messi insieme ed in maniera più articolata Antonio...chissà quale é il segreto...

IL SEGRETO è CHE DORMO POCO DA SEMPRE
e che lavoro attaccato al computer. Quando sono stanco scrivo.
 
Voi due siete
matti

Antonio & Arcange

:wall::wall::wall:

ma dormire è un piacere:(:(:(:(:(

.... durante il sonno profondo, la muscolatura si rilassa e gli organi si rigenerano ....
o succede solo a me?:rolleyes:
 
Voi due siete
matti

Antonio & Arcange

:wall::wall::wall:

ma dormire è un piacere:(:(:(:(:(

.... durante il sonno profondo, la muscolatura si rilassa e gli organi si rigenerano ....
o succede solo a me?:rolleyes:
Pare che la quantità di sonno necessaria
sia in rapporto con le cose nuove e che non abbiamo ben capito o classificato durante la giornata.
Così dorme molto chi ha molte esperienze nuove, o chi non è ben sveglio durante le normali esperienze. Per esempio il bimbo piccolino.
E viceversa. Dorme poco il vecchio cui non succede più nulla di nuovo. Oppure chi è molto attento durante il giorno.

Ora, io immagino la vita di Artebrixia
tutte quelle donne sconosciute che girano per casa sua
non ci capisce più nulla
perciò dorme
dorme :zzz:
e gli organi si rigenerano
i flauti si raddrizzano
i fagotti si rigonfiano
ecc ecc :angel:
 
Cari amici,
Per ringraziarvi di avere aperto questo forum vi offro due chicche d'antan.

Scacciapensieri
ScacciaPensieri on Vimeo
1968–2006
Disco stroboscopico
È un piccolo oggetto, più un giocattolo che altro, da far girare davanti allo schermo televisivo o ai monitor a tubo catodico (che emettevano luce stroboscopica).
Facendolo ruotare davanti ai televisori al plasma non funziona perché questi ultimi non hanno pulsazioni stroboscopiche.
Lo scopo era ironico e ludico: sostituire allo scemenzaio televisivo un po' di sana estetica, e allo stesso tempo offrire un'alternativa alle gemelle Kessler.

FlashingObject
1965 – 2006

Oggetto interattivo lampeggiante
FlashingObject on Vimeo
È un oggetto che, in questa versione, non ricordo sia mai stato esposto (o forse sì, alla mostra della galleria Milano) a causa di un'ineliminabile, ai tempi, imperfezione.
Esso è composto da un disco di plexiglas di 40 cm di diametro fatto ruotare – davanti a una circolina fluorescente – direttamente attaccato a un motore elettrico a induzione. Questo significa che la sua velocità di rotazione è di circa 1000 giri/minuto.
La variazione di immagine è dovuta alla velocità di rotazione del disco che può essere modificata semplicemente agendo su un interruttore che accende o spegne il motore, facendogli così cambiare il numero di giri.
Il problema di questo oggetto è dato dal fatto che un disco rotante del genere, per vari motivi, all'epoca non era equilibrabile, quindi vibrava (vibra ancora).
Oggi l'equilibratura dinamica, per quanto costosa, è possibile e, appena ne avrò occasione, me ne occuperò.
FlashingObject mi è sempre piaciuto molto perché è semplice, sorprendente e praticamente indistruttibile
 

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